Rosalia “Rosy” Mifsud, 48 anni, mamma. Uccisa a colpi di pistola dall’ex che uccide anche la figlia di lei che tenta di difendere la madre
Mussomeli (Caltanissetta), 31 Gennaio 2020
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Omicidio-suicidio a Mussomeli: uccide ex compagna e figlia e si toglie la vita (La Sicilia – 31 gennaio 2020)
Non si rassegnava alla fine della relazione: il 27enne Michele Noto ha sparato alla 48enne Rosalia Mifsud e alla 27enne Monica Di Liberto
Duplice omicidio seguito da un suicidio nella notte a Mussomeli (Cl): un giovane di 27 anni, Michele Noto, ha sparato all’ex compagna di 48 anni, Rosalia Mifsud, con la quale aveva avuto una breve relazione, e alla figlia di lei di 27 anni, Monica Di Liberto (avuta da un precedente matrimonio), uccidendole, prima di togliersi a sua volta la vita.
Il dramma si è consumato in un’abitazione del centro storico. I cadaveri dei tre sono stati trovati dall’altro figlio della donna, un giovane di 22 anni, che era stato chiamato dal fidanzato di Monica che non riusciva a mettersi in contatto con la ragazza. Il giovane dunque si è recato in casa per capire cosa stesse succedendo. I tre giacevano privi di vita nella camera da letto della donna.
Rosalia Mifsud fino a tarda sera sarebbe stata a casa della vicina. Era tranquilla e non lasciava trasparire alcuna preoccupazione. Noto invece, in prima serata, sarebbe stato visto in giro a passeggiare con il suo cane corso. Al momento dell’omicidio, poco dopo la mezzanotte, nessuno ha udito grida. Solo un vicino di casa avrebbe sentito il rumore di porte che sbattevano.
L’uomo, a quanto pare, non voleva rassegnarsi alla fine della storia. Sarebbe stato l’ennesimo rifiuto a riallacciare la relazione da parte della donna a scatenare la furia omicida: lui non si sarebbe mai rassegnato, una vera e propria ossessione sfociata nella notte nel duplice delitto.
L’uomo è entrato nell’appartamento dove si trovavano le due donne e dopo un’accesa discussione ha ucciso prima Rosalia Mifsud e poi la figlia Monica. Poi ha rivolto la pistola contro se stesso uccidendosi. Quella pistola era regolarmente detenuta, l’uomo, amante della palestra e delle armi, aveva un regolare porto d’armi sportivo.
La relazione tra Rosalia Mifsud e Michele Noto era nascosta e la donna voleva troncarla per sempre. Quel rapporto infatti non piaceva alla figlia Monica che non era d’accordo sul fatto che la donna avesse una relazione con un giovane della sua stessa età.
In queste ore i carabinieri stanno interrogando familiari e amici dei tre alla ricerca di indizi utili a ricostruire quanto accaduto. A quanto pare una delle due donne avrebbe aperto la porta a Michele Noto e dopo una violenta discussione si è consumata la tragedia.
Noto lavorava saltuariamente con le onoranze funebri e a quanto pare non aveva mai avuto alcun precedente. Adesso i militari del comando provinciale di Caltanissetta stanno ricostruendo l’intera vicenda e le ultime fasi della tragedia. Sembrerebbe che lei non avesse mai sporto denuncia per molestie. Sul luogo dell’omicidio un cuscino che forse l’uomo avrebbe usato per silenziare i colpi.
“Proclamerò il lutto cittadino. La comunità di Mussomeli è sconvolta per quanto accaduto – ha affermato il sindaco di Mussomeli Giuseppe Catania -. E’ sicuramente un evento che ci ha scosso profondamente, sia per la tragedia in sé, tre giovani vite spezzate, e ancora più sconvolgente per il fatto che si tratta di persone che non hanno mai fatto nulla di strano e quindi non era un fatto prevedibile”.
“Il ragazzo era una persona tranquilla – aggiunge – che non ha mai dato motivo di pensare che potesse compiere azioni del genere. In questo momento il mio pensiero va ai familiari delle due giovani vittime, madre e figlia, ma anche ai familiari del giovane ragazzo che vivono un momento di grande dolore sia per il fatto accaduto che per la perdita del loro figlio”.
Il folle duplice femminicidio di Rosy e Monica e quel “bravo ragazzo” che ha sconvolto Mussomeli (La Sicilia – 31 gennaio 2020)
Non si era rassegnato alla fine di una relazione breve e mai resa ufficialmente pubblica Michele Noto, il 27enne di Mussomeli che, la notte scorsa, ha ucciso una donna di 48 anni, Rosy Mifsud, e la figlia di quest’ultima, Monica Diliberto, di 27 anni, e poi si è tolto la vita. Il giovane, secondo una prima ricostruzione, poco dopo la mezzanotte si è introdotto all’interno dell’abitazione delle vittime uccidendole. Il duplice omicidio è avvenuto nella camera da letto, e proprio qui l’assassino si è rivolto contro di se una pistola revolver, regolarmente detenuta, premendo il grilletto. A trovare i corpi è stato il figlio della donna.
