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Samira El Attar, 43 anni, mamma. Scomparsa. Condannato all’ergastolo il marito

Stanghella (Padova), 21 Ottobre 2019


Titoli & Articoli

Samira scomparsa dopo aver portato la figlia a scuola, marito indagato per omicidio e occultamento di cadavere (Corriere della Sera – 18 dicembre 2019)
Mohamed Barbri è stato iscritto dalla procura di Rovigo nel registro. L’uomo si difende: «Sono innocente, amo mia moglie e voglio continuare a cercarla»

Omicidio Samira, prima di sparire la donna temeva che il marito potesse avvelenarla (Fan Page – 19 dicembre 2019)
Un episodio sconcertante è venuto alla luce in questi giorni. Sei mesi prima della scomparsa di Samira dal Padovano, la figlioletta di 4 anni era stata ricoverata in ospedale per un’avvelenamento da farmaci. La piccola aveva bevuto accidentalmente una tazza di tè in cui il padre aveva versato del medicinale. Samira aveva rivelato alla madre di temere che il té drogato fosse destinato a lei.
Un giorno di quasi sei mesi fa, la figlioletta di quattro anni di Samira El Attar è stata coppia è stata ricoverata in ospedale per un avvelenamento e sottoposta a lavanda gastrica. La piccola, come ha segnalato immediatamente il padre, Mohamed Barbri, oggi indagato per omicidio e occultamento di cadavere, ai medici aveva ingerito accidentalmente una medicina che lui aveva versato in tazza di tè. L’infuso, ha precisato in ospedale, lo aveva preparato per sé, ma poi tornato a casa si è liberato immediatamente della bottiglietta del farmaco che avrebbe dovuto assumere.
Samira El Attar come Roberta Ragusa? Sconvolta dall’episodio, Samira aveva rivelato a sua madre di sospettare che quella tazza di tè fosse destinata a lei. Secondo Samira, suo marito avrebbe voluto sedarla per ave accesso indisturbato al suo cellulare. L’episodio ha ricordato a quanti seguono la vicenda della mamma scomparsa, lo strano incidente accaduto a Roberta Ragusa, prima che sparisse, quando il marito Antonio Logli le era ‘caduto’ addosso da una scala. “Mi ha quasi ucciso – rivelò all’amica – ma non l’ha mica fatto apposta – aggiunse sarcastica”.
La gelosia e quell’app sul telefonino. Nel caso di Samira, quello che emerse è una gelosia ossessiva da parte del marito, tanto da controllarle i messaggi con un’app installata sul telefonino. A questo sarebbe arrivato, secondo i parenti di Samira El Attar, suo marito Mohamed Barbri. “Samira – ha spiegato uno zio a ‘Chi l’ha visto’ – era una donna allegra, integrata, che amava vivere all’occidentale”.
Samira, però, è scomparsa senza lasciare traccia lo scorso 21 ottobre, lasciando quella figlioletta che amava sopra ogni cosa. Una traccia, invero, è stata ritrovata nei campi a pochi metri dal casolare dove la donna viveva con la famiglia. Si tratta di una scarpa nera e di un portachiavi ritrovati una settimana fa proprio da Mohamed che li ha consegnati ai carabinieri indicandoli come oggetti appartenenti sicuramente alla moglie. Quegli oggetti seminati sulla strada portano al corpo?
Proprio ieri è avvenuto l’ennesimo colpo di scena. Dopo che si era diffusa la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati, Barbri ha fatto ritrovare un altro oggetto appartenuto alla moglie, una catenina d’oro strappata. Il corpo, o altre tracce di lei, lascia intendere, potrebbe trovarsi nella stessa zona, nelle cascine abbandonate nei campi di Solesino. Come fa Moahamed a saperlo, è la domanda che si sono posti quanti in questi giorni seguono la vicenda. Il ritrovamento, in particolare, ha fatto riaffiorare alla memoria quello del cellulare di Sarah Scazzi avvenuto, nel 2010, per mano dello zio Michele Misseri, che poi si scoprì coinvolto nel caso. Nel caso di Avetrana al ritrovamento del cellulare seguì quello del corpo della ragazzina. Anche in questo caso, come profetizzato da Barbri, sta per venire alla luce un cadavere?

