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Marinella Pellegrini, 55 anni, impiegata. Decapitata dal marito

Brescia, 1 Febbraio 2016


Titoli & Articoli

Panorama, 2 febbraio 2016

 

 

(Foto Ansa)

 

Accoltella a morte la moglie e muore in un incidente stradale mentre fugge. Tre donne colpite in 24 ore (HuffPost – 2 febbraio 2016)
Un uomo di 56 anni ha ucciso la moglie a coltellate, poi ha imboccato l’A4 contromano e si è schiantato contro un tir perdendo la vita. Il fatto è accaduto nella tarda serata di lunedì a Brescia ed è il terzo gravissimo episodio di violenza sulle donne in 24 ore.
L’autore dell’ultimo femminicidio in ordine di tempo è Paolo Piraccini, proprietario di una pizzeria a Palazzolo sull’Oglio. Piraccini ha telefonato ai carabinieri intorno alle 22.30 per avvertire che aveva ammazzato la moglie Marinella Pellegrini, 55 anni, nella loro abitazione a Brescia. Poco dopo la chiamata ha deciso di prendere la macchina, forse per fuggire, è entrato contromano nel casello di Ospitaletto ed è finito contro un camion morendo sul colpo.
Gli inquirenti ora stanno cercando di comprendere la motivazione del gesto. Secondo le prime indagini la coppia, senza figli, appariva tranquilla e non risultano denunce per violenza o maltrattamenti a carico di Piraccini. Le salme dei coniugi si trovano agli Spedali Civili di Brescia, il fascicolo è in mano alla pm Roberta Amadeo.
Con la morte di Marinella Pellegrini salgono a tre le vittime della violenza di genere in un solo giorno, dopo che a Catania lunedì un uomo è stato arrestato con l’accusa di aver strangolato Luana Finocchiaro, 41 anni, trovata morta in casa. L’arrestato è l’ex compagno, che avrebbe litigato furiosamente con la vittima sulla custodia del figlio e per i problemi legati alla gestione della relazione con il bambino dopo la separazione. A trovare il corpo di Luana Finocchiaro è stata la madre, preoccupata perché non riusciva a mettersi in contatto con la figlia. Nella serata di lunedì è entrata nell’appartamento con il proprio mazzo di chiavi e ha scoperto il cadavere della donna in camera da letto. Il 37enne accusato del femminicidio è stato interrogato per diverse ore ma continua a professarsi innocente. Nel 2012 la vittima lo aveva denunciato per lesioni e per questo era stato posto ai domiciliari. Finocchiaro, però, dopo poco tempo aveva ritirato la denuncia. Nella coppia erano frequenti le botte e gli abusi.
Il terzo caso, terribile, riguarda una donna di Pozzuoli alla quale l’ex compagno ha dato fuoco in un parco nel pomeriggio di lunedì. Carla Ilenia, 38 anni, è stata salvata da un passante. Incinta di otto mesi, è stata fatta partorire d’urgenza: la bimba è nata sana ma la madre è gravissima e presenta ustioni sul 40% del corpo. L’autore del tentato omicidio è Paolo Pietropaolo, 40 anni, nullafacente ma benestante: gestiva dei terreni di famiglia e ne ricavava l’affitto per vivere.
Il Corriere della Sera riporta le sue frasi: “Un lavoro? E chi lo cerca”, diceva. “Mi sento male solo all’idea di dover vedere sempre la stessa gente, le stesse facce”. Si autodefiniva “disadattato”, ma ripeteva di esserne “orgoglioso”. Si sentiva pure libero da legami, e infatti ripeteva: “Non mi va di essere costretto a svegliarmi sempre nello stesso luogo”.
Dopo aver cosparso di benzina Carla Ilenia e averle dato fuoco, è scappato in macchina ma è andato a schiantarsi contro un guard-rail all’altezza di Formia: gli agenti l’hanno trovato seduto al posto di guida in stato di choc, ha subito ammesso di aver aggredito l’ex compagna che lo aveva lasciato e non voleva tornare indietro nella sua decisione. Pietropaolo si trova in custodia cautelare proprio nelle ore in cui la figlia, Giulia Pia, è nata con un cesareo d’urgenza alla 34ma settimana presso l’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli. Carla Ilenia, invece, è stata trasportata al centro grandi ustionati del Cardarelli di Napoli.

