Eugen Fanel Cimpeanu, 35 anni, stalliere in prova. Già denunciato per lesioni e percosse dalle precedenti compagne, sgozza la convivente
Ghemme (Novara), 8 Ottobre 2016
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Olga è stata presa per i capelli e sgozzata: lui non mostra pentimento (La Stampa – 13 ottobre 2016)
L’omicida si è accanito con una violenza inaudita. Non si è trattato di una sola coltellata, di un delitto d’impeto o uno scatto d’ira. Il trentaduenne Eugen Fanel Cimpeanu ha brutalmente aggredito alle spalle la compagna Olga Shugai usando un coltello da cucina con una lama da 15 centimetri. Anche l’autopsia eseguita ieri all’istituto di medicina legale di Novara avrebbe confermato un omicidio particolarmente macabro.
SCENA DEL CRIMINE CRUENTA
La trentacinquenne assassinata dallo stalliere romeno con cui abitava temporaneamente al centro ippico Equi 2000 di Ghemme è morta in pochissimi istanti. E’ stata presa per i capelli e sgozzata, vicino al divano del soggiorno. Non ha fatto in tempo a difendersi, né a rendersi conto di quello che succedeva. A conferma di una scena del delitto particolarmente cruenta anche il fatto che uno dei necrofori incaricati di recuperare il corpo si sarebbe sentito male. I carabinieri, coordinati dal pm Ciro Caramore, sono al lavoro per ricostruire la dinamica precisa di quanto accaduto all’una di venerdì e anche lo spaccato di vita della coppia già residente in Valsesia, che da tre mesi era ospitata nella dependance della scuderia di via per Carpignano dove Cimpeanu lavorava in prova. I militari stanno ancora raccogliendo testimonianze ma sembrano non nutrire dubbi sul fatto che si tratti di un femminicidio maturato in un contesto di pregresse violenze tra le mura domestiche. Una tragedia annunciata. Anche perché alle spalle di Cimpeanu esistono due denunce di precedenti compagne, per lesioni e percosse. I procedimenti sono aperti a Vercelli.
NESSUN RIMORSO Cimpeanu non ha dimostrato pentimento per quanto commesso. Il suo racconto, la sua confessione, è stato freddo, distaccato. Ha solo detto di essersi arrabbiato perché la compagna continuava a rimproverarlo per la mancanza di lavoro e di soldi. La sera dei fatti lei gli avrebbe tirato un calcio mentre lui andava a fare la doccia e l’uomo non ci ha visto più: è andato in cucina a prendere il coltello e l’ha ammazzata.
Delitto in scuderia, quasi un’esecuzione (Prima Novara – 8 marzo 2018)
«La calma iniziale del mio assistito mi sembra che con il passare del tempo si vada trasformando in rassegnazione». A parlare è Antonella Lobino l’avvocato difensore di Eugen Fanel Cimpeanu, rumeno di 31 anni, accusato di aver ucciso, nella notte tra giovedì e venerdì, la compagna Olga Shugai, 36 anni di nazionalità ucraina, sgozzandola in una scuderia di Ghemme dove la coppia risiedeva e l’uomo lavorava come stalliere.
Prosegue il legale: «Ha la consapevolezza di aver commesso un fatto di una gravità enorme e ora aspetta di conoscere il giudizio finale. Però continua a sostenere di non aver mai maltrattato la compagna. Dice che non puòconfessare cose che non ha commesso». L’autopsia sul corpo di Olga Shugai, svoltasi lunedì, avrebbe confermato che la donna è stata uccisa con un solo taglio alla gola. L’arma del delitto, un coltello da cucina dalla lama lunga 15 cm, era stata recuperata dai carabinieri subito dopo l’arrivo sul luogo del delitto, chiamati dallo stesso omicida. Il delitto era avvenuto all’interno della dependance dove la coppia risiedeva da circa tre mesi e che avrebbe dovuto abbandonare nelle prossime settimane. L’uomo, infatti, era in prova come stalliere e non era stato riconfermato nell’incarico.
Il corpo si trovava vicino un divano. Sembra che al momento del delitto la donna si trovasse sul pavimento e l’uomo l’avrebbe praticamente sgozzata da dietro, tenendola per i capelli. Particolari che danno un quadro dell’efferatezza del delitto. Quasi un’ esecuzione che ricorda certe tecniche militari. All’avvocato Lobino abbiamo infatti chiesto se Eugen Fanel Cimpeanu, in Romania avesse prestato servizio militare. «No, il mio assistito mi ha confessato di aver fatto il militare per un mese soltanto, poi era stato congedato causa la morte di entrambi i genitori». Eugen Fanel Cimpeanu non ha parenti in Italia. In Romania ha una sorella e tre fratelli ma tiene contatti con solo uno di loro, che sembra non sia ancora stato avvertito di quanto capitato al congiunto in Italia.
Un delitto maturato in una clima di esasperazione reciproca. Secondo quanto emerso già la stessa mattina del delitto, lui e la compagna litigavano da tempo per la difficile situazione economica. L’uomo stava per perdere il lavoro mentre lei da tempo non aveva occupazione stabile. Cimpeanu avrebbe dichiarato inoltre che mentre si avviava verso il bagno la donna avrebbe cercato di colpirlo con un calcio e da lì sarebbe scattato l’impulso omicida. Nonostante in passato vi sarebbero state nei suoi confronti un paio di denunce da parte di donne con cui intratteneva una relazione per percosse o maltrattamenti, in questo caso continua a ribadire di non aver mai picchiato Olga. Non si lamenta, non piange, nè si dispera. Continua a sostenere di non aver mai usato violenza alla compagna prima della tragica notte. L’avvocato difensore non presenterà richiesta per nessun tipo di perizia.
Uccise la compagna: 30 anni allo stalliere (La Stampa – 20 aprile 2018)
Nel 2016 aveva sgozzato la convivente. Ha detto al giudice: “Fu lei ad aggredirmi”
Un’ipotesi contestata dalla difesa, sostenuta dall’avvocato Fabrizio Cardinali: «Non c’è alcuna prova che il mio assistito picchiasse la compagna. Anzi, la sera dell’omicidio c’era stato un litigio in cui lui stesso era stato graffiato in volto dalla donna. Ha ammesso il delitto. Ma non ci sono precedenti denunce della convivente per maltrattamenti».
Cimpeanu ha sì confessato, ma non ha mai dimostrato pentimento per quanto accaduto. Ai carabinieri, e poi negli interrogatori davanti ai magistrati, aveva solo detto di essersi arrabbiato molto perché la compagna continuava a rimproverarlo per la mancanza di lavoro e di soldi, e minacciava di andarsene.