Sabrina Beccalli, 39 anni, operaia, mamma. Uccisa a colpi di roncola e bruciata nella sua auto da un pretendente respinto. Le sue ossa vengono confuse con quelle di un cane e i resti gettati in discarica
Vergonzana (Crema), 14 Agosto 2020
Titoli & Articoli
La scomparsa e la morte di Sabrina Beccalli: tutto quello che sappiamo finora (la Repubblica – 24 agosto 2020)
Si cerca il corpo della 39enne di Crema, scomparsa la notte prima di Ferragosto dopo aver incontrato il 45enne Alessandro Pasini. Che, ancora, non dice dove ha portato il suo cadavere
Dov’è il corpo di Sabrina Beccalli, la 39enne di Crema scomparsa la notte tra il 14 e il 15 agosto? Perché e come è stata uccisa? C’è un’auto bruciata nelle campagne cremasche, a Vergonzana, ci sono familiari – c’è un figlio di 15 anni – che a distanza ormai di più di una settimana vogliono sapere cosa è successo. E c’è un uomo in carcere che continua con mezze ammissioni che non compongono il quadro completo. Ecco tutto quello che sappiamo finora su questo caso, da quanto finora è emerso dalle testimonianze e dalle indagini della procura.
14 agosto: l’ultima sera di Sabrina Beccalli
Sabrina Beccalli lascia suo figlio a casa di amici: l’accordo è di tornare a prenderlo la mattina dopo, giorno di Ferragosto, per una giornata in piscina ad Antegnate. All’una di notte manda un messaggio a suo figlio: è l’ultimo contatto tra i due. La sera la trascorre al bar Sombrero con un amico che, testimonierà in seguito, che la donna resta lì fino all’una e beve diversi bicchieri. Alle 2 di notte Sabrina Beccalli telefona all’amico, che nel frattempo è in un altro bar, il Pinocchio, e gli chiede di passargli al telefono Alessandro Pasini. Una vicina di casa della donna la sente chiaramente dire: “Passamelo che gli voglio parlare”. Pasini poco dopo lascia il bar. Alle 4 di notte Sabrina Beccalli esce di casa e sale sulla sua Panda rossa. La porta di casa verrà poi trovata aperta la mattina dopo. Va in via Porto Franco, dove Pasini le ha dato appuntamento: qui c’è l’appartamento della ex fidanzata di Pasini, i due erano stati in vacanza in Sicilia fino al 4 agosto, quando si lasciano e lui torna a Crema. Ha ancora le chiavi di quell’appartamento, ed è qui che accoglie Sabrina Beccalli. Che parcheggia l’auto nel cortile interno e sale in casa.
I due sono nell’appartamento, è ipotizzabile che facciano uso di sostanze stupefacenti, cocaina ed eroina. Intorno alle 5 una donna, che abita lì accanto sente chiedere aiuto, urla disperate – “aiuto, aiuto, no” -, chiama il 112 ma non può localizzare le grida: una pattuglia arriva ma non nota nulla di anomalo.
Pasini avrebbe sostenuto durante l’interrogatorio di garanzia di aver provato ad avere un rapporto sessuale con la donna, che però avrebbe rifiutato e di averla poi trovata morta in bagno per overdose, una versione però ritenuta non credibile dagli investigatori. A quel punto avrebbe avvolto il corpo in una coperta caricandolo nella Panda. Poi torna in casa e ripulisce, cerca di far sparire le tracce di quanto avvenuto. I carabinieri trovano già nei giorni scorsi un ventilatore accese e puntato contro un divano che ha una zona umida. Oggi i Ris hanno trovato tracce di sangue sul pianerottolo. Dopo aver pulito l’appartamento, Pasini taglia il tubo del gas per far saltare in aria la casa e cancellare le tracce di quanto avvenuto: il 19 agosto, quando i carabinieri fanno il primo sopralluogo in quell’appartamento, trovano i locali saturi di gas. A quel punto Pasini torna a casa sua, in via Martini, poco lontano da casa di Sabrina Beccalli.
