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Maria Rosaria Drago, 35 anni, mamma, e la figlia di 8 anni Roberta. Uccise a coltellate dal marito e padre che ferisce anche l’altra figlia tredicenne

Clipboard01Catania, 26 ottobre 2009
Non litigavano mai, non avevano problemi, andava tutto bene. E Carmelo, una mattina all’alba, prende due coltelli da cucina e uccide la moglie e la figlia di 8 anni, tenta di uccidere anche quella più grande. Ma non era pazzo: “Lui deve rimanere in carcere – dice la figlia sopravvissuta:  Questa perizia psichiatrica non si deve fare e anche se si fa non servirà a niente perché lui non è pazzo. Deve essere fatta giustizia e basta. Per mia mamma e per mia sorella”

Roberta, 8 anni

Clipboard02Carmelo Sanfilippo, 48 anni, operaio in una ditta di onoranze funebri, padre. Dice che è stato un eccesso di stress. A Catania si dice “è uscito pazzo”. Ergastolo

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Crimeblog
Tragedia familiare a Catania: Carmelo Sanfilippo ha ucciso la moglie e la figlia di 8 anni, poi ha cercato di togliersi la vita
L’ennesimo massacro in famiglia si è consumato questa mattina, poco dopo le 6, in via dell’Iris a Catania, dove Carmelo Sanfilippo, 48 anni, operaio in una ditta di onoranze funebri, ha preso in mano un coltello da cucina ed ha ucciso sua moglie, Maria Rosaria Drago, 35 anni, e subito dopo si è accanito sulla figlia più piccola, di appena 8 anni.
I vicini sono stati svegliati dalle urla ed hanno subito chiamato i soccorsi, che sono arrivati prima che la seconda figlia, di 13 anni, venisse uccisa. Sanfilippo, alla vista delle autorità, ha cercato di togliersi la vita accoltellandosi al petto.
Gli unici due sopravvissuti, Sanfilippo e la figlia 13enne, sono stato trasportati e ricoverati all’ospedale Garibaldi di Catania. Le indagini per capire i motivi di tale gesto sono ancora in corso, Sanfilippo si è soltanto limitato a dire: “Non mi importa quello che scrivete su di me, dite pure che ho agito per eccesso di stress…“.
Al momento si escludono problemi economici e di salute e gli inquirenti sembrano propendere l’ipotesi raptus di follia e raptus di gelosia.
Quest’ultimo è stato categoricamente escluso da Antonino Privitera, 70 anni, zio di Maria Rosaria Drago, residente nello stesso stabile in cui si è consumato il delitto, secondo il quale si tratta sicuramente di pazzia: Il diavolo gli ha preso il cervello. Lui che era ateo e che aveva convinto la moglie a lasciare la religione. Eppure era un padre affettuoso e premuroso. È uscito pazzo….


