Renée Amato, 19 anni. Uccisa a colpi di pistola dall’ex fidanzato della sorella
Cistenra di Latina, 13 Febbraio 2024
Titoli & Articoli
Nicoletta e Renée, chi erano madre e figlia uccise dal finanziere Christian Sodano (Latina Today – 14 febbraio 2024)
Le due donne morte per difendere Desirée Amato. La prima molto conosciuta in città lavorava come agente immobiliare, la seconda da sempre coltivava la passione per la danze e il ballo che condivideva con la sorella
Una famiglia distrutta sotto i colpi esplosi dal finanziere Christian Sodano che ieri pomeriggio nella villetta di via Monti Lepini a Cisterna ha ucciso Nicoletta Zomparelli, 47 anni, e Renée Amato, 19 anni, madre e figlia. Un duplice omicidio che si è consumato sotto gli occhi di Desirée Amato, 22 anni, che di Nicoletta era la figlia e di Renée la sorella maggiore e che è riuscita a sfuggire alla furia del fidanzato solo nascondendosi in bagno.
La relazione che legava la ragazza di 22 anni e il militare era turbolenta, fatta di discussioni; e ieri pomeriggio l’ennesima discussione è finita in tragedia. I due stavano infatti litigando dopo che il 27enne era tornato nella loro abitazione, i toni si sono alzati e così Nicoletta Zomparelli e Renée Amato si sono intromesse per difendere la ragazza. Non è ancora chiaro cosa sia effettivamente successo nella villetta, si attende infatti di capire cosa hanno riferito agli investigatori sia il militare che la giovane; quello che è certo è che poi Christian Sodano ha estratto la pistola di ordinanza e fatto fuoco uccidendo le due donne.
Nicoletta Zomparelli era molto conosciuta in città, lavorava nell’agenzia immobiliare di famiglia che si trova proprio nel centro di Cisterna mentre Renèe Amato, come la sorella, aveva una grande passione per il ballo e la danza; in passato partecipando a diverse gare aveva anche vinto molti premi. Una passione che le aveva ancora più unite, loro che avevano solo tre anni di differenza ed erano cresciute insieme. Tanti invece ancora i sogni e le speranze di una giovane di soli 19 anni che sono stati distrutti, come anche quelli della madre Nicoletta che non ha avuto il tempo di vedere le sue figlie diventare delle donne e spiccare il volo nella vita. Sui profili social delle vittime sono diverse le foto che le ritraggono in vacanza assieme ai parenti e amici, oltre alle tante immagini dei contest di danza a cui le due ragazze partecipavano. Un amore forte quello che legava le tre donne. E proprio in nome di questo amore Nicoletta e Renée non hanno esitato a difendere la più grande delle due sorelle pagando con la vita. Entrambe sono morte sul colpo e per loro non c’è stato nulla da fare, mentre Desirée è riuscita a salvarsi. Ma adesso dovrà affrontare il dolore di una perdita che è troppo grande per una ragazza di soli 22 anni.
Ed è una comunità sconvolta quella di Cisterna per l’ennesima tragedia. Tanti sono i messaggi che in queste ore sono stati postati sui social. “La nostra comunità si stringe al dolore dei familiari e amici di Nicoletta e Renée – scrive sulla suo profilo Facebook la parrocchia di San Valentino -. Il nostro quartiere, la nostra comunità, porta con sé il nome di un santo che ha dato la vita per l’amore. Amare è dare vita, non toglierla. Eppure, proprio in questo giorno dedicato all’amore dobbiamo fare i conti con l’odio. Ma oggi è anche Mercoledì delle Ceneri, giorno in cui viene ricordata la necessità della conversione. Abbiamo bisogno di convertirci al vero amore che dà, senza riserve, sull’esempio del Signore Gesù. Dare, dare in ogni piccolo gesto… o questo mondo non cambierà mai”.
