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Zdenka Krejcikova, 41 anni, mamma. Uccisa a coltellate davanti alle figlie dall’ex compagno già denunciato

Sorso (Sassari), 15 Febbraio 2020


Titoli & Articoli

Il tentativo di rifarsi una vita a Sorso, l’amore per le due figlie: il ritratto di Zdenka (Sassari Oggi – 16 febbraio 2020)
Pur essendo originaria della Repubblica Ceca, era molto conosciuta anche a Sorso, dove risiedeva, Zdenka Krejcikova, la 40enne uccisa dopo una discussione con l’ex compagno avvenuta in un bar di via Tiziano.
In paese si era fatta voler bene fin dal suo arrivo. Soprattutto per il carattere socievole, sempre pronta a scambiare una battuta. Faceva la casalinga e il suo sorriso dava forza alle due figlie che attualmente frequentano la scuola elementare. Lo stesso sorriso che, molto probabilmente, ha fatto innamorare colui che le ha tolto la vita. La notizia della sua morte, avvenuta in maniera così violenta e drammatica, ha gettato il paese nella tristezza. Ma anche nella rabbia. E sono in tanti, troppi, a chiedersi se la tragedia di ieri potesse essere evitata.

Emergono nuovi particolari agghiaccianti sulle ultime ore di vita della donna uccisa dal compagno violento
Con le ultime forze rimaste, dopo essere stata gonfiata di botte dal quel compagno violento che non riusciva ad allontanare dalla sua vita, Zdenka ha compiuto un gesto d’amore – purtroppo l’ultimo – per una delle sue bambine. Il disperato tentativo di proteggere la più fragile delle gemelline di 11 anni, costretta prima ad assistere all’omicidio di sua madre e poi a vagare in macchina per tutta la notte con l’assassino, insieme alla sorellina.
Emergono nuovi inquietanti particolari sulle ultime ore di vita di Zdenka Krejcikova, uccisa cinque giorni fa a Sorso con una coltellata al petto inferta dall’uomo che poco prima l’aveva massacrata dentro casa perché lei aveva chiesto aiuto ai carabinieri. (…)

A Sorso l’ultimo saluto a Zdenka, dure parole di condanna del parroco (Sassari Oggi – 20 febbraio 2020)
Chiesa gremita, a Sorso, per i funerali di Zdenka Krejcikova, la donna si origine ceca accoltellata sabato scorso dall’ex compagno, Francesco Fadda. Dure le parole del parroco di San Pantaleo, don Luca Collu, che ha presieduto la celebrazione eucaristica.
Quando l’amore si tramuta in mero possesso, trattato alla stregua di un oggetto, il no ed il rifiuto non possono più avere cittadinanza. E il delirio di onnipotenza si convince di poterne disporre a proprio piacimento con l’assurda pretesa di avere persino diritto di vita o di morte – ha esordito il sacerdote leggendo una lettera scritta alla vittima -. La tua morte ha aperto uno squarcio nelle nostre coscenze, ha fatto cadere dai nostri occhi le cataratte di quella perversa e infantile idea che non riguarda noi, che queste cose non capiteranno mai. Ti ringrazio perché ricordi a tutti noi che i sentimenti vanno coltivati, per formare le nuove generazioni al rispetto dell’altro, alla cura della persona a farsi carico dei pesi gli uni degli altri. Ti ringrazio perché ricevo provi a farci riflettere sul senso autentico e profondo del farsi prossimo, per non lasciare nessuno indietro nel meraviglioso e terribilmente difficile viaggio della vita. Se la pancia mi fa pensare a te come una belva, il cuore di prete ti vede come un figlio di Dio“.
All’uscita del feretro, in tanti hanno seguito il carro funebre che l’ha accompagnata al cimitero di Sorso. In prima fila i parenti, seguiti da numerosi bambini che portavano in mano rose bianche. Poi l’arrivo nella cappella di viale Borio, dove i sorsensi hanno espresso la loro vicinanza con le condoglianze, ricche di abbracci, strette di mano e un’infinità di lacrime.
Questa mattina l’assassino si era detto dispiaciuto nel corso dell’interrogatorio di garanzia chiedendo il perdono delle figlie e familiari della vittima. Poche ore dopo, il giudice Michele Contini ha disposto la convalida del fermo e custodia cautelare. Ieri sera, invece, migliaia di persone avevano preso parte alla fiaccolata organizzata dall’amministrazione comunale per dire no alla violenza sulle donne. Il corteo, che ha attraversato il centro di Sorso, dalla parrocchia di San Pantaleo al Municipio, ha registrato la presenza dell’arcivescovo, Gianfranco Saba.

