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Federica Mangiapelo, 16 anni. Annegata nell’acqua gelida del lago dal fidanzato

Anguillara (Roma), 1 Novembre 2012

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Titoli & Articoli

Il delitto del lago, la storia di Federica Mangiapelo (Politica7 – 15 novembre 2021)
Si cresce con l’idea di incontrare il principe azzurro in sella al cavallo bianco e vivere una favola. Favole che troppe volte portano a tragici epiloghi. Perché ci sono alcuni principi solo all’apparenza buoni e galanti: “Prima di uscire mandami una foto così vedo se va bene come ti sei vestita”; “Smettila di uscire con le tue amiche, non mi piacciono”; “Sei solo mia, non parlare con nessuno”; “Fammi vedere il tuo cellulare: se non me lo dai vuol dire che non mi ami”; “Non uscire è pieno di uomini che possono guardarti”. Una serie di frasi mai ‘sintomo’ di amore.
Federica aveva smesso di studiare per lavorare e racimolare qualche soldo per andare a vivere insieme a Marco. Ti metti contro tutta la tua famiglia quando credi in ciò che i tuoi occhi guardano e che loro non possono vedere. Ti metti da parte per il suo bene, perché il suo stare bene è quando tu obbedisci, quanto tu cancelli i tuoi ideali per lui, quando la tua vita gira attorno alla sua. Federica aveva la certezza di aver trovato la famosa metà della mela. Sentiva un senso di riempimento, una mancanza di cui era incosciente era stata riempita da Marco, un uomo già adulto, che la faceva sentire desiderata anche se ancora una ragazzina.
Marco aveva trovato la preda perfetta, abbastanza giovane da “educare” a suo piacimento e perfettamente bella da esser invidiato. Quando lei non c’era lui era vuoto, solo, non aveva altro scopo nella vita che aspettare Federica. Il rifiuto lo accecava, un NO lo faceva infuriare. Federica ha tentato di salvare Marco dal peso dell’ossessione e quando ha trovato il coraggio di lasciarlo lui non gli ha dato la possibilità di fuggire: “Se non è mia non è di nessun altro”.
Siamo nel 2012Federica Mangiapelo ha 16 anni, è un pò capricciosa e testarda, tipico atteggiamento da adolescente, ma allo stesso tempo è solare, divertente e con tanti sogni.
Marco di Muro ha 21 anni, vive a Formello (RM) fa il cameriere, è insicuro e solitario. La loro relazione era ancora fresca ma molto intensa. Federica aveva visto solo il bello in lui, giustificava quel suo lato autoritario e violento, la sua gelosia che lo portava spesso ad aggredirla perchè voleva uscire con le amiche o solo perchè voleva iscriversi ad una scuola professionale. I genitori di Federica avevano manifestato più volte il disappunto nei confronti del ragazzo. Non lo vedevano per lei, non solo perchè era più grande ma soprattutto per le continue litigate.
La mamma Rossella ha in seguito raccontato agli inquirenti che Marco in un’occasione ha aggredito Federica lanciandole una pentola d’acqua bollente, altre volte la menava e una volta l’ha chiusa in auto perchè si era arrabbiato con lei. Federica aveva un rapporto fatto di alti e bassi con i genitori da quando i due avevano divorziato. Erano anche incappati nell’affidamento ai servizi sociali; lei era testarda ed innamorata, non sentiva ragioni, così hanno dovuto accettare Marco per non perdere la figlia.
La notte di Halloween, il 31 dicembre 2012, tra i due fidanzati, di ritorno da una festa a Bracciano, scoppia una lite in un bar culminata con la frase “io per te sono morta” di Federica, che fa infuriare Marco, il quale dopo aver riaccompagnato il suo amico a casa raggiunge la fidanzata sulle sponde del lago. Quella che doveva essere la conclusione di una serata di festa diventa un litigio molto acceso, la solita repulsione di Marco verso i NO. Marco la lascia sola, se ne va. Torna a casa e le scrive un messaggio: “Sono tornato a prenderti, ma tu non c’eri. Perché te ne sei andata?”. Federica quel messaggio non l’ha mai letto, a quell’ora il suo cellulare risultava già spento.
La mattina dopo, un passante vede riaffiorare dal lago il corpo senza vita di una donna sulla spiaggia di Anguillara Sabazia (RM). È Federica. Vengono immediatamente allertate le forze dell’ordine e i genitori che sconvolti giungono sul posto.
