Rosanna Conti, 79 anni, mamma e nonna. Uccisa con una fucilata dal marito
Prato, 25 Giugno 2017
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“Un gesto di troppo amore, non un femminicidio” (il Tirreno – 29 giugno 2017)
Prato, ai funerali di Piero Innocenti e Rosanna Conti colpiscono le parole del vice-parroco della Resurreazione, che “assolve” il fondatore della Capp Plast e ne esalta la generosità imprenditoriale
«Noi non dobbiamo giudicare, solo Dio può farlo. E Dio sa che il gesto di Piero è stato un grande atto d’amore, forse eccessivo, ma d’amore». Colpiscono e susciteranno riflessioni e discussioni le parole di don Carlo Geraci, vice-parroco della chiesa della Resurrezione, dove nel pomeriggio di oggi, giovedì 29 giugno, si è celebrato il funerale di Piero Innocenti, ottantunenne fondatore della Capp Plast e della moglie Rosanna Conti, 79 anni.
Una tragedia che ha colpito tutti per il modo in cui è avvenuta, l’omicidio- suicidio di un uomo che non sapeva accettare la malattia della compagna della vita, malata d’Alzheimer dopo 57 anni di piena condivisione di tutto. È stato questo – l’importante della moglie Rosanna per la vita di Piero Innocenti – uno dei temi della toccante e profonda omelia del sacerdote durante la messa funebre, alla quale hanno preso parte – oltre al figlio Gianluca con la moglie Carla e i nipoti Ginevra, Alessia e Sabrina – decine di parenti e amici e tanti, tantissimi lavoratori ed ex lavoratori della Capp Plast, una delle più importante aziende che ha fatto la storia dell’economia pratese del dopoguerra.
«Non è mai facile parlare della morte – ha detto don Carlo – e lo è ancora di più per il modo tragico in cui è avvenuta questa morte. Ma è molto bello vedere la chiesa piena, le tante persone che si sono stretti attorno a Gianluca e ai familiari. Certo, lo sappiamo bene: Piero ci ha spiazzati con quel gesto, che sembra stridere con il grandissimo affetto che sapevamo corresse nella coppia, insieme per 57 anni. Erano una cosa sola, appunto. E nel nostro cuore sappiamo come quel gesto sia stato un estremo atto d’amore, forse troppo spinto e troppo generoso. Non è una scelta dettata dall’odio, un femminicidio, ma il contrario: c’è il troppo amore per la compagna malata. Lo sappiamo noi in fondo al nostro cuore e lo sa anche Dio, che possiede la chiave delle nostre coscienze”. “La misericordia a volte può oltrepassare la giustizia», ha aggiunto don Geraci riferendosi al trascorso “anno della Misericordia”. Il sacerdote si è rivolto spesso al figlio Gianluca, esortandolo a non lasciarsi prendere dai pensieri negativi e dai sensi di colpa. Ma, anzi, di portare avanti quell’opera di grande generosità imprenditoriale – da industriale vecchio stampo – che ha sempre contraddistinto il padre. «Pur non conoscendo da sempre Piero Innocenti – ha proseguito il vice-parroco – ho capito l’importanza che ha avuto per la città e per tanta gente parlando con i suoi dipendenti, soprattutto quelli della prima ora, che hanno fatto straordinari e lavorato la notte. Piero non ha lavorato solo per la famiglia, ma per la città. Come scordare quello che ha fatto per lo sport e per il sociale con la sua azienda?» Un pensiero il sacerdote lo ha rivolto anche all’altro figlio di Piero Innocenti, Enrico, morto 20 anni fa in un incidente stradale. (f.a.)