 

 

Brescia, Marinella Pellegrini amava ancora Paolo, marito uxoricida (Corriere della Sera – 4 febbraio 2016)
Paolo Piraccini ha sgozzato la moglie e si è ucciso schiantandosi in autostrada. Lui aveva un tumore al braccio e con la mattia i rapporti della coppia si erano deteriorati
Nella sala al piano terra della cascina di famiglia, a Bagnolo Mella, è tutto pronto per accogliere la salma. Che però non arriva. Le sedie disposte su due file a «custodire» quello spazio ancora vuoto da non violare, le telefonate frenetiche in cerca di notizie del nulla osta della magistratura che dovrebbe arrivare a ore. Aspettano tutti Marinella, colpita a morte dal marito Paolo, lunedì sera, al culmine di una lite nella loro casa di Brescia Due. Per poi imboccare la A4 contro mano e schiantarsi – di proposito – contro un tir.
Una coppia legatissima: «Gli starò sempre accanto»
Rabbia, dolore, strazio. Silenzi, tanti. «Viviamo stati d’umore altalenanti e confusi, cerchi di capire…» sussurra Federica Pellegrini, studentessa universitaria, che a zia Marinella era «legatissimissimissima». Anzi di più. Il ricordo va a quando, di recente, «mi aveva raggiunto a Glasgow, in Scozia, per una breve vacanza: ci siamo divertite molto». Complici, amiche. Non ricorda, di preciso, quando abbia visto per l’ultima volta il marito Paolo («non avevamo legato molto»). Certo è che «nonostante lui la maltrattasse spesso, soprattutto nell’ultimo periodo, la zia non l’avrebbe mai lasciato, ne sono certa». Più volte «le avevamo consigliato di prendere le distanze», ma la risposta era sempre la stessa: «Non lo butterò mai in mezzo a una strada». Insomma, «lei aveva scelto di stargli accanto». Nonostante Paolo fosse diventato «irascibile, scostante, nervoso» dopo aver scoperto di avere un tumore al braccio, un paio di anni fa. «Dopo l’intervento i medici gli avevano assicurato che il peggio era passato, al punto che non ebbe bisogno di sottoporsi ad alcuna chemioterapia», ma pare che Paolo fosse precipitato in una spirale di depressione e rassegnazione tale da convincerlo che avrebbe dovuto morire.
Verso il baratro. Marinella, in tutto questo, c’era sempre. «Per aiutarlo e convincerlo ha contattato i migliori specialisti della città, ma lui niente. Non voleva saperne». Ma il problema non era il tumore. Di recente, insieme, erano andati dalla dottoressa di famiglia, che in tutta franchezza gli avrebbe consigliato di «rivolgersi ad uno psicologo». E lui? «Guardi che io non sono mica matto», disse furioso sbattendo sul tavolo il tesserino sanitario prima di andarsene. L’ennesima delusione, per Marinella. Esausta.
«Vieni a stare un po’ da noi, per il periodo che vuoi tu. Prenditi tempo, ascoltami»: Liliana, cognata di Marinella (moglie del fratello Domenico, che per un attimo apre la porta ed entra nella stanza. Accenna un sorriso, e con estrema cortesia preferisce non dire nulla) glielo aveva chiesto più volte. Risposta: «Devo stargli accanto, ha bisogno di me. Se venissi a stare qui darei l’impressione di volerlo abbandonare, non posso farlo». Sì, perché Marinella «era innamorata», ma non sapeva più dove sbattere la testa per fare in modo che il marito tornasse quello di un tempo. Scorbutico al lavoro, al punto da ignorare un cliente in attesa al banco del suo bar tabacchi di Palazzolo, capriccioso, esigente.
«Ma mai avremmo immaginato sarebbe arrivato a tanto, mai: come si può pensare che una persona che stai facendo il possibile per aiutare ti uccida?». C’è da scegliere la foto per la lapide. Sembra impossibile. Eccola, Marinella: radiosa, bellissima. Seduta sul muretto del lungarno, a Firenze. Ride. Negli ultimi tempi, invece, faticava a sfoggiare quello smalto per cui tutti la adoravano. Ma il tormento se lo teneva dentro, mai una parola sgarbata. Adesso, tutti la aspettano a casa.

 

Addio a Marinella, «donna giusta, fedele, capace di sorridere» (GdB – 7 febbraio 2016)
Il ricordo del cugino don Luigi che ha celebrato le esequie di Marinella Pellegrini, uccisa lunedì sera dal marito
In una giornata segnata da un cielo plumbeo, si sono celebratii funerai di Marinella Pellegrini, la 55enne uccisa lunedì sera dal marito, Paolo Piraccini, che si è poi ucciso schiantandosi contro un Tir dopo aver imboccato l’A4 contromano.
In una parrocchiale di Bagnolo Mella gremita di folla, l’addio commosso alla donna. A celebrare le esequie è stato don Luigi Pellegrini, cugino della 55enne: “Marinella – ha ricordato il sacerdote – era fedele, era giusta, capace di sorridere in ogni circostanza e voleva continuare ad amare nonostante tutto”. Nonostante cioè quel rapporto difficile con l’uomo che aveva sposato ma il rapporto col quale era da tempo minato.
“Inutile chiedere ad Dio una spiegazione di quanto accaduto” ha proseguito il sacerdote – poiché Dio ha creato l’uomo libero” e nelle scelte di quest’ultimo vanno ricercate le ragioni dei suoi atti. Il dolore dei familiari e di quanti conoscevano Marinella l’ha accompagnata così nel suo ultimo viaggio.

 


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