Omicidio Cisterna di Latina, l’amore e il coraggio di Renée Amato: ha fatto scudo alla sorella Desyrée e si è immolata per salvarla (il Messaggero – 14 febbraio 2024)
La scuola di danza, le gite con gli amici. L’insegnante: «Era la principessa di casa»
Renée era la sorella minore, ma era una leonessa, un po’ come la mamma Nicoletta, Desyrée più delicata, «la principessa di casa» racconta una professoressa che alle scuole medie, all’istituto comprensivo Monda-Volpi, ha avuto tutte e due le ragazze come studentesse. E anche ieri come due leonesse hanno difeso Desyrée da quella furia omicida. La furia di un ragazzo che nella villetta di via dei Monti Lepini era di casa, Christian che non aveva più né la mamma né il papà, lì veniva accolto spesso, e così è successo anche la notte prima della tragedia. Poi ieri pomeriggio i toni tra Desyrée e Christian si vanno via via alti, le parole diventano feroci, non c’è più traccia di affetto, di comprensione, solo rabbia e possesso. Renée non ha esitato, insieme alla sua mamma si è messa davanti a Desyrée, le hanno urlato di lasciarla stare, di smetterla, lui a quel punto ha estratto la pistola e sparato, secondo una prima ricostruzione, nove colpi di pistola contro la ragazza di 19 anni e contro Nicoletta Zomparelli. Desyrée riesce a scappare, corre nel bagno, si chiude dentro terrorizzata, sente i colpi di pistola, sente il mondo che gli frana intorno, poi il silenzio, corre fuori, per i campi e si salva. Trova la forza di correre e di chiamare il 112, di arrivare in quella piazzola del distributore di benzina dove i militari letteralmente la raccolgono.
Il suo mondo non c’è più. Desyrée e Renée, nate a tre anni di distanza e tante passioni in comune, una su tutte la danza, Renée fino a qualche anno fa frequentava la scuola di Maria Grazia Angeletti, la stessa frequentata da un’altra bambina uccisa nella stessa maniera atroce Alessia Capasso. Sì perché Cisterna una tragedia così l’ha già vissuta. Sei anni fa il carabiniere Luigi Capasso tentò di uccidere la moglie Antonietta senza riuscirci, poi si barricò in casa e uccise le due figlie prima di suicidarsi. Ieri la scena si è ripetuta. Ancora violenza, ancora un militare coinvolto. Christian Sodano, 27 anni, originario di Formia, maresciallo della Guardia di Finanza in servizio Reparto navale di Ostia. Il giovane era rimasto orfano, aveva perso il padre, anche lui un finanziere, e la madre, un poliziotta, tra il 2016 e il 2020.
Maria Grazia Allegretti piange e le ricorda, le sue piccole ballerine: «Avevano vinto tanti campionati, con me avevano viaggiato tanto per gare e campionati e sempre medaglia d’oro…Dovrei avere una foto dove sono vicine con la coppa, ne sono sicura perché l’ho mandata anche ad Antonietta». Antonietta è la mamma di Alessia e Martina Capasso, le due bimbe uccise dal padre sei anni fa.
Renée e Desy, le due sorelle e la mamma erano sepesso insieme, lavoravano nell’agenzia immobiliare di famiglia lungo il corso di Cisterna.
Il padre delle ragazze non era a casa. Giuseppe Amato, commerciante di frutta e verdura, per anni ambulante per i mercati della provincia pontina, noto alle forze di polizia. Fratello di Gennaro Amato, un nome molto noto a Cisterna, personaggio di spicco della malavita locale. Due gli agguati di cui è stato vittima: la prima volta nel novembre del 1998, quando fu gambizzato all’interno della sua villetta; la seconda nel 2001. Poi nel 2018 era stato arrestato per traffico di droga. Ma ieri nella villetta le tre donne erano sole. Sodano aveva dormito lì, poi era uscito e ritornato. Non è chiaro cosa si accaduto, la ragazza che è sopravvissuta è sconvolta, le sue dichiarazioni sono ancora confuse, resta per il momento agli atti il racconto di lui: quando ha tirato fuori la pistola, madre e sorella di Desyrée gli si sono scagliate addosso. E lui ha sparato. (di Vittorio Buongiorno e Monica Forlivesi)
Cristian Sodano: chi è l’uomo che ha ucciso Renée Amato e Nicoletta Zomparelli a Cisterna di Latina (Today – 14 febbraio 2024)
Il duplice omicidio martedì pomeriggio al culmine di una lite tra il militare della guardia di finanza, 27 anni, di Minturno e in servizio a Ostia, e la sua ex Desyree: la madre e la sorella di lei hanno tentato di fermarlo. E hanno pagato con la vita. I due si erano lasciati da pochi giorni e lui non accettava la fine della relazione. Ha usato la pistola d’ordinanza. I colleghi: “Non parlava mai della sua vita privata”
Il duplice omicidio si è consumato al culmine di una lite tra l’uomo e la sua ex ragazza: la madre e la sorella di quest’ultima hanno tentato di fermarlo e hanno pagato con la vita il loro coraggio. Lui ha infatti tirato fuori la pistola di ordinanza (è un militare della guardia di finanza) e fatto fuoco. Cisterna di Latina, al confine tra le province di Roma e Latina, è sotto shock per quanto avvenuto nel tardo pomeriggio di martedì 13 febbraio.
