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Roberta Perosino, 54 anni, dipendente Ferrero, mamma. Soffocata dal marito che inscena una rapina

Govone (Cuneo), 26 Giugno 2018

 


Titoli & Articoli

Trovata morta dal marito: s’indaga sul furto in casa, ma a Govone nessuno ha visto i ladri (la Stampa – 29 giugno 2018)
Dopo il primo esito dell’autopsia sull’operaia di 54 anni si continua a ipotizzare un infarto dopo l’intrusione. L’alloggio in frazione Canove resta sotto sequestro
Rimane al momento accreditata l’ipotesi della morte naturale in seguito a un tentativo di furto in abitazione. Dopo il lungo esame dell’autopsia eseguito l’altra sera all’ospedale di Alba sul corpo di Roberta Perosino, 54 anni, operaia della Ferrero deceduta martedì mattina nella sua casa a Canove di Govone, i medici non avrebbero riscontrato altro. «Non è emerso nulla di rilevante, anche se si tratta di un primo referto, mentre per la relazione dettagliata occorrerà aspettare circa 90 giorni» precisa il comandante dei carabinieri della Compagnia di Alba, Giacomo Conte, che sta guidando le indagini sul caso con il coordinamento della Procura di Asti.
Indagini che continuano in queste ore a tutto campo e senza escludere alcuna pista, nel più stretto riserbo da parte degli inquirenti, tra l’appartamento in via Castello (che resta sotto sequestro), all’interno di un complesso molto popoloso della frazione govonese che costeggia la statale 231, e la raccolta di varie testimonianze in zona per capire che cosa sia accaduto tra le 8 e le 9,30 di martedì 26 giugno. Se qualcuno si sia effettivamente introdotto in casa per cercare di rubare, magari poi sorpreso dalla donna che, per lo spavento, può essersi sentita male, colpita da un infarto.
Le telecamere. A trovare l’operaia riversa a terra, ormai senza vita, è stato il marito, che era uscito presto per alcune commissioni. «Non abbiamo testimoni che ci possano fornire elementi più consistenti circa il tentativo di furto, ma siamo nel pieno della fase investigativa» prosegue Conte. Secondo quanto riferito dai carabinieri, la casa è stata trovata in disordine, ma non sembrerebbe mancare nulla di valore. Non ci sono neppure segni di effrazione, ma i ladri, una o più persone, potrebbero essersi introdotti nell’appartamento al piano terra dalle porte finestre che in quel momento erano aperte, per poi scappare indisturbati.
Si stanno cercando elementi utili anche attraverso la visione delle varie telecamere di videosorveglianza di tutta l’area, anche se non ci sono «occhi elettronici» puntati direttamente sull’abitazione. Una zona da sempre tranquilla, a cavallo tra le province di Cuneo e Asti, ma presa di mira dai malviventi lo scorso inverno, con una serie di rapine a mano armata ai danni di negozi ed esercizi commerciali, i cui responsabili sono poi stati arrestati poche settimane dopo dai carabinieri albesi. Mentre prosegue l’iter della magistratura, in attesa del nullaosta resta ancora da definire la data dei funerali di Roberta Perosino.
«Una donna riservata» «Una persona riservata, con un carattere mite e sempre molto cordiale con tutti» è il ricordo degli abitanti del paese, dove la donna conduceva una vita tranquilla, fatta soprattutto di casa, famiglia e lavoro. «Ringraziamo i carabinieri e la Procura per il lavoro puntuale che stanno conducendo in queste ore – dice il sindaco, Giampiero Novara -. Govone è un paese piccolo, dove ci conosciamo tutti, e il dolore di una famiglia, in particolare per la perdita di una giovane mamma, è il dolore di tutta la comunità». Roberta Perosino lascia il marito Arturo Moramarco, il figlio Luca di 25 anni e tre sorelle.

