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Silvia Tabacchi, 28 anni, neolaureata. Uccisa con un colpo di pistola dall’ex fidanzato

Orte (Viterbo), 17 Marzo 2017


Titoli & Articoli

Il piano segreto per uccidere la ex «Silvia condannata a morte da mesi» (Corriere della Sera – 19 marzo 2017)
Viterbo, sequestrato il pc di Francesco Marigliani, lo studente suicida vicino Orte dopo aver assassinato Silvia Tabacchi. Il nuovo fidanzato di lei: «Gli voleva bene, non aveva paura». Ma dopo la fine della storia a settembre, l’omicida ha preso il porto d’armi
Silvia era stata condannata a morte dal suo ex. Almeno da settembre, da quando cioè la studentessa di Lettere appena laureata gli aveva comunicato l’intenzione di lasciarlo dopo dieci anni passati insieme. Francesco Marigliani, anche lui studente universitario – frequentava Medicina a Roma -, non ha reagito come tutti si aspettavano. In apparenza ha accettato la decisione della ragazza, ma in realtà, secondo i carabinieri, aveva già in mente quello che avrebbe fatto. Un piano messo a punto probabilmente proprio in quel momento, che prevedeva anche l’attesa per il disbrigo delle pratiche burocratiche per ottenere il porto d’armi e comprarsi una pistola. Cose che il trentenne di Amelia (Terni) ha fatto in rapida successione, mercoledì e giovedì scorsi, per poi uccidere venerdì la sua ex fidanzata e farla finita subito dopo. Una lucidità che oggi stupisce non solo gli investigatori del comando provinciale di Viterbo ma anche chi conosceva il ragazzo.
«Silvia non aveva mai parlato di lui come di una persona pericolosa. Si sentivano spesso, si mandavano sms. Nulla faceva pensare a una conclusione del genere», hanno raccontato i parenti della giovane, che frequentava un master a Roma. Nel suo cuore, proprio da settembre 2016, c’era un altro ragazzo. Un giovane che vive in un paese vicino al suo, Vasanello, e che ieri è stato sentito dai carabinieri ai quali ha confermato il fatto che venerdì pomeriggio Silvia gli aveva detto che avrebbe incontrato Francesco per l’ultima volta.
«Non aveva paura, non temeva per la sua vita», ha spiegato il nuovo fidanzato. Anche Marigliani sapeva che sarebbe stata l’ultima volta, ma in tutti i sensi. Con sé ha portato una Glock calibro 9, comprata in un’armeria a Terni mostrando il porto d’armi per uso sportivo appena ottenuto, e una lettera di tre pagine scritta al computer. Il testamento nel quale ha ripercorso i dieci anni di amore con Silvia e le volontà di entrambi per i funerali e la cremazione. In fondo i due nomi, come se Silvia fosse d’accordo. Ma lei quelle righe fitte fitte nemmeno le ha lette. Sono rimaste sulla sella della moto di lui, salito sull’auto della ex sulla strada fra Orte e Vasanello solo per ucciderla. I carabinieri sono andati ad Amelia per sequestrare il computer dello studente. Vogliono controllare cosa abbia scritto negli ultimi mesi e se dietro al suo piano ci possa essere stata l’influenza di altri. Anche se l’impressione è che Francesco abbia fatto tutto da solo, nascondendo per mesi quello che stava covando dentro.