Il Giornale
Catania, strage in famiglia Padre accoltella e uccide moglie e figlia di 8 anni
I vicini danno l’allarme sentendo le urla. Ma i carabinieri non arrivano in tempo. L’uomo, dopo una lite furibonda, uccide moglie e figlia e ferisce l’altra figlia di 13 anni. Poi tenta il suicidio
La lite furibonda. Poi la violenza e il coltello che si abbatte sulla moglie e sulla figlia. Uccise. E sull’altra figlia, ferita e ricoverata in ospedale. Quando i carabinieri fanno irruzione nell’appartamento trovano l’uomo ancora con l’arma in mano. E assistono al tentativo di suicidio del padre.
La tragedia È avvenuta all’alba nella camera da letto la strage familiare di via dell’Iris. Secondo una prima ricostruzione, poco prima delle 6, Carmelo Sanfilippo, 48 anni, che
lavora come operaio in una ditta di onoranze funebri, impugna un lungo coltello da cucina e uccide la moglie, Maria Rosaria Drago, di 35 anni, e la loro figlia più piccola di 8 anni. Le urla attirano l’attenzione dei vicini di casa che chiamano il 112. I carabinieri intervengono sul posto e fanno irruzione nella casa: la figlia maggiore della coppia di 13 anni, esce di corsa, e viene condotta in ospedale. Intanto Sanfilippo si è già inferto delle coltellate all’addome per tentare il suicidio. “Non mi importa quello che scrivete su di me, dite pure che ho agito per eccesso di stress…” queste le uniche frasi pronunciate Sanfilippo dopo
l’arresto.
Il movente Nessun problema economico, neppure di salute. Resta un mistero il movente della strage di via dell’Iris. I carabinieri procedono quindi per ipotesi e ne avanzano due: un momento di follia o un raptus di gelosia. Probabilmente, visto le modalità e l’orario della strage, all’alba mentre tutte dormivano, il movente macerava da tempo Sanfilippo che ha agito d’impeto. Ha preso due coltelli da cucina, con lame lunghe sette centimetri, e ha inferto prima una ventina di colpi alla moglie di 35 anni, mentre era a letto; poi ha colpito la figlia di 8 anni, che era nella sua stanza da letto, uccidendo anche lei. Quindi la primogenita, che è riuscita a salvarsi grazie all’intervento dei carabinieri.
La figlia “Mamma e papà hanno litigato, e io a lui non voglio più vederlo…”. È la richiesta dettata tra le lacrime dalla ragazzina di 13 anni sopravvissuta alla follia del padre. A raccoglierla è stato lo zio della madre, Antonino Privitera, di 70 anni, che abita nello stesso stabile di via dell’Iris, che l’ha stretta tra le braccia dopo che i carabinieri l’avevano soccorsa. “Ero sceso dopo essere stato avvertito da vicini di casa – ricorda Privitera – e ho bussato alla loro porta: mi ha aperto la figlia di 13 anni, che è subito scomparsa. Lui era seduto sul divano: mi ha detto di recarmi subito in garage per andare a prendere mia nipote. Sono sceso di corsa, ma Monica (così i familiari chiamano Maria Grazia Drago) non c’era. Sono risalito e ho saputo cos’era accaduto”.
Lo zio non crede al movente passionale ma reputa più probabile l’ipotesi del momento di follia. “Il diavolo – ipotizza – gli ha preso il cervello. Lui che era ateo e che aveva convinto la moglie a lasciare la religione. Eppure era un padre affettuoso e premuroso. È uscito pazzo….”.
I carabinieri “È l’ennesimo dramma familiare della nostra società e l’intervento dei carabinieri ha impedito il suicidio dell’uomo. La situazione è complessa e si presenta di difficile lettura”. Lo ha affermato il comandante provinciale dei carabinieri di Catania, il colonnello Giuseppe Governale, lasciando l’abitazione di via dell’Iris dove un uomo ha ucciso con numerose coltellate la moglie e la figlia di 8 anni, ferito gravemente un’altra figlia di 13 anni, e ha poi tentato di uccidersi con la stessa arma.
La sorella della donna “Me le ha uccise, non ci posso credere ha ammazzato mia sorella e mia nipote, non è possibile…”. Piange e si dispera davanti l’ingresso di via dell’Iris Liviana Drago, la sorella di Maria Rosaria, uccisa assieme alla figlia di 8 anni dal marito.
“Non capisco cosa sia successo – aggiunge tra le lacrime la donna – non litigavano mai, non avevano problemi, andava tutto bene. Lui
lavora in una ditta di onoranze funebri del fratello, lei faceva la casalinga, con due figlie bellissime. Cosa gli è successo?”. Non si dà pace Liviana Drago che non trova giustificazione alla strage avvenuta al primo piano di una palazzina a tre elevazioni, di colore bianco e rosa, in cui vivono sei famiglie. “Mi ha avvisato mio fratello – rivela – mi ha detto che mia sorella e mio cognato avevano litigato e mi ha detto di venire immediatamente e quando sono arrivata…”.
Liviana Drago ha cercato più volte di “entrare in casa per vedere Maria Rosaria e la bambina almeno per un altra volta” ma gli è stato impedito. Accanto a lei c’è suo figlio di 12 anni che le chiede “Mamma, come sta la zia?”. La donna scoppia a piangere e lo abbraccia.
Virgilio Catania
«Quando le ha uccise non era pazzo». Parla la figlia di Carmelo Sanfilippo
… a Catania si svolge un’altra puntata di uno dei fatti di cronaca più crudi dell’ultimo anno. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania ha disposto una perizia psichiatrica per Carmelo Sanfilippo, l’uomo che l’anno scorso ha ucciso a coltellate moglie e figlia … Il gip vuole accertare se, al momento dell’omicidio, Sanfilippo fosse in grado di intendere e di volere.
Una decisione a cui si oppone l’altra figlia, un’adolescente unica superstite della tragedia. «Lui deve rimanere in carcere – ha detto la ragazza -. Questa perizia psichiatrica non si deve fare e anche se si fa non servirà a niente perché lui non è pazzo. Deve essere fatta giustizia e basta. Per mia mamma e per mia sorella».
La ragazzina, 13enne, rifiuta l’ipotesi della follia del padre, ripercorrendo quei momenti: «Mi diceva “Chiama l’ambulanza, chiama l’ambulanza” – racconta -. Digli che “Mio papà ha fatto male alla mamma e sta morendo”. E intanto io sentivo mia madre che gli gridava “Fermo io ti amo, ti amo” e lui non le credeva. “Non è vero”, le diceva e continuava».
Era il 26 ottobre del 2009 quando Carmelo Sanfilippo, all’alba, ha ucciso a coltellate la moglie – Maria Rosaria Drago, 35 anni – e una delle figlie, 8 anni; ferendo gravemente l’altra. Con le stesse armi, due coltelli dalle lame lunghe sette centimetri, l’uomo ha poi tentanto di togliersi la vita.
La ragazzina ricorda così l’aggressione del padre: «A un certo punto mi insegue intorno al tavolo e poi mi spinge verso il muro. Cerca di colpirmi, io mi difendo dandogli calci, ma poi lui mi ha soffocato. Gli dicevo “Ma noi ti vogliamo bene perché fai questo?”, e lui zitto».
La decisione di disporre una perizia psichiatrica su Sanfilippo arriva anche per tentare di ricostruire un tassello fondamentale della vicenda, ancora mai chiarito: il movente. Da quanto emerge anche dalle parole della figlia, pare che la famiglia non avesse particolari problemi.

Uccide moglie e figlia: “Ero troppo stressato”

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