A primo impatto per l’autorità giudiziaria si tratta di un incidente, il cuore della ragazza ha smesso di battere per una miocardite, ipotesi plausibile dato che aveva un’anomalia cardiaca congenita.
Marco è solo un testimone che piange la morte della sua fidanzata. I genitori di Federica non credono alla causa del decesso.
La prima autopsia conferma la morte per malore, forse dovuto anche a qualche alcolico di troppo. Non viene rintracciato nessun segno di violenza sul corpo.
Marco si proclama innocente. L’1 novembre 2012, quando i carabinieri lo convocano in caserma a seguito del ritrovamento del corpo di Federica, ammette solo le violenze: “la picchiavo per educarla”. La sua versione dei fatti è la seguente: dopo che Federica è scesa dall’auto urlando contro di lui, non l’avrebbe più rivista. Qualcosa non quadra, le indagini si infittiscono e la determinazione del difensore della famiglia Mangiapelo, l’avvocato Andrea Rossi, insieme alla lotta dei genitori ha permesso la riapertura del caso. Troppi gli indizi che riconducono al fidanzato.
La prospettiva cambia quando dalla seconda autopsia si scopre che la 16enne è morta per annegamento. Come ci è finita in acqua quindi? Federica, secondo il racconto dei genitori, era una nuotatrice esperta e il punto in cui è annegata è alto solo 30 cm.
Gli inquirenti scoprono che Marco una volta tornato a casa quella sera, ha scritto un biglietto alla madre dove chiede che vengano lavati subito i vestiti. Dopodiché, la mattina presto, lava la macchina nonostante il maltempo. Le scarpe spariscono (agli inquirenti il fidanzato di Federica ne consegnò un paio nero, mentre le immagini di una telecamera di sorveglianza che l’ha immortalato dimostrano che le scarpe che indossava erano bianche), Marco mette un cellulare ad asciugare sul davanzale della finestra, aveva preso troppa acqua. Quando gli inquirenti chiedono al ragazzo perché tanta fretta nel lavare quei vestiti, Di Muro risponde che voleva indossare quegli stessi vestiti in occasione di una festa dalle sue parti la sera del 1 novembre. Però non è risultato ci fosse alcun ritrovo, alcuna festa prevista.
Di Muro nel dicembre del 2014 viene arrestato con l’accusa di omicidio volontario, prima trattenuto ai domiciliari, poi in carcere. Lui è sempre certo della sua innocenza. Stando all’esito della perizia dell’incidente probatorio la morte di Federica è avvenuta intorno alle 3 del mattino dopo un violento litigio. Marco dopo aver riaccompagnato il suo amico a casa (testimone delle urla fra i due in auto) ha raggiunto Federica, l’ha ripetutamente strattonata e fatta cadere a terra, le ha preso con forza la testa tra le mani e l’ha schiacciata nell’acqua fredda del lago, fino ad annegarla. Ad incastrarlo, secondo il pm Eugenio Rubolino anche il quantitativo di sabbia trovato nelle sue scarpe. La stessa sabbia che si trova sulla spiaggia del lago di Bracciano e le alghe diatomee ritrovate sui suoi vestiti e nei polmoni di Federica in sede di esame autoptico.Diversa la versione dei legali di Marco Di Muro che puntano il dito in particolare su due elementi.Il primo: sul corpo della giovane non è stato rinvenuto nessun segno di colluttazione. Secondo: nello stomaco della 16enne non è stata rinvenuta traccia di acqua; per i legali del fidanzato significa che Federica è stata solo pochi secondi immersa nell’acqua e soffrendo di miocardite, sarebbe svenuta in acqua e questo ne avrebbe causato la morte.Il 17 luglio 2015 l’udienza preliminare con la richiesta di rito abbreviato condanna Di Muro a 18 anni di reclusione. A settembre 2016 la prima Corte d’Assise d’appello presieduta da Giancarlo De Cataldo condanna il 21enne di Formello a 14 anni di reclusione, quattro in meno rispetto a quelli inflitti in primo grado dal gup di Civitavecchia a conclusione del processo col rito abbreviato per l’accusa di omicidio volontario aggravato grazie alla concessione delle attenuanti generiche. A dicembre 2017 viene messa la parola fine dal giudice della Corte di Cassazione a quello che è stato definito “il delitto del lago”: confermata la condanna a 14 anni di reclusione già emessa a Settembre nei confronti di Marco Di Muro.