Le urla della bimba nel bar: vi prego aiutate mia madre (La Nuova Sardegna – 22 febbraio 2020)
La supplica disperata della figlia 11enne di Zdenka, uccisa da una coltellata
«Aiutate mia madre! Aiutate mia madre!». A urlare a squarciagola all’interno del bar “British” di Sorso è la figlia undicenne di Zdenka Krejcikova, la donna accoltellata a morte dal suo compagno Francesco Baingio Douglas Fadda, sabato scorso.
Novità sulla dinamica. Nuovi sconcertanti dettagli emergono sulla dinamica dell’omicidio del 15 febbraio. Sono circa le 20.30 quando la quarantenne della Repubblica ceca entra nel locale sotto casa. Tiene in braccio una delle due gemelle, con problemi fisici, e in preda al terrore – o forse per non farsi sentire dall’uomo dal quale si sente minacciata – riesce a dire sottovoce: «Aiutatemi». Una richiesta appena sussurrata. Ma subito dopo sono le grida disperate della piccola a richiamare l’attenzione dei pochi avventori presenti. Poi entra lui, Fadda, con un coltello in mano. Zdenka, arrivata all’altezza del bancone, scivola e cade insieme alla bambina che tiene in braccio. E in quel momento Fadda si inchina e le sferra la coltellata, poi fa cadere l’arma a terra ed esce per tornare poco dopo con una Bmw bianca che parcheggia fuori dal bar lasciandola con il motore acceso. Rientra nel locale, prende in braccio la donna ferita, la mette in macchina e rientra una seconda volta per prendere la bambina malata e sistemare anche lei dentro l’auto, mentre l’altra gemella lo segue. A quel punto va via a tutta velocità.
La scelta della fuga a Ossi.Più volte ci si è chiesti per quale ragione Francesco Fadda abbia abbandonato la donna in quell’abitazione di Ossi. In realtà da Pietro Ippolito, suo conoscente da vent’anni, il 45enne era già stato nel primo pomeriggio dello stesso giorno per fargli vedere la Bmw, dicendogli che era un nuovo acquisto (ma quell’auto l’aveva presa a noleggio). Ippolito non è in casa quando Fadda arriva. È al bar e torna dopo circa un quarto d’ora. Varcato il portone di casa vede sul pianerottolo Fadda inginocchiato che tiene in braccio la compagna e chiede aiuto. Quando Pietro Ippolito gli domanda spaventato dove stia portando la donna in quelle condizioni si sente rispondere che Zdenka si era accoltellata da sola.
Ultimi istanti di vita di Zdenka. Mentre l’indagato si toglie la camicia intrisa di sangue e ne indossa una pulita dell’amico, arriva la guardia medica il cui ambulatorio è lì di fronte. La chiama proprio Pietro Ippolito, anche se Fadda è contrario e addirittura per impedirgli di farlo lo colpisce con un pugno al petto. Quando il medico entra nell’appartamento, sul divano del salotto sono sedute le due bambine. Sulla sinistra c’è Zdenka, esanime, e accanto a lei il compagno che l’ha accoltellata poco prima. La donna non parla, rantola e accenna solo piccoli movimenti con la testa. Alla vista della dottoressa, Francesco Fadda si agita, prende entrambe le bambine e si allontana dall’abitazione di via Spinoza.
Le due tappe al bar di Usini.Nel bar “Monster” di Usini dove Francesco Fadda va dopo l’omicidio insieme a una delle due gemelle (l’altra la lascerà dentro la macchina) l’indagato era già stato alle 19.30, prima quindi del delitto. E c’era andato proprio con Zdenka. Nel locale entra da solo e ordina un campari e chiede a una delle bariste di portare un crodino in macchina dove c’è la sua compagna assieme alle due bambine. Paga e mentre sta uscendo dal locale rivolge qualche apprezzamento a un gruppo di ragazze: «Siete tutte così belle a Usini?». Non ottiene risposte e mentre entra in macchina si rivolge a Zdenka con queste parole: «Mì che oggi te ne vai in pullman».Segnale, questo, del fatto che la coppia aveva con molta probabilità litigato durante la giornata o che comunque il rapporto tra i due era particolarmente teso.
