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Sara Luciani, 21 anni. Ritrovata morta in un canale dopo che il fidanzato si era impiccato

Melzo (Milano), 8 Giugno 2018

 


Titoli & Articoli

Si cerca ragazza scomparsa, il fidanzato trovato impiccato (Rai News – 11 giugno 2018)
Riprendono le ricerche di Sara Luciani, 21 enne di Melzo,scomparsa da casa venerdì sera dopo essere uscita in auto con ilfidanzato Manuel Buzzini, 31 anni, trovato suicida sabato mattina nel cortile della casa in cui abitava sua nonna. Le ricerche interesseranno la zona già perlustrata ieri nei pressidel canale Muzzo, a Paullo, dove è stato scoperto il paraurti della vettura usata dalla coppia. Buzzini è stato trovato impiccato e con gli abiti bagnati. Difficile ricostruire i loro spostamenti perché entrambi, a quanto si è appreso, avevano deciso di comune accordo di non usare più il cellulare, da qualche tempo.
Una unica telecamera di videosorveglianza della zona ha ripreso l’arrivo di Manuel, solo, alle quattro di sabato mattina nella via dove viveva sua nonna, dove è stato ripreso mentre scavalcava la recinzione di quella casa di corte in cui si è tolto la vita, impiccandosi. Secondo quanto appurato dai militari, a familiari e conoscenti non risulterebbero problemi nella relazione tra i due.
Sara, descritta come una ragazza molto timida e introversa, avrebbe avuto sul 31enne un’influenza positiva, tanto da allontanarlo definitivamente dal consumo di stupefacenti, con i quali l’uomo avrebbe avuto qualche problema anni fa. Una ‘coppia molto affiatata’, secondo alcuni, forse ‘anche troppo’, a detta di altri.
Le ricerche della ragazza e dell’auto del fidanzato proseguono senza sosta per opera di sommozzatori, vigili del fuoco e protezione civile, sia lungo gli argini del fiume Adda e del canale Muzza che nelle cave adiacenti. Per ora l’unico indizio resta il pezzo di veicolo recuperato all’altezza della centrale idroelettrica di Paullo. Tante le ipotesi degli investigatori, tra cui la decisione della ragazza di allontanarsi e un primo tentativo di togliersi la vita di Manuel, con la sua auto, così come un incidente a seguito del quale il 31enne potrebbe aver deciso di togliersi la vita. Comprensibilmente sulle sorti della giovane è troppo presto per pronunciarsi, anche se non viene esclusa nemmeno la pista dell’omicidio-suicidio.

Sara Luciani, il corpo della ragazza scomparsa trovato in un canale. Il fidanzato si era ucciso (il Messaggero – 13 giugno 2018)
Quel corpo che galleggiava sul canale del Muzza, gonfio dai giorni trascorsi in acqua, è di
 Sara Luciani. Il tribale tatuato sul braccio destro e un altro disegno sulla coscia hanno messo fine alla ricerca della ragazza di 21 anni che venerdì scorso era sparita da Melzo, dopo essere salita sull’auto del suo fidanzato Manuel Buzzini, l’operaio di 31 anni che poche ore dopo si è impiccato nel cortile del palazzo della nonna. Da un primo esame esterno il cadavere non presenta ferite evidenti provocate da coltellate o colpi di pistola, ma sono molti i segni di trascinamento da corrente sul fondo del Muzza, un canale artificiale che attraversa Milano, Lodi e Cremona.
Alle 14:30 un pescatore e un passante che camminavano lungo le sponde hanno notato il corpo che galleggiava all’altezza di via Buonarroti, a Paullo. Il caso ha voluto che a un centinaio di metri a monte ci fossero i sommozzatori dei vigili del fuoco che stavano per iniziare una nuova immersione di ricerca. Hanno raggiunto il punto indicato, bloccato il corpo con un’asta e infine lo hanno adagiato sul margine in attesa del medico legale. Intanto sul posto è arrivato lo zio della Luciani a cui è toccato il penoso compito del riconoscimento, uno sguardo in silenzio sotto il telo bianco. I tatuaggi hanno cancellato ogni dubbio sull’identità. Alla notizia del ritrovamento il padre della ragazza ha avuto un malore che ha costretto al trasporto in ospedale a titolo precauzionale. Poco più giù a valle, domenica scorsa, le griglie della centrale idroelettrica avevano fermato il paraurti della Golf su cui la ragazza era salita venerdì sera per l’ultima uscita con il fidanzato e un amico.
Quest’ultimo, indicato da un testimone, ha poi raccontato ai carabinieri della compagnia di Cassano d’Adda di aver trascorso parte della serata assieme alla coppia, di aver comprato cocaina con Buzzini e di averla consumata solo con lui, ma di averli salutati prima che la situazione degenerasse. In realtà, al momento, nessuno sa cosa sia accaduto esattamente.
L’ipotesi più accreditata è che l’operaio abbia ucciso la fidanzata e abbia spinto la propria auto con lei dentro nel canale. Alle 4, come conferma il video registrato da una telecamera, ha scavalcato il cancello del palazzo della nonna e si è impiccato in cortile. L’anziana lo ha trovato la mattina dopo, aveva i vestiti inzuppati dalla cintola in giù e le scarpe sporche di fango. La vettura non è stata ancora ritrovata, è probabile che in questi giorni il corpo sia rimasto chiuso all’interno e che per i movimenti della corrente sia infine scivolato fuori. I segni sul cadavere dovuti agli ostacoli incontrati nell’acqua potrebbero complicare l’autopsia che avverrà nei prossimi giorni. Quella su Buzzini è stata eseguita ieri e ha confermato l’uso di cocaina.​​