 

 

 


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In memoria di

“Federica, la ragazza del lago” è un romanzo autobiografico. La vicenda narra la storia di Federica Mangiapelo, la ragazza trovata morta due anni fa, in circostanze non ancora chiarite, sulla riva del lago di Bracciano, in località Vigna di Valle ad Anguillara Sabazia. La storia ha avuto un forte risalto a livello di cronaca nazionale, sia per quanto riguarda le emittenti televisive che per la carta stampata, oltre che nel panorama dell’ampio mondo del web. È un romanzo autobiografico in quanto chi scrive l’opera è lo zio della vittima. Il papà di Federica è suo fratello. “Quando ho iniziato a scrivere queste mie impressioni – scrive Massimo Mangiapelo, autore del libro – l’ho fatto soprattutto per rendere omaggio a mia nipote, una ragazza di sedici anni, nel pieno della vita, che non meritava una fine del genere. Ma soprattutto ho voluto mettere nero su bianco quello che personalmente ho vissuto con la sua perdita, raccontando momento per momento, dal giorno della sua morte ad oggi, quello che ha vissuto la mia famiglia, quello che hanno vissuto mio fratello e la mamma di Federica, mia moglie, i miei genitori, tutti gli amici che ci sono stati accanto”.

 

Dieci anni fa il femminicidio di Federica Mangiapelo, il papà: “Oggi le direi sono orgoglioso di te” (FanPAge – 31 ottobre 2022)
Federica Mangiapelo è stata annegata dal fidanzato nel Lago di Bracciano tra il 31 ottobre e il primo novembre 2012. Il papà 10 anni dopo: “Immagino la donna che sarebbe diventata, vorrei dirle sono orgoglioso di te”.
Sono trascorsi dieci anni dal femminicidio di Federica Mangiapelo, la sedicenne annegata dal fidanzato nel Lago di Bracciano la notte tra il 31 ottobre e il primo novembre del 2012 e ritrovata morta sulle rive di Vigna di Valle. Fanpage per ricordarla nel decimo anniversario della sua morte ha intervistato il padre Luigi. L’amministrazione comunale di Anguillara Sabazia ha organizzato degli eventi, al centro antiviolenza a lei intitolato gli studenti del Liceo Artistico Luca Paciolo hanno donato un ritratto ai genitori. Il primo novembre alle 16 nel Giardino dedicato a Federica dove c’è una panchina rossa verrà deposto un mazzo di fiori. “La morte di Federica è una ferita che non si rimargina – commenta il sindaco di Anguillara Angelo Pizzigallo- un segno che resta indelebile nella memoria della nostra città e che va ricordato con grande riflessione”. Il giorno di Ognissanti alle 18 sarà celebrata una Messa nella chiesa Regina Pacis.
Luigi cammina sulla spiaggia del Lago di Bracciano, fissa l’orizzonte, in una tiepida mattina di fine ottobre che sembra primavera: “Venire qua per me significa stare insieme a Federica, è un momento solo nostro. Dopo la sua morte sentivo il bisogno di andarmene via, ora starci è come un abbraccio, la coccola di una figlia al suo papà. Il dolore non passa mai, dopo dieci anni però ho imparato a convivere con il fatto che non posso più vederla, ma Federica è sempre con me, in ogni momento della mie giornate. E sarà così per sempre”.
Cosa significa per te la festa di Halloween?
“Halloween è una ricorrenza che non mi è mai piaciuta, da dieci anni mi inquieta e non vedo l’ora che passi, perché mi riporta indietro nel tempo. È una giornata che ormai ho impressa nella memoria, quello che doveva essere un momento di festa si è trasformato in una tragedia. Sono trascorsi dieci anni dal giorno in cui non ho perso mia figlia, di grande aiuto è stato partecipare agli incontri con mio fratello Massimo nelle scuole per presentare il libro che ha scritto su Federica, ‘La Ragazza del Lago’ per sensibilizzare i giovani sulla violenza di genere. Ho cercato di trasformare il mio dolore in qualcosa di utile”.
Cosa ti manca di più di Federica?
“Mi manca tutto di lei, mi manca come l’aria ogni giorno della mia vita. Se penso che oggi avrebbe ventisette anni, mi domando cosa le piacerebbe fare, come sarebbero cambiati i suoi gusti e le sue abitudini e immagino la donna che sarebbe diventata. Federica la sento sempre con me, però vado anche spesso a trovarla al cimitero, per passare un po’ di tempo sulla sua tomba a coltivare i fiori”.
Quali sono i ricordi più belli che conservi di lei?
“Era solare, spiritosa, diceva una battuta dietro l’altra. Ricordo quando la portavo in giro per Roma, ci piaceva tanto viaggiare insieme. La cosa che amavo di più del nostro rapporto era che decidevamo di trovarci del tempo per stare da soli, anche semplicemente per andare a cena fuori, ci piaceva molto mangiare il pesce. Lei mi dedicava spesso le sue giornate e il tempo trascorso con mia figlia è il ricordo più prezioso che ho di lei, ogni momento vissuto insieme, anche il più semplice sguardo o sorriso”.
Cosa le diresti oggi se potessi parlarci?
“Le direi solo Fede ti voglio tanto bene, papà è orgoglioso di te”.