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Giordana Di Stefano, 20 anni, ballerina, mamma. Accoltellata dall’ex, già denunciato per stalking

Nicolosi (Catania), 7 Ottobre 2015

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Titoli & Articoli

Ventenne uccisa a coltellate, l’ex: “Sono stato io, ho perso la testa” (Ansa – 8 ottobre 2015)
Luca Priolo stava cercando di fuggire all’estero. Con la vittima aveva avuto una bambina

Così Luca Priolo ha confessato l’omicidio dell’ex convivente, Giordana Di Stefano, motivando il delitto con la gelosia e la decisione della ventenne di non volere rimettere la denuncia per stalking per la quale quel giorno ci sarebbe stata l’udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio del 24enne davanti al Gip di Catania. Secondo quanto ricostruito attraverso diverse testimonianze raccolte dai carabinieri, Luca Priolo nella tarda serata che ha preceduto il delitto ha aspettato Giordana, uscita con un cugino, davanti casa della giovane. L’omicida e la vittima hanno avuto una discussione sull’udienza del Gip dell’indomani, ma in maniera non accesa, tanto che il cugino li lascia da soli. Poi l’omicidio e la folle corsa verso l’estero. Priolo scappa in auto fino a Messina, dove viene ‘visto’ dalle telecamere dell’autostrada, poi sale su un treno per Milano, da dove manda un sms al padre che farà scattare l’operazione dei carabinieri che lo fermano mentre sta per salire per un convoglio in partenza per la Svizzera.

vestiti insanguinati di Priolo sono stati trovati nelle campagne di Belpasso (Catania), vicino a un centro commerciale. Non è stata invece ancora recuperata l’arma del delitto, un coltello da caccia, che ha detto di avere lanciato nella stessa zona. Priolo che ha sostenuto di avere agito d’impulso e non in maniera premeditata, dopo l’omicidio è fuggito in auto e si è recato a Milano, dove, alla stazione centrale, è stato fermato poco prima di prendere un treno per Lugano, da carabinieri del locale comando provinciale che erano stati allertati dai loro colleghi di Catania.
C’era un contenzioso aperto sull’affido della figlia
 – Giordana Di Stefano  e il suo ex convivente, Luca Priolo, avevano un contenzioso aperto in sede civile per l’affido esclusivo della figlia di quattro anni. La giovane aveva presentato la richiesta e il ventiquattrenne si era detto pronto ad accettare l’accordo se lei avesse ritirato la denuncia per stalking presentata nel 2013. Secondo fonti legali, lui avrebbe voluto lavorare come guardia giurata e aveva bisogno di chiudere il fascicolo penale per potere ottenere il porto d’armi. Il procedimento per stalking era stato avviato dopo che il giovane era entrato da una finestra a casa di Giordana, nel 2013. Lui si era difeso sostenendo di essere entrato perché aveva visto un auto sospetta fuori e voleva garantire la loro sicurezza.

Sul suo profilo Facebook la giovane aveva postato una foto con la figlia e un giovane davanti la torta di compleanno il 27 agosto scorso

Giordana faceva la ballerina e partecipava a eventi e spettacoli nella Sicilia orientale. Su Fb aveva 691 amici, tante foto con la figlioletta, molti selfie con amiche. Quest’estate sembra che qualcosa non andasse nel rapporto che la ragazza aveva con qualcuno. Il 4 settembre posta: ”Ballavo per un disperato bisogno fisico di muovermi,voltarmi, correre… Ballavo perché il mio corpo doveva scaricare nell’aria circostante violente energie compresse che non sapevo dove mettere, come trattare. Era una forza misteriosa,silenziosa, completamente padrona di me, della quale non sapevo cosa fare…”. Il 4 agosto sotto la scritta ”ho smesso” ha pubblicato questo post: ”Uno degli errori più grandi che si possano fare è tenere vicino chi sgretola la tua autostima, piano, con gesti apparentemente inconsapevoli”. E ancora: ”Bisogna fare attenzione alle parole che si dicono… Le parole sono armi senza scampo, affilate e pericolose… Ti si appigliano addosso e non te ne liberi più… Ci sono schiaffi che si perdonano e parole che non lasciano scampo….!!!! Alcune parole non si perdonano…. Buonanotte…!!!!!’
L’ennesimo caso di femminicidio in un anno, il 2015, in cui, secondo i dati del Viminale, casi di questo genere sarebbero in calo. 