Le vittime sono madre e figlia, Nicoletta Zomparelli, agente immobiliare, e Renée Amato, studentessa, rispettivamente di 49 e 19 anni, e hanno perso la vita all’interno della loro casa. Il presunto assassino è un finanziere di 27 anni, Cristian Sodano, di Minturno e in servizio a Ostia, è stato poi fermato a Latina, nel quartiere Q4. Si è costituito dopo aver contattato un parente. Sul luogo dell’omicidio sono intervenute le forze dell’ordine e il 118. Il duplice femminicidio è avvenuto in una villetta nel quartiere popolare di San Valentino. L’uomo avrebbe usato la pistola di ordinanza per uccidere la madre della ex e la sorella della ex. Vani per loro tutti i soccorsi: le due donne sono morte e i loro corpi sono stati vicini. L’allarme è stato lanciato da alcuni residenti che hanno sentito gli spari e hanno allertato le forze dell’ordine.
Alla furia omicida dell’uomo è sfuggita la sua ex ragazza, Desyree Amato, 22 anni, che era presente in casa e si sarebbe salvata rifugiandosi in un bagno. Quando lui ha sfondato la porta a calci, è riuscita a scappare da una finestra e a nascondersi una legnaia in giardino. Lui si è infine allontanato e lei è riuscita a chiedere aiuto in strada. Ora è sotto shock. Pare che lei e Sodano, che stavano insieme da un anno, si fossero lasciati da pochi giorni e lui non accettasse la fine della relazione. Ieri un litigio, l’ennesimo. Poi l’uomo ha tirato fuori la pistola e ha sparato a bruciapelo. Le indagini sono solo all’inizio. Gli agenti della squadra mobile stanno raccogliendo testimonianze di vicini e conoscenti delle vittime.
“Una comunità sconvolta dall’ennesima tragedia che ha visto vittime due donne, una madre e una figlia, per mano di un uomo violento. Tutta la nostra comunità si stringe intorno al dolore lacerante dei familiari”: questo il messaggio di cordoglio del sindaco di Cisterna di Latina, Valentino Mantini. Il padre delle ragazze e marito della 49enne uccisa è un commerciante di ortofrutta. Un dramma di cui sfuggono ancora gli esatti contorni, su cui la Procura di Latina ha subito aperto un’inchiesta: si procede per duplice omicidio.
Ma chi è Cristian Sodano? I colleghi lo descrivono come una persona riservata quando era in servizio, “più spigliato quando era fuori dal servizio, soprattutto con le ragazze”. Fino a ieri era di stanza a Ostia, alla caserma del porto, quella della sezione navale delle Fiamme Gialle. Era comandante di un gommone, ovvero a capo di un’unità che prevede al massimo la presenza di tre persone. Della sua vita privata non parlava mai. Dopo il fermo non avrebbe mostrato particolari emozioni. La sua famiglia a Scauri è conosciuta e stimata: il padre è stato un militare, anch’egli della Guardia di Finanza, e la madre era stata agente della Polfer.
Sui social, a piangere la giovane Renee Amato è la sua migliore amica: “E ho sperato fino all’ultimo che non fossi tu quella ragazza, l’essere umano non conosce limiti. Ti hanno portato via, avevi ancora una vita davanti, dovevamo fare tante cose insieme: eri, sei e sempre sarai la migliore amica un po’ pazza, quella con cui fare cazzate. Quante ne abbiamo fatte insieme. Spero ancora sia solo un brutto sogno, vorrei svegliarmi e averti qui con me”, ha scritto la ragazza. Renée aveva la passione per il ballo e, oltre a studiare, dava una mano nell’agenzia immobiliare della madre.
Renée Amato uccisa 6 anni dopo l’amica Alessia Capasso. Entrambe vittime di femminicidio (Quotidiano Nazionale – 15 febbraio 2024)
Frequentavano la stessa scuola di danza a Cisterna Latina ed erano amiche. Nel 2018 Alessia fu uccisa dal padre. Mentre la vita di Renée è stata spezzata dall’ex della sorella
La danza era tutto per Renée e Alessia. La loro era un’amicizia nata nelle sale della scuola da ballo Mga Studios di Cisterna di Latina, come riporta il Corriere. Poi sei anni fa, il massacro di casa Capasso. Quel giorno la vita di Alessia fu stroncata di botto dalla furia del padre Luigi che sparò alla moglie dalla quale si stava separando, ferendola gravemente, e uccise le due figlie. L’uomo si suicidò. In casa Capasso sopravvisse solo una donna:Antonietta, la mamma delle due ragazze.
