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Stefania Erminia Noce, 24 anni, studentessa universitaria. Uccisa con otto coltellate dall’ex fidanzato

Licodia Eubea (Catania), 27 Dicembre 2011


Titoli & Articoli

Strage a Licodia Eubea: giovane uccide la fidanzata e suo nonno (Catania Today – 27 dicembre 2011)
Questa mattina,a Licodia Eubea, è stata uccisa la giovane Stefania Noce, 24 anni, accoltellata presso la sua abitazione. Si cerca l’ex fidanzato
Questa mattina, a Licodia Eubea, è stata uccisa la giovane Stefania Noce, 24 anni, accoltellata presso la sua abitazione. Si pensa che l’autore dell’omicidio possa essere il suo ex fidanzato Loris Gagliano, di Caltagirone e suo coetaneo. Vittime della strage, anche i nonni della ragazza: il nonno Paolo Miano 71 anni, è morto sul colpo come la nipote. La nonna, invece, con ferite da taglio al torace ma non in pericolo di vita, è ricoverata all’ospedale di Caltagirone.
A scoprire l’accaduto la mamma della giovane vittima, R.M. I ragazzi stavano insieme da un paio d’anni. Stefania studiava Lettere e Filosofia presso l’Università di Catania. La polizia e i carabinieri hanno già avviato le indagini per capire quale possa esser stato il movente e per trovare l’omicida, scomparso dopo aver commesso il delitto. Sgomento e sconcerto in tutta la cittadina della provincia etnea.

Licodia Eubea: lumini in ricordo di Stefania e del nonno brutalmente uccisi (Catania Today – 27 dicembre 2011)
In ricordo di Stefania Noce, la ragazza uccisa brutalmente a Licodia Eubea, gli abitanti hanno deciso di accendere lumini dietro le finestre. Su facebook, la sua ultima frase: “Ciò che non si può dire in poche parole, non si può dire neanche in molte”
Un corpo disteso sul balcone, coperto da un lenzuolo bianco, in via Cairoli, a Licodia Eubea. E’ questa la sorte toccata a Stefania Noce, 24 anni. Stava insieme a Loris ormai da un paio d’anni, ma aveva deciso di lasciarlo, perché non lo vedeva più come prima, le sembrava “strano”, aveva paura così come raccontava agli amici nell’ultimo periodo.
Loris, originario di Caltagirone, studiava a Roma e, fino alla sera di Natale, era stato visto passeggiare insieme a Stefania per le vie della cittadina etnea. Stefania aveva deciso di dare un taglio alla storia. Così, questa mattina, Loris si è recato a Licodia Eubea per chiarire con la ragazza. Ed è scoppiata la lite. Con un coltello, ha sgozzato Stefania e l’ha lasciata sul balcone. Ma l’ira di Loris si è scagliata anche sui nonni: Pietro di 71 anni è morto sul colpo, mentre la nonna di 60 anni è stata ferita al torace e ha avuto la forza di avvertire i carabinieri.  Rosetta, la mamma di Stefania ha evitato la strage, solo perché si trovava nel cortile. Rientrata da lavoro, ha trovato l’inferno a casa. Ha urlato attirando l’attenzione dei vicini.
Loris però era già scappato, portando con sè l’arma del delitto. La sua fuga è durata un paio d’ore, dato che la Compagnia dei Carabinieri di Caltagirone lo ha fermato ad un posto di blocco ad Acate (provincia di Ragusa), con i vestiti macchiati di sangue.
La notizia ha scatenato immediatamente in tutto il paese reazioni di dolore, rammarico e sconcerto. I social networks hanno cominciato a riempirsi di frasi, foto che ricordano Stefania. Dolce, sempre sorridente, felice, ragazza di valore, nonostante la tristezza di un amore finito, quello dei genitori, separati da ormai molti anni. Stefania era sempre stata brillante nei suoi studi. Diplomatasi al Liceo Classico Secusio di Caltagirone, viveva a Catania e studiava Lettere e Filosofia. Era molto impegnata nel sociale, partecipava a manifestazioni e iniziative di vario genere, i suoi programmi preferiti erano Report e Annozero. Amava la musica di De Andrè, Battisti, David Bowie e Carmen Consoli. I suoi personaggi simbolo erano Baudelaire, Simone de Beauvoir e Luigi Pirandello.
Ancora non è stato stabilito il giorno dei funerali, poiché i cadaveri delle vittime sono stati portati a Caltagirone, dove sarà eseguita l’autopsia. L’iniziativa di accendere un lumino dietro le finestre in ricordo di Stefania è partita da Licodia Eubea ma si estende a tutti coloro i quali vorranno stringersi al dolore della famiglia e degli amici. “Ciò che non si può dire in poche parole, non si può dire neanche in molte”, questa l’ultima frase di Stefania, sul suo profilo fb. Chissà cosa avrebbe voluto esprimere il suo animo, in quelle parole, piene di tristezza.
Mentre Loris si dispera, Licodia Eubea si prepara per l’addio a Stefania (Catania Today – 30 dicembre 2011)
Domani, alle ore 15.30, nella Chiesa madre del Comune, si svolgeranno i funerali di Stefania e del nonno. Proclamato dal sindaco il lutto cittadino. Sospesi i festeggiamenti natalizi e di Capodanno.
Loris Gagliano si trova nel carcere di Ragusa ed è da lì che continua a dichiarare il suo amore per Stefania. L’amavo più della mia vita“, mentre si dispera. Ieri pomeriggio, nell’aula consiliare del municipio di Licodia Eubea, è stata allestita la camera ardente. Domani, alle ore 15.30, nella Chiesa madre del Comune, si svolgeranno i funerali di Stefania e del nonno. Proclamato dal sindaco il lutto cittadino. Sospesi i festeggiamenti natalizi e di Capodanno.
Intanto, il legale di Loris Gagliano, l’avvocato Gino Ioppolo, fa sapere che il suo assistito – incontrato ieri in carcere- intende collaborare. “Si sta sforzando – ha dichiarato l’avvocato- di ricomporre i tasselli di un complesso mosaico. Ogni gesto di cui è accusato sembra essere stato dettato dalla più nera disperazione”.
Dall’autopsia sui corpi delle vittime – effettuata ieri- sono emersi alcuni particolari: Stefania è stata colpita da otto coltellate, la pià grave delle quali sferrata mentre la ragazza cercava di scappare nel balcone per chiedere aiuto. Le è stata recisa la carotide e, a causa del sangue inghiottito, è morta per soffocamento. Le altre coltellate – sempre profonde – l’hanno raggiunta al polmone e alla teca cranica. Per il nonno, invece, sette-otto pugnalate alle spalle, alla clavicola e alla testa.