 

Giordana uccisa con 41 coltellate. Dall’autopsia emerge la furia di Luca (Live Sicilia – 10 ottobre 2015)
Il corpo della giovane Giordana Di Stefano è stato colpito 41 volte con un fendente. Questi i primi risultati emersi dall’esame autoptico eseguito ieri dal medico legale Giuseppe Ragazzi all’Ospedale Garibaldi di Catania. La giovane mamma di Nicolosi è stata uccisa con 41 coltellate al torace, al fianco e al volto. Il decesso è avvenuto tra le 2 e le 3.30 del mattino di mercoledì scorso, parecchie ore prima che i carabinieri hanno trovato la ventenne morta dissanguata sul sedile del conducente della sua Audi A2. La relazione completa del medico legale nominato dal pm Alessandro Sorrentino, titolare dell’indagine sull’omicidio, sarà depositata tra qualche giorno. E’ stato prelevato inoltre del materiale da contatto che è stato inviato ai Ris di Messina per degli approfondimenti scientifici e verificare l’eventuale compatibilità e corrispondenza con Luca Priolo, reo confesso dell’efferato delitto.
Una furia. Dall’autopsia emerge tutta la violenza usata dall’assassino: quarantuno coltellate, un numero spropositato anche per uccidere. Luca Priolo questa mattina ha nuovamente confessato l’atroce omicidio. Ha ripetuto al Gip di Milano Paolo Guidi quanto già raccontato ai carabinieri e al pm Christian Barilli. Dovrebbe arrivare nelle prossime ore il provvedimento del Giudice per le Indagini Guidi sulla richiesta di convalida del fermo.

Nicolosi si mobilita per i funerali di Giordana Di Stefano (la Repubblica – 10 ottobre 2015)
Un intero paese in lacrime ha pianto Giordana Di Stefano, la ventenne assassinata dall’ex convivente Antonio Luca Priolo con trenta coltellate. La chiesa Madre del paese é stracolma di gente e non riesce ad ospitare i tanti che hanno voluto partecipare all’ultimo saluto. Accanto alla bara di colore chiaro ci sono i genitori abbracciati nella loro disperazione malgrado da anni fossero separati. C’è pure la sorella e il cugino che aveva trascorso con Giordana la sera prima che l’ex convivente inveisse con furia omicida contro di lei.
Don Nino Nicolosi nell’omelia si rivolge ai tanti chi piangono e singhiozzano. “Tante parole sono state dette. Oggi è il giorno del silenzio”. Poi aggiunge: “La vita continua, Giordana vive in cielo, in Paradiso ed è giusto che anche la figlia abbia un futuro”.
Il sacerdote puntualizza: “Tanti sono i problemi che affliggono la nazione, le leggi sono inadeguate, tante volte bloccano, ma non dimentichiamo che siamo noi chiamati a scegliere, a vivere la vita da cristiani.  Quando faremo rientrare dio nella nostra esistenza, nella politica, nella scuola e nellasocietà potremo tornare a guardare le cose più importanti.  Dio ci dice di non perdere la speranza perché Dio è con noi. Affidiamo a Dio questo enorme dolore, affidiamo a Dio i familiari. Affidiamo a Dio questa società per avere più amore e misericordia”.
I nostri ragazzi, quale idea di uomo fruiscono della nostra cultura, dalla tv, dai giornali? Di un uomo senza Dio”. L’emozione cresce ancora quando una compagna di classe chiede di leggere una lettera.  “Ciao piccola grande donna, non è un addio, ma un arrivederci. Un solo foglio non basterà per raccontare quanto eri speciale. Grazie per la gioia che ci hai dato vivendo la tua dolce attesa in classe con noi. Ci hai fatto comprendere come sua bello il dono della vita. Ti porteremo per sempre nel nostro cuore. Grazie ‘angelo'”.
Poi prende la parola il cugino di Giordana, il ragazzo con cui la giovane aveva trascorso la sera prima di essere uccisa. Dice: “Non mi sembra vero di dover leggere una lettera per te che sei la’ dentro – rivolgendosi alla bara – avevamo detto che saremmo rimasti uniti finché morte non ci separi, non di come dato ad andare avanti senza di te. Lotterò per farti giustizia. Stammi vicina per sempre, cuginetta mia, 17 anni e si separati. Ho lauro del futuro senza di te”.
Finisce di leggere la lettera e arriva la replica di don Nino Nicolosi: “Voglio correggere una parola, la giustizia degli uomini non è una giustizia. E noi non possiamo mai farla, solo Dio la può fare. A noi la scelta di fare il bene, di non farlo, di amare, di non amare, di credere E di non credere. Bisogna affidare ogni cosa alla giustizia di Dio. La violenza porta solo violenza, la morte genera morte, la speranza genera vita e porta amore”. All’uscita della chiesa sono oltre un migliaio, i parenti, gli amici i conoscenti di Giordana ad applaudire il feretro portato in spalla verso il cimitero del paese. Proprio mentre i palloncini bianchi volano in cielo

