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Al Direttore di Anagnia

Egr. Ivan Quiselli

Direttore Responsabile ANAGNIA

Gentile Direttore,

con la presente siamo a chiederLe di voler rivedere l’articolo pubblicato oggi, 31 gennaio 2016, dalla testata di cui Lei è Responsabile, dal titolo : “Anagni. Massacra di botte sua figlia di appena due anni e mezzo, la moglie e gli altri due figli minorenni, poi va in ospedale a farsi medicare: “mi hanno aggredito”. Ma i Carabinieri non gli credono: denunciato”

L’articolo inizia così:

“Il lavoro perduto da poco, la depressione che avanza, le crescenti incomprensioni con la compagna e chissà quali altri motivi sono alla base della sconvolgente storia … ”

Troviamo inconcepibile che un simile REATO venga già preventivamente giustificato dal vostro giornale, che si erge a difensore di un simile “padre di famiglia” con motivazioni o illazioni che non sarebbero accettabili da nessun giudice in nessuna sede processuale.

Motivazioni di una tale superficialità rispetto alla gravità del reato commesso da non poter costituire per la morale umana alcuna attenuante al comportamento tenuto da quello che viene da voi definito “padre di famiglia”.

Potreste piuttosto indagare sui motivi del licenziamento di quest’ uomo e, chissà, forse la situazione potrebbe apparire anche diversa.

Le motivazioni da voi addotte sono offensive per il buon senso civile, non possono essere accettate dalla pubblica opinione, e mai e poi mai potranno e dovranno essere accettate da una bambina di due anni picchiata dal proprio genitore, dai suoi piccoli fratelli e soprattutto dalla loro madre.

Sono i Carabinieri che non credono all’uomo? O E’ FORSE LA PAROLA DELLA MADRE, DELLA DONNA, CHE CONTA QUALCOSA?

Riteniamo questo genere di “informazione” permeata di antichi cliché che non considerano le persone e soprattutto i minori coinvolti, e sono gravemente offensivi per la società tutta.

La invitiamo dunque a voler rivedere l’articolo secondo più corretti criteri di informazione, abbandonando la perpetuazione di mitologie (depressione, raptus e simili) che non rispecchiano la reale situazione in cui purtroppo versa la famiglia italiana, che troppo spesso annota il ripetersi di questi episodi anche grazie alla scorretta comunicazione che ne viene fatta.

Distinti saluti

Emanuela Valente

IQD – Osservatorio sul femminicidio

www.inquantodonna.it

SE VOLETE SOTTOSCRIVERE INVIATE UNA MAIL A:

scrivi@inquantodonna.it

indicando il vostro nome, cognome, città e – se volete – professione o ruolo istituzionale

HANNO SOTTOSCRITTO QUESTA LETTERA:

Pina Nuzzo

Cristina Obber

 

Giovanni Palummieri, Milano

 

Alessia Guidetti, Milano

 

Giovanna Ferrari, Pigneto (Modena), insegnate e madre di vittima di femminicidio: “Le parole sono armi letali. Vanno usate con cautela e cognizione di causa.”

 

Judith Pinnok, Modena, psicologa psicoterapeuta esperta di studi di genere

Massimo Lizzi, Torino, blogger

Licia Palmentieri, Napoli, attivista e blogger

 

Elisa Durantini, Montefiascone (Viterbo)

Gabriella Militello, insegnante della scuola dell’infanzia in pensione: “Esprimo la mia più grande indignazione per l’articolo da voi pubblicato in data 31/01/2016, riguardante la brutta storia di Anagni.  Non ci sono giustificazioni per l’operato di quel soggetto, che non ha neanche mostrato pentimento per quello che aveva fatto, visto che invece di assumersi le sue responsabilità,  ha inventato una grossa balla. Vi invito pertanto a rivedere l’articolo in modo civilmente corretto”

Rosa Avenali, Roma, moglie e mamma ma prima ancora donna: “Volevo unirmi a chi, sicuramente, vi avrà scritto prima di me.Spero in tanti.D’accordo con il dover rivedere l’articolo del 31 gennaio 2016, riportato dal giornale ANAGNIA riguardo all’uomo che ha massacrato di botte moglie e figli.Si lasciano passare dei messaggi sbagliati.”

