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Stefania Casolari, 36 anni, barista, mamma. Uccisa con 28 coltellate dal marito

Sassuolo (Modena), 15 Maggio 2006

 



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In memoria di

«Schiacciati da quel delitto e dalle accuse» Lo sfogo dei genitori di Stefania Casolari, uccisa dal marito a coltellate: «Dalla famiglia dell’omicida solo infamie» (Gazzetta di Modena – 10 settembre 2011)
Due famiglie divise da una ferita che non si è cicatrizzata. Da una parte i genitori di Stefania Casolari, la donna uccisa dal marito a coltellate nella loro abitazione di Sassuolo, e dall’altra i genitori di lui, Luca Zambelli, l’assassino che in carcere ha sposato Francesca Brandoli, anch’essa condannata per omicidio. Le accuse sono durissime e arrivano direttamente dall’avvocato che assiste i genitori della donna morta, Paola Cocchi e Pietro Casolari.
«Questa vicenda ha fatto emergere la vera personalità dei protagonisti», spiega il legale di parte civile Elisabetta Panciroli, di Castellarano, che ha voluto anche replicare ad alcune delle affermazioni fatte dalla madre di Zambelli, Lucia Boni, che ha sostenuto come i nipoti siano stati «blindati». Panciroli ha anche smentito l’assistente sociale che aveva confermato questa versione.
Sul matrimonio celebrato in carcere fra Luca Zambelli e la Brandoli, l’avvocato è chiarissimo: «Ero in vacanza e ho appreso la notizia dalla televisione. Poi al mio rientro ho preso contatti con Paola Cocchi. Certo a livello giudiziario sarà anche tutto regolare , ma a livello morale è una follia. Io non conosco la Brandoli, ma in quello che ha fatto viene fuori tutta la voglia di protagonismo di Zambelli, è evidente che non si è affatto pentito del delitto che ha commesso. Riguardo poi il fatto che lui conoscesse già prima la Brandoli, non è emerso nessun accenno in sede dibattimentale, una cosa strana».
Poi l’avvocato Panciroli sposta l’argomento sui figli della Casolari, all’epoca del delitto ancora minorenni. Tuttora, dopo cinque anni, la figlia è ancora minorenne. Commenta duramente l’accusa della madre di Zambelli, secondo cui i ragazzi sono stati blindati dai nonni materni. «Ma che blindati; sono in montagna dai nonni materni e i nonni paterni possono andarli a trovare quando vogliono. Nessuno glielo impedisce, a me invece risulta che agli inizi solo una volta hanno cercato di vedere i nipoti. È stato Mattia, il maggiore, ad andare a fare visita alla nonna paterna e ora mi sembra di avere capito che non abbia molta intenzione di tornarci». Poi l’avvocato spiega come mai i nonni paterni non contribuiscano al mantenimento dei nipoti.
«Come possono parlare di nipoti blindati? In cinque anni non hanno mai contribuito al mantenimento dei nipoti,
se non con qualche una tantum in ricorrenza di festività come Natale o compleanni. Questo è peraltro confermato dalle stesse loro dichiarazioni, anche se all’inizio di questa triste faccenda avevamo concordato sulla presenza di tutti e quattro i nonni e il loro legale di allora, l’avvocato Verna, aveva anche stabilito una cifra , tra l’altro proposta proprio da loro. Ma di questo non se ne è più parlato, forse pensavano che i ragazzi si mantenessero con l’aria? Invece è ricaduto tutto sulle spalle dei nonni materni sia concretamente che moralmente».
Su questo argomento interviene anche la mamma della Casolari che era presente al colloquio, Paola Cocchi: «Io per amore dei miei nipoti mi sono annullata». Ma quali passi avete fatto per ottenere questi contributi? «Si tratta di contributi per il mantenimento dei ragazzi. Abbiamo fatto richiesta al tribunale dei minori e riteniamo che su questo fronte il tribunale sia stato carente non avendo sentenziato. Infatti il fascicolo è ancora aperto da ben cinque anni, ma noi non possiamo fare niente perché i figli sono stato affidati ai servizi sociali. Ai Casolari è stato dato il collocamento, nessuno ha pensato che questi ragazzi vanno mantenuti, mandati a scuola e tutto quello che comporta mantenere una famiglia, i nonni materni si sono dovuti, a sessant’anni, reinventare una vita». Ma sembra che in questi giorni i servizi sociali di Sassuolo a cui sono stati affidati abbiano fatto una richiesta scritta ai nonni paterni perché concorrano concretamente al mantenimento dei due ragazzi. Sui servizi sociali l’avvocato Panciroli vuole anche fare chiarezza, soprattutto in merito alle accuse di ostacoli frapposti nei contatti: «I nonni materni non hanno mai ostacolato i contatti con i ragazzi. Invierò una richiesta ai servizi, per vedere chi è che ha avuto il coraggio di venire a dire ciò, ma vorrei anche risposte su cosa intendono fare». (di Luciano Castellari)