Enea Manganoni, 30 anni, operaio. Uccide l’ex convivente con dieci coltellate. Condannato a 30 anni
Leffe (Bergamo), 28 Maggio 2003
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Preso bergamasco che ha ucciso l’ex (Racing World Forum – 29 maggio 2003)
E’ stato sorpreso e arrestato nella sua abitazione ad Endine Gaiano (Bergamo), Enea Manganoni, 29 anni, di Albino, ricercato per aver ammazzato a coltellate l’ex convivente, Giovanna Maffeis, 30 anni, residente con i genitori a Fiorano al Serio. L’omicidio è avvenuto davanti alla fabbrica nella quale la vittima lavorava. L’uomo l’ha convinta a scendere in strada e, dopo una lite, l’ha colpita con un pugnale per sette volte. Subito dopo è fuggito.
Una storia d’amore finita male. Da quanto si è appreso, la 30enne aveva lasciato il suo convivente perché non accettava certi suoi comportamenti. Lui, però, non aveva accettato la rottura della loro relazione e sperava di indurla a ripensarci. Fino a mercoledì sera, quando dopo l’ennesimo litigio l’ha ammazzata.
Secondo i primi accertamenti dei carabinieri della compagnia di Clusone, al momento del fatto la donna era al lavoro in un laboratorio tessile di Leffe. Stava svolgendo il turno serale. L’ex convivente, del quale non sono ancora state rese note le generalità, è giunto davanti alla fabbrica e l’ha chiamata a gran voce. Giovanna Maffeis, forse per evitare che continuasse a gridare, si è affacciata all’ingresso. Tra i due è iniziata una discussione animata, terminata nel sangue.
L’uomo ha colpito ripetutamente la donna con un coltello. Inutili le richieste di aiuto della vittima. Le sue urla hanno richiamato sul posto alcuni passanti. Ma, al loro arrivo, per lei non c’era più nulla da fare. L’ex convivente è fuggito in auto. Le sue ricerche sono iniziate subito. I carabinieri hanno istituito dei posti di blocco sulle strade della Valle Seriana. Alla fine lo hanno trovato nella sua abitazione.
Il 29enne è stato arrestato e accompagnato presso la locale casa circondariale. Nelle prossime ore sarà interrogato. Trovato anche il coltello a serramanico utilizzato per compiere il delitto.
Omicidio di Leffe, Enea Manganoni non risponde all’interrogatorio del Gip (L’eco di Bergamo – 29 maggio 2003)
Si è avvalso della facoltà di non rispondere anche davanti al giudice per le indagini preliminari, Enea Manganoni, il 29enne operaio metalmeccanico di Albino in carcere a Bergamo per l’omicidio dell’ex convivente Giovanna Maffeis, 34 anni di Fiorano.
L’accusa contestata dal pubblico ministero Mauro Clerici nei suoi confronti è di omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione. Il gip Vincenza Maccora, che oggi pomeriggio si è recata nel carcere di via Gleno per interrogarlo, si è riservata sia sulla convalida del fermo che sulla misura cautelare: la decisione potrebbe essere presa già nelle prossime ore.
Nel frattempo Enea Manganoni, assistito di fiducia dall’avvocato Claudia Zilioli, resta in carcere. Continuano intanto gli accertamenti degli inquirenti: per domani mattina a Leffe, alle 9.30, è stata fissata l’autopsia sul corpo di Giovanna Maffeis, mentre la dinamica dell’accaduto sembra ormai essere abbastanza definita per gli inquirenti.
Stando a quanto ricostruito Manganoni, dopo un periodo di tensioni con la donna, mercoledì sera sarebbe arrivato allo scontro diretto: un’aggressione all’interno della ditta tessile Texo di Leffe, dove Giovanna Maffeis lavorava.
Nessuno avrebbe visto la tragedia: Manganoni, forse con il coltello a serramanico insanguinato che poi i carabinieri gli hanno trovato in tasca al momento del fermo, avrebbe colpito Giovanna Maffeis con diversi colpi al collo, all’addome e alla schiena. Poi la fuga fino a Endine Gaiano, all’albergo Sporting di Endine, dove i carabinieri lo hanno trovato. Per rintracciarlo hanno utilizzato il suo cellulare: prima alcuni sms e messaggi sulla segreteria telefonica, poi Manganoni ha fatto due telefonate, mute, ai numeri dei carabinieri che avevano cercato di contattarlo.
Uccise l’ex convivente a Leffe operaio condannato a 30 anni (L’Eco di Bergamo – 11 ottobre 2004)
Trent’anni di carcere per omicidio premeditato. È la condanna che oggi pomeriggio il Tribunale di Bergamo ha inflitto ad Enea Manganoni, il trentenne operaio di Albino in carcere con l’accusa di aver ucciso l’ex convivente Giovanna Maffeis, 34 anni, di Fiorano al Serio, il 28 maggio 2003.
Il giudice dell’udienza preliminare ha quindi confermato la richiesta del pubblico ministero, avvalorando le tesi dell’accusa, secondo la quale l’omicidio venne così ricostruito.Dopo un periodo di tensioni con Giovanna Maffeis (con la quale aveva convissuto per circa 4 anni), la sera del 28 maggio scorso Enea Manganoni avrebbe raggiunto la donna a Leffe, alla ditta «Texo», dove la ragazza lavorava. Un sessantenne della zona lo vide arrivare e suonare il campanello, quindi iniziare a discutere con la donna.
Di fatto nessuno ha però assistito al delitto. Sempre secondo gli inquirenti il trentenne avrebbe colpito ripetutamente Giovanna Maffeis, forse con il coltello a serramanico che poi gli venne trovato in tasca al momento del fermo. Otto coltellate, delle quali due letali. Quindi, Manganoni avrebbe tentato la fuga: prima verso il monte Croce, poi a Lovere e quindi a Endine, dove lo trovarono i carabinieri di Clusone.
I militari, nel tentativo di rintracciarlo, provarono a contattarlo al suo cellulare, mandandogli sms e lasciandogli messaggi in segreteria telefonica. A un certo punto Manganoni aveva riacceso il telefono ed era stato localizzato a Endine, all’albergo Sporting, dov’era stato bloccato e posto in stato di fermo. Da quel giorno Enea Manganoni si trova in carcere. Durante gli interrogatori sia da parte del pm che da parte del gip, si è sempre avvalso della facoltà di non rispondere alle domande. Oggi la sentenza, e la pesante condanna.