Davide Tomasi, 37 anni, istruttore e socio di una palestra. Stordisce la ex e la uccide con una pugnalata, poi tenta il suicidio. Condannato con rito abbreviato a 30 anni confermati in Appello, rinuncia alla Cassazione. In carcere si diploma con 86/100
Grisignano di Zocco (Vicenza), 4 Aprile 2016
Titoli & Articoli
Mostra all’ex una casa in vendita agente immobiliare uccisa a coltellate (Corriere del Veneto – 5 aprile 2016)
Monica De Rossi, 47 anni, aveva tre figli. Davide Tomasi, di 37, la aggredisce con un pugnale «combat» e poi tenta di togliersi la vita
Aveva convinto l’ex compagna, agente immobiliare, a mostrargli una casa in vendita e l’ha attirata nella sua trappola mortale: una volta soli l’ha accoltellata alle spalle e trascinata in una stanza sgabuzzino, dove ha chiuso a chiave la porta da dentro prima di svenire accanto al cadavere e cadere in uno stato comatoso per la dose massiccia di insulina che si era iniettato (è diabetico). La scoperta del delitto è avvenuta solo a distanza di ore, quando cioè il padrone dell’immobile, allertato dai vicini, ha rinvenuto delle tracce di sangue e ha chiamato i carabinieri.
Erano all’incirca le 21, ancora in tempo per salvare in extremis l’omicida e aspirante suicida. Piantonato in ospedale a Vicenza da lunedì sera, è in stato d’arresto con l’accusa di omicidio volontario premeditato aggravato (dalla crudeltà, dai futili motivi e dalla difesa minorata). Lui è Davide Tomasi, 37 anni (saranno 38 venerdì) originario di Cittadella e residente con la famiglia a Grumolo delle Abbadesse: ha ucciso con alcune coltellate l’ex compagna, Monica De Rossi, dieci anni più grande, titolare di un’agenzia immobiliare di Grisignano di Zocco, comune in cui abitava con due dei suoi tre figli, il più piccolo di sedici anni. Dopo una relazione di alcuni mesi la donna, originaria di Verona, aveva deciso di troncare. Una scelta subita dall’uomo, mai accettata. Tanto che aveva continuato a esserci nella vita della bella ed esuberante agente immobiliare: con messaggini, regali, mazzi di fiori.
Una forma di corteggiamento, senza mai arrivare a minacciarla, aggredirla o a stalkizzarla a detta degli investigatori. Per questo quando il 37enne l’aveva chiamata con la scusa di farla lavorare lei aveva acconsentito a vederlo: «Non mi va più di stare a casa con i miei. Mi cerchi casa?» sarebbe stata all’incirca la proposta di Tomasi, contitolare di una palestra a Campodoro, nel Padovano, con interessi anche nell’azienda di prefabbricati edilizi del padre Fernando, la Ideal Montaggi di Camisano. Solo un pretesto per stare con l’ex quello della casa (che effettivamente cercava da tempo). Per attuare quel diabolico piano di omicidio suicidio.
Sì perché l’accusa che viene mossa all’imprenditore è quella di aver premeditato il delitto, poi seguito dal tentativo di togliersi la vita. Pare non avesse programmato di lasciare messaggi per spiegare l’atroce gesto o per salutare i familiari, o almeno finora non ne sono stati trovati. All’appuntamento l’uomo si era presentato armato di un pugnale da combattimento che ha tirato fuori al momento opportuno. Erano all’incirca le 12 o poco meno quando i due si sono ritrovati in via Pertini a Poiana di Granfion, frazione di Grisignano di Zocco: un contesto residenziale recente, composto da una decina di villette. Monica De Rossi gli ha mostrato una porzione di bifamiliare ultimata alcuni anni fa e rimasta invenduta.
Il delitto si sarebbe consumato al primo piano. Ma non subito. Stando ai medici legali intervenuti sul posto con il pm di turno Claudia Brunino la donna sarebbe morta attorno alle 15 in seguito ad alcune pugnalate: l’ultima, quella che ha rotto la lama lasciandola conficcata sulla schiena, le sarebbe arrivata dritta al cuore o all’aorta, uccidendola sul colpo. Tomasi l’ha quindi colpita alle spalle, forse all’apice di una discussione o di un’aggressione visto che pare lei abbia tentato di reagire. Di certo tra i vicini di casa nessuno ha sentito urla o rumori strani. Qualcuno tra loro ha visto l’uomo raggiungere la sua auto parcheggiata davanti all’abitazione per prendere qualcosa. Probabilmente i farmaci con cui poi ha tentato di darsi la morte. Di sicuro tornando da lei ha chiuso con le chiavi la porta di ingresso della bifamiliare e anche quella della stanza sgabuzzino in cui ha trascinato il corpo senza vita, non senza lasciare tracce di sangue da trascinamento sul pavimento. Quelle stesse tracce che hanno messo in allerta il proprietario dell’immobile, l’imprenditore padovano Otello Ancona, che è arrivato sul posto alle 20.30, chiamato da alcuni residenti preoccupati del fatto che le auto di lui e di lei, una Peugeot 407 e una vecchia Polo, fossero ancora davanti alla casa in vendita. «Il cellulare della 47enne squillava da dentro la stanza, chiusa a chiave, ma fuori ho visto tracce di sangue» ha raccontato Ancona. Ad aprire la stanza ci hanno pensato i carabinieri di Camisano.
