Fausto Spelta, 31 anni, falegname, separato. Il suo precedente matrimonio era stato annullato dalla Sacra Rota per impotenza. Violenta, uccide e sevizia la ragazza che stava frequentando, poi si fa aiutare da un amico a depistare le indagini mentre la madre di lui mette in giro voci per far sospettare una doppia vita della ragazza
Azzanello (Cremona), 23 Agosto 1988
Fausto Spelta, 31 anni, falegname. Separato dalla Sacra Rota perchè impotente.
Giorgio Bufelé, 24 anni, operaio. Aiuta l’amico a seviziare e nascondere il cadavere
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‘ANTONELLA L’ HO UCCISA IO’ (la Repubblica – 23 agosto 1988)
CREMONA Antonella Carboni, 21 anni, viene ritrovata sabato mattina seviziata e uccisa dentro la sua auto, nei pressi di un corso d’ acqua in aperta campagna. Gli inquirenti pensano subito all’ opera di un maniaco. Col passare delle ore emerge però una verità diversa anche se non meno sconcertante: oggi due uomini sono in carcere, accusati di concorso in omicidio volontario, violenza sessuale e vilipendio di cadavere.
Si tratta di Fausto Spelta, 31 anni, falegname, il fidanzato della vittima, e Antonio Giorgio Bufelé, un operaio di 24 anni, entrambi incensurati e entrambi di Genivolta, paese poco distante da Azzanello nel cui territorio è stata rinvenuta l’ auto con il corpo di Antonella. L’ accusa per i due è di concorso in omicidio, violenza aggravata e vilipendio di cadavere. La posizione dei due appare tuttavia diversa: l’ autore del delitto sarebbe Spelta, che ha confessato ma senza indicare il movente, mentre il complice sarebbe intervenuto solo a omicidio compiuto ed avrebbe dato una mano all’ amico nell’ allestimento della macabra messinscena sul luogo del ritrovamento. Anche Bufelé ha già confessato quest’ ultimo episodio, ma il sostituto procuratore della Repubblica Antonella Nuovo attende l’ esito della perizia autoptica, che verrà svolta stamane, per valutare meglio le ammissioni dei due imputati.
Il movente del delitto andrebbe ricercato nella personalità di Fausto Spelta e nel suo rapporto con la ragazza uccisa. I due avevano una relazione da circa un anno e mezzo, malvista dai genitori della giovane (il padre, Aldo, è titolare di un’ azienda con una quindicina di dipendenti. Antonella, iscritta all’ università, gli dava una mano per i lavori d’ ufficio). Le amiche della vittima sapevano solo che qualche tempo prima di conoscere Spelta si era invaghita, non corrisposta, di un coetaneo e che questa delusione l’ aveva resa malinconica, pessimista, convinta di essere poco attraente.
Antonella aveva così legato con altri ragazzi di Genivolta, paese dove aveva vissuto con i genitori e i fratelli fino a pochi anni fa, e fra questi con Fausto Spelta e Giorgio Bufelé, considerati dai genitori socialmente e culturalmente inferiori a lei.
Il legame con Fausto, un legame certo non profondo, non impegnato, doveva essere una sorta di rivincita sulla precedente delusione: Antonella aveva forse intenzione di troncarlo. E’ con ogni probabilità questo il movente che ha trascinato l’ uomo al delitto.
Fausto Spelta da alcuni anni viveva da solo, dopo che la Sacra Rota aveva annullato il suo matrimonio, celebrato ma non consumato a causa dell’ impotenza di Spelta. In Antonella forse aveva trovato un sollievo alla propria solitudine. Nel momento in cui la ragazza gli dice di voler troncare quella relazione clandestina e senza prospettive, egli reagisce con violenza cieca e la uccide, strangolandola.
Il delitto viene compiuto tra l’ una e l’ una e mezzo di sabato nell’ abitazione di Spelta dopo che Antonella l’ ha raggiunto di nascosto al termine della serata passata in paese con i soliti amici. Per non rivelare la propria relazione, Antonella era solita fingere di tornare a casa per poi far ritorno a Genivolta, di nascosto, a notte inoltrata. Parcheggiata l’ auto in un cortile interno nei pressi della casa dell’ amico, anche venerdì sera Antonella sale le scale che la portano nel monolocale a mansarda di Fausto. Qui i due rimangono meno di un’ ora. Spelta sostiene di essere stato lui a comunicare alla ragazza l’ intenzione di rompere il legame e che a queste parole la vittima ha reagito aggredendolo. Allora l’ ho colpita con un pugno al naso e Antonella è morta così. Ma sembra una tesi inaccettabile. Prima o dopo il delitto (questo lo appurerà l’ autopsia), Spelta infierisce orribilmente sul cadavere. Poi va a chiamare l’ amico Giorgio; lo sveglia e lo conduce a casa. Bufelé afferma adesso di aver trovato la ragazza già morta. Antonella viene caricata sull’ auto di Bufelé, guidata da Spelta. Il complice lo segue sull’ auto di Spelta. Insieme i due raggiungono le sponde di un naviglio che dista solo poche centinaia di metri dal luogo del delitto. Qui lasciano il cadavere della ragazza sul sedile anteriore della sua auto e con la seconda macchina fanno rientro alle rispettive abitazioni. Spelta tenta di nascondere le tracce della lotta rimaste nel monolocale: si toglie gli indumenti sporchi di sangue, e li butta, con la cintura che ha usato per strangolare la ragazza, nella pattumiera della cucina dove verranno ritrovati dagli inquirenti nel corso della perquisizione. Ma Spelta ha voluto davvero simulare l’ azione di un maniaco? Il magistrato non esclude al proposito che l’ omicida possa essere sottoposto al Test del Dna. E perché non ha gettato il corpo nel naviglio, profondo oltre due metri, dove sarebbe stato più difficile ritrovarlo? Perché ha chiamato l’ amico a delitto avvenuto creando in tal modo, con la sua complicità, una testimonianza troppo compromettente?
‘ANTONELLA AVEVA ABORTITO PER QUESTO LUI L’ HA UCCISA’ (la Repubblica – 25 agosto 1988)
Mio figlio aveva sofferto tremendamente per la decisione di Antonella di non tenere il bambino nato dalla loro relazione. Penso che una spiegazione del delitto possa essere anche cercata in questo episodio. Teresina Spelta, 66 anni, scende in campo per difendere il figlio Fausto, in carcere per avere ucciso e seviziato la fidanzata, Antonella Carboni (assieme a Spelta è stato arrestato, per concorso in omicidio, anche Giorgio Bufelè), tentando di accreditare l’ immagine di una specie di doppia vita della ragazza ammazzata. Tra l’altro, la madre dell’ omicida afferma che la relazione, tenuta nascosta a Genivolta, il paese dove viveva il falegname, era invece vissuta alla luce del sole a Castelnuovo Bocca d’ Adda, il paesino dove Teresina Spelta abita e dove Antonella si sarebbe recata diverse volte. A questo misterioso episodio dell’ aborto avrebbe fatto cenno nei suoi interrogatori anche Fausto Spelta che per il resto non ricorda neanche le circostanze esatte dell’ assassinio. Ma sembra una storia della quale gli inquirenti non vogliono, per il momento, tenere alcun conto.
Uccide la fidanzata per gelosia, poi mette in scena un finto stupro (l’Unità – 22 agosto 1988)