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Noemi Durini, 16 anni, sudentessa. Picchiata e accoltellata dal fidanzato che la seppellisce ancora viva sotto un mucchio di pietre

Specchia (Foggia), 3 Settembre 2017

 


Titoli & Articoli

Noemi, ritrovato il cadavere della 16enne scomparsa a Lecce. Fidanzato 17enne confessa: “L’ho uccisa” (la Repubblica – 13 settembre 2017)
Il corpo della 16enne è stato trovato a dieci giorni dalla scomparsa. E’ stato il ragazzo a condurre i carabinieri nella campagna dove il cadavere era nascosto tra i sassi. Il padre indagato per sequestro di persona e occultamento di cadavere. In serata il giovane ha rischiato il linciaggio mentre veniva trasferito dai carabinieri
Uccisa a pietrate e sepolta tra i sassi. Così è morta la sedicenne di Specchia (Lecce) Noemi Durini, scomparsa 10 giorni fa da Specchia e uccisa dal fidanzatodi un anno più grande. Il diciassettenne di Alessano, un paese vicino, ha confessato l’omicidio e ha indicato ai carabinieri il luogo in cui ha nascosto il cadavere: sotto un cumulo di pietre di un muretto a secco in località San Giuseppe di Castrignano del Capo, a pochi chilometri da Santa Maria di Leuca, forse uccisa a colpi di pietra. Noemi era vestita: aveva indosso i leggings di colore nero, la maglietta nera e le scarpe da tennis bianche e nere, gli stessi indumenti che aveva quando si è allontanata da casa il 3 settembre scorso per salire sulla vettura guidata dal fidanzato 17enne.
Si è risolto tragicamente dopo dieci giorni il giallo della scomparsa dell’adolescente che ha tenuto il Salento col fiato sospeso. Il ragazzo è accusato di omicidio volontario e il padre è indagato per concorso in omicidio, perché – stando a quanto gli inquirenti stanno ancora ricostruendo – avrebbe aiutato il figlio a nascondere il corpo o quantomeno a occultare le prove. All’uomo è stato notificato un avviso di garanzia per sequestro di persona e occultamento di cadavere. Il giovane è stato nuovamente portato nella caserma dei carabinieri per essere interrogato ancora.
Una ventina di carabinieri, alcuni dei Ris di Roma, ha effettuato una perquisizione nell’abitazione della famiglia del fidanzato 17enne di Noemi Durini. Nell’abitazione di Montesardo, frazione di Alessano, si cercano tracce, anche biologiche, della ragazza. Il ragazzo era un tipo conosciuto come violento. Era già in cura al Sert per uso di droghe leggere, aveva subito tre trattamenti sanitari obbligatori in un anno e aveva qualche guaio con la giustizia. Pur non avendo la patente, guidava regolarmente la Fiat 500 della mamma, fatto di cui si vantava con gli amici. Non riusciva a controllarsi, era irascibile con tutti, anche con la sua fidanzata, una studentessa ribelle e innamoratissima di lui, tanto da assecondarlo ogni volta, anche se il ragazzo la picchiava perché geloso e possessivo. E’ questo il ritratto che gli investigatori fanno sulla personalità del 17enne.
I sospetti si erano concentrati da giorni sul fidanzato ma l’accelerazione alle indagini è stata impressa dal sequestro dell’auto di uno dei suoi familiari, che all’alba del 3 settembre il giovane aveva utilizzato per andare a prendere Noemi a casa. Su quella vettura i due fidanzati i sono stati ripresi da una videocamera a Specchia. E’ stata quella l’ultima volta in cui Noemi è stata vista viva. Sul posto indicato dal diciassettenne si sono recati il procuratore capo di Lecce, Leonardo  Leone De Castris e i pm che si occupano delle indagini.
La scomparsa era stata denunciata dalla famiglia il 6 settembre, perché la speranza dei genitori era che potesse tornare a casa, considerato che già altre volte si era allontanata a causa dei contrasti con la famiglia, che contestava il rapporto con il ragazzo di Alessano. Come ha confermato la nonna di Noemi, Vincenza Cacciatore, quel giovane era inviso ai parenti e più volte i genitori avevano sollecitato Noemi a non frequentarlo. Lei invece si ostinava a proseguire la relazione, anche se più volte aveva raccontato alle amiche di essere stata maltrattata dal compagno.