L’ultimo saluto a Stefania, parlano gli amici di Licodia Eubea (Catania Today – 31 dicembre 2011)
Gagliano ha confessato il duplice omicidio: aveva manomesso i freni dell’auto dell’ex suocera e temeva una denuncia per stalking. In attesa dell’ultimo saluto a Stefania, gli amici di Licodia Eubea ricordano la ragazza impegnata nel sociale
Loris Gagliano, dopo tre ore di interrogatorio, ha confessato di essere stato l’autore del duplice omicidio di Licodia Eubea. Ha ucciso Stefania Noce, la sua ex fidanzata, e il nonno di lei, Paolo Miano, perchè temeva di essere denunciato per stalking. Quella mattina, infatti, la madre di Stefania aveva trovato i freni della propria Fiat Stilo manomessi e, così, si era recata dai carabinieri per sporgere denuncia. L’avvocato di Loris esclude che il ragazzo abbia premeditato gli omicidi e aggiunge : “Ha raccontato di avere agito dopo aver appreso che lo volevano denunciare per aver danneggiato la vettura. Lui, prendendo di mira la macchina, non aveva alcuna intenzione di determinare un grave rischio per la donna“. “Loris continua a rimpiangere di non essere riuscito a farla finita- spiega il legale- dopo essersi recato con l’auto a Marina di Acate e avere collegato,  on un tubo di gomma, lo scarico dell’auto con l’abitacolo”.
Migliorano le condizioni della nonna di Stefania, altra vittima della furia omicida di Loris. I funerali per Stefania e suo nonno, verranno celabrati oggi pomeriggio alle 15.30 nella Chiesa madre di Licodia Eubea. In attesa dell’ultimo saluto, gli amici ricordano la ragazza.
Franco Barbuto, amico dei genitori, ha visto crescere Stefania e confida che per lei è sempre stata come una figlia. “Abbiamo portato avanti molte iniziative: un paio di anni fa abbiamo costituito a Licodia Eubea il circolo di Rifondazione Comunista e da poco l’avevamo anche nominata Segretario. Avevamo dato anche vita a un giornalino locale che si chiamava “La Bussola”, si firmava S.E.N. -Stefania Erminia Noce (ndr)- e aveva molto a cuore temi quali la questione femminista, la salvaguardia della laicità dello Stato. “Era presente in tutte le battaglie per i diritti: quella del febbraio 2011 “Se non ora quando” a Catania, lotta contro la mafia e la manifestazione trentennale a Cinisi della morte di Peppino Impastato. Era scandalizzata per il ruolo della donna che, negli ultimi anni, sta andando sempre più alla deriva, e avrebbe voluto vedere un giorno Margherita Hack come Presidente della Repubblica”, conclude l’amico.
Due carissime amiche che la conoscono da una vita, la ricordano così. “I momenti che ci rimarranno sempre impressi sono le feste dei compleanni, i balletti che preparavano a casa sua in occasione degli spettacoli per la scuola e i mercatini che organizzavamo a Licodia, nei quali vendevamo oggettini da noi stessi realizzati”.
Quanto alla storia con Loris, le ragazze specificano che i due si erano conosciuti tramite un amico in comune, quando erano già all’Università, vivevano questa storia a distanza, si vedevano maggiormente a Catania. “Loris era un tipo solitario, timido, introverso. Parlava poco ,ma quando voleva, sapeva colpire con battutine, mentre ti fissava! I loro litigi erano quelli di una normalissima coppia di coetanei: lei lo amava molto e si era completamente abituata al suo carattere. Da un paio di mesi, però- continuano le amiche-lei voleva allontanarsene, perché stava iniziando a dubitare delle reazioni di questo ragazzo, anche se mai e poi mai avrebbe immaginato che sarebbe finita in questo modo”. E concludono con un appello chiaro “Tutti speriamo che la Giustizia faccia il suo corso”.