A sei anni di distanza, Renée fa la stessa tragica fine dell’amica, questa volta per mano dell’ex fidanzato della sorella, Cristian Sodano. A perdere la vita è anche la madre delle ragazze, Nicoletta Zomparelli. L’unica sopravvissuta è Desirée sfuggita da quel ragazzo che diceva di amarla e che non aveva accettato la rottura della loro relazione.
Di Renée e Alessia resta una foto: entrambe sorridenti, bellissime nei loro abiti da ballerine, con il trofeo in mano vinto in gara.
Dopo il duplice femminicidio che ha scosso nuovamente il piccolo comune in provincia di Latina, è la mamma di Alessia, Antonietta Gargiulo, a parlare di nuovo dopo sei anni di dolore: “A San Valentino – scrive la donna sui social – festeggiamo l’amore. Quale amore? Quello che uccide? Quello che usa le pistole? … a Cisterna di Latina ancora morte, ancora terrore. Sempre la stessa rabbia, lo stesso dolore. Nessuno è immune, nessuno al sicuro. Non è amore. Non è vita. ..Io continuo la mia battaglia. A Renèe, a Nicoletta, a tutte le donne e le giovani vite spezzate. Stop ai femminicidi”.
“Non è amore, è violenza”: l’ultimo abbraccio di una intera comunità a Nicoletta e Renée (Latina Today – 23 febbraio 2024)
Migliaia di persone hanno partecipato a Cisterna ai funerali di madre e figlia uccise da Christian Sodano. Negozi chiusi in città, serrande abbassate, drappi e fiochi rossi, simbolo della lotta alla violenza di genere, su saracinesche, balconi e portoni
Un’intera comunità a Cisterna ha abbracciato ieri per l’ultima volta Nicoletta Zomparelli e Renée Amato, madre e figlia uccise da Christian Sodano, fidanzato di Desirée che della prima era figlia e della seconda sorella. Migliaia di persone hanno preso parte alla celebrazione dei funerali nella chiesa di chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo officiati da don Paride Bove, il parroco di San Valentino.
Ma tutta la comunità ha fatto sentire forte la sua partecipazione e si è stretta per l’ultimo saluto alle due donne morte sotto i colpi esplosi con la sua pistola di ordinanza dal finanziere 27enne. Negozi chiusi, attività ferme, drappi e fiochi rossi, simbolo della lotta alla violenza di genere, sparsi in tutta la città, sui balconi, sui portoni e sulle serrande abbassate in segno di lutto così come era stato richiesto dall’amministrazione nel giorno del lutto cittadino. Sulle saracinesche dei negozi c’era lo stesso cartello con la scritta “Non è amore, è violenza”.
Perché “chi ama dona vita non la sopprime”, come ha detto don Paride Bove durante l’omelia. I feretri delle due donne sono stati accolti ieri nella chiesa, gremita fuori e dentro di parenti, amici, conoscenti e cittadini, da un lungo applauso. Le due bare, marrone quella di Nicoletta, e bianca quella della figlia Renée, sono state portate a spalla sul sagrato della chiesa. “Nicoletta e Renée – ha spiegato ancora don Paride durante il commento al passo del Vangelo – davanti a chi non sa amare hanno dimostrato il vero senso dell’amore che sempre difende e custodisce la vita. Hanno scelto di stare dalla parte dell’amore e questo è un grande esempio per tutti noi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita. Nicoletta e Renée hanno dato la loro vita perché hanno amato, tanto amato. Tutta la nostra comunità è rimasta profondamente colpita da alcune assurde circostanze. Tutto è successo alla vigilia di una festa importante: San Valentino. E tra l’altro in un quartiere che porta questo nome. È talmente assurdo questo fatto che difficilmente si può non pensare ad un’opera malvagia oltreumana e che, continuamente, cerca di rendere il cuore dell’uomo duro e incapace di vivere una logica diversa. Ma se da una parte c’è, ed è evidente, quest’opera, dall’altra non si ferma la delicata opera di Dio”.