Uccisa per aver amato (TusciaWeb – 23 marzo 2017)
In tanti, tantissimi. Fuori e dentro la chiesa di santa Maria assunta per l’addio a Silvia Tabacchi, la 28enne di Vasanello prematuramente strappata alla vita dal suo primo amore. Quell’ex fidanzato Francesco Marigliani che non si era rassegnato alla fine della loro relazione.
Davanti al feretro, ricoperto di rose bianche, parenti, amici e conoscenti si abbracciano silenziosamente. I loro occhi sono gonfi e pieni di lacrime. Lacrime inconsolabili, testimoni di un cuore straziato. In prima fila ci sono la mamma Beatrice, papà Antonio, il fratello Fernando, gli zii e i cugini sono dilaniati dal dolore. Poi il sindaco di Vasanello Antonio Porri: in paese è lutto cittadino.
A celebrare il rito il vescovo di Civita Castellana Romano Rossi, affiancato da don Enzo Prato, il parroco di Vasanello che aveva battezzato Silvia. “E’ stata una settimana di buio e angoscia – dice il vescovo prima dell’inizio del rito -. Si è fatto buio quel venerdì pomeriggio. Siamo tutti legati a Silvia, a quest’angelo. E oggi, accompagnati anche da questo sole, senza voglia di dimenticare, dobbiamo sentire il desiderio di volare. Anche se appesantiti e feriti dobbiamo volare, in sintonia con Silvia. E’ faticoso, ma in questo momento nei cuori di tutti c’è il desiderio di avvicinarsi a lei e condividere il suo eterno presente. Trasformiamo questa bara in una culla e questo baratro in una pista, sarebbe il modo più grande non per salutare Silvia ma per accompagnarla nel suo ultimo volo”. Nell’omelia, al termine della lettura del Vangelo, il vescovo Rossi ha ricordato Silvia come “un agnello ucciso per aver amato troppo”.
“La notizia della sua morte è stata una stilettata alla coscienza e al cuore di tutti noi. E tutti ci siamo stretti in un abbraccio alla sua famiglia. Abbiamo provato dolore, dolore e ancora dolore.Abbiamo pianto e dovevamo farlo – sottolineane il vescovo -. In questi giorni ci siamo riempiti di domande. Retoriche ma giuste, di cui già sappiamo la risposta. Silvia dove è? Silvia che fa? Chi ama davvero queste domande se le pone.
Le amiche hanno perso un fedele punto di riferimento, per non dire cosa ha perso la famiglia. Silvia si stava facendo strada nel mondo della vita, ma i suoi sogni sono stati stroncati. Valeva la pena vivesse? Sì, perché è stato un dono di grande valore. E’ stata un agnello, che ha pagato per aver amato”. Il vescovo Rossi si rivolge poi agli amici di Silvia. “Continuate a vivere, cercando di scoprire perché la vita è bella, cosa le dà valore. Non abbiate paura, perché Silvia non è gelosa della vostra vita. Da grembo di un intero popolo, non più della madre, Silvia ha preso il volo. Ora ad aspettarla non ci sono più le braccia di papà Antonio ma quelle del padre supremo: Dio”.
Dalle 9,30 di questa mattina nella chiesa di piazza della Repubblica, la stessa in cui martedì si è svolta una veglia in memoria della 28enne, la camera ardente. E in tanti hanno salutato Silvia e pregato a fianco alla sua famiglia. “I soldi delle offerte raccolte durante la cerimonia – dicono i genitori della ragazza – saranno devoluti alle associazioni contro la violenza sulle donne”. Venerdì scorso Silvia è stata trovata cadavere insieme all’ex fidanzato di Amelia nella sua auto, parcheggiata in una piazzola della strada che da Orte va a Vasanello. Doveva essere solo il loro ultimo incontro per chiudere definitivamente il rapporto. L’ultimo appuntamento di due 28enni che si erano lasciati da pochi mesi, dopo un’adolescenza passata insieme. Francesco invece, arrivato poco prima delle 16 in sella alla sua Kawasaki Ninja nera, è salito nell’auto di Silvia, ha impugnato la pistola e le ha sparato. Un colpo alla testa. Mortale. Poi si è puntato la calibro 9 contro, prima all’addome e poi alla tempia, e si è tolto la vita. Mentre Silvia era riuscita a voltar pagina con un nuovo fidanzato, lui non si era ancora rassegnato alla fine della loro relazione.

 

 


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