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Rosa Landi, 59 anni, casalinga, mamma e nonna. Uccisa con 5 colpi di pistola dal marito mentre era al telefono col figlio

Genova, 19 Marzo 2016


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Genova, uccisa dal marito traditore e pistolero, il calvario di Rosa nel diario Facebook (la Repubblica – 21 marzo 2016)
La casalinga a cui Ciro Vitiello ha sparato cinque colpi voleva separarsi. Colpita alle spalle mentre diceva al figlio “Ho paura”
Voleva separarsi, pensare finalmente solo a lei dopo 40 anni di matrimonio, e lo aveva scritto anche sulla sua pagina Facebook, Rosa Landi, la casalinga di 59 anni che sabato notte è stata uccisa con cinque colpi di pistola alla schiena dal marito Ciro Vitiello, di 64 anni, nella loro abitazione di via Toscanelli a Sestri Ponente. «Se una persona mi delude non litigo, non alzo la voce, non cerco di comprendere perché sarebbe tempo perso. Ma lo allontano piano piano, silenziosamente». Rosa aveva deciso di non accettare più i tradimenti del marito, aveva cominciato ad uscire da sola con le amiche e si era iscritta a un corso di ballo liscio. Sognava la sua nuova indipendenza. «A volte ho solo voglia di andarmene lontano da tutti. A volte ho voglia di non esistere più per nessuno». La rete era la sua bacheca, un mondo parallelo, in cui postava pensieri e aforismi. Esprimeva anche la sua rabbia, parlava con gli amici della realtà che viveva e sopportava, i riferimenti alle “scappatelle” del marito non erano mai chiari per pudore. «Una donna capace di ironia e umorismo sarà sempre più bella di una che la bellezza ce l’ha ovunque, tranne nel cervello».
Rosa Landi ha avuto la colpa di aver “sgarrato”. Il marito, ex dipendente delle pompe funebri, era un uomo autoritario, anche con i due figli che ormai hanno 40 e 43 anni. Un marito-padrone, che la minacciava di morte. Lei sabato sera durante l’ennesima lite ha chiamato il figlio, che ha assistito in diretta all’omicidio. «Papà è fuori di testa, ho paura». Vitiello l’ha raggiunta alle spalle, mentre versava il caffè, e le ha scaricato addosso cinque colpi calibro 22. Poi ha chiamato la polizia. «Ho ucciso mia moglie». Ad ammanettarlo sono stati gli agenti delle Volanti della Questura con i colleghi della Squadra Mobile. Il movente? Non si può parlare di gelosia, la tragedia di via Toscanelli è l’ennesimo femminicidio che forse si poteva evitare. La famiglia era al corrente delle continue minacce subite dalla donna, ma nessuno l’ha mai consigliata di sporgere denuncia.
«Avrebbero dovuto farlo», dicono gli inquirenti, soprattutto perché Vitiello in casa aveva quattro pistole:
una 22, una calibro 9, una 7.65 e una 38. Tutte regolarmente detenute dal 1990 perché era un appassionato e si esercitava al poligono di Quezzi. «Anche solo una segnalazione, avrebbe portato almeno al ritiro delle armi». Invece, Vitiello sabato sera quando ha visto la moglie parlare con il figlio e la nuora al telefono, sentendosi perduto, capendo che ormai non c’era più nulla da fare per riprendere quel rapporto, accecato dalla rabbia ha voluto cancellare per sempre Rosa. Il suo ultimo messaggio su Facebook lei lo ha scritto poche ore prima di morire: “Buona notte a tutti”.


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