Eleonora Tocanne, Milano, libera professionista

Antonella Bertè, Piacenza, docente di matematica e fisica

Viviana Pizzi, Presidente Unavoceperledonne

Sara Santiano, Greys (GranBretagna)

Arianna Martignon (Venezia)

Irene Maturi

Mara Santacatterina, Schio (Vicenza), : “Una violenza simile non può e non deve essere neppure lontanamente giustificata!

L’inizio dell’articolo è semplicemente vergognoso”

Graziella Toscano, Scafati, traduttrice

Marisa Nebbia, Torino, quadro direttivo

Luisa Ermini, Vice Presidente Senonoraquando Cerveteri

Angela Giannòccaro, Milano, impiegata

Ileana Bertucci, Colleferro

Maria Rosaria Giaquinto, Avellino, laureanda

Laura Piretti, Modena

Andrée Celeste Brentini, Milano, web content editor e traduttrice

Vittoria Camboni, Ortona (Ch), musicoterapeuta, referente Movimento per l’infanzia, cda Riccio

 

Laura Montorsi, Modena, insegnante scuola superiore

Serena Ballista, Presidente UDI – Unione Donne in Italia Modena

Risposta del Direttore di Anagnia:

gent.le sign.ra Emanuela,

per quanto indirizzata a me personalmente, io non ho mai ricevuto la lettera qui pubblicata, né in forma cartacea né via mail; l’ho trovata sul Web, infatti, solo grazie alla segnalazione di una mia amica che vi segue. E’ per questo che non ho avuto la possibilità di rispondere prima. Ritengo la Sua segnalazione ineccepibile, per quanto – mi creda – l’incipit dell’articolo cui Lei si riferisce non ha assolutamente l’intento di giustificare alcun atteggiamento, così come del resto si evince dal resto dell’articolo che è di piena condanna al vile, ingiustificato, abietto, vigliacco atto di

violenza dell’uomo nei confronti della sua famiglia. Riconosco, però, che le parole di inizio-articolo possono essere scambiate per un tentativo di trovare una spiegazione a quanto accaduto; spiegazione che, nelle intenzioni dell’articolista, poteva in caso essere cercata nel contesto di gravissimo disagio in cui si sono svolti i fatti. Di ciò mi scuso e Le chiedo, per questo, di accettare come giustificazione la nostra perfetta ed assoluta buona fede, rendendomi disponibile a pubblicare, in coda all’articolo, la Sua gentile lettera. La ringrazio, intanto, della Sua segnalazione, permettendomi inoltre di ricordarLe che il giornale anagnia.com è a disposizione Sua e di chiunque ne abbia necessità per segnalazioni di situazioni problematiche e per dare risalto a casi di disagio. Con l’occasione i miei migliori saluti.

Le segnalo, inoltre, che il link pubblicato sul vostro sito che reindirizza al nostro articolo è sbagliato; Le chiedo la cortesia di correggerlo per dare modo a chi sottoscrive il Suo appello di dare un giudizio obiettivo, in caso dopo aver letto tutto l’articolo e non solo l’incipit da Lei riportato. Grazie ancora.

Ivan Quiselli, Direttore Responsabile Anagnia.com

Risposta di IQD

gent.mo sig. Quiselli,

la ringrazio per avermi scritto prima ancora che io potessi inviarle la mail con le sottoscrizioni raccolte e ancor di più la ringrazio per questo pubblico messaggio che chiaramente riporterò per intero anche a margine della mail sul nostro sito. La ringrazio anche della segnalazione per il link, anche se ieri mi sembrava funzionasse e che comunque ho provveduto ad aggiornare. Ovviamente non posso che accettare le sue pubbliche scuse che accolgo come credo tutti i lettori, e mi auguro che questa nostra corrispondenza possa essere l’inizio di un dialogo concreto tra professionisti della comunicazione e persone che hanno reale conoscenza di come avvengono i femminicidi, in modo da poter modificare anche attraverso la corretta informazione una cultura dove vi sono ancora troppe occasioni di scrivere e leggere articoli simili. Un caro saluto. Emanuela Valente