Mamma scomparsa, le ultime novità sul misterioso caso di Samira (il Gazzettino – 28 dicembre 2019)
È salita sull’aereo a Marrakech ed è atterrata a Milano Malpensa, con tanti pensieri in testa e con un’inquietante domanda senza risposta: che fine ha fatto sua figlia Samira? Da lunedì è in Italia la signora Marika, la mamma della quarantatreenne marocchina scomparsa nel nulla lo scorso 21 ottobre. In questi primi giorni è stata ospitata dai parenti che vivono a Cittadella ed è stata anche a Stanghella prendendosi cura della nipotina. A starle vicino, come un’ombra, la sorella Hannah che vive sull’Altopiano di Asiago. A poco più di due mesi dalla misteriosa sparizione della figlia, dunque, la madre di Samira è riuscita a completare il lungo iter burocratico che le ha consentito di partire per l’Italia. Un modo per parlare faccia a faccia con gli investigatori, certo, ma anche per stringere forte a sé la nipotina di quattro anni.
LA TESTIMONIANZA
«Il marito di Samira è una persona gelosa e a volte aveva degli atteggiamenti pesanti – aveva detto nei giorni scorsi la madre alla trasmissione Rai Storie italiane -. Quando sono venuti assieme in Marocco, lei voleva uscire e andare a trovare i parenti ma lui le diceva di non andare perché non si fidava. Lui stava attento anche al modo in cui lei si vestiva. Samira mi ha raccontato che lui una volta le aveva messo delle gocce per dormire nel the. Quelle gocce sarebbero servite a controllarle il telefono». 
Samira El Attar è sparita nel nulla un lunedì mattina dopo aver accompagnato la figlioletta all’asilo. Inizialmente la Procura di Rovigo aveva aperto il fascicolo per sequestro di persona a carico di ignoti, una settimana fa è emerso che il marito quarantenne della donna, Mohamed Barbri, bracciante agricolo attualmente disoccupato, risulta indagato per omicidio e occultamento di cadavere. «Non è vero che io sono geloso e non è vero che la controllavo. Io sono innamorato di lei e spero di trovarla» ripete lui. 
Lo scorso 18 dicembre Mohamed e il suo avvocato, Daniele Pizzi, hanno recuperato accanto al fosso che costeggia la Statale 16 un braccialetto strappato: «Apparteneva a mia moglie» è la convinzione del quarantenne. Il ritrovamento fa seguito a quello di una scarpa e di un portachiavi. «Anche quelli erano di Samira» assicura Mohamed. I carabinieri raccolgono ogni elemento e continuano a indagare.
(di Gabriele Pipia)

 

 

 


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In memoria di

Ergastolo definitivo, ma Samira non è mai stata trovata (la Voce di Rovigo – 9 luglio 2023)
La vicenda giudiziaria è conclusa, il mistero su dove sia il corpo della sfortunata moglie e mamma no
Ergastolo.
La Cassazione ha respinto il ricorso di Mohamed Barbri, 43 anni, accusato di aver ucciso la moglie Samira El Attar, 43 anni all’epoca del delitto, e di averne occultato il cadavere. Confermato, dunque, il verdetto della Corte d’Appello di Venezia che, a ottobre, aveva a sua volta confermato quello della Corte d’Assise di Rovigo di due anni fa: fine pena mai.
Si conclude così la vicenda giudiziaria relativa a uno dei gialli che maggiormente hanno appassionato il Polesine e la Bassa negli ultimi anni: quello della morta della povera Samira, appunto, il cui corpo, purtroppo, non è mai stato trovato.
Della donna, marocchina, residente con la famiglia a Stanghella,non si sono più avute notizie a partire dal 21 ottobre 2019. Fu lo stesso marito a denunciarne la scomparsa, ai carabinieri della stazione di Boara Pisani: dopo le prime settimane di ricerche, che hanno mobilitato carabinieri, vigili del fuoco, Protezione civile, cani addestrati alla ricerca delle persone scomparse, nelle quali si era pensato a un incidente, la Procura aveva iscritto sul registro degli indagati il marito.
E’ iniziato così, dunque, il procedimento per omicidio volontario e occultamento di cadavere che ha portato l’uomo alla condanna all’ergastolo. Secondo la ricostruzione dei fatti, sempre negata dall’uomo e dalla sua difesa, sarebbe stato lui ad uccidere Samira, a seguito di una situazione familiare estremamente tesa. L’uomo, infatti, sarebbe stato dedito al gioco e questo, con le perdite economiche che provocava, avrebbe creato, unito alla sua tremenda gelosia, una vistosa incrinatura nel rapporto con la moglie che, nell’ultimo periodo, avrebbe forse maturato l’idea di lasciarlo. Una scelta e una prospettiva che sarebbero risultate inaccettabili per l’uomo.
La svolta il primo gennaio del 2020, quando Barbri si è reso irreperibile. Due settimane dopo è stato arrestato in Spagna. Per la Procura, andando all’estero aveva visto la possibilità di una fuga;
da parte sua il marocchino spiegò che, al contrario, aveva solamente intenzione di fare la propria parte per la ricerca di Samira, pensando che potesse essersene andata proprio in quel Paese, magari diretta verso il Marocco.
Le ricerche del corpo di Samira sono poi proseguite in varie tranche, anche a mesi di distanza, sempre con il supporto dei vigili del fuoco, oltre che di carabinieri e Protezione civile, e con l’impiego di cani addestrati proprio a questa tipologia di “lavoro”. Non hanno, però, mai avuto esito, senza che, però, questo, dal punto di vista della pubblica accusa, inficiasse la possibilità di contestare l’accusa di omicidio. Un accusa che si è poi trasformata in sentenza, che ora è definitiva: ergastolo.