Omicidio di Canove di Govone, il marito confessa: “L’ho uccisa io soffocandola” (Cuneo24 – 7 agosto 2018)
“Quella mattina avemmo una lite per via della mia passione per il gioco”
Arturo Moramarco ha confessato di avere ucciso la moglie Roberta Perosino la mattina del 26 giugno 2018. In un primo momento, l’uomo aveva dichiarato che la moglie era rimasta uccisa in seguito ad una rapina finita male. La svolta è avvenuta nella giornata di oggi (martedì 7 agosto) quando i Carabinieri del Comando Provinciale di Cuneo (Compagnia di Alba e Nucleo Investigativo di Cuneo) a seguito di un’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Asti, hanno tratto in arresto lo stesso Moramarco ritenendolo l’autore dell’omicidio della moglie, in esecuzione dell’ ordine di custodia cautelare in carcere emesso, a seguito dell’evidenza dei gravi indizi raccolti dagli investigatori, dal Tribunale-Ufficio GIP di Asti. L’uomo, durante l’interrogatorio, ha confessato di essere l’esecutore dell’omicidio: “L’ho uccisa io. Quella mattina avemmo una lite per via della mia passione per il gioco, così l’ho soffocata in camera da letto, poi l’ho trasferita in cucina per simulare la rapina”  ha dichiarato Moramarco agli inquirenti.

 

Ennesimo litigio per debiti di gioco: uccide la moglie e inscena rapina (Corriere della Sera – 7 agosto 2018)
Roberta Perosino, 54 anni, era stata trovata senza vita nella sua casa di Govone il 26 giugno scorso. Inizialmente si era pensato a un malore, poi la confessione del marito
«Ho perso la testa, così dopo aver ucciso mia moglie l’ho spostata dalla camera da letto al salotto simulando la “visita dei ladri’’». È crollato durante l’interrogatorio di garanzia, confessando l’omicidio della moglie Roberta, Arturo Moramarco, ex macellaio di Govone in provincia di Cuneo. L’ha soffocata dopo l’ennesimo litigio per i continui ammanchi di denaro utilizzati dall’uomo per giocare alle slot. Un uxoricidio scaturito dal vizio del gioco e da un debito superiore ai 20mila euro.
Uccisa dal marito. Ha un triste epilogo la morte di Roberta Perosino, la 54enne di Govone, piccola frazione di Alba, nel cuneese, trovata morta nella sua casa il 26 giugno scorso. I carabinieri non hanno dubbi: ad ucciderla è stato il marito, 58 anni, macellaio in pensione di Canove di Govone. Prima l’ha strangolata poi, dopo aver spostato il corpo dalla camera da letto al salotto ha finto una rapina. Era stato lui a chiamare il «112» per lanciare l’allarme fingendo che la donna fosse stata colta da un malore in una casa messa a soqquadro dai ladri. Malviventi che però non avevano portato via nulla. Una versione che aveva fin da subito insospettito gli inquirenti, i carabinieri della Compagnia di Alba guidati dal capitano Giacomo Conte e il Nucleo investigativo di Cuneo.
Debiti di gioco «Orari che non coincidevano con le riprese delle telecamere e numerose contraddizioni nella prima versione dell’uomo», ha spiegato Conte. Dopo le indagini coordinate dal pm di Asti Simona Macciò, incrociando in particolare i movimenti bancari della coppia, e con i risultati dell’autopsia, si è giunti alla verità. Da marzo, mese in cui l’uomo era andato in pensione, Moramarco aveva fatto prelievi anomali dai conti correnti, arrivando a spendere in 4 mesi una cifra di circa 20 mila euro per giocare allo slot machine.
Per questo la donna aveva deciso di lasciarlo. In casa aveva lasciato un biglietto: «Non cercatemi da nessuna parte, non so quando e se tornerò». La goccia che ha fatto traboccare il vaso in una situazione che da mesi traballava a causa di «una grave ludopatia non curata – prosegue Conte -, che aveva portato a intaccare i risparmi di una vita». Arrestato venerdì, Arturo Moramarco ha confessato davanti al Gip di Asti, Giorgio Morando e ora si trova in carcere. (di Floriana Rullo)


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