Melzo, Sara Luciani, la pista del delitto. Un amico: «Ero in auto con loro». Droga e minacce di morte (Corriere della Sera – 13 giugno 2018)
La pista del delitto nel dramma della 21enne e del fidanzato Manuel Buzzini, trovato impiccato. Spunta un amico che ammette: «È vero, quella sera ero in auto con loro, io e lui abbiamo preso cocaina». La ragazza aveva confidato di essere stata picchiata.
Manuel aveva minacciato di morte la fidanzata. L’aveva anche picchiata, in passato, come lei stessa aveva confidato a un’amica. Ma soprattutto, la sera della misteriosa sparizione di Sara, aveva sniffato cocaina in macchina insieme a un amico. Prende sempre più corpo la pista dell’omicidio-suicidio dietro la scomparsa della 21enne Sara Luciani e la morte del fidanzato Manuel Buzzini di dieci anni più grande. La svolta è arrivata dopo una giornata frenetica di interrogatori e ricerche del corpo della ragazza e della Volkswagen Golf sulla quale viaggiava la coppia.
Le acque della Muzza non hanno ancora restituito né l’auto né i resti della 21enne, ma è sul fronte delle indagini coordinate dall’aggiunto Maria Letizia Mannella e dal sostituto Michela Bordieri che arrivano le novità maggiori. Perché martedì pomeriggio s’è spontaneamente presentato ai carabinieri di Cassano d’Adda il «terzo uomo» che il padre di Sara aveva intravisto seduto al sedile del passeggero venerdì sera alle 22 dal balcone di casa quando Manuel era passato a prendere la fidanzata. Si tratta di un amico del 31enne, di qualche anno più grande e che vive sempre a Melzo. L’uomo ha raccontato di essere rimasto con i fidanzati per poco più di due ore, come testimonierebbe anche la ripresa di una telecamera di sorveglianza che ha filmato la Volkswagen a Melzo alle 00.38. «Io e Manuel abbiamo pippato cocaina, Sara non ha toccato droga», ha messo a verbale davanti ai carabinieri guidati dal capitano Giuseppe Verde.
L’uomo non è indagato e il suo racconto è ritenuto attendibile, anche se proseguono accertamenti e verifiche. «Per capire cosa sia realmente accaduto sarà necessario il ritrovamento del corpo della ragazza e dell’auto – spiegano gli inquirenti -. Ma abbiamo motivo di ritenere che tutto sia avvenuto in un contesto di coppia. In una relazione problematica tra i due giovani». Cosa significhi tutto questo lo hanno spiegato le testimonianze dei pochi amici: «Litigavano spesso ultimamente. Lei aveva confidato di essere stata picchiata. Aveva paura perché Manuel l’aveva anche minacciata di morte». Durante una lite il ragazzo avrebbe anche spaccato il cellulare della fidanzata. Gli investigatori parlano di un rapporto «simbiotico» e quasi «ossessivo» tra i due giovani che si erano chiusi sempre di più interrompendo i rapporti con gli amici e l’uso di cellulari e social network.
Lunedì pomeriggio i vigili del fuoco hanno recuperato uno zainetto con attrezzatura da pesca in una «conca» della Muzza vicino a Lavagna, nel tratto tra Truccazzano e Paullo dove si concentrano le ricerche. Materiale che si trovava sulla Golf e che apparteneva al cugino di Manuel, anche lui appassionato pescatore. Il giovane ha raccontato di averlo lasciato al 31enne un anno fa. «Veniva qui spesso – ha raccontato il titolare del negozio di pesca Riva di Truccazzano -. In passato aveva anche cercato di vendere parte della sua attrezzatura. Evidentemente aveva bisogno di soldi, si diceva che facesse uso si droga». Il 31enne era un esperto pescatore, conosceva bene il territorio e i sentieri della zona. Questo spiegherebbe come sia stato possibile che il giovane sia riuscito a rientrare a notte fonda attraverso le campagne dopo – come sospettano gli inquirenti – aver ucciso Sara gettando l’auto nella Muzza.
Ieri è stata eseguita l’autopsia sul corpo del 31enne. I medici legali hanno confermato la morte per impiccagione. Manuel ha usato un cordino in nylon da giardinaggio. Su gambe e braccia non ci sono segni di lotta, colluttazione e neppure ferite che potrebbe essersi provocato in un eventuale incidente con l’auto. Per gli investigatori, non ci sarebbe traccia di altre persone. Come peraltro confermato dalle riprese della telecamera di sorveglianza della farmacia di via Madonnina 22 a Melzo dove abita la nonna materna e dove il ragazzo è stato trovato morto sabato mattina alle 7.30. Buzzini, insomma, ha fatto tutto da solo. Ci vorranno un paio di settimane per l’esito dei test tossicologici. Ora resta il mistero dell’auto e di Sara (quasi nessuna speranza di trovarla viva ormai). Le ricerche proseguiranno anche oggi. Per il momento il fascicolo resta aperto per istigazione al suicidio. La famiglia di Sara, intanto, attraverso l’avvocato Alessandro Malvezzi chiede il massimo riserbo e il rispetto del dolore: «Abbiamo fiducia in carabinieri e magistrati».