Quella mattina Sabrina Beccalli è attesa a casa degli amici da cui ha lasciato il figlio, ma non si presenta. Provano a chiamarla, ma il suo cellulare risulta spento. Alessandro Pasini pranza con amici in una trattoria, intorno alle 14,30 torna in via Porto Franco e si mette a bordo della Panda rossa di Sabrina Beccalli e la porta a Vergonzana, le telecamere lungo la strada lo riprendono alla guida. Alle 15,11 una telecamera lo riprende in via Albergoni a bordo dell’auto, due minuti dopo ripassa sulla stessa strada, questa volta a bordo del suo monopattino, che probabilmente aveva caricato in auto. Ma quei due minuti non sarebbero stati sufficienti per arrivare nel luogo dove poi l’auto verrà trovata bruciata. E infatti alle 21,30 la telecamera di via Albergoni riprende ancora Pasini in monopattino: è ora che l’uomo porta l’auto nella strada vicinale e le dà fuoco, andando via da una strada diversa.
Un’ora dopo i vigili del fuoco vengono chiamati da alcuni residenti che segnalano l’auto in fiamme. Dalla targa risalgono alla proprietaria e cercano di contattarla: a quel punto la preoccupazione per l’assenza di Sabrina Beccalli di familiari e amici si incrocia con il mistero di quell’auto bruciata. In cui viene trovato il cadavere carbonizzato di un cane: di chi è? Non di Sabrina Beccalli e non di Pasini, che ha sostenuto durante l’interrogatorio che quello fosse il corpo della donna. Non ha microchip, e nell’ordinanza del gip Giulia Masci si danno due ipotesi: che fosse un randagio che aveva trovato riparo nell’auto abbandonata e che sia morto nell’incendio appiccato da Pasini. Ma l’altra ipotesi è ancora più macabra: Pasini avrebbe attirato l’animale in auto per dargli fuoco e far credere che quelli fossero i resti di Sabrina Beccalli.
Le ricerche di Sabrina Beccalli
La procura di Cremona e i carabinieri partono con le ricerche in rogge e canali della zona. Si trovano dei sandali sul bordo di un canale a quattro chilometri da Vergonzana, si cerca nel canale ma senza risultato, mentre i cani molecolari puntano verso la cisterna. Sabato mattina la cisterna di liquami in campagna, a 200 metri circa dal luogo in cui è stata ritrovata l’auto, è stata svuotata in 24 ore, ma non è stato trovato nulla.
Le indagini sulla scomparsa di Sabrina Beccalli: il fermo di Alessandro Pasini
E’ l’amico del bar Sombrero a mettere gli investigatori sulle tracce di Pasini: l’uomo ripreso dalle telecamere a bordo della Panda, con un tatuaggio sull’avambraccio sinistro e un altro sulla gamba destra, è lui. I carabinieri lo fermano il 18 agosto e lo sentono per ore: non parla, Pasini, e viene portato in carcere. Gli abiti indossati quel giorno e immortalati dalle telecamere vengono trovati a casa sua, si arriva a quell’appartamento nella sua disponibilità. Venerdì scorso durante l’interrogatorio del gip Giulia Masci (Pasini era difeso dall’avvocato Paolo Sperolini) ha iniziato a parlare, ma continuando a dire di non averla uccisa e senza voler dire dove ha nascosto il corpo. Negando anche il codice pin del suo cellulare, su cui però la pm di Cremona Lisa Saccaro ha disposto un accertamento tecnico irripetibile.
Sabrina Beccalli, la vittima. Alessandro Pasini, l’uomo che l’avrebbe uccisa
Una donna che dimostrava meno anni di quanti ne avesse, e che sui social alternava foto con familiari e amiche, frasi sulla solitudine e tantissime foto con suo figlio, un ragazzo ormai, che cresceva da sola. Una vita non facile la sua, raccontano in questi giorni amici e parenti: lavori precari, la morte di sua madre in primavera, colpita dal coronavirus. L’avvocato della famiglia Antonino Andronico ha racconta a Cremona Oggi: “Sabrina non era tossicodipendente. In questi giorni è stata descritta in modi che potrebbero farlo pensare, ma dal fumare al bucarsi di differenza ne passa. Non aveva problemi di tossicodipendenza, non era in cura al Sert, piuttosto le piaceva bere birra, ma cercava di correggersi. Tanto più ultimamente, da quando aveva trovato un lavoro che le consentiva di mantenere se stessa e il figlio. Anche per questo non abbiamo mai pensato che possa essersi suicidata”.