Folla per l’addio a Nicoletta e Renée, ‘l’amore non uccide’ (Ansa – 24 febbraio 2024)
Folla a Cisterna di Latina per l’addio a Nicoletta Zomparelli e Renèe Amato, madre e sorella di Desyrèe, la fidanzata del maresciallo della Guardia di Finanza di 27 anni Christian Sodano, accusato del duplice omicidio delle due donne avvenuto nella loro villetta nel quartiere San Valentino lo scorso 13 febbraio.
Circa 2.000 persone, accorse per i funerali, hanno gremito la chiesa di Santa Maria Assunta nonché la piazza antistante, dove l’omelia del parroco don Paride Bove è stata riprodotta attraverso degli altoparlanti. Una folla che si è stretta attorno a Desyrèe e a suo padre Giuseppe Amato, seduti in prima fila in chiesa.
“Oggi siamo qui, purtroppo, perché ancora una volta non si è riusciti a capire che cosa significhi amare. Siamo qui perché è stato infangato il nome dell’amore con tutto ciò che amore non è: possesso, assenza di libertà, controllo… e addirittura negazione della vita” ha esordito il sacerdote del paese, dove è stato proclamato il lutto cittadino e il cui Comune si costituirà parte civile nel processo penale. “Ma siamo qui, in questa chiesa, soprattutto per un altro motivo: perché vogliamo che sia il vero amore a muoverci. Sicuramente l’amore per le nostre Nicoletta e Renée, che sono diventate sorelle e amiche non solo delle persone che hanno avuto il dono di conoscerle, ma per tutta la nostra città, anch’essa fortemente colpita e ferita”.
Al termine della cerimonia, alcuni ragazzi hanno lanciato in aria dei palloncini bianchi e uno rosso, oltre a far volare nel cielo diverse colombe bianche. Un momento a cui è seguito un lungo applauso dei presenti, mentre i due feretri venivano portati fuori dalla chiesa. Diverse le autorità presenti, le quali non hanno preso la parola per “rispetto delle vittime e dei familiari”, come sottolineato dal parroco: dal sindaco di Cisterna, Valentino Mantini, accompagnato da tutta l’amministrazione comunale, a quello di Latina, Matilde Celentano, insieme ad un consigliere comunale del capoluogo pontino. Ma anche il consigliere regionale Vittorio Sambucci, la deputata Giovanna Miele e il viceprefetto di Latina, Monica Perna, oltre a centinaia e centinaia di ragazzi e ragazze, la maggior parte di loro in lacrime, tra cui la società Cisterna Calcio in divisa.
“Mai vista una cosa del genere” il commento di alcuni cittadini all’esterno della chiesa, sorpresi dal numero di persone accorse per seguire il rito funebre. Non tutti, infatti, hanno trovato posto in chiesa, dove in prima fila erano seduti Desyrèe e suo padre Giuseppe, commerciante di frutta e verdura, insieme per tutto il corso dei funerali fino a quando il corteo funebre non è partito verso il cimitero.
Cisterna di Latina, Renée Amato poteva salvarsi. «Christian Sodano l’ha uccisa mentre provava a rialzarsi» (il Mattino – 27 febbraio 2024)
La prima ad essere stata uccisa è stata Nicoletta Zomparelli, che ha cercato inutilmente di difendersi dal giovane mettendo una mano davanti alla sua pistola
Renée Amato poteva salvarsi, ma Christian Sodano le ha dato il colpo di grazia (a dispetto di quanto sostenuto da quest’ultimo agli inquirenti, ai quali aveva dichiarato invece di aver premuto nuovamente il grilletto per “non farla soffrire”). È il nuovo elemento che emerge dal fascicolo redatto dalla polizia scientifica sul duplice femminicidio a Cisterna di Latina. I primi due colpi – esplosi a distanza – hanno raggiunto collo e caviglia della ragazza, gli ultimi due – mortali – al volto da distanza ravvicinata. Secondo la ricostruzione, la prima ad essere stata uccisa è stata Nicoletta Zomparelli, la madre di Desyrée, fidanzata con cui Sodano si stava lasciando, che ha cercato inutilmente di difendersi dal giovane mettendo una mano davanti alla sua pistola. Poi è stata colpita la figlia diciannovenne che, come aveva raccontato lo stesso Sodano, non è morta sul colpo. Tuttavia, mentre il maresciallo della Guardia di Finanza aveva dichiarato di averle sparato nuovamente con la volontà di «non farla soffrire», secondo l’ultima ricostruzione della polizia scientifica, che ha esaminato nei minimi particolari il luogo del delitto, la villetta di via Monti Lepini nel quartiere San Valentino, la giovane stava invece tentando di rialzarsi, probabilmente in posizione semi eretta, forse in ginocchio, per fuggire via e salvarsi.