Quest’ultima aveva trascorso la serata a casa di alcuni vicini. «Era tranquilla, come spesso accadeva la sera veniva da noi. Poco prima delle 23 è tornata a casa, poi la tragedia», ha raccontato Lorenzo Borrelli, uno dei vicini, che quasi un’ora dopo ha udito dei rumori. «Non mi sono sembrati dei colpi di pistola, più che altro sembravano rumori di porte chiuse – aggiunge -. Una decina in tutto. Poi il silenzio. Sono stato svegliato dai carabinieri». Secondo il vicino nulla aveva fatto presagire la strage. «Il ragazzo passava spesso con il suo cane, un Corso, lo vedevo quasi giornalmente – sottolinea -. Ma oltre a questo niente».
Sembra che ad opporsi alla relazione sentimentale sia anche stata la figlia Monica, contraria alla storia d’amore tra la madre e l’omicida più giovane di lei di 20 anni.
Michele Noto lavorava in un’impresa funebre. Appassionato di bodybuilding e di armi per ragioni sportive deteneva legalmente due pistole. Una di queste utilizzata nella strage. I corpi delle vittime si trovano attualmente all’obitorio dell’ospedale di Caltanissetta.
Intanto il sindaco di Mussomeli, Giuseppe Catania, ha proclamato il lutto cittadino. «Di fronte a una tragedia di questa portata, difficilmente spiegabile con il lume della ragione, non rimane altro che cercare di tenere unita tutta la nostra comunità (profondamente colpita e addolorata) lasciando spazio esclusivamente alla riflessione e alla preghiera per tutte le vittime di un gesto simile» ha scritto in un messaggio.
Sia Monica che la madre Rosalia erano molto conosciute in paese. «Monica, che la madre aveva avuto da una precedente relazione, era «una ragazza solare, sempre con il sorriso sulle labbra, aveva studiato da estetista e stava cercando di fare della sua passione un lavoro». Monica e Rosy avevano sempre il sorriso sulle labbra, avevano tanti interessi, amavano gli animali, soprattutto i gatti e sui social – ironia della sorte – si spendevano anche in campagna personali contro la violenza sulle donne, postando spesso foto e frasi in favore delle donne e del vero amore, quello che mai potrebbe finire così, a revolverate.
Ma perché Rosy e Monica mai potevano pensare che quel ragazzo tutto muscoli, amante dei cani, sportivo, religioso, che stava ancora a casa dei genitori e che lavorava anche per non pesare sulla famiglia, potesse compiere un gesto così folle. «Non ci sono precedenti interventi per litigi o maltrattamenti – ha spiegato il tenente colonnello Alessio Artioli, comandante del reparto Operativo dei carabinieri di Caltanissetta –. Lui non aveva precedenti penali. E’ una tragedia inaspettata». Un fulmine a ciel sereno anche per i vicini che non avrebbero mai assistito a liti o discussioni.
«Credo sia stato un corto circuito mentale. Non si può spiegare in altro modo una simile tragedia che ha scosso profondamente la nostra piccola comunità» ha detto il sindaco di Mussomeli, Giuseppe Catania. «Un gesto inspiegabile, si tratta di tre persone perbene, mai sopra le righe – ha aggiunto il primo cittadino -. Michele era un ragazzo tranquillo, con alle spalle una famiglia di onesti lavoratori. Non era mai stato convolto in risse, nessuno avrebbe mai potuto pensare a una reazione simile».
Il papà di Michele è un dipendente comunale. «Lo conosco bene. E’ distrutto – ha detto ancora il primo cittadino -. Un dolore immenso per la perdita del figlio e per la morte delle due donne. Non riesce a darsi pace, a trovare una spiegazione per quello che è successo».
La relazione con Rosalia Mifsud sarebbe iniziata da pochi mesi. A settembre, secondo alcune indiscrezioni. Una storia contrastata dalla figlia della donna, coetanea dell’omicida, forse proprio per la differenza d’età tra lui e la madre. «In molti in paese non sapevano di questa relazione», ha raccontato il sindaco.
I familiari però sapevano di quella relazione e a Monica quella “storia” della madre con un ragazzo molto più giovane di lei proprio non andava giù. Forse anche per questo ieri quando l’uomo a tarda sera si è presentato a casa aveva mandato un messaggio su WhatsApp al fidanzato avvertendolo della presenza di Michele Noto a casa, dove si era presentato nel tentativo di riallacciare la relazione con Rosy.
«Si erano sentiti su WhatsApp – hanno raccontato gli investigatori ricostruendo la tragedia – e la ragazza gli aveva detto della presenza di Noto in casa. Poi però le comunicazioni si erano interrotte». Il fidanzato chiedeva aggiornamenti ma Monica non rispondeva. Preoccupato per non aver più ricevuto notizie dalla fidanzata, il ragazzo ha contattato il fratello della vittima, un 21enne, e insieme sono corsi nell’appartamento. Nella camera da letto, la macabra scoperta.
«Siamo sconvolti – ha concluso il sindaco -. E’ una doppia tragedia sia per le tre giovani vittime spezzate all’improvviso, sia perché nulla lasciava presagire un simile epilogo. Oggi tra i miei concittadini c’è un profondo dolore ma anche tanta incredulità».
