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Veronica Giovine, 34 anni, farmacista. Uccisa con 40 coltellate dal fidanzato (già denunciato per sequestro, minacce, violenza e stalking)

Cinisello Balsamo (Milano), 28 Settembre 2011


Titoli & Articoli

Veronica scrisse al giudice in difesa del suo killer (il Giorno – 30 settembre 2011)
Riesce davvero difficile pensare che una ragazza acqua e sapone come Veronica Giovine abbia potuto innamorarsi di uno come Antonio Passalacqua. Il giorno dopo il barbaro omicidio della donna di 34 anni, per il quale è stato fermato il fidanzato Antonio, ciò che fa più impressione tra i cinisellesi è l’assurda vicenda d’amore e odio che per anni ha tenuto legate due persone così diverse: lui, pregiudicato che ha trascorso la sua intera vita ad entrare e uscire dal carcere; lei figlia di Marcello, autista Atm, e di Adele, pensionata, era invece impiegata delle farmacie comunali. Con la passione per gli animali — in casa con lei vivevano il cagnolino Lilly e il furetto Gina — e la missione di prestare assistenza agli anziani e agli invalidi.Forse è stata proprio questa sua propensione sociale così altruista ad avvicinarla ad Antonio, il vicino di casa segnato dal consumo di droga, dalle disavventure criminali e da una vita vissuta sempre sul filo del rasoio.
Chi conosceva bene Veronica sapeva che lei davanti a una persona in difficoltà non si sarebbe mai tirata indietro. Lo conferma la zia, alla quale aveva più volte confessato che aiutava gli altri «convinta che prima o poi qualcuno le avrebbe restituito le stesse attenzioni». Con Antonio lo aveva fatto fino a innamorarsene. Al punto da riuscire a mettere da parte anni di liti, delusioni, incomprensioni e anche violenze, per tentare nuovamente di costruire una vita insieme. Lo ha fatto ad agosto, quando ha deciso di scrivere una lettera ai giudici di Monza chiedendo di revocare quel provvedimento di divieto di frequentazione che era stato disposto un anno prima, nel settembre 2010, in seguito alle denunce avanzate dalla stessa Veronica a polizia e carabinieri.
Erano cessati i dissidi e i motivi di separazione, aveva scritto. I due avevano ripreso a frequentarsi, anche se in verità non avevano mai smesso di vedersi perché vivevano in due appartamenti distanti una decina di metri. Uno di fronte all’altro, in quel condominio di via Rossini composto di due palazzine basse, unite dalla stessa scala di ingresso. Anche nel periodo in cui Antonio aveva il divieto di avvicinarsi a lei, i giudici gli avevano consentito di svolgere le pulizie condominiali arrivando praticamente a ramazzare fino al pianerottolo di Veronica.
In agosto alcuni vicini li avevano visti in sella allo scooter di lei, mentre sorridenti raccontavano di voler andare in piscina. Gli stessi colleghi di lavoro hanno confermato che Veronica nelle ultime settimane era serena. Assolutamente priva di preoccupazioni che potessero destare qualche sospetto. I familiari di Veronica non sapevano nulla della loro storia, mentre ai parenti di lui Veronica si era presentata come la fidanzata.
Una situazione di armonia, almeno apparente, che si è infranta mercoledì quando alcuni testimoni hanno visto i due litigare. Nessuno avrebbe immaginato che quello fosse il prologo della tragedia così folle e sconsiderata che si è consumata nelle ore successive. O almeno questo pensano gli inquirenti che hanno proceduto al fermo di polizia giudiziaria.

 

Corriere della Sera – 1 ottobre 2011

 

Notte criminale
L’ha uccisa all’alba dello scorso 28 settembre a Cinisello Balsamo e da allora ha sempre negato ogni accusa. Ma oggi Antonio Passalacqua, 35 anni, pregiudicato, ha confessato «Ho ucciso io Veronica». La stessa Veronica Giovine, 34 anni, ammazzata con circa quaranta coltellate, nell’agosto 2010 denunciava l’ex fidanzato per stalking affermando di essere stata minacciata dall’uomo con due coltelli e sequestrata nella sua abitazione. I due, dopo un rapporto difficile e finito, avevano ricominciato a frequentarsi venti giorni prima dell’omicidio. Veronica gli aveva dato fiducia ritirando la denuncia e ottenendo l’eliminazione della restrizione che l’uomo aveva avuto ad avvicinarla proprio in merito alla querela dell’anno prima.
Passalacqua ha raccontato di essersi recato in via Rossini a casa della fidanzata la sera del 28 settembre, per chiarire perché la sera prima non era stato invitato ad una cena che Veronica aveva fatto con una sua amica. La discussione tra i due, però, fa presto a degenerare in un litigio che culmina in tragedia. Dopo averla uccisa, Passalacqua è andato a dormire nell’appartamento a disposizione nel palazzo di fronte a quello della vittima. E’ da lì che la mattina seguente, un’ora dopo che la madre trovasse il corpo della figlia, è stato portato al commissariato e interrogato per diverse ore. Il giorno dopo, veniva arrestato con l’accusa di omicidio.
Di quella ragazza oggi resta solo la richiesta di giustizia prima di poter riposare in pace. Forse è per quel briciolo di lucidità rimasta che l’uomo oggi ha confessato tutto al Gip Licinia Petrella nel corso dell’interrogatorio di convalida del fermo nel carcere di Monza per crollare poi in un incontrollabile pianto. Passalacqua resta a disposizione del Pm di Monza Vincenzo Fiorillo, lo stesso che deciderà come procedere nei suoi confronti.
(di Marina Angelo)

Corriere della Sera-4 ottobre 2011


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