L’ultimo saluto a Giordana Di Stefano, la giovane mamma uccisa dall’ex compagno (Il Fatto web – 11 ottobre 2015)
Ieri il paese di Nicolosi ha dato l’ultimo saluto a Giordana Di Stefano, la giovane mamma uccisa con quarantadue coltellate, dall’ex convivente Luca Priolo.
Una piazza e una chiesa colma di parenti, amici, conoscenti ma anche di chi, pur non conoscendola, ha voluto essere lì. Alle 17.00 del pomeriggio è arrivata la bara portata a spalla lungo la via che arriva fino alla Chiesa Madre di Nicolosi. In piazza un silenzio assordante che è stato interrotto solo dal suono delle campane e da un lungo applauso. Un giorno di lutto cittadino, un giorno di dolore, di rabbia, di sete di giustizia, per una giovane ragazza alla quale è stata tolta la vita a soli vent’anni a causa di un “amore malato”. Nicolosi, Don Nino Nicolosi, più volte ha ribadito che “tante volte siamo tentati di essere giustizieri ma lasciamolo fare a chi ha il compito”. La vita di Giordana ormai è stata spezzata ma giustizia per lei e per tutte quelle donne che sono state uccise da chi diceva di amarle, deve essere fatta.

 

Omicidio Giordana, ricorso in Cassazione inammissibile: confermati 30 anni per Antonio Luca Priolo (Sicilia Network – 21 novembre 2019)
«Dopo quattro anni di lotta nel restituire la dignità a Giordana, oggi finalmente le menzogne di Antonio Luca Priolo sono state affogate dalla sua cattiveria, da quell’aggravante della crudeltà che lo caratterizza». Quarantotto coltellate che ancora bruciano in una ferita mai rimarginata, in quell’ergastolo di dolore che una madre dovrà scontare.
Le parole di Vera Squatrito, durante l’intervista rilasciata a Sicilia Network, sono severe e intrise di dolore. Incolmabile, nonostante la Corte suprema di Cassazione abbia confermato i trent’anni per l’assassinio di Giordana. Anche il pg Roberta Maria Barberini, infatti, al termine della requisitoria davanti ai giudici della prima Sezione penale della Suprema corte aveva chiesto di rigettare il ricorso presentato dalla difesa di Priolo. Lo scorso gennaio i giudici della terza sezione della Corte d’Assise d’Appello di Catania avevano confermato la condanna a trent’anni di carcere per Priolo. La sentenza di primo grado era stata emessa il 7 novembre del 2017 a conclusione del processo con rito abbreviato .
Antonio Luca Priolo il 6 ottobre del 2015 ha ucciso con 48 coltellate a Nicolosi, Giordana Di Stefano, 20 anni, con la quale aveva avuto una bambina. Giordana è stata uccisa il giorno prima dell’udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio riguardante la denuncia per stalking. Il procedimento era stato avviato dopo che Priolo era entrato da una finestra a casa della ragazza. Lui si era difeso dall’accusa sostenendo di essere entrato perché aveva visto un’auto sospetta fuori e voleva garantire la loro sicurezza. «Denigrare e offendere la memoria di mia figlia – continua la Squatrito – affermando che Giordana fosse una ragazza dai facili costumi, una bugiarda, una manipolatrice non è servito al “povero killer”. Un killer, Priolo che ha commesso un gesto disumano. La giustizia, non posso negarlo, ha dato rispetto e valore alla vita di Giordana. Da domani si lotterà affinché Antonio Luca Priolo possa scontare totalmente la sua pena».
Resta una battaglia da combattere contro l’indifferenza e la superficialità che spesso sminuisce quei campanelli d’allarme che molte donne lanciano attraverso dei messaggi,
Vera Squatrito ribadisce che nei giorni che le restano da vivere – sebbene senza la sua Giordana – ha una grandissima responsabilità nei confronti dei giovani e della sua piccola Asia, figlia di Giordana. «Devo salvare Asia dall’ombra dell’assassino – dice commossa – deve poter realizzare i suoi sogni, almeno lei, merita di diventare una donna forte e felice».

