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Simona Forelli, 33 anni, mamma. Uccisa a coltellate dal convivente davanti ai figli

Parabiago (Milano), 17 Dicembre 2017


Titoli & Articoli

Parabiago, uccisa dal convivente davanti ai figli: “Siamo sconvolti, un atto disumano” (il Giorno – 18 dicembre 2017)
Il cordoglio della città per la morte della 33enne
Un capanello di amici della donna assassinata si è radunato fuori dall’abitazione poco dopo le 20,30 di ieri sera: «Siamo sconvolti e non abbiamo voglia di parlare. Non abbiamo parole per quello che è successo». Qualcuno piange, altri si trattengono a fatica. La notizia dell’omicidio di Simona Forelli, 33enne parabiaghese, accoltellata ieri sera dal convivente pachistano sotto gli occhi dei due figli piccolissimi della coppia , ha fatto il giro della città. Un tam tam mediatico che parte verso sera da via Santini, civico 25, a due passi da Piazza Maggiolini. Qui si è consumato un delitto efferato che in città ha pochi precedenti. Come vittima, ancora una volta, una donna, madre di due figli piccoli, l’ultimo dei quali partorito soltanto qualche mese fa, durante l’estate. Una donna che si era innamorata di Sadigue Zahir, 35 anni, pachistano.
«Un atto gravissimo – sottolinea il sindaco di Parabiago, Raffaele Cucchi –  e ovviamente da condannare senza alcun appello. Chi disprezza il valore della vita non è umano. Chi ammazza davanti ai figli è ancora più da condannare. Noi come altre amministrazioni stiamo lavorando sull’educazione, sulla cultura e nel portare avanti il messaggio di tutela delle donne, di tutte le donne. Poi arrivano notizie come queste, proprio a casa nostra, che ci spiazzano. Facciamo fatica a comprendere come queste cose possano accadere. Esprimo il mio cordoglio personale – conclude il primo cittadino –  e quello dell’amministrazione comunale alla famiglia della donna. Ci sono anche due bambini piccoli di mezzo e adesso vedremo subito cosa poter fare per loro».
Una vicina di casa parla di alcuni segni sul viso di Simona, intravisti nelle scorse settimane. Quasi Simona fosse già stata vittima della violenza  suo convivente. Quasi come se la tragedia consumata, sia stata di fatto una tragedia annunciata. In relatà ancora non è chiaro il movente dell’omicidio. Qualcuno parla anche di una coppia in crisi e del fatto che l’efferato omicidio sia nato dalla paura dell’uomo che Simona lo lasciasse. Eppure l’ultimo figlio era nato soltanto qualche mese fa, durante l’estate. Lo stesso figlio rimasto a piangere davanti alle chiazze di sangue laddove si è poi consumato il delitto di sua madre.

Milano, l’assassino di Simona: «Mi tradiva, ero geloso. Dove sono i miei figli?» (Corriere della Sera – 19 dicembre 2017)
Le parole del pachistano che ha accoltellato la compagna. I suoi bambini di 17 e cinque mesi presi in carico dal Tribunale per i minori in attesa di decidere per l’affidamento
La caserma dei carabinieri di Parabiago dista poco più di un chilometro dalla casa dove Simona Forelli viveva con i suoi bambini di 17 e cinque mesi. Dal civico 25 di via Santini alla stazione dell’Arma di viale Europa ci s’impiega al massimo una decina di minuti. Sadigue Zahir ci ha messo quasi un’ora prima di presentarsi al cancello della caserma. I vestiti sporchi di sangue, la faccia sconvolta, la voce ferma. Una volta dentro, mentre i militari avvertivano il capitano Francesco Cantarella, comandante della compagnia di Legnano, che l’assassino di Simona si era consegnato spontaneamente, lui ha detto poche parole. «Mi tradiva, lo avevo capito. Ero geloso. Come stanno i miei bambini?».
Non ci sono altri scenari dietro all’omicidio della 33enne Simona Forelli. Non c’entra la religione, non le differenze tra due civiltà
che più d’uno ieri ha richiamato sui gruppi social di Parabiago. La morte di Simona è la vicenda di una donna che semplicemente aveva deciso di chiudere una storia d’amore che amore non ne aveva più. Una scelta che può costare dolore, come sempre ce n’è quando si chiude un rapporto, e che l’avrebbe certamente obbligata a una nuova vita, con due figli piccoli da crescere da sola e tutte le difficoltà, anche economiche, che una situazione del genere le avrebbe imposto. Ma una scelta che non può mai costare una vita.
E di vite spezzate in questa vicenda ce ne sono molte. Quella di Simona, ma anche quella dei suoi bambini
adesso presi in carico dal Tribunale dei minori in attesa di un affidamento. Non si sa ancora se i magistrati acconsentiranno alla richiesta della nonna, Daniela Sabini, la madre di Simona, che vorrebbe ottenerne l’affido. Oppure se sceglieranno l’adozione da parte di una nuova famiglia. Anche la vita di nonna Daniela — volontaria in parrocchia e ora ricoverata in ospedale per lo choc — è devastata da questa tragedia. Così come quella della bisnonna Maddalena, anche lei impegnatissima in chiesa e molto conosciuta a Parabiago.
Sadigue Zahir invece resta in carcere. Dopo le prime parole, poche ore dopo il delitto avvenuto domenica alle 18, il 35enne ha scelto di non parlare davanti al pm Maria Cristina Ria. Ma per la Procura di Busto Arsizio non ci sono dubbi sulle responsabilità del pachistano. L’appartamento al primo piano di via Santini è ancora sotto sequestro. Simona e Sadigue, che lavorava in una ditta di distribuzione di volantini, lo avevano affittato in estate quando erano tornati dall’Inghilterra dopo la nascita del secondo figlio. È nello stesso stabile in cui vive la nonna Daniela. E dove abita anche la vicina che domenica ha soccorso Simona, dopo aver sentito le sue urla disperate. Il corpo era in bagno, supino, già senza vita. La 33enne è stata colpita in più punti. Non solo le tre ferite al torace giudicate mortali dai soccorritori. Ma decine di coltellate inferte con una lama da cucina da 25 centimetri.
I due si erano conosciuti a Dubai durante un viaggio, poi lei lo aveva seguito a Birmingham dove hanno vissuto per quasi due anni e dove sono nati i due figli. Appena tornati in Italia, la scorsa estate, lei aveva subito trasferito la residenza in via Santini dove aveva sempre vissuto con la madre. Ulteriore segno che non intendeva più lasciare Parabiago. Nelle ultime settimane le liti erano state sempre più frequenti. La madre, Daniela, lo aveva confidato anche al prete della chiesa dei santi Gervasio e Protaso, a centro metri da casa: «Sembrava una situazione normale, come accade a molte coppie — spiega il sacerdote —. Ora c’è un’intera famiglia distrutta. Pregheremo tutti per quei poveri bambini». Su Facebook il ricordo commosso dell’amica e vicina Lucia: «Non sarai l’ultima a subire queste follie. Dovevi avvisarci e chiedere aiuto. Ti prometto giustizia per te e per i tuoi bambini. Ci prenderemo cura di loro».

