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Roberta Priore, 53 anni, disoccupata, mamma. Soffocata dal nuovo fidanzato

Milano, 19 Marzo 2019


Titoli & Articoli

La cena, la lite e la “lotta” in casa: Roberta, uccisa dal fidanzato conosciuto 5 mesi fa (Milano Today – 20 marzo 2019)
Fermato il killer di Roberta Priore, la 53enne uccisa a Milano. Lui stesso ha confessato
L’11 marzo un vicino aveva allertato la polizia. Gli agenti erano andati lì e avevano ascoltato entrambi: lei aveva raccontato di uno schiaffo in faccia ricevuto durante una lite, lui aveva spiegato che avevano discusso, ma niente di più. E, soprattutto, nessuno dei due aveva voluto formalizzare una denuncia. Tre giorni dopo il copione si era ripetuto praticamente identico: quella volta, però, a telefonare al 112 era stato lui, spiegando che aveva discusso con la sua compagna – ancora, ancora e ancora -, che erano volate parole grosse, minacce e che era pronto ad andare via di casa.  Da quella casa, però, evidentemente non era andato via, perché è proprio lì dentro – un appartamento al quinto piano del palazzo al civico 19 di via Piranesi – che lui, il 47enne Pietro Carlo Artusi, ha ucciso Roberta Priore, la 53enne con cui stava da cinque o sei mesi.
Il killer fermato sulle scale di casa. Ad ammetterlo è stato lui stesso con una confessione piena arrivata davanti al pm Grazia Colacicco verso le tre della notte tra martedì e mercoledì, quando ormai gli uomini dell’Ufficio prevenzione generale e della Squadra Mobile, guidati da Giuseppina Suma e Lorenzo Bucossi, lo avevano già incastrato alle sue responsabilità. Così, Artusi – un solo piccolo precedente di tredici anni fa per una lite con un uomo – ha ricostruito le ultime ore di vita della sua compagna. Quella compagna che aveva avuto ultimi anni molto complicati, segnati irrimediabilmente dal dramma del 2005, quando sua figlia di quattro anni era morta cadendo dalla finestra della casa in cui la Priore abitava con l’ex marito in via Castel Morrone.
Il killer – provato, sotto shock ma comunque abbastanza lucido – ha raccontato tutto. Ha iniziato da quella cena insieme alla vittima in un ristorante all’Ortica lunedì sera: lì sembra che i due abbiano litigato perché lei aveva chiacchierato con un altro uomo al bar e pare che lui fosse andato via, tornando a casa. A casa, poco dopo, sarebbe arrivata anche la Priore: entrambi sotto effetto di cocaina, avrebbero discusso e sarebbe iniziata una sorta di lotta.
La lotta e la donna soffocata. La 53enne, stando alla confessione dell’assassino, avrebbe lanciato qualcosa contro il compagno, che a sua volta l’avrebbe aggredita – la donna aveva ecchimosi al volto -, spinta a terra e le avrebbe coperto la faccia con un cuscino. Lei sarebbe riuscita a liberarsi, si sarebbe scagliata contro di lui con un coltello – lui aveva effettivamente delle ferite – e a quel punto Artusi l’avrebbe buttata nuovamente sul pavimento e l’avrebbe soffocata con quello stesso cuscino perché – così ha detto – voleva che “non urlasse più”.  Il 47enne, stando a quanto finora ricostruito, avrebbe “nascosto” il cadavere con una coperta. Nella tarda mattinata di martedì, poi, avrebbe staccato i tubi del gas dell’appartamento e avrebbe provato ad uccidersi, dando anche fuoco a dei fogli di carta gettati sul corpo della compagna, che infatti presentava alcune lievissime bruciature sul costato.
L’allarme della figlia e il fermo. Il suo tentativo di suicidio sarebbe fallito e Artusi sarebbe uscito di casa per poi far ritorno lì verso le 16. In quel momento sulle scale del condominio e nell’abitazione della vittima c’erano già i poliziotti, che avevano ricevuto una telefonata dalla figlia 22enne della vittima, che da due giorni non riusciva a mettersi in contatto con lei.  Uno degli uomini dell’Upg – un agente che aveva partecipato a uno dei due “controlli” dell’11 e del 14 marzo – ha riconosciuto il 47enne e lo ha fermato. In Questura, dopo un iniziale momento di reticenza, si è aperto. Il killer, ora in cella con l’accusa di omicidio volontario, ha raccontato di quella storia iniziata cinque mesi prima, della sua speranza di trovare un lavoro – né lui né lei lavoravano – e di quelle continue litigate tra di loro. L’ultima lunedì in un locale dell’Ortica, poco prima della follia omicida.

Milano, soffocata in casa, fermato il compagno. Il dramma di Roberta: 14 anni fa la figlia precipitò dal balcone (il Messaggero – 20 marzo 2019)
È stata soffocata in casa fino a morire: è morta così Roberta Priore, 53 anni, trovata senza vita ieri pomeriggio nella sua casa in via Piranesi 19 a Milano. Nella notte un uomo, Pietro Carlo Artisi di 48 anni, il suo compagno, è stato fermato dalla polizia per l’omicidio: era stato bloccato sulle scale, all’uscita del palazzo, dagli agenti accorsi su richiesta della figlia della vittima, che non aveva sue notizie da due giorni.
L’omicidio ieri: il suo corpo trovato vicino ad un cuscino.
LA FIGLIA MORTA A 4 ANNI Roberta alle spalle aveva una storia drammatica: 14 anni fa la seconda figlia Costanza morì a 4 anni dopo essere precipitata dal balcone. La tata salvadoregna che era con lei, racconta il Corriere della Sera, era scesa per gettare la spazzatura, e la bimba si era sporta troppo per vedere dove fosse finita: caduta sul marciapiede, morì mezz’ora dopo all’ospedale Fatebenefratelli.
LA SEPARAZIONE E LA DROGA
 Quel dramma segnò la 53enne: poco più di un anno dopo Roberta e il marito decisero di avere un altro figlio, che nacque però con un grave problema di salute. Le difficoltà aumentarono e la donna e il marito si separarono, con i figli che rimasero col padre: da lì la 53enne sarebbe poi finita in un vortice di alcol, farmaci e droga, fino alla tragedia di ieri, per mano di quell’uomo a cui era legata da qualche mese, e dopo una lite probabilmente conseguente ad un abuso di cocaina.


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