Oggi è un altro giorno, la mamma di Giordana di Stefano: “Brutalmente ammazzata dall’ex possessivo e violento. Donne, ai primi segnali bisogna allontanarsi” (il Fatto Quotidiano – 7 ottobre 2021)
La signora Vera, mamma della giovane uccisa il 6 ottobre 2015 con più di 40 coltellate, si confida nel salotto di Serena Bortone: “Ha sofferto tantissimo, quando l’ho vista era come nei film horror con le donne scannate. Dico questo perché le donne devono capire che questi esseri fanno davvero male”
Tra gli ospiti di Oggi è un altro giorno, nella puntata di ieri 6 ottobre, c’è stata anche Vera. La donna ha raccontato a Serena Bortone la vicenda di Giordana di Stefano, uccisa dall’ex con oltre 48 coltellate proprio il 6 ottobre di 6 anni fa. “Grazie per essere con noi, immagino che non sia semplice. Tuttavia so anche che parlare di violenza contro le donne è importante”, ha esordito commossa la conduttrice accogliendo in studio la signora. “Giordana voleva vivere, per lei, per la sua bambina, per la passione del ballo”, ha dichiarato Vera ricordando la giovane morta in strada dissanguata mentre il padre di sua figlia (Luca Priolo, ndr) tentava di fuggire in Svizzera.
L’uomo, condannato a 30 anni, è stato sempre possessivo: “A 15 anni incontra questo ‘principe azzurro’, inizialmente era così, il primo amore. Da lì a breve è rimasta incinta, all’inizio mi sono arrabbiata. Poi l’abbiamo accettata con tanto amore perché Giordana voleva diventare madre, amava i bambini, per lei non è mai stato un peso”, ha spiegato Vera per poi aggiungere: “Dal 2010 al 2013 sono stati insieme, poi Giordana ha capito che lui non l’amava ma era violento. Lui la controllava, era molto possessivo tanto che lei lo aveva lasciato e denunciato per stalking”.
Infine ha concluso: “Quando io vidi mia figlia ho visto l’orrore, come i film horror con le donne scannate, io dico questo: mia figlia è stata brutalmente ammazzata, con un coltellino. Lei ha sofferto tantissimo e io questo voglio raccontarlo non per raccontare una cosa brutta ma perché le donne devono capire che questi esseri fanno davvero male, dai primi segnali bisogna allontanarsi”. La signora Vera ha poi ringraziato la conduttrice per averle dato l’opportunità di aprirsi: “Tutti ti auguriamo di avere cura di te e di Asia (la nipotina, ndr)”, ha detto la padrona di casa.

 

Il terrore di Asia, orfana di femminicidio: “Nonna, papà può uscire dal carcere? Ho paura” (la Repubblica – 9 ottobre 2022)
La bambina aveva 4 anni quando sua madre Giordana Di Stefano fu uccisa a coltellate dal compagno che aveva lasciato. Intervista alla nonna, Vera Squatrito, che l’ha presa con sé: “Adesso sa tutto e a scuola ha disegnato una panchina rossa con su scritto: stop alla violenza sulle donne”
Asia ha 11 anni. Ne aveva 4, nel 2015, quando suo padre, a Nicolosi alle pendici dell’Etna, uccise a coltellate sua madre Giordana Di Stefano. Per anni, quando era troppo piccola per capire, ha pensato di essere stata abbandonata dalla mamma. Oggi che invece sa tutto, la sua paura è che il padre, condannato a 30 anni con sentenza definitiva, possa tornare a casa e fare del male anche a lei…

 

 


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In memoria di

Danza, a Belpasso la terza edizione del Premio Giordana Di Stefano (Catania Today – 10 maggio 2018)
Nel corso della serata dedicata alla memoria di Giordana Di Stefano si sono alternati sul palcoscenico gli allievi di undici scuole di danza del territorio. Presenti ospiti nazionali e internazionali della danza…

 