Alessandro Pasini, 45 anni, era un suo ‘conoscente da bar’, quel tipo di persone che in paese si conoscono perché frequentano gli stessi posti. Sulla pagina Facebook di Pasini ci sono un paio di foto di anni scorsi in cui i due sono assieme, in auto e in un bar, ma per tutti quelli sentiti finora tra loro c’era solo una conoscenza superficiale.
La gip Masci scrive nell’ordinanza che l’uomo avrebbe manifestato “lucidità e spregiudicatezza nel cagionare la morte di Sabrina Beccalli e nell’avere poi lucidamente pianificato una efficiente distruzione delle prove del reato commesso, facendo sparire il corpo”. Un soggetto, per gli inquirenti, “disposto a tutto pur di modificare lo stato dei luoghi e delle persone considerato che ha occultato il cadavere della Beccalli e dato alle fiamme la sua auto”. Un “temperamento violento” – ha precedenti per spaccio, rapine e molestie – confermato anche dalla denuncia per violenza sessuale fatta dalla sua ex compagna, che l’ha accusato di averla “aggredita e malmenata più volte”.
L’avrebbe uccisa perché Sabrina Beccalli ha respinto un suo assalto sessuale. Ma dove ha nascosto il corpo? E quando lo ha fatto, visti i movimenti a distanza di più ore l’uno dall’altro verso Vergonzana, trovando anche la lucidità di andare a pranzo fuori con alcuni amici per costituirsi un alibi? (di Oriana Liso)
Sabrina Beccalli: uccisa per aver rifiutato un’avance. Gli inquirenti non hanno dubbi (The Social Post – 24 agosto 2020)
A quasi 10 giorni dalla scomparsa di Sabrina Beccalli, gli inquirenti hanno un quadro chiaro su quanto accaduto alla mamma di 39 anni di Crema. Sabrina è certamente morta e non per overdose o malore seguito ad assunzione di stupefacenti, come raccontato da Alessandro Pasini principale indiziato, Sabrina Beccalli è stata uccisa perché ha detto no alle avance sessuali dell’uomo. Per questo motivo gli inquirenti non hanno rilasciato Alessandro Pasini e, più si procede con le indagini, più emergono nuovi dettagli agghiaccianti come il tentativo di cancellare le prove facendo esplodere un’intera palazzina.
Mentre proseguono senza sosta le ricerche dei resti di Sabrina Beccalli, che si concentrano nelle campagne, soprattutto in una cisterna di liquami nella zona di Salvirola. Alessandro Pasini resta in carcere, la sua versione dei fatti non ha convinto affatto gli inquirenti, che hanno già una pista ben delineata su quanto accaduto in quella drammatica notte tra il 14 e il 15 agosto. Sabrina Beccalli è morta a seguito di un raptus improvviso di Alessandro Pasini, scattato al rifiuto della 39enne di un’avance sessuale. I due si trovavano nella casa dell’ex di Pasini, che Sabrina ha raggiunto dopo aver lasciato il figlio ad una festa, ed è lì che la donna è morta. Ipotesi confermata da alcune tracce rinvenute dal Ris.
Un altro elemento che ha spinto gli inquirenti a rifiutare la pista dell’overdose o del malore sta anche nella testimonianza di una vicina. Nel suo racconto la donna ha dato di aver sentito qualcuno gridare aiuto, come si legge sul Corriere della Sera: “Ha detto di avere sentito alle 5 del mattino le urla strozzate di una donna che chiedeva aiuto: e chi va in overdose, di solito, non ha il tempo e il modo per supplicare, perché perde presto i sensi”, afferma il tenente colonnello Lorenzo Carlo Maria Repetto.
Sempre Repetto spiega come Alessandro Parisi abbia cercato di far sparire ogni traccia dell’accaduto. I militari hanno infatti rinvenuto un tubo del gas tagliato, è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco per mettere in sicurezza l’appartamento, prima di permettere i rilievi. Una sola scintilla avrebbe fatto saltare l’intera palazzina, ma non è stato questo l’unico tentativo di depistaggio. I resti carbonizzati del cane, ritrovati nell’auto e che Pasini ha dichiarato essere quelli di Sabrina Beccalli, erano in realtà un altro tentativo di depistaggio. La triste vicenda di Sabrina Beccalli, per gli inquirenti, non ha più punti oscuri. Ora manca solo il tassello finale, ovvero il ritrovamento dei resti della donna, l’ennesima, uccisa dopo aver rifiutato un’avance di troppo. (di Alessandra Rocchi)
Sabrina Beccalli, il mistero dei resti bruciati: forse non sono suoi (MeteoWeek – 2 settembre 2020)
C’è il colpevole, ma mancano i resti della vittima. Ancora non è chiaro se i resti trovati nell’auto bruciata siano di Sabrina Beccalli, la donna scomparsa a Ferragosto.