Stefania Noce, il racconto dell’amica storica «Sono arrabbiata con lei perché non ha capito» (Meridio News – 25 novembre 2014)
Con i giornalisti non ci ha mai voluto parlare. Fino a ieri è rimasta in silenzio, sempre presente in tribunale, seduta tra le panche del pubblico, accanto ai genitori di Stefania e ai membri dell’associazione Sen, quella che da Stefania Erminia Noce prende il nome. Chiara, usiamo uno pseudonimo, a Licodia Eubea vive a poche case di distanza dall’abitazione di quell’amica assieme alla quale è cresciuta, con la quale ha condiviso la stanza a Catania all’inizio dell’esperienza universitaria di entrambe. L’ultima volta che l’ha vista era l’una di notte del 27 dicembre 2011, l’ha salutata davanti alla porta ed è andata a dormire.
A 12 metri di distanza, Loris Gagliano le osservava con una balestra. A lui, ieri mattina, al tribunale di Catania, è stata confermata la pena dell’ergastolo, alla quale era stato condannato in primo grado per il duplice omicidio premeditato della sua coetanea ed ex fidanzata Stefania Noce e del nonno di lei, il 71enne Paolo Miano, e per il tentato omicidio della nonna di Stefania, Gaetana Ballirò.
«Sono stata arrabbiata con Stefania per tantissimo tempo e sono arrabbiata ancora: perché non è stata abbastanza attenta, perché si è lasciata tranquillizzare dalle sue parole, perché non ha applicato a se stessa le rivendicazioni che sosteneva per gli altri», dice Chiara.«Io e Stefania siamo state amiche per tutta la vita – racconta – Eravamo amiche in senso stretto, intendo. A Catania condividevamo la stanza, ho visto nascere la sua storia con Loris. Lui era amico del mio ex ragazzo, si sono conosciuti così».
Una relazione durata quattro anni, «che a me non è mai piaciuta. Stefania era testarda, non ascoltava i consigli di nessuno e neanche i miei. Lui l’ha cambiata, lei si è data a lui completamente, si è abbandonata al loro rapporto». Una storia normale, «non mi sono mai permessa di giudicarla». «C’erano i problemi che ci sono in tutte le coppie, ma nessuno mai avrebbe potuto immaginare che sarebbe andata a finire così». Due anni dopo l’inizio della relazione, Loris e Stefania si lasciano per la prima volta: «L’ha chiamata da Roma (dove lui studiava alla facoltà di Psicologia, ndr), aveva iniziato una storia con un’altra ragazza, Stefania era a pezzi». Ma poi lui è tornato sui suoi passi, «ha iniziato a tartassarla di telefonate, io le dicevo di non rispondergli, di non ricominciare tutto così facilmente. Ricordo un compleanno di Stefania in cui lei era dimagrita tantissimo». Nonostante la crisi momentanea, i due giovani, all’epoca 22enni, tornano insieme.
«Io non sapevo della passione di Loris per le armi, ma Stefania sì, Stefania lo sapeva benissimo – si accalora Chiara – Mi hanno raccontato che una sera erano ospiti a casa di alcuni amici e lui prima di andare a dormire ha preso un coltello e lo ha posato sul comodino». L’abitudine di Gagliano di portare con sé armi da taglio è stata uno degli elementi usati dalla difesa nel processo di primo grado: se quel 27 dicembre nella Ford Ka con la quale Loris è andato da Caltagirone a Licodia Eubea c’erano un’arsenale di coltelli, secondo i suoi legali non era perché avesse premeditato l’omicidio ma perché erano un suo hobby. «Lei cercava sempre giustificazioni per lui, perché lui le dava stabilità. Lei era convinta di essere sola, aveva paura di rimanerlo e per questo non vedeva in lui quello che detestava negli altri: lei era una femminista, era un’attivista contro la violenza sulle donne e non ha visto quello che le succedeva davanti». Non aveva visto che «lui era frustrato, non frequentava quasi più le lezioni, studiava poco, la invidiava perché lei invece era sempre stata un’ottima studentessa». Una lite dietro l’altra, Stefania Noce e Loris Gagliano trascinano il loro rapporto fino al Natale 2011.
«La sera del 26 dicembre le ho chiesto di vederci, l’avevo sentita in chat, avevo capito che era strana e le ho detto: “Stefania, esci”». Così Chiara ha organizzato la serata con un altro amico: «Loris ha detto che si era ingelosito perché lo ha visto andarla a prendere sotto casa, ma secondo me non è vero. Intanto perché c’ero anche io, e poi perché quello era un amico che pure lui conosceva, con il quale pure lui era uscito. Sapeva che con Stefania non c’era niente». Quella sera Stefania racconta a Chiara «che Loris le aveva rubato le chiavi di casa, che le aveva nascosto una tesina che le serviva per un esame universitario, che aveva continuato a pressarla. Le ho detto “Stefania, non è normale, denuncialo“. Intorno all’una l’ho salutata, l’ho lasciata a casa».
L’indomani mattina, qualche minuto dopo le dieci, Loris Gagliano usciva coi vestiti coperti di sangue da casa di Stefania, a pochi numeri civici di distanza da casa di Chiara: «Io mi ero appena svegliata quando mi hanno detto che Stefania era morta. Non si sapeva ancora cosa fosse successo, il mio primo pensiero è stato che lei avesse fatto una cavolata, che si fosse suicidata». Invece le cose erano andate diversamente. «Stefania non si è preoccupata, non le è venuto il dubbio che lui fosse pericoloso, sempre perché gli voleva bene. Stefania era buona, non riusciva a vedere il male negli altri. Rimaneva delusa spesso, perché dava fiducia alle persone. Stefania credeva nella gente. E adesso non c’è più. Adesso ci resta solo il sollievo temporaneo di sapere che la giustizia ha fatto il suo corso». Ma restano anche una piazza di Licodia Eubea intitolata a Stefania Noce, e un’aula all’ex Monastero dei Benedettini, sede del dipartimento di Scienze umanistiche del quale Stefania era una studentessa: «Per me l’impegno è stato un modo per non pensare a quello che è successo e per ricordarla coi fatti, costruendo qualcosa per lei».