Christian Sodano, la zia di Renèe Amato: «Ha ucciso mia sorella e mia nipote, nessun perdono. Le minacce? Sono state sottovalutate» (il Messaggero – 28 febbraio 2028)
Per la prima volta parla una parente delle vittime: “Non sappiamo cosa farcene delle scuse dello zio”
Sono passate due settimane dal duplice femminicidio di Cisterna di Latina e il dolore di amici e parenti di Nicoletta e Renée comincia a maturare, diventando ancora più pungente. Dopo il caos iniziale, subentra lentamente la consapevolezza della perdita, assurda e lacerante, sia per la modalità violenta sia per la giovane età delle vittime.
Dopo il rifiuto iniziale di commentare quanto accaduto nella villetta di via Monti Lepini, adesso ci sono le prime aperture da parte della famiglia. La sorella di Nicoletta Zomparelli, Mariapia, parla con la voce spezzata: «Il dolore è tanto, ho perso una sorella e una nipote che ho battezzato e cresimato, per me Renée era molto più di una nipote. Il dolore è immenso. Ho un desiderio che vorrei esprimere: mi auguro che Nicoletta e Renée non vengano dimenticate». Perché ha questa impressione? «Perché sto notando che se ne parla sempre di meno, anzi adesso non se ne parla praticamente più. Per carità io capisco che la vita deve andare avanti ma mi auguro che Nicoletta e Renée restino del cuore di tutti, sicuramente resteranno nel mio cuore per sempre…».
Vincenzo Conte, lo zio dell’omicida Christian Sodano, intervistato dal Messaggero, ha chiesto scusa alle famiglie delle vittime per questo dolore immenso provocato dal nipote. Come risponde? «Rispondo in maniera semplice: le scuse le dovrebbe fare lui che ha commesso il fatto, non lo zio. Sinceramente non sappiamo che farcene delle sue scuse… Posso dire che le scuse non sono accettate, almeno da parte mia».
Le indagini stanno portando alla luce una serie di minacce esplicite antecedenti il duplice delitto. In particolare Desyrée Amato, la ex fidanzata di Christian Sodano, aveva girato degli screenshot di messaggi inquietanti ricevuti dal finanziere. «Ci sono state delle minacce verbali – racconta la zia, Mariapia Zomparelli – e alcuni messaggi che lui aveva inviato a Desyrée con delle minacce, ma non sono stati presi in considerazione perché si pensava a dei litigi tra giovani, tra ragazzi. Purtroppo nulla è stato preso in considerazione».
C’è stato qualche episodio di violenza fisica? «No – risponde Mariapia – lui non ha mai alzato un dito su Desyrée, da ciò che sappiamo noi nulla faceva prevedere ciò che poi purtroppo è accaduto».
I messaggi estrapolati dai telefonini di Desyrée e Sodano sono espliciti. «Non immagini quanto mi stai facendo del male» scriveva il finanziere di 27 anni. «Ti giuro, per tutto il male che mi stai facendo te ne farò veramente tanto». E ancora: «Servirà l’esercito per fermarmi, farò una strage. Vedrai quanto posso essere cattivo». Minacce alternate a vittimismo: «Dopo tutto quello che faccio per te». Lei si era chiusa, anche con le amiche, non parlava più di lui, non pubblicava più storie sui social, forse per evitare le sue sfuriate.
L’assassino scriveva: «Ti farò vedere veramente quanto posso essere cattivo quando uno mi fa veramente male. Perché non me lo merito dopo tutto quello che ti ho dato». E ancora: «Sei una falsa, devi soffrire quanto ho sofferto io. Ti farò tanto male, fosse l’ultima cosa che faccio. Non me ne frega più niente». Desyrée cercava di calmarlo, ma non sempre ci riusciva. Dopo aver ricevuto la foto della mano di Christian ferita dopo un pugno sferrato contro un muro, gli risponde: «Devi stare calmo ca… Fai sempre così, ma quando cresci?». «È tutta colpa tua – replica il finanziere – ormai mi posso anche togliere la vita. Non sono Dio per giudicare una persona, ma visto che Dio mi ha tolto quelle più care (i genitori, ndr) ne porterò anche io a Dio. E ne porterò molte».
Parole che hanno anticipato quanto avvenuto il 13 febbraio a Cisterna, quando Christian Sodano ha messo in pratica le sue intenzioni esplodendo 7 colpi con la sua di pistola d’ordinanza, una Beretta PX4.