Un mistero all’interno di una vicenda che, nonostante si abbia una confessione, rimane poco chiara: parliamo del caso di Sabrina Beccalli, la 39enne di Crema scomparsa la notte di Ferragosto. La vicenda ha caratterizzato la cronaca agostana insieme a quella di Viviana Parisi e del piccolo Gioele: Sabrina, madre da poco separata di un ragazzo di 15 anni, sparisce la notte del 15 agosto. La sua auto viene ritrovata, bruciata. Ancora non è chiaro cosa le sia successo: Alessandro Pasini, 45 anni, ha confessato di aver passato la serata con lei. Sabrina sarebbe morta per overdose, Pasini avrebbe deciso di dare fuoco al cadavere. Ma c’è ancora qualcosa che non quadra: perchè il colpevole è già stato arrestato e, almeno in parte, ha confessato, ma c’è la necessità di identificare la vittima.
Perché iresti bruciati rinvenuti nella sua auto non è certo che siano i suoi: potrebbero essere quelli di un cane. «Sono suoi» ammette Alessandro Pasini, 45 anni, l’uomo che non nega di averle dato fuoco ma che afferma di non averla uccisa. E’ in carcere e non avrebbe particolari ragioni per mentire su questo aspetto, almeno in apparenza. «Sono i resti di un cane» hanno affermato invece, e senz’ombra di dubbi ,i due veterinari consultati separatamente da carabinieri e gip. Un cane «di media taglia, non di giovane età, privo di microchip». La parola passa a una squadra di anatomopatologi guidati dall’antropologa Cristina Cattaneo: è da lei, da Domenico Di Candia, Debora Mazzarelli e dal perito scelto dalla difesa, Angelo Grecchi, che il procuratore di Cremona, Roberto Pellicano, si aspetta al più presto possibile una soluzione a questo mistero. Per arrivare alla verità, i medici legali dovranno purtroppo accontentarsi di esaminare i resti dei resti. Perché la parte frettolosamente attribuita alla carcassa di un animale è stata subito dopo eliminata «per ragioni igienico sanitarie» dai tecnici dell’Ats. L’analisi del Dna sui reperti rimasti nell’auto e recuperati dai carabinieri del Ris di Parma stabilirà se appartenessero a Sabrina Beccalli o perlomeno a un essere umano.
Ma ormai appare difficile, se non impossibile, chiarire le cause della sua morte. «Overdose», sostiene l’imputato, raccontando di averla trovata riversa sul bordo della vasca con naso e bocca sanguinanti, verso le 5 del mattino del 15 agosto, dopo una nottata a base di cocaina ed eroina. «Il mio assistito non ha mai cambiato versione e ha detto fin dall’inizio dov’era il corpo di Sabrina — ricorda il suo avvocato, Paolo Sperolini —.Non ci credeva quando ha saputo che l’avevano scambiato per un cane. È surreale».
Ma questa versione non convince del tutto gli inquirenti: c’è qualche particolare che potrebbe contraddirla. «Più o meno alla stessa ora della sparizione – spiega l’avvocato della famiglia di Sabrina, Antonino Andronico — una dirimpettaia ha telefonato al 112 dopo aver sentito la voce sofferente di una donna che gridava Aiuto, aiuto, no!». La pattuglia inviata sul posto non ha notato nulla di strano. Alcune telecamere di sorveglianza hanno invece invece registrato l’insolito andirivieni di Alessandro Pasini tra San Bernardino, il borgo di Crema dove vivevano sia lui sia Sabrina Beccalli, e Vergonzana, la località disabitata dove è stata ritrovata l’auto carbonizzata con il suo indecifrabile, macabro contenuto. Nelle immagini si riconosce la «Panda» scura di Sabrina, probabilmente con il suo cadavere nel bagagliaio o sui sedili posteriori, guidata da un uomo con le braccia tatuate, e pochi minuti dopo lo stesso uomo che torna indietro su un monopattino. Sei ore dopo, uomo e monopattino ripassano sotto le videocamere a Vergonzana, meno di un’ora prima che ai Vigili del fuoco arrivasse la segnalazione di un’auto in fiamme. Per circa 24 ore, è stato un caso di poca rilevanza. Un’auto bruciata con al suo interno, chissà perché, un povero cane.