Morto il papà di Stefania Noce uccisa a Licodia Eubea nel 2011 (Catania Today – 7 settembre 2016)
Dopo l’omicidio della figlia, si era battuto molto per fare ricordare la tragedia che gli aveva portato via Stefania. Negli anni successivi aveva avuto problemi con la giustizia.
E’ morto in ospedale Giovanni Noce, il padre di Stefania la ragazza uccisa nel 2011 dal fidanzato Loris Gagliano a Licodia Eubea.Dopo l’omicidio della figlia, si era battuto molto per fare ricordare la tragedia che gli aveva portato via Stefania. Negli anni successivi aveva avuto problemi con la giustizia. Nel 2015 era stato arrestato e relegato ai domiciliari dopo che, ubriaco, aveva tentato di sfondare la porta d’ingresso dell’abitazione dell’anziana madre. In quel frangente si era scagliato contro i militari intervenuti in soccorso della donna.
Si ricongiunge adesso alla sua amata Stefania. L’ultima consolazione è stata la decisione della Corte d’assise d’appello di Catania che ha dichiarato inammissibile il ricorso in quanto l’imputato, nella penultima udienza, a sorpresa, aveva chiesto di non essere giudicato. E cosi’ diventa definitiva la condanna all’ergastolo inflitta il 5 aprile del 2013 dal Gup di Caltagirone col rito abbreviato


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In memoria di

Quello che resta (Docufilm) 

 

 

