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Antonio Brigida, 69 anni, autotrasportatore, padre separato. Uccide la moglie a colpi di pistola e continua a spararle. Condannato all’ergastolo poi ridotto in Appello a 24 anni

Cave (Roma), 7 Maggio 2019


Titoli & Articoli

Cave, litigano e il marito uccide la moglie (la Cicala – 7 maggio 2019)
Il dramma del femminicidio arriva a Cave dove, proprio oggi, martedì 7 maggio 2019, un uomo di 59 anni uccide la moglie di 45. A quanto si apprende dalle prime ricostruzioni, sarebbero stati esplosi diversi colpi di pistola da parte dell’omicida che deteneva legalmente l’arma in casa, per uso sportivo. Sembra si sia trattato di una lite il cui culmine ha determinato da parte dell’uomo il ricorso all’arma. Per la coppia sembrerebbe non si tratti del primo litigio a toni cruenti visto che c’erano forti contrasti a causa della separazione che, sembra, l’uomo non volesse accettare. L’epilogo tragico ha visto coinvolti Antonio Brigida e Carmen Vermica. La furiosa lite sarebbe scoppiata all’interno dell’appartamento dove la coppia abitava, sito in via delle Noci (a Cave). Sembra fosse ora di pranzo, circa mezzogiorno, quando i vicini si sono allarmati sentendo gli spari e, quindi, hanno contattato i carabinieri. Sono molti i punti tragicamente in comune con altre storie di femminicidio: un matrimonio non più felice, liti e discussioni sempre più frequenti, gelosie, recriminazioni, i toni iniziano a scaldarsi e poi, purtroppo, dal piano verbale che assume toni sempre più pericolosi, si degenera arrivando alla violenza fisica. L’uomo che oggi si è macchiato di questo gesto estremo, Antonio Brigida, di mestiere fa l’autotrasportatore ed è anche un volontario della Croce Rossa di Olevano Romano. La vittima, Carmen Vermica, è di origine romena, attiva nel sociale e nell’ambito parrocchiale a Cave.
La coppia ha figli dei precedenti matrimoni di entrambi. Insomma una coppia come tante, una storia comune iniziata con l’amore che finisce nella cronaca nera. Scossa fortemente l’opinione pubblica nel piccolo borgo prenestino dove la comunità, attonita e sgomenta, stenta ad elaborare l’accaduto.
Dalle notizie pervenute sembra che i carabinieri abbiano trovato l’uomo ancora con la pistola in mano. Sembra che Antonio non abbia opposto resistenza e si sia consegnato ai militari. Per la donna, nonostante l’arrivo dei soccorsi, pare non ci sia stato nulla da fare, Carmen giaceva già esanime. L’atmosfera generale del quartiere è raggelata. Dinanzi al condominio stazionano i carabinieri, mentre qualche passante si avvicina per domandare cosa sia accaduto.

Sparò alla moglie, condanna all’ergastolo (Canale Dieci – 27 febbraio 2022)
L’uomo, un barelliere del 118, aveva continuato a sparare colpi sulla moglie già agonizzante
Aveva sparato alla moglie, scaricando tutti i colpi della pistola, nell’ultimo giorno di convivenza. Dopo la lite, con calma, aveva recuperato la pistola custodita in una cassetta di sicurezza in garage, e rientrato a casa, mentre la moglie era in bagno la raffica di colpi. Sei, sette, esplosi anche sul cadavere agonizzante.
E’ così che tre anni fa a Cave, Antonio Brigida, 59 anni, aveva ucciso la moglie Carmen Vernica, quattordici anni più giovane.  Per quel femminicidio senza pietà consumatosi il 7 maggio 2019 a Cave piccolo centro di diecimila abitanti nei pressi di Tivoli, Antonio Brigida, 59 anni e barelliere del 118, è stato condannato ora all’ergastolo. Carmen Vernica, romena, 45 anni, e una figlia di 30, era morta così, nel bagno di casa, mentre prendeva le ultime cose da portare via. L’ultimo giorno in casa col marito, dopo una lunga separazione dentro lo stesso appartamento.
Ora la I Corte di Assise di Roma ha condannato all’ergastolo l’uomo per femminicidio. Secondo i giudici si è trattato di un omicidio premeditato ai danni della coniuge dalla quale si stava separando. Nella sentenza, però, i giudici hanno escluso l’aggravante della crudeltà, nonostante l’azione omicidiaria sarebbe stata portata a termine in due fasi. L’uomo infatti ha ricaricato la pistola due volte e colpito al petto e alla testa, più volte, la moglie, già agonizzante o probabilmente morta.
Non è servito nulla all’imputato instaurare una difesa in cui ha tentato di addossare più volte la responsabilità sulla vittima, causa, a suo dire, della separazione. I giudici hanno previsto per la figlia di Carmen Vernica una provvisionale di 250mila euro. “Nulla può ridare una madre alla figlia”, ha detto avvocato Alessandro Pasquazi, il legale della giovane, parte civile, “ma c’è il risarcimento morale contro il tentativo indegno di far passare il messaggio “però tua madre”, scaricando l’attenzione dal colpevole alla vittima. Brigida aveva sposato la signora Carmen Vernica in seconde nozze. La donna aveva trovato un lavoro come badante e un appartamentino a Zagarolo a un prezzo calmierato, ma il marito ha provato a ostacolarla fino all’ultimo momento. Quella mattina verso le otto avevano discusso per dei documenti. Qualche ore dopo la mattanza con la finestra aperta.

Uccide moglie a colpi di pistola, in appello condanna a 24anni (Ansa – 11 ottobre 2022)
Dalla condanna all’ergastolo a 24 anni di carcere. E’ la riduzione di pena disposta dalla Corte d’Assise di Appello di Roma pper Antonio Brigida, il 62enne di Cave che il 7 Maggio 2019 uccise la moglie Carmen Vernica a colpi di pistola. Nell’udienza di oggi i difensori e il pg hanno depositato ai giudici una richiesta di concordato alla pena di 24 anni di carcere. La corte, al termine della camera di consiglio, ha accolto la richiesta avanzata dalle parti.


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