I carabinieri hanno cercato la proprietaria della «Panda», per avvertirla. Non era poi così strano che non fosse a casa a Ferragosto. Ma quando Sabrina non si è presentata la mattina a riprendere il figlio quindicenne, affidato la sera prima alla madre di un suo amico, un dubbio terribile ha iniziato ad insinuarsi nella famiglia della donna. Il programma della giornata era di portare entrambi i ragazzi – il figlio e l’amico – in piscina. Non aveva ragione di sparire, Sabrina, che stava per iniziare un nuovo lavoro in una ditta di confezionamento di cosmetici. Ma lentamente sono emersi dei particolari che hanno iniziato ad indirizzare le indagini: Sabrina faceva uso di sostanze stupefacenti e la sera prima era stata a bere fino a tardi al bar «Sombrero», in compagnia di un amico che l’aveva riaccompagnata a casa a notte fonda: secondo quanto racconta l’uomo la 39enne era ubriaca. Sabrina aveva cercato poi telefonicamente Pasini, rientrato dalla Sicilia dopo essersi lasciato con la fidanzata. Lui l’avrebbe invitata nell’appartamento di quest’ultima, ancora assente, per assumere degli tupefacenti. «Portati da lei» assicura lui, senza essere troppo creduto, dati i suoi precedenti penali. Ma Sabrina potrebbe non essere morta di overdose: il falò dell’auto e del corpo, secondo la Procura, potrebbe essere piuttosto un tentativo di cancellare le tracce di una morte violenta, testimoniata dalle gocce di sangue sulle scale e sul pianerottolo. Per lo stesso motivo – occultare qualcosa avvenuto in quella casa – sarebbero stati tranciati i tubi del gas,nella speranza di provocare un’esplosione. (di Alessio Ramaccioni)
Sabrina Beccalli, svolta nel caso: scoperto di chi sono le ossa bruciate in macchina (The Social Post – 11 ottobre 2020)
È arrivato ad una decisa svolta il caso della scomparsa di Sabrina Beccalli, la 39enne scomparsa da Crema a Ferragosto e per la quale è stato arrestato l’amico Alessandro Pasini. Finora non era stato ancora ritrovato il corpo, ma c’era molto mistero attorno alle ossa rinvenute nell’auto bruciata di Sabrina. Ora, invece, la conferma: quelle ossa sono proprio di Sabrina Beccalli.
Le ossa di Sabrina Beccalli scambiate per un cane. Era uno degli elementi meno chiari della vicenda. Mentre ancora si cercava il corpo di Sabrina Beccalli nelle vasche agricole della zona, si erano analizzate alcune ossa ritrovate nella sua auto. I primi riscontri, però, avevano detto che quei frammenti erano di un cane. Nel frattempo, l’amico Alessandro Pasini veniva arrestato e accusato di omicidio e distruzione di cadavere. O
ra, riportano le fonti locali, la svolta: i resti ossei nell’auto sono di Sabrina Beccalli. La donna, quindi, non era mai stata scomparsa, ma era lì, nella sua auto, che lo stesso Pasini aveva confessato di aver bruciato. A questo punto, diventa difficile per la difesa dell’uomo sostenere di non avere nulla a che fare con la morte della donna, asserendo poi che Sabrina era andata in overdose.