A conferma del rapporto difficile tra i due, anche alcuni post pubblicati dalla studentessa su Facebook, dove a fine agosto aveva condiviso un post significativo sull’amore malato. Il profilo della ragazza e le sue chat sono state scandagliate a fondo dai carabinieri, che hanno interrogato diverse volte il ragazzo e, dopo avergli contestato l’accusa di omicidio, sono riusciti a metterlo alle strette.
Le ricerche della sedicenne erano state avviate venerdì scorso, cinque giorni dopo la scomparsa e due dopo la denuncia. Sono state controllate le campagne di Alessano e Specchia, i vigili del fuoco si sono calati in pozzi e vore, le unità cinofile hanno ispezionato numerose grotte ma nessuna traccia di Noemi era stata trovata. La svolta è arrivata quando i genitori di Noemi si trovavano nella Prefettura di Lecce per partecipare a una conferenza stampa indetta al termine della riunione del tavolo di coordinamento ricerche persone scomparse.
La notizia ha raggiunto i parenti e le autorità poco prima dell’arrivo della notizia della morte di Noemi, che ha gettato nello sconforto i familiari. La madre, Imma Rizzo, è stata colta da un malore e poi accompagnata in ambulanza a Specchia. Il padre ha provato a raggiungere la campagna di Castrignano in cui è stato occultato il cadavere ma gli è stato impedito di avvicinarsi al cumulo di pietre. Nel primo pomeriggio in via Madonna del Passo, dove si trova l’abitazione di famiglia, è stata raggiunta dai parenti e dagli amici.
Il rapporto tra i due adolescenti era stato da sempre osteggiato dalla famiglia di Noemi che considerava il 17enne un poco di buono. Qualche settimana fa il presunto assassino era stato denunciato alla Procura per i minorenni dalla mamma di Noemi, Imma Rizzo, a causa del suo carattere violento. La donna, che temeva per la sorte della figlia che da un anno frequentava il giovane, chiedeva ai magistrati di intervenire per far cessare il comportamento violento del ragazzo e per allontanarlo dalla figlia. Ne erano nati due procedimenti: uno penale per violenza privata, l’altro, civile, per verificare il contesto familiare in cui vive il giovane e se fossero in atto azioni o provvedimenti per porre fine alla sua indole violenta. Procedimenti che non hanno portato a provvedimenti cautelari.
Il nonno di Noemi, Vito Rizzo, dice che “bisognava allontanarlo prima, bisognava rinchiuderlo in una casa di cura“. “Penso – aggiunge – che il lavoro non l’abbia fatto da solo. Dopo tanti giorni che non avevamo notizie – dice – cose buone non ne potevano venire. Anche il fatto che a casa c’era il suo cellulare non era una cosa buona. Abbiamo subito avuto sospetti nei confronti del fidanzato”.
Il serata il 17enne ha rischiato il linciaggio quando è uscito dalla sede della stazione carabinieri di Specchia dove era stato ascoltato per molte ore alla presenza del proprio difensore e del procuratore capo del tribunale dei minori Maria Cristina Rizzo. All’uscita il giovane si è reso protagonista di atteggiamenti irriguardosi e di sfida alzando la mano destra in segno di saluto alla gente che gli fischiava contro e lo apostrofava. Ad attenderlo c’erano oltre un migliaio di persone, soprattutto giovani, che si erano radunate in via Giovanni XXIII, dove ha sede la stazione dei carabinieri. Il 17enne, nei confronti del quale c’è un provvedimento di fermo del pm con l’accusa di omicidio volontario, col cappuccio della felpa sulla testa, ha sorriso, sfidando la gente e provocando la reazione dei presenti che hanno tentato di raggiungerlo e di aggredirlo nonostante il cordone di sicurezza dei carabinieri. Il giovane è stato fatto salire a fatica su un mezzo dei carabinieri ed è stato poi condotto nella sede della compagnia dei carabinieri di Tricase in attesa di essere portato in carcere.


