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Patrizia Formica, 47 anni, mamma. Uccisa a coltellate e lasciata morire dissanguata dal nuovo compagno

Caltagirone (Catania), 20 Marzo 2017

patrizia formica


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Caltagirone, uccisa dal compagno nel sonno. Su Fb aveva scritto: “Insieme appassionatamente” (la Repubblica – 3 aprile 2017)
La vittima, Patrizia Formica, aveva 47 anni. Accoltellata, ha avuto la forza di chiudersi a chiave nella stanza, ma è spirata poco dopo. L’assassino si è costituito subito. Il suo racconto: “Volevo tornasse col marito e i figli, lei si opponeva. Ho avuto un raptus”
Femminicidio a Caltagirone: una donna di 47 anni, Patrizia Formica, è stata uccisa a coltellate nel sonno dal suo compagno, Salvatore Pirronello, 52 anni. E’ accaduto in via Filippo Palatino, nella città del Catanese. Secondo la prima ricostruzione degli investigatori, il delitto sarebbe maturato dopo giorni di litigi.
Entrambi separati, convivevano da poco. Hanno avuto due figli ciascuno, che abitano con i rispettivi ex coniugi. L’omicidio è avvenuto intorno alle 4: Pirronello ha raccontato ai carabinieri, ai quali si è costituito un’ora dopo con i vestiti ancora sporchi di sangue, di essere stato preso da un raptus dopo avere litigato con la compagna. Ha detto di essersi alzato dal letto, di essersi armato  con un grosso coltello da cucina e di avere colpito quattro volte la donna mentre era ancora a letto e dormiva.
Alla base del litigio, notizia al vaglio degli investigatori, pare ci fosse un contrasto legato al fatto che Pirronello voleva interrompere la relazione con la compagna, una storia nata un paio di mesi fa e solo da poco trasformata in convivenza. Il delitto è avvenuto al quarto piano di una palazzina di via Filippo Palatino, nel quartiere Balatazze. Pirronello è stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Caltagirone, guidati dal capitano Matteo Martellucci. L’uomo, in stato di shock, ha raccontato di avere colpito la donna mentre era a letto e ha fatto ritrovare il coltello utilizzato per uccidere.
Il raptus omicida sarebbe stato improvviso. La vittima ieri sera, prima di andare a letto, aveva pubblicato su Facebook un post che certo non lasciava trasparire tensioni: “Noi insieme appassionatamente”. Patrizia mostrava di essere serena: “Buongiorno a tutti. Fuori piove, e chi se ne frega, io ho il sole dentro, le persone che amo sono accanto a me, può anche arrivare il diluvio, io mi sento al sicuro. Buona domenica a tutti”. Per poi aggiungere: “Noi insieme, bellissima domenica” e “il pomeriggio continua in compagnia delle persone a cui voglio bene”. Post accompagnati da foto e filmati della coppia, parenti e amici. Fino a conclusione della domenica: “Bellissima giornata trascorsa in ottima compagnia e all’insegna del divertimento assoluto”, scrive Patrizia Formica su Fb. E poi l’ultimo post: “Noi insieme appassionatamente”.
Salvatore Pirronello fu protagonista oltre trent’anni fa, il 30 dicembre del 1981, di una rapina finita nel sangue. Assieme a tre complici assaltò un autobus di linea Catania-Palermo. Un colpo feroce, culminato nell’uccisione dell’autista del bus, Giuseppe Savarino, e l’ex presidente dell’amministrazione provinciale, l’avvocato Enzo Auteri. Pirronello, che non era ancora maggiorenne, fu giudicato dal tribunale per i minorenni e condannato per rapina.
Pirronello ha raccontato al magistrato che voleva chiudere la relazione con la donna che aveva dei problemi con l’ex marito, che spesso le impediva di vedere i figli. Per questa ragione più volte Salvatore aveva invitato Patrizia a interrompere la loro love story e a ritornare con l’ex marito. Lei invece non ne voleva sapere. Più volte gli aveva detto che per nessuna ragione si sarebbe separato da lui. E’ la ricostruzione fatta dall’assassino nell’interrogatorio dinanzi al pm.
L’uomo ha raccontato di non avere dormito per buona parte della notte dopo l’ultima discussione di ieri sera. Intorno alle quattro del mattino ha deciso di mettere fine alla vita di Patrizia. Così nella notte si alzato, si è armato con un grosso coltello e ha infierito contro la donna che aveva conosciuto la scorsa estate e con la quale qualche mese fa aveva preso in affitto l’appartamento di via Filippo Palatino. L’ha colpita mentre era nel sonno. Dopo i primi fendenti, la vittima si è difesa e ne è nata una colluttazione. Ferita gravemente, con uno dei fendenti che l’avrebbe colpita al cuore, Patrizia Formica ha speso le ultime forze rimaste per alzarsi e chiudere a chiave la porta della stanza da letto dall’interno, come ultimo atto di difesa, probabilmente per paura che il convivente potesse tornare. Poi si è accasciata a terra, in un lago di sangue. Quando i carabinieri sono arrivati in casa, hanno dovuto sfondare la porta della stanza, ma Patrizia Formica era già morta. Poco prima Pirronello, che era in pigiama, si era cambiato ed era andato alla caserma dei carabinieri per costituirsi.
La tragedia di Caltagirone ha scosso familiari e amici della coppia. Parole di fuoco sono state pronunciate dal fratello della vittima, Beniamino Formica: “Ci vuole la pena di morte per chi uccide: un delinquente toglie la vita e poi vive tranquillo, mantenuto per anni in carcere. Non è giusto. Ed è colpa della politica. Lui non era l’uomo giusto per lei – aggiunge il fratello – io lo avevo detto a mia sorella, ma lui ha minacciato me, la mia famiglia, i miei figli, e io mi sono fatto da parte. Mia sorella ha presentato denuncia contro di me per salvare questo demonio, il suo assassino”.
I familiari di Patrizia Formica hanno espresso con i giornalisti il loro “grande dolore per quello che è successo”, ma anche “per quello che lei ha vissuto e per tutto ciò che lei avrebbe voluto”. “Non ha avuto il tempo – hanno sottolineato – di potere riprendere la propria vita nelle mani ed essere felice come avrebbe desiderato e meritato”.
Per i vicini di casa, Salvatore Pirronello e Patrizia Formica erano una coppia “apparentemente tranquilla e educata”. Ai cronisti hanno raccontato che “non era trapelato alcun segnale premonitore della tragedia. Nessuno li ha mai sentiti litigare, neppure ieri. Abitavano nel palazzo da pochi mesi, in una casa preso in affitto. Lui usciva regolarmente ogni mattina per andare a lavorare in un’impresa nella zona industriale di Caltagirone. Lei rimaneva a casa, dopo avere chiuso un negozio per la vendita di biancheria intima. “Una volta – ricorda un vicino – mi è caduto un oggetto in casa loro e sono andata a prenderlo: sono stati cortesi, come lo erano sempre. Una vicenda assurda, incredibile, imprevedibile”.

