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Tiziana Pavani, 55 anni, segretaria in un asilo. Uccisa a bottigliate in testa dall’uomo con cui aveva una relazione saltuaria

Milano, 12 Gennaio 2017


Titoli & Articoli

Via Bagarotti, donna trovata morta in casa: era a letto in un lago di sangue con ferite al volto (Milano Today – 12 gennaio 2017)
A dare l’allarme è stato un vicino, preoccupato per uno strano odore di gas. Poi, la scoperta. Il corpo riverso sul letto. Le ferite al volto e alla testa. E la sua camera trasformata in un lago di sangue.  Una donna di cinquantacinque anni, Tiziana Pavani – impiegata nella segreteria dell’asilo di via Anselmo da Baggio -, è stata trovata morta giovedì sera nel suo appartamento di via Bagarotti a Milano. A dare l’allarme, nel tardo pomeriggio, è stato un vicino di casa, preoccupato per non averla vista uscire e allarmato dallo strano odore di gas che arrivava dall’abitazione della vittima, una casa al quarto piano del condominio al civico 44. Quando l’uomo è entrato – la porta dell’appartamento era aperta – ha visto la manopola di un fornello aperta e ha poi trovato il corpo della vittima a letto. A quel punto, l’uomo ha chiesto l’intervento del 118, ma i soccorritori non hanno potuto far altro che constatare il decesso della donna.  Sul posto, verso le 19, sono intervenuti anche gli agenti della Squadra mobile e della scientifica. I primi rilievi, anche se al momento tutte le piste sono aperte, lascerebbero pensare ad un omicidio.

Segretaria d’asilo uccisa a Milano, le hanno fracassato il cranio: è stato un suo amico (Milano Today – 13 gennaio 2017)
La polizia indaga nella cerchia degli amici. Giovedì perquisizione a casa di un sospettato
È  stato un amico, qualcuno che lei conosceva molto bene, a uccidere Tiziana Pavani, la donna di cinquantacinque anni trovata morta giovedì sera nella sua casa al quarto piano del condominio al civico 44 di via Bagarotti. La vittima, segretaria nell’asilo di via Anselmo da Baggio, era distesa nel suo letto, in un lago di sangue e con la testa fracassata. Soccorritori del 118 e poliziotti l’hanno trovata verso le 19, quando un vicino è entrato in casa preoccupato per il forte odore di gas che arrivava dall’abitazione della Pavani, ma la morte dovrebbe essere avvenuta almeno otto ore prima.  Chi l’ha uccisa lo ha fatto con un oggetto contundente ancora non ritrovato e poi è scappato, lasciando aperto il gas di un fornello forse per cercare di sviare le indagini. La casa era in ordine, la porta era stata lasciata aperta e nell’appartamento – oltre alle tracce di sangue – non c’erano segni di colluttazione.
Giovedì sera, i poliziotti della Squadra mobile hanno già effettuato una perquisizione a casa di un sospettato, ma sembra che ci siano anche altre piste. La certezza, al momento, è che l’assassino va cercato e trovato nella cerchia degli amici di Tiziana, che al momento dell’omicidio era vestita come se stesse per uscire, forse per andare proprio all’asilo dove i suoi colleghi la aspettavano.  Gli stessi agenti, giovedì sera,hanno avvisato l’ex marito della cinquantacinquenne – i due non avevano figli – che si trova nelle Seychelles, suo Paese d’origine.