 

Omicidio di Parabiago, la città si interroga: “Chi crescerà i due piccoli?” (il Giorno – 20 dicembre 2017)
Una famiglia distrutta e due bambini orfani di madre: il gesto efferato di Sadique Zahir si ripercuote in primis sui due figli di 17 e 5 mesi
Una famiglia distrutta e due bambini orfani di madre. Il gesto sconsiderato di Sadique Zahir ha creato e creerà disagio in primis ai due figli di 17 e 5 mesi, rimasti senza la madre, uccisa a coltellate, e sicuramente senza il papà, chiuso in carcere nel mutismo assoluto. La madre di Simona Forelli, la vittima della follia del pachistano, è ricoverata sotto shock in ospedale a Legnano insieme ai due nipoti. Daniela Sabini avrebbe già avanzato proposta di affidamento dei due nipoti, che adesso sono stati presi in carico dal tribunale dei minori. Una richiesta difficile, considerato la status della donna, con un marito che da diversi anni è stato ricoverato in un centro specializzato per via di un incidente grave. “Daniela ha cresciuto Simona con tanti sacrifici, da quando il papà ha avuto un incidente. Era caduto da una scala ed era entrato in coma e da allora non si è più ripreso – spiega una amica di famiglia –. Io sono cresciuta vicino a loro e posso dire che Daniela è sempre stata una persona dolcissima. È lei che si deve occupare adesso dei bambini. Non posso credere che li diano in adozione senza lasciarli alla nonna”.
I servizi sociali sono presenti in ospedale, valutando minuto dopo minuto le condizioni psicologiche della donna e soprattutto dei bambini che continuano a piangere ormai dalla sera dell’omicidio. “Ci prenderemo cura dei bambini cara Simona”, hanno scritto diverse amiche sui social network, a testimonianza che la sorte dei bambini è quella che adesso sta maggiormente a cuore alle persone che conoscevano la famiglia. Sul movente intanto si fanno largo diverse ipotesi, anche se la più accreditata rimane quella del litigio della coppia legato al fatto che Simona avrebbe voluto rimanere a Parabiago senza tornare in Inghilterra. La donna avrebbe chiesto ed ottenuto la residenza proprio nell’appartamento della madre in via Santini, dove ha sempre vissuto. Per il pakistano un gesto di rottura permanente difficile da accettare. Da qui la rabbia sfociata nelle coltellate mortali inferte con un coltellaccio da cucina. Coltellate iniziate a quanto sembra già in sala, davanti al divano di casa. Coltellate che secondo indiscrezioni sarebbero state decine, oltre ai tre fendenti mortali inferti alla donna nel torace all’interno del bagno di casa.

Omicidio Parabiago il funerale della giovane mamma Simona Forelli (Prima Milano Ovest – 23 dicembre 2017)
L’ultimo saluto della comunità alla giovane mamma uccisa dal compagno.
Tutta la città per dare il suo ultimo saluto a Simona Forelli. Stamani, 22 dicembre, ultimo saluto alla giovane mamma uccisa e abbraccio ideale a tutta la sua famiglia e ai suoi figlioletti. Chiesa piena, tutti si avvicinano ai familiari distrutti dal dolore. Presenti anche i Carabinieri: anche loro hanno vissuto da vicino la tragedia. In molti si avvicinano alla bara per dare il loro ultimo saluto a Simona.

Le parole del parroco don Felice Noè

“Pensiamo ai due bimbi. Sono il segno di una vita pensata bella. La vita a di Simona ha conosciuto troppo presto violenza. Ma non c’è amore più grande si chi dà la vita. Simona vive nei suoi figli affidati a noi come germogli al freddo. dobbiamo essere vicino uno con l’altro. Ci sentiamo più poveri in questo Natale ma dobbiamo stare vicino al Signore. Lo dobbiamo a Simona”.


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