La salma della mamma era supina e già fredda, morta da ore stando ai medici legali veronesi. Accanto, accasciato su di lei, Davide Tomasi, privo di sensi per essersi iniettato (è stata rinvenuta la siringa) una dose massiccia di farmaci. Rianimato sul posto dal Suem, è stato trasferito in ospedale in arresto. Dal letto, al risveglio, ha pronunciato una sola frase: «Dov’è Monica?».
Omicidio Monica De Rossi, il movente è la gelosia di Davide Tomasi (Vicenza Today – 6 aprile 2016)
Sarà svolta già mercoledì mattina l’autopsia sul corpo di Monica De Rossi, l’agente immobiliare uccisa dal suo ex Davide Tomasi in una villetta in vendita a Poiana di Granfion, a Grisignano di Zocco, lunedì
Potrebbe essere l’autopsia, in programma martedì mattina, sul corpo di Monica De Rossi a fornire le prime risposte sulla dinamica del delitto che si è consumato lunedì in una villetta in vendita a Poiana de Ganfion, a Grumolo delle Abbadesse. Il suo presunto assassino, il 38 enne Davide Tomasi, con il quale la vittima aveva avuto una relazione di qualche mese avrebbe già fornito una prima ricostruzione dei fatti a uno psichiatra del San Bortolo, riferisce Il Giornale di Vicenza, ma bisognerà attendere che l’uomo sia dimesso e portato in carcere per essere interrogato dal magistrato, alla presenza del suo avvocato. Tomasi si trova attualmente ricoverato in psichiatria al San Bortolo, dopo che, l’altra notte, è stato salvato dall’overdose di insulina e psicofarmaci che aveva assunto, tanto da mandarlo in coma. I carabinieri lo hanno trovato in stato di incoscienza riverso sul cadavere della donna.
Gli elementi raccolti a suo carico dagli inquirenti sono pesantissimi e l’accusa potrebbe essere di omicidio premeditato visto, presumibilmente, l’uomo aveva pianificato l’incontro con la sua ex, portando con sé l’arma, un lungo coltello, e i farmaci potenzialmente letali da assumere successivamente: un omicidio-suicidio.
Anche sul movente ci sono pochi dubbi: i rapporti tra i due, dopo il termine della relazione, nell’agosto scorso, erano rimasti amichevoli ma il 38enne, socio in una palestra a Campodoro, non aveva mai realmente accettato la decisione della vivace agente immobiliare, divorziata e madre di tre figli, di vivere la vita in libertà e leggerezza.
Quanto si attende dall’esame autoptico è una prima ricostruizione della dinamica dell’aggressione e l’orario della morte, collocato tra le 12 e le 15. Se venisse confermata la seconda ipotesi, Tomasi avrebbe anche spedito dei messaggi dal cellulare della donna, già morta. Gli investigatori stanno analizzando gli elementi raccolti sulla scena del crimin e le testimonianze ma, forse, solo l’eventuale confessione dell’uomo, però, potrà chiarire i molti punti oscuri.
Monica pugnalata alle spalle. L’autopsia rivela: non si oppose (Corriere del Veneto – 8 aprile 2016)
Il killer fa scena muta. Display contro il femminicidio. Sabato i funerali. E il figlio 16enne posta su Facebook una foto con la mamma
Silenzio. A distanza di tre giorni dall’omicidio della sua ex e dal tentato suicidio, Davide Tomasi è comparso davanti al giudice Roberto Venditti per l’interrogatorio di convalida. Ma ha fatto scena muta, non ha voluto spiegare perché sia arrivato a organizzare nel dettaglio il delitto, attirando in trappola la bella agente immobiliare e madre di famiglia con la scusa di farsi mostrare un’abitazione in vendita a Poiana di Granfion. Il 38enne di Grumolo delle Abbadesse non ha fornito alcun chiarimento del perché abbia iniettato dello psicofarmaco (o comunque tentato di farlo) a Monica De Rossi per stordirla, di quando le è stata dietro e le ha sferrato quell’unica, violenta pugnalata in mezzo alla schiena colpendo l’aorta polmonare, uccidendola e trascinandola – e sul corpo ci sono i segni – dal bagno verso una stanza in cui si è poi chiuso a chiave e accasciato sul cadavere, con una dose di insulina e psicofarmaci tali da rischiare di morire.
