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Vera Mudra, 61 anni, badante mamma. Uccisa mentre dormiva con 18 martellate in testa dal marito

Rimini, 25 Ottobre 2020

 


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Omicidio a Rimini, la cugina della vittima “Aveva tradito Vera e lei voleva il divorzio” (il Resto del Carlino – 27 ottobre 2020)
Il racconto di Halina, parente della donna uccisa dal marito a martellate. La settimana prima lui aveva portato in casa una prostituta
“Mi ha telefonato e mi ha detto ‘ho ucciso la Vera’. Era così tranquillo, ho pensato che stesse scherzando“. Halina Feduc, 50 anni, è la cugina di secondo grado di Vera Mudra,ammazzata a martellate dal marito la notte di domenica scorsa, nell’appartamento di via Pola. Giovanni Laguardia, 69, ex idraulico, prima ha chiamato lei e poi la Polizia. “Continuava a chiedere soldi da mandare in Ucraina, pretendeva che tornassi a lavorare in nero. Non ce la facevo più”. A caldo Laguardia è stato un fiume in piena, ma ieri mattina, davanti al gip e al suo difensore, Andrea Mandolesi, ha fatto scena muta. Halina invece è sotto choc e incredula, voleva bene a entrambi, ma solo ora si rende conto che in quella coppia non era tutto rose e fiori e che Vera sembrava decisa a chiedere il divorzio. Forse perchè lui, poco prima dell’omicidio e approfittando del fatto che la moglie era alle terme, aveva portato in casa una prostituta. Halina lo racconta nello studio dell’avvocato di parte civile, Cristiano Basile, con l’espressione di chi ancora non crede a quello che ha visto e sentito.
Halina, quando l’ha chiamata Giovanni?
“Era notte fonda, mi ha detto che aveva ucciso Vera e ha chiuso. Ho pensato scherzasse e l’ho richiamato. Non rispondeva più, così sono corsa in via Pola con il mio compagno. Un minuto dopo è arrivato lui su una macchina della Polizia. Mi ha detto solo ‘gli ho dato una martellata per ogni anno che siamo stati insieme’”.
Giovanni sostiene di essere stato esasperato dalle continua richieste di denaro di Vera. Ne sa niente?
No, e mi sembra impossibile. Vera come me faceva la badante, è vero che negli ultimi tempi non lavorava ma i soldi che mandava ai figli in Ucraina erano suoi. Giovanni era molto buono e partecipava quando si trattava di inviare i pacchi con i cibi e altre cose”.
Cos’è questa storia della prostituta?
“E’ successo quando Vera era alle terme, era partita il 12 ottobre ed è stata via poco più di un una settimana. Quando è tornata ha trovato la custodia di un profilattico e Giovanni ha confessato di essere andato con una prostituta. L’ha confermato anche a me. Ma Vera avrebbe trovato anche i documenti di un prestito di 15mila euro che il marito aveva chiesto alla banca. Il perchè non lo so nessuno”.
Ha sentito Giovanni prima dell’omicidio?
“Si, qualche giorno prima. Mi ha detto che lui e Vera litigavano, che non andavano più d’accordo, che non ce la facevano più e che avrebbero divorziato. Non so cosa stesse succedendo tra loro due, Vera era come una sorella, una donna forte e solare ma era anche molto riservata. Non riesco a credere che lui abbia usato tanta violenza, non l’ho mai conosciuto così. Ha sempre lavorato e con me è stato buono. Mi dispiace per tutti e due: lei è morta e lui resterà in carcere per tutta la vita”.

 

Uccide la moglie a martellate poi chiama la cugina di lei: “Ho ammazzato Vera” (FanPage – 28 ottobre 2020)
Mi ha telefonato e mi ha detto ‘ho ucciso la Vera’. Era così tranquillo, ho pensato che stesse scherzando”. È ancora sotto choc, Halina Feduc, la cugina di Vera Mudra, la donna uccisa a martellate dal marito la notte di domenica scorsa, nell’appartamento coniugale a Marina Centro (Rimini). La vittima era in procinto di chiedere il divorzio.
“Mi ha telefonato e mi ha detto ‘ho ucciso la Vera’. Era così tranquillo, ho pensato che stesse scherzando”. È ancora sotto choc, Halina Feduc, cinquant’anni, la cugina di Vera Mudra, la donna uccisa a martellate dal marito la notte di domenica scorsa, nell’appartamento di via Pola, a Marina Centro (Rimini).
Uccisa nel letto coniugale. Dopo aver assassinato brutalmente la moglie nel letto coniugale, secondo il racconto della cugina della vittima, Giovanni Laguardia, sessantanove anni, ex idraulico avrebbe fatto due telefonate. Una alla cugina di sua moglie, per comunicarle la morte di Vera, l’altra alle forze dell’ordine, per consegnarsi. Davanti agli agenti di polizia che lo hanno interrogato Laguardia non ha avuto difficoltà ad ammettere le sue responsabilità: “Continuava a chiedere soldi da mandare in Ucraina, pretendeva che tornassi a lavorare in nero. Non ce la facevo più”, ha tentato di giustificarsi il femminicida. Dopo aver avanzato queste vaghe spiegazioni, Laguardia, davanti al giudice per le indagini preliminari e al suo difensore, Andrea Mandolesi, ha fatto scena muta.
Il marito aveva portato una prostituta a casa. Sul rapporto tra i due coniugi ha invece testimoniato proprio Halina Feduc, la cugina della vittima, che in un primo momento ha reagito con incredulità alla notizia. Secondo il suo racconto, Vera sarebbe stata sul punto di chiedere il divorzio, ormai insofferente ai comportamenti del marito. Poco prima dell’omicidio, sempre secondo il racconto della testimone, approfittando del fatto che la moglie fosse alle terme, Laguardia aveva portato a casa una prostituta. Al momento, Laguardia non ha espresso pentimento per le sue azioni.

 

 

Vera Mudra Giovanni Laguardia (Gazeta Ukrainska)


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