Milano, Sara Luciani non è annegata: «Gettata in acqua già morta» (Corriere della Sera – 15 giugno 2018)
L’esito dell’autopsia sul corpo della 21enne ritrovato nelle acque della Muzza. Sul cadavere della giovane non sono emersi segni di violenza. Serviranno altri esami: «Malore o strangolamento». Attesi i risultati degli esami tossicologici
Sara era già morta quando è stata gettata nella Muzza. La ventunenne non è annegata, nei suoi polmoni non c’è acqua. È questa la prima certezza emersa dall’autopsia eseguita ieri mattina sul cadavere della 21enne Sara Luciani. Sul corpo non sono stati trovati segni di violenza che possano ricondurre con certezza alla causa di morte, ma su questo punto il procuratore aggiunto Maria Letizia Mannella e il pm Michela Bordieri attendono nuovi esami. Lo stato del cadavere, rimasto in acqua per cinque giorni, non ha permesso di chiarire se la ragazza sia stata strangolata. Di certo le lesioni trovate sul suo corpo sono superficiali e successive al decesso, come già aveva ipotizzato il medico legale intervenuto mercoledì in via Buonarroti a Paullo dove è stato recuperato il corpo della giovane.
Sul fronte delle indagini i primi risultati dell’autopsia confermano che non si è trattato di un incidente. In un primo momento si era ipotizzato che i due fidanzati di Melzo potessero essere finiti nel canale per errore e che Manuel Buzzini, 31 anni, si fosse suicidato sotto choc dopo aver visto la compagna morire. A questo punto i carabinieri di Cassano d’Adda si trovano davanti a due strade. La prima è quella dell’omicidio-suicidio. Una pista che con il passare dei giorni ha preso via via sempre più corpo. Soprattutto dopo la testimonianza di alcune amiche di Sara che hanno raccontato che la 21enne era stata picchiata e minacciata di morte dal fidanzato.
La seconda trae spunto da quanto accaduto nelle prime ore di scomparsa della ragazza, venerdì scorso. I due fidanzati sono rimasti in macchina per due ore con un «amico» di Manuel. I ragazzi hanno sniffato cocaina (lo ha confermato l’amico) ma Sara non ne avrebbe assunta, almeno stando al racconto del testimone. Per averne la certezza si dovrà attendere l’esito dell’esame tossicologico. Il sospetto è che Sara possa aver assunto droghe con il fidanzato (l’amico avrebbe lasciato la coppia quando la ragazza era ancora viva) e che possa essere rimasta vittima di un malore. A quel punto il 31enne avrebbe perso la testa. Anziché soccorrere la fidanzata l’avrebbe lasciata morire e gettata in acqua insieme alla macchina (non ancora trovata). Poi a piedi si sarebbe allontanato per andare a impiccarsi a casa della nonna. Tutto in meno di due ore.
Ma per quale motivo «nascosto» auto e cadavere? Per gli inquirenti lo scenario sembra più quello di un piano lucido e organizzato da tempo. Un omicidio-suicidio ideato da giorni. (di Cesare Giuzzi)


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