«Davide è molto provato, troppo confuso», riferisce il suo avvocato, Letizia De Ponti. Presto il titolare di palestra lascerà il reparto di psichiatria in cui è ricoverato e piantonato per il carcere di Vicenza, in regime di sorveglianza speciale come previsto in questi casi. Potrebbe succedere già venerdì, il giorno del suo 38esimo compleanno. Il giudice ha infatti convalidato l’arresto e previsto la traduzione, dopo l’assenso dei medici, al San Pio X. Su Facebook gli amici e conoscenti di Monica De Rossi stanno riversando tutto il loro disprezzo nei confronti di un uomo che ha ucciso una donna che amava profondamente la vita: una splendida mamma di tre figli, l’ultimo di 16 anni, che giovedì ha postato sul suo profilo una foto di lui con la mamma. «Essere infame, ignobile», scrivono su Facebook di Davide Tomasi; «a torture in carcere devi morire», e ancora «gli auguro l’inferno».
Monica, descritta come energica e determinata, lunedì non avrebbe avuto la possibilità e la forza di difendersi: drogata con un’iniezione all’altezza del collo, se gli esami tossicologici lo confermeranno, e pugnalata di sorpresa alle spalle. Dall’esame autoptico non emergerebbero segni di colluttazione o ecchimosi: il che escluderebbe che la 47enne abbia fatto resistenza al suo assassino, all’ex che non aveva mai avvertito come un pericolo a sentire i figli. Dopo il colpo vibrato sulla schiena stando al medico legale l’agente immobiliare è stata stroncata da una grave emorragia, che l’avrebbe portata alla morte nel giro di qualche minuto. Conclusa l’autopsia condotta per oltre quattro ore dal medico legale veronese Elisa Vermiglio (alla presenza dei consulenti di parte dell’arrestato e della famiglia della vittima, assistita dall’avvocato Marco Dal Ben), il pm titolare dell’inchiesta per omicidio volontario premeditato ha dato il nullaosta per la sepoltura della 47enne originaria del Veronese.
La cerimonia funebre è prevista per sabato alle 10.30 nella chiesa di Grisignano. La comunità, dove Monica De Rossi era molto conosciuta e apprezzata, è molto provata dall’atroce delitto e soprattutto sabato farà sentire la sua vicinanza alla famiglia. «In consiglio comunale e nelle scuole abbiamo osservato un minuto di silenzio in ricordo di Monica. Si era anche pensato a una fiaccolata, ma è rimasta solo un’ipotesi – fa sapere il sindaco di Grisignano di Zocco Renzo Lotto – anche per una questione di rispetto per la famiglia dell’omicida che comunque sta soffrendo: quell’uomo dovrà pagare il suo conto con la giustizia per un gesto che non ha alcuna giustificazione». Un gesto che va solo condannato. La stessa amministrazione comunale, proprio dopo l’uccisione della sua concittadina, ha stabilito di far passare, già da venerdì mattina, dei messaggi come «stop alla violenza, no al femminicidio» sul display informativo che si trova lungo la statale. Messaggi dallo stesso contenuto sono già stati postati sulla pagina Facebook della biblioteca di Grisignano.
Uccise la ex: confermata la condanna a 30 anni (Vicenza Today – 28 giugno 2018)
La corte di appello non ha modificato la sentenza di primo grado per Davide Tomasi, che, il 4 aprile 2016, uccise Monica De Rossi e poi tentò il suicidio
Davide Tomasi era perfettamente in grado di intendere e di volere quando, in una villetta vuota a Pojana Maggiore, accoltellò a morte la compagna Monica De Rossi e poi tentò di uccidersi con un sonnifero e dell’insulina. Il delitto era stato premeditato da tempo. E’ questo il convincimento della Corte di Appello di Venezia che, giovedì, ha respinto l’istanza dell’avvocato dell’imputato e confermato l’impianto accusatorio del pm vicentino nonchè il pronunciamento del giudice in primo grado. Grazie al rito abbreviato, Tomasi è stato condannato, nell’ottobre scorso, a 30 di reclusione, anzichè all’ergastolo. Ora non gli resta che la Corte di cassazione.