Dopo che un mese fa era stato già annunciato come quei resti fossero di natura umana, ulteriori esami hanno ora chiarito che quelli nell’auto sono una clavicola, un pezzo di emimandibola posteriore sinistra, viene riferito, un molare. Proprio questo sarebbe stata la chiave per riconoscere Sabrina in quei resti. A sorprendere, tuttavia, è proprio il fatto che due veterinari avessero valutato appartenente ad un cane. Uno di loro, riporta la sezione cremonese de Il Giorno, si sarebbe difeso dicendo di aver fatto il suo lavoro, identificando il cane. Un medico legale, invece, avrebbe riconosciuto proprio la clavicola. Manca ancora la prova del DNA, ma gli inquirenti sembrano ormai sicuri di aver trovato Sabrina: quindi, bisognerà dimostrare che sia stato Pasini a ucciderla, per chiudere il cerchio attorno a questa drammatica vicenda. (di Cristiano Bolla)
Lacrime e palloncini bianchi per l’ultimo saluto a Sabrina (la Provincia Cr – 18 giugno 2021)
Folla e commozione ai funerali della giovane nella parrocchia di San Bernardino
«Finalmente, dopo quasi undici mesi, Sabrina è tornata a casa», risuona nella navata della parrocchiale, alle 3 e mezza in punto del pomeriggio. La voce è quella di don Lorenzo Roncali, il sacerdote che celebrerà il funerale al fianco dei confratelli don Luciano Pisati e don Alessandro Vanelli. Ma le parole sono le stesse, pronunciate con un filo di voce dal fratello di Sabrina, Gregorio, mentre ringrazia il capitano dei carabinieri Giovanni Meriano, al termine della funzione: «Finalmente, questi dieci mesi sono passati…». Perché tanto è trascorso da quando l’operaia di 39 anni, madre di un ragazzo oggi 16enne, è scomparsa nel cuore della notte di Ferragosto, giusto nelle strade che si snodano dal piazzale della chiesa, nel cuore di un quartiere che è anche un piccolo mondo.
E tutto ciò che resta di lei, ora, riempie a malapena il cofanetto di legno chiaro, adagiato ai piedi dell’altare. Perché una volta morta — secondo la Procura assassinata per una avance sessuale respinta; stando alla versione dell’unico indagato stroncata da un malore dovuto alla droga consumata assieme — Alessandro Pasini, il vicino di casa di 46 anni in carcere dal 18 agosto, l’ha bruciata assieme alla sua auto. Una tanica di gasolio versata sulla carrozzeria della Panda dell’amica, per cancellare ogni traccia e tingere di giallo il dramma consumatosi in un appartamento della vicina via Porto Franco. C’erano gli amici di una vita, ma anche le istituzioni, con tanto di assessoreEmanuela Nichetti in fascia tricolore, al fianco del collega Matteo Gramignoli.
C’erano gli investigatori che per mesi hanno cercato di far luce sul destino di una ragazza «sempre col sorriso sulle labbra»; ma soprattutto, tra i banchi della chiesa, c’erano gli affetti più cari di Sabrina. Ed è al figlio Omar, in prima fila, che si è rivolto don Lorenzo dall’altare: «La mamma ti proteggerà sempre dal cielo». E gli occhi della «mamma» erano fissi proprio su di lui, dalla fotografia di una Sabrina Beccalli raggiante, poggiata su un cavalletto accanto a quella piccola bara. Ma don Roncali non si è limitato al dolore del figlio, seppure il più fragile. E ha nominato, uno ad uno, il fratello Gregorio e le sorelle Teresa e Simona: «La famiglia». La stessa che, mentre i palloncini bianchi venivano lasciati salire in cielo al termine della celebrazione, hanno voluto abbracciare per l’ultima volta il cofanetto con i resti di Sabrina, prima che il carro funebre lasciasse San Bernardino per il cimitero di Offanengo. È lì che è stata sepolta, accanto alla madre Rosa, stroncata dalla prima ondata della pandemia. Una «famiglia» composta, i Beccalli, in un dolore rivissuto giorno dopo giorno dal 15 agosto scorso. «Ma la catena del male, sebbene sia lunga e tribolata, va spezzata… Questo è il momento di fermarsi e si riflettere — ha esortato don Roncali durante l’omelia —: non si può fingere che nulla sia successo, certo. E non possiamo far a meno di invocare una giustizia celere e accurata. Ma sappiamo che non potrà restituirci il sorriso di Sabrina». Già, l’espressione solare che è stata evocata più volte durante la funzione, quei «riflessi di farfalla» della melodia del cantautore cremasco Gio Bressanelli, che ha inumidito anche gli occhi di chi, probabilmente, l’aveva conosciuta poco quella ragazza con casa in via Enrico Martini. Ma ha comunque deciso di far sentire la sua vicinanza a una famiglia toccata nell’affetto più caro: «L’amore», come rimarcherà don Lorenzo prima di cospargere d’incenso quella bara tanto piccola.