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Viktoriia Vovktrub, 42 anni, badante, mamma. Tramortita e uccisa con 14 coltellate al petto e un colpo alla testa dall’ex, che aveva lasciato perchè violento. Seppellita in una bocciofila abbandonata dove lui aveva preventivamente scavato la fossa

Brescia, 4 Novembre 2020

 


Titoli & Articoli

«Viktoriia ha tentato di difendersi prima di venire uccisa» (Prima Brescia – 18 novembre 2020)
L’omicidio di Quartiere Primo Maggio continua a svelare nuove agghiaccianti verità
«Viktoriia ha tentato di difendersi prima di venire uccisa». E’ questo l’esito dell’autopsia svolta nella giornata di ieri, martedì 17 novembre 2020, sul corpo senza vita di Viktoriia Vovkotrub, la badante ucraina uccisa brutalmente nei giorni scorsi a Brescia prima di essere sepolta nel giardino di una ex bocciofila, dove è stata rinvenuta dagli investigatori dopo le indicazioni dell’ex fidanzato Berisa Kadrus, un 62enne kosovaro su cui pendono ora le accuse di omicidio volontario e occultazione di cadavere.
Tentativo di difesa. L’esame del medico legale ha evidenziato come Viktoriia abbia cercato di difendersi dall’aggressore – senza riuscirsi – ricevendo prima un colpo alla testa e poi cinque coltellate che le sono state fatali e che ne hanno sancito la morte. Elementi utili alle indagini del sostituto procuratore Donato Greco che procederà ad incriminare l’unico sospettato.
Sangue nel soggiorno della casa dell’ex compagno Il sopralluogo della Sezione Investigazioni scientifiche del Comando provinciale dei carabinieri presso l’abitazione di Berisa, infatti, aveva consentito già ieri di individuare la scena del crimine nel soggiorno della stessa, dove grazie all’utilizzo del luminol erano state rilevate alcune tracce di sangue, compatibili con una dinamica di tipo violento.

 

Badante ucraina uccisa, sabato il funerale. Sarà sepolta in città (QuiBrescia – 24 novembre 2020)
Per la magistratura è necessario che il corpo resti in Italia nel caso della necessità di nuovi elementi a processo.
Sarà celebrato sabato pomeriggio 28 novembre nella chiesa parrocchiale di Sant’Alessandro a Brescia il funerale di Viktoriia Vovkotrub, la 42enne badante ucraina il cui corpo è stato trovato sepolto all’ex bocciofila di via Divisione Acqui, in città. E a ucciderla, secondo il magistrato, è stato l’ex fidanzato serbo 60enne Kadrus Berisa che si trova detenuto nel carcere di Canton Mombello con l’accusa di omicidio volontario. Tuttavia, lui, a parte indicare il posto in cui la donna era stata sepolta, si è smarcato da ogni accusa. Sabato, dopo l’ultimo saluto alla 42enne, il corpo sarà sepolto nel cimitero di San Bartolomeo. Infatti, per la magistratura non può lasciare l’Italia nel momento in cui, in sede processuale, potrebbe essere disposta la riesumazione del cadavere per ricavare nuovi elementi.
E sabato per il funerale in città ci saranno anche il figlio 21enne e i genitori della vittima in arrivo dall’Ucraina. Dal punto di vista delle indagini, l’autopsia ha confermato che la donna è stata uccisa con cinque coltellate al petto prima di essere colpita alla testa. L’ex fidanzato e presunto assassino, sentito il proprio legale, potrebbe chiedere di essere interrogato nei prossimi giorni.

 

Addio a Viktoriia, «Morta da innocente e vittima dell’odio» (Giornale di Brescia – 29 novembre 2020)
In chiesa c’erano tante donne e due soli uomini. Oltre al figlio e al padre della vittima. La comunità ucraina ieri ha dato l’ultimo saluto a Viktoriia Vovkotrub, la 42enne uccisa con cinque coltellate e poi sepolta sotto un metro di terra nella vecchia bocciofila nel quartiere Primo maggio in città a due passi dalla casa dell’ex, il 60enne Kadrus Berisa, che ha fatto trovare il cadavere, ma non ha confessato l’omicidio.
«Viktoriia è morta da innocente ed è stata vittima dell’odio»
ha detto padre Mario Toffari, della Pastorale delle Cappellanie per i migranti, che ha concelebrato con padre Vasyl Filyak della chiesa Greco cattolica ucraina della Natività di Gesù. Seduti al primo banco c’erano i genitori della donna, arrivati venerdì in Italia, e poi il figlio 21enne che sta frequentando in patria la scuola militare. In Ucraina è invece rimasta la figlia 17enne.


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