Femminicidio, a Catania un ulivo avrà il nome di Stefania Noce (Live Sicilia – 21 novembre 2022)
Era il 21 novembre 2009. Era un sabato pomeriggio ed erano passate tre settimane dallo sgombero del centro popolare occupato Experia di via Plebiscito, avvenuto all’alba del 30 ottobre di quell’anno. Gli attivisti dell’ex Cpo avevano annunciato una nuova occupazione, ma a sorpresa non avevano aperto il portone sigillato dell’ex cinema Esperia. Avevano invece riaperto quelli del Bastione degli Infetti di via Torre del Vescovo, il giardino cinto dalle mura di Carlo V, ai tempi ridotto in stato di totale abbandono. Tra i nuovi occupanti di quel primo pomeriggio di novembre c’è una ragazza coi capelli corti, che accenna un sorriso in alcuni dei video rintracciabili in Rete. Quella ragazza era Stefania Noce, aveva 22 anni.
Due anni e un mese dopo, il 27 dicembre 2011, a 24 anni, Stefania sarebbe stata uccisa dal suo ex fidanzato, Loris Gagliano, a Licodia Eubea. Gagliano, ai tempi studente di Psicologia, oggi sta scontando una condanna in via definitiva all’ergastolo. Da venerdì 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, al Bastione degli Infetti un albero di ulivo poterà il nome della giovane donna, attivista femminista, diventata un simbolo della lotta contro il femminicidio.
“Stefania Noce si era mobilitata come tantissime persone dopo il violento sgombero dell’Experia, a due passi dal Bastione – ricorda Salvatore Castro, del Comitato popolare Antico Corso – E fece parte di quel numeroso gruppo di persone che il 21 novembre aprirono il portone del Bastione, riportandolo all’attenzione dell’intera città”. Da quel momento in poi, infatti, il Bastione degli infetti è stato al centro di una lunga battaglia per la riapertura e la sistemazione, che ha visto proprio il Comitato in prima fila per ottenere la valorizzazione di un bene archeologico troppo a lungo dimenticato. “Dobbiamo ammettere – afferma ancora Castro – che in quel periodo il Comitato era colpevolmente dormiente. Da quel giorno lì, però, abbiamo ripreso la nostra attività e siamo arrivati fino a oggi. Stefania c’era, e quel giorno ha piantato un seme“.
Quel seme metaforico, tredici anni dopo, è diventato un albero di ulivo, donato a giugno al Comitato dall’Associazione produttori olivicoli. “È un albero di una varietà locale, che racconta una battaglia sociale e per l’ambiente. Temi che a Stefania Noce erano particolarmente cari”. A giugno, con il caldo estremo registrato quest’estate, non era il momento giusto per mettere a dimora il piccolo ulivo. Così gli attivisti hanno deciso di attendere tempi migliori. E, come un frutto, a poco a poco è maturata l’idea che quell’albero potesse raccontare una storia più ampia. Dal dialogo con l’associazione Sen (Stefania Erminia Noce), è nata la proposta dell’intitolazione.
Una cosa viva, un simbolo diverso dalla panchina rossa, per raccontare che “Stefania continua a parlare“, dice chi le era amico. “L’albero è forse l’immagine più profondamente legata al territorio che si possa pensare”, spiega Serena Maiorana, oggi docente al liceo scientifico Boggio Lera e scrittrice del libro “Quello che resta”, sulla storia di Stefania, edito dalla casa editrice Villaggio Maori. “Pensavo che mi avessero chiesto di raccontare una storia interrotta il 27 dicembre 2011, ma ho capito presto che quella di Stefania era una storia destinata invece a continuare – aggiunge l’autrice a LiveSicilia – Il mio compito è diventato quindi subito più ampio: raccontare quello che nasce grazie all’esempio di una donna come Stefania, attivista per i diritti degli altri e, soprattutto, delle altre”.
“Si apre adesso un altro tipo di narrazione, che prevede che siamo tutti e tutte a prenderci cura del bene comune, proprio come faceva Stefania”. Gli studenti e le studentesse del Boggio Lera prenderanno parte all’evento, il liceo classico Spedalieri ha attivato un progetto di piantumazione di piante aromatiche al Bastione, di cui saranno allievi e allieve a occuparsi. L’associazione studentesca Siamo Futuro Catania ha organizzato un appuntamento pubblico per discutere di violenza di genere proprio sotto all’albero Stefania Noce. E gli appuntamenti continueranno. All’intitolazione prenderanno parte anche esponenti dei Comuni di Catania e di Licodia Eubea, che patrocinano la manifestazione. “L’impegno contro la violenza di genere, come quest’albero, – conclude Serena Maiorana – sono nelle mani di chi resta“. In quelle di tutte e tutti.