Omicidio Caltagirone: Patrizia Formica è morta in una lenta agonia per dissanguamento (FanPage – 8 aprile 2017)
L’autopsia eseguita sul corpo di Patrizia Formica, uccisa nel sonno dal convivente Salvatore Pirronello, ha rivelato la dinamica del brutale femminicidio. La morte lenta della povera donna potrebbe divenire una ulteriore aggravante per l’uomo, che resta in carcere.
Una interminabile agonia per dissanguamento all’interno della camera da letto con la porta chiusa da dentro. Patrizia Formica, la donna di 47 anni uccisa dal convivente Salvatore Pirronello, 53 anni, è morta così. Il drammatico particolare emerge dall’autopsia eseguita sul corpo della vittima dal medico legale Francesca Berlich.
Due delle quattro coltellate inferte all’addome non hanno leso organi vitali: per questo la sofferenza della vittima è stata prolungata ed il decesso è avvenuto, appunto, per dissanguamento. Sul corpo della donna non stata trovate solo le ferite dei fendenti, ma anche escoriazioni sugli arti superiori, segni evidenti di una forte colluttazione avvenuta dopo che la vittima si è accorta, durante il sonno, di essere diventata bersaglio dell’impulso omicida del suo uomo. La morte lenta, stabilita dai medici, potrebbe divenire un’ulteriore aggravante per Pirronello: gli inquirenti  stanno cercando di approfondire lo scenario e tutte le decisioni prese dal killer che ha detto di avere agito in preda ad un raptus.
Ieri si sono tenuti i funerali di Patrizia Formica. Alla celebrazione liturgica officiata dal vescovo di Caltagirone mons. Calogero Peri, hanno partecipato centinaia di persone. Mons. Peri, nell’omelia, ha chiesto scusa a Patrizia “a nome mio, a nome vostro, a nome di questa nostra città se le nostre mani non sono state capaci di proteggerla”.
Resta in carcere Salvatore Pirronello. Nei giorni scorsi il Gip di Caltagirone ha convalidato il suo arresto per l’omicidio aggravato della convivente, accogliendo la richiesta della Procura, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. È “confuso, anche molto pentito”, e “sta realizzando soltanto adesso quello che ha fatto”, ha detto il suo legale, l’avvocata Assunta Nicolosi, secondo cui l’indagato “non ha fornito un movente” che “resta al momento inspiegabile anche a lui”.

 

 

 

 


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