Tiziana Pavani massacrata per 2500 euro dall’uomo conosciuto in chat, arrestato (La Stampa – 14 gennaio 2017)
Tossicodipendente con un passato di problemi psichiatrici, lei gli aveva anche trovato lavoro in una ditta di pulizie.
Per neanche duemila e cinquecento euro, spesi il giorno dopo in gratta e vinci, birra, ricariche telefoniche e slot-machine, l’ha massacrata con una bottiglia di vetro mentre dormiva. E dopo averla colpita più volte sul viso, ha frugato in casa tra le sue cose, ha preso due cellulari e il suo bancomat. Poi è uscito a prelevare in una banca dietro l’angolo, ma solo dopo avere aperto il rubinetto del gas per provocare un’esplosione che nascondesse le sue tracce. Era sotto l’effetto di due grammi di cocaina Luca Raimondo Marcarelli, trentadue anni, incensurato, la notte in cui ha ucciso Tiziana Pavani, segretaria 55enne di una scuola del quartiere.
Una donna con un divorzio alle spalle, senza figli, più grande di vent’anni, che per il killer era non solo un’amante, ma un punto di riferimento. A Marcarelli, tossicodipendente con un passato di problemi psichiatrici, che aveva conosciuto in una chat su internet, aveva anche trovato lavoro in una ditta di pulizie. Dopo il primo colpo, questo ha confessato ieri sera alle forze dell’ordine, lei, che dormiva ignara quando lui ha preso la decisione di ucciderla (si è spogliato prima di dare inizio al massacro, per non sporcarsi gli abiti), ha anche aperto gli occhi. Un solo attimo, in cui lei lo ha guardato forse inconsapevole di quanto stava accadendo, e che non è bastato a fermare la sua furia, scattata alle 4,30 del mattino dopo avere passato la serata insieme.
A incastrarlo, nell’ambito delle indagini coordinate dai pm di Milano Letizia Mannella e Alberto Nobili, che si sono concentrate subito sulla cerchia delle sue frequentazioni, le immagini di sorveglianza della banca dove si è recato a prelevare subito dopo il delitto. Tessera che aveva poi spezzato a metà una volta tornato a casa, e infine gettato nel cestino, dov’è stata ritrovata dalle forze dell’ordine. Da ieri sera Marcarelli è in carcere a San Vittore con l’accusa di rapina e omicidio aggravato dalla premeditazione. Prima di tornare a casa, ha raccontato durante l’interrogatorio, si era lavato le mani e gli avambracci nel lavandino. Poi ha messo la bottiglia e i mozziconi di sigaretta nel sacchetto della spazzatura della cucina, e infine ha aperto il rubinetto del gas. Solo l’odore diffusosi nel vano scale, che ore dopo ha destato l’allarme di un vicino che ha aperto la porta dell’appartamento rimasto aperto, ha evitato un’esplosione che coinvolgesse altri appartamenti, forse l’intera palazzina popolare. «Volevo cancellare le prove – ha ammesso. Il mio cervello in quel momento era completamente in pappa».

 

 

Uccide la donna che gli aveva salvato la vita: “Ecco come è morta Tiziana” (Today – 15 gennaio 2017)
La confessione di Luca Raimondo Marcarelli, il 32enne che ha fracassato il cranio della segretaria d’asilo di Milano trovata morta in casa il 12 gennaio scorso: l’uomo ha tentato di far esplodere l’appartamento con il gas.
Poteva trasformarsi in una strage l’omicidio della 54enne Tiziana Pavani, avvenuto nella notte del 12 gennaio nell’appartamento della donna in via Bagarotti 44 a Baggio. L’assassino ammette di avere aperto i rubinetti del gas, prima di andarsene, per provocare uno scoppio e cancellare le prove. Per lo stesso motivo porta via i due cellulari di Tiziana, sperando in tal modo che nessuno risalga a lui.
Luca Raimondo Marcarelli, 32 anni, vive nella stessa strada della vittima. Si conoscono da qualche anno, si frequentano e si vedono ogni tanto: hanno una relazione saltuaria. Dalla confessione emergono particolari che non possono che colpire: emerge, per esempio, che la donna aveva cercato di aiutare il ragazzo in evidente difficoltà trovando al 32enne un lavoro presso un’impresa di pulizie. Solo una settimana prima, lo aveva poi trovato in strada mentre sta male, gli dà del calmante, poi si accorge che la boccetta è mezza vuota e allora va a cercarlo e chiama un’ambulanza e gli salva la vita.
IL DELITTO. La serata dell’11 gennaio la trascorrono insieme, a casa di Tiziana, e discutono. Parlano di soldi, di 2.450 euro che lei dovrebbe restituire a lui, che li pretende “entro fine mese”. Nel frattempo lui consuma cocaina, esce anche per andare ad acquistarne dell’altra, poi torna, discutono ancora e infine lei va a dormire. Quanta cocaina, è lui stesso a dirlo: prima dello «schizzo» notturno (è parola sua) che gli ha fatto prendere la bottiglia con cui, per tre volte, ha colpito Tiziana alla testa fracassandogliela, 1,8 grammi in diverse ore, dal pomeriggio alla notte. Cocaina che, invece, Tiziana non assume.
Dopo l’omicidio, nel sonno, il ragazzo prende il bancomat della donna e va a prelevare 500 euro prima di rincasare. Denaro che spenderà interamente il giorno dopo in ricariche telefoniche, gratta e vinci, slot machines e birre, secondo quanto riferisce lui stesso al pm Letizia Mannella e agli agenti della squadra mobile di Milano guidati da Leonardo Bucossi. Il pm gli imputerà, oltre all’omicidio volontario, la rapina: e chiederà per lui il carcere cautelare.


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