Monica De Rossi uccisa a coltellate dall’ex: “Non volevo vederla con altri uomini, la volevo per me” (FanPage – 30 settembre 2018)
Nella quarta puntata di ‘Amore Criminale’, Veronica Pivetti racconta la storia di Monica De Rossi. La donna è stata uccisa a 46 anni dal suo ex fidanzato Davide Tomasi. La loro relazione è durata solo 100 giorni eppure l’uomo non riusciva ad accettare che lei lo avesse lasciato. Così, le ha teso una trappola e l’ha accoltellata.
Domenica 30 settembre, Rai3 lascia spazio alla quarta puntata di ‘Amore Criminale‘. Veronica Pivetti racconta la storia di Monica De Rossi, assassinata dal suo ex fidanzato Davide Tomasi. L’uomo non accettava la fine della loro relazione – durata solo 100 giorni – così le ha teso una trappola e l’ha accoltellata. Poi si è giustificato: “Non ce la facevo più a vederla con altri uomini. Era la mia ragione di vita, la volevo per me”.
Monica De Rossi aveva 46 anni. Era nata a Verona ma viveva a Grisignano di Zocco in provincia di Vicenza. Era titolare di un’agenzia immobiliare. La vita le aveva concesso il dono di assaporare la gioia della maternità. Monica, infatti, aveva tre figli che erano nati da due relazioni ormai finite. Era una donna vivace, sorridente e che sapeva prendere la vita nel verso giusto.
Davide Tomasi ha 38 anni. Nato a Cittadella, in provincia di Padova, risiede a Grumolo delle Abbadesse in provincia di Vicenza. Fa l’istruttore in una palestra avviata con un socio. Inoltre lavora nell’azienda edile di famiglia che si occupa di realizzare capannoni industriali. Al contrario di Monica, è un uomo di poche parole con un carattere solitario. Colleziona modellini di aerei e costruisce droni. Pur essendo ormai alla soglia dei quarant’anni, non ha mai avuto una relazione stabile.
È maggio del 2015 quando Monica De Rossi e Davide Tomasi si conoscono. Il sorriso della donna e lo spirito giocoso dei suoi figli illuminano la vita di Davide. Finalmente Tomasi sente di aver colmato quel vuoto affettivo da cui è dilaniato sin dall’infanzia. L’idillio dura pochissimo. L’uomo, che ormai identifica la sua felicità con la compagna, diventa sempre più ossessionato da lei. Tenta in tutti i modi di controllarla e le fa continue scenate di gelosia. Dopo 100 giorni, Monica decide di non poter più tollerare il suo comportamento. Mette fine alla loro relazione.
Davide Tomasi non ha nessuna intenzione di lasciare andare Monica De Rossi. Non riesce più a concepire la sua vita senza di lei. Continua a cercarla insistentemente e prova a farle cambiare idea con regali e fiori. Dall’altra parte, però, trova un muro. Nella sua mente scatta qualcosa. Si convince che l’unico modo per mettere fine al suo dolore sia uccidere la donna e poi suicidarsi.
Contatta Monica e le chiede la cortesia di andare a vedere insieme una villetta situata a Poiana di Granfion che sostiene di voler acquistare. Il 4 aprile del 2016, si recano a vedere l’appartamento. Monica non sa che Davide ha portato con sé un coltello. Tomasi approfitta di un momento di distrazione dell’ex fidanzata. Mentre è di spalle, le sferra una coltellata alla schiena che si rivela letale. Poi, tenta il suicidio iniettandosi una dose massiccia di insulina. A scoprire la tragedia è un impresario incaricato di fare dei lavori nella villetta. Nota delle tracce di sangue che portano a una stanza chiusa dall’interno e dà l’allarme. Davide Tomasi viene ricoverato in ospedale e, una volta migliorate le sue condizioni di salute, viene portato in carcere.
Quando Davide Tomasi arriva al pronto soccorso dell’Ospedale San Bortolo di Vicenza, con un filo di voce giustifica il suo gesto: “Non ce la facevo più a vederla con altri uomini. Era più forte di me. La gelosia non mi faceva ragionare. Lei era diventata l’unica mia ragione di vita, la volevo per me”. L’uomo è stato processato con rito abbreviato. È stato condannato a trent’anni di reclusione. In appello, la condanna è stata confermata.
Corriere del Veneto – 24 febbraio 2019
Diplomato in carcere a Padova Davide Tomasi, nel 2016 accoltellò a morte l’ex (Il Mattino di Padova – 8 luglio 2023)