«Ho pugnalato uno al cuore». Nello stesso bar Fadda torna dopo l’omicidio e mentre sta riparando una carta di credito con dello scotch, a voce alta dice: «Ho litigato con uno che mi ha rotto i coglioni e l’ho pugnalato al cuore». E poi si rivolge a una ragazza: «Ma secondo lei me li danno dieci anni per aver accoltellato al cuore una persona con un coltello da cucina?». Una frase che lascia tutti basiti, ma l’uomo è esuberante e non danno particolare importanza a quelle parole decisamente infelici. Scopriranno solo dopo cosa è successo.
La fuga notturna a Marritza. Fadda a quel punto si allontana con la Bmw e fa perdere le tracce per una notte intera. «Ho portato le bambine al mare a Marritza per mangiare» dirà nella sua fantasiosa ricostruzione. A mangiare «barrette di cioccolato e patatine comprate al bar di Usini». L’ennesima bugia.
Femminicidio di Zdenka, il perito: “Violenza inaudita, il coltello si è piegato” (FanPage – 12 gennaio 2021)
A quasi un anno dal femminicidio di Zdenka Krejcikova, uccisa davanti alle figliolette e lasciata soffocare nel suo sangue, a Sassari il medico legale ha illustrato, in aula, l’agghiacciante dinamica dell’assassinio della giovane madre. La donna è stata pugnalata con tale violenza dall’ex, Francesco Fadda, che ‘il coltello si è piegato’.
A quasi un anno dal femminicidio di Zdenka Krejcikova, uccisa davanti alle figliolette e lasciata soffocare nel suo sangue, il medico legale ha illustrato in aula l’agghiacciante dinamica della morte della giovane madre. Nella deposizione al processo a carico di Francesco Baingio Douglas Fadda, femminicida, il medico legale Salvatore Lorenzoni ha ricostruita l’agonia di Zdenka davanti alla Corte d’Assise di Sassari. Secondo il medico legale, sul corpo della vittima, oltre alle lesioni mortali, vi erano numerose ecchimosi, lividi lasciati sulla pelle da precedenti aggressioni riconducibili a maltrattamenti che la 40enne subiva dal suo ex. Zdenka Krejcikova, infatti, aveva già denunciato Fadda, salvo poi ‘perdonarlo’ davanti al giudice due giorni prima del delitto, forse per paura di ritorsioni.

Ritorsioni che ci sono state. La sera del 15 febbraio Francesco Fadda, alias Big Jim, ha raggiunto Zdenka a casa, aggredendola. Lei ha cercato rifugio nel bar sotto casa, portando con sé le figliolette di 11 anni, gemelle. Lui l’ha seguita, l’ha accoltellata al petto e poi, morente, l’ha caricata in auto insieme alle bambine per lasciarla ad agonizzare sul pavimento del salotto di un amico e darsi alla fuga con le bambine.
Secondo il medico legale avrebbe pugnalato la quarantenne così violentemente da piegare la lama del coltello
. La morte è sopraggiunta poco dopo, quando, per asfissia in seguito a collasso polmonare. Zdenka è rimasta soffocata dal suo stesso sangue. Il processo andrà avanti nelle prossime udienze con la testimonianza delle due neuropsichiatre che si sono prese cura delle figliolette della vittima dopo l’arresto di Fadda. Le bambine, insieme con la famiglia di Zdenka, sono parti civili contro l’imputato. Fadda è accusato di omicidio volontario premeditato e i reati di sequestro di persona, porto di coltello, resistenza a pubblico ufficiale e, infine, tortura – per aver fatto assistere le due figlie della vittima.

 


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