“MIA FIGLIA, UCCISA A 20 ANNI CON QUARANTASETTE COLTELLATE DAL SUO EX” (Famiglia Cristiana – 29 aprile 2021)
Parla la mamma di Giordana Di Stefano, le ventenne uccisa a coltellate dall’ex fidanzato, la cui vicenda è ricostruita nella puntata di stasera di “Amore criminale”, su Rai 3
Le storie di violenza sulle donne hanno quasi sempre lo stesso tragico copione, e rendono sempre più urgente cambiare una cultura per cui troppe volte si confonde l’amore con il possesso, che, di fronte a un rifiuto, a un abbandono, porta l’uomo a reagire con gesti estremi. Emblematica nella sua tragicità è la vicenda di Giordana Di Stefano, uccisa nel 2015 a Nicolosi (Catania) dall’ex fidanzato e padre di sua  figlia con 48 coltellate, quando aveva solo 20 anni. Su di lei la giornalista del Tg1 Arianna Pannitteri ha scritto un libro, La forza delle donne (Giulio Perrone editore), rivolto ai ragazzi. La madre Vera Squatrito in sua memoria ha fondato l’associazione Io sono Giordana e sta realizzando un centro di accoglienza per donne e bambini vittime di violenza, La casa di Giordy. «Giordy era il soprannome con cui in famiglia chiamavamo Giordana» ricorda la donna. «La sua è stata una morte annunciata: il giorno dopo il suo omicidio si sarebbe dovuta tenere l’udienza per stalking in cui era imputato l’ex fidanzato Antonio Luca Priolo. Si erano messi insieme quando Giordana aveva 15 anni e dopo sei mesi lei aveva scoperto di essere incinta. Lui voleva che abortisse, ma lei si è rifiutata. Hanno continuato a stare insieme, ma lui è diventato sempre più oppressivo, la controllava, la denigrava sul suo aspetto, anche se lei era una bellissima ragazza, che faceva danza e amava la vita. Lui la stava annientando, aveva perso le amicizie, la voglia di uscire e studiare. Dopo due anni di quel rapporto malato ha deciso di lasciarlo. È cominciato lo stalking, anche 80 telefonate al giorno, agguati, irruzioni in casa. Lei si è spaventata e lo ha denunciato. Pensava di aver chiuso con quella brutta storia, ha ripreso a studiare, ha incontrato un altro ragazzo. Ma l’ex covava dentro un odio feroce, perché lei si era permessa di rendere pubblico il suo comportamento, un’onta imperdonabile. Così ha pianificato la sua morte: ha acquistato un coltello, ha detto a tutti che sarebbe andato all’estero, ha aspettato che finisse di lavorare come animatrice a una festa e si è accanito su di lei con una ferocia bestiale. La lama era di soli cinque centimetri, è morta dissanguata». Poi è tornato a casa a cambiarsi ed è partito per Milano, dove è stato intercettato dalla polizia mentre stava per prendere il treno per Lugano. Reo confesso, la Cassazione nel 2019 ha confermato la condanna a 30 anni di carcere». Vera, che sta crescendo la nipotina, da subito ha iniziato ad andare a parlare nelle scuole, per far capire soprattutto alle ragazze di allontanarsi immediatamente da rapporti malati, che non possono essere amore. «Ho trovato un motivo per continuare a vivere, anche se quando ti muore una figlia così il dolore non si potrà mai cancellare».

A Nicolosi “Il Rosso delle Donne”, in ricordo di Giordana Di Stefano (La Esse News – 1 agosto 2022)
A Nicolosi “Il Rosso delle Donne”, in ricordo di Giordana Di Stefano.
Si è svolto sabato sera infatti, presso la villa comunale del paese etneo, l’evento dedicato alla giovane Giordana. Uccisa nel 2015 dall’ex compagno. Giordana, amante della danza e della vita è stata ricordata dalla mamma Vera Squatrito e da coloro che la portano sempre nel cuore. Come la sorella Erika e le amiche del cuore. il sindaco di Nicolosi Angelo Pulvirenti. Il sindaco di Mascalucia Vincenzo Magra. L’amica Giovanna Zizzo, mamma di Lauretta uccisa dal padre. E tanti altri. A presentare la serata la collega giornalista Roberta Lunghi. Il momento più emozionante della serata, proprio l’apertura: quando a passi di dolce danza è entrata la piccola Asia. La figlia di Giordana di appena 11 anni. Lei, così piccola, per la prima volta ha ballato per la sua mamma.

 

Contro la violenza sulle donne / Il progetto “Io sono Giordana” (La Voce dell’Jonio – 21 agosto 2022) 

Raccolta fondi per il progetto “La casa di Giordy” (veyes.it)