“Perdono Lucio, sta coprendo suo padre, ha fatto tutto lui”: lo sfogo del papà di Noemi (HuffPost – 15 settembre 2017)
“Me l’ha uccisa, vieni fuori bastardo” ha urlato più volte l’uomo cercando di arrivare alla casa di Lucio e dei genitori
Il ragazzo “sta nascondendo suo padre, lo protegge, ma quello non si salverà, ha fatto tutto lui”. Il padre di Noemi Durini, la sedicenne uccisa a Specchia dal fidanzato reo confesso, accusa il genitore di quest’ultimo sostenendo che ha un ruolo fondamentale nell’omicidio della figlia. L’uomo ha fatto un lungo sfogo con i giornalisti proprio davanti all’abitazione di Alessano dove abitano i genitori del presunto omicida, sostenendo di voler perdonare il giovane per quello che ha fatto. Era andato lì per cercare di incontrare il padre del ragazzo è solo l’intervento dei carabinieri ha evitato che la situazione degenerasse. “Me l’ha uccisa, vieni fuori bastardo” ha urlato più volte l’uomo cercando di arrivare alla casa.
Noemi, ha detto Umberto Durini, “era la ragazza più brava del mondo. Non era perfetta, ma era brava e onesta”. Una settimana prima della scomparsa, racconta ancora il padre, “stava finalmente bene. Tornava a casa tutte le sere alle 20 e mi abbracciava, era riuscita a lasciarlo”. Ma allora cosa è successo? Secondo l’uomo il nodo di tutto è il ruolo dei genitori del fidanzato, in particolare del padre.
“Aveva un odio per mia figlia che non era comprensibile – afferma – e ne faceva le spese anche il ragazzo. Un mese fa lo hanno cacciato di casa e sono stato io a portarlo in farmacia per prendere i farmaci“. Il padre di Noemi avrebbe aiutato il diciassettenne anche in altre occasioni. “Andava a dormire nelle baracche e io l’ho portato a casa mia, gli compravo i vestiti, le sigarette”. Dopo le reciproche denunce di maggio, racconta ancora l’uomo, ha cercato un incontro con i familiari del giovane, senza riuscirci, “sono venuto qui per parlare e loro mi hanno aggredito, dicevano ‘non vogliamo avere niente a che fare con i drogati’. A me? Come se fossi un delinquente. Avevano un odio per mia figlia indescrivibile”. Ma cosa è successo il 3 settembre? Umberto Durini non accusa direttamente dell’omicidio il padre del ragazzo, ma neanche lo esclude. Ed in ogni caso la sua versione, al momento, non ha alcun riscontro investigativo. “Mia figlia quella mattina è uscita per chiarire – dice – è appena è salita in macchina il ragazzo deve averla tramortita con un pugno. Poi è andato a casa e il padre ha visto la situazione e ha detto: ‘ci penso io’. Ha fatto tutto lui – ribadisce – ha fatto festa come un bambino a Disneyland”. Intanto gli esami sul cadavere della giovane danno i primi responsi: Noemi non è morta a causa di un colpo di pietra alla testa, secondo quanto emerge dal primo esame radiologico effettuato dal medico legale Roberto Vaglio sul corpo della ragazza. Dalla Tac eseguita nella camera mortuaria dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce, non emergerebbero infatti segni di fratture scheletriche, tanto meno al cranio. Questo fa quindi escludere che la giovane, come invece era stato detto in un primo momento, sia deceduta per i colpi inferti con una pietra in testa. Il risultato della Tac cambia le prospettive sia dell’indagine penale che di quella medico legale che ora dovrà cercare le cause della morte in altre lesioni presenti sul corpo della giovane, sul cui collo sono evidenti segni riconducibili a dei tagli. Il fidanzato diciassettenne della giovane, che si è auto accusato del delitto, nell’ultimo interrogatorio ha detto di averla uccisa con un coltello che la stessa Noemi aveva portato con sé il giorno in cui uscì di casa a notte fonda per incontrarsi con lui. Il piano, secondo il racconto del giovane, sarebbe stato quello quello di sterminare la famiglia di lui che ostacolava il loro rapporto.


Noemi Durini, l’autopsia: prima picchiata, poi accoltellata (Corriere della Sera – 22 settembre 2017)
Prima di essere uccisa Noemi Durini è stata picchiata, probabilmente a mani nude, e successivamente è stata accoltellata al capo e al collo. I medici legali hanno riscontrato sul cadavere della sedicenne «lesioni contusive multiple da picchiamento»

Prima di essere uccisa Noemi Durini è stata picchiata, probabilmente a mani nude, e successivamente è stata accoltellata al capo e al collo. Lo ha stabilito l’autopsia. I medici legali hanno riscontrato sul cadavere della sedicenne «lesioni contusive multiple da picchiamento al capo e agli arti e lesioni da arma bianca al capo e collo».
La punta del coltello nel cuoio capelluto. Come era già emerso giovedì, nel cuoio capelluto della sedicenne di Specchia (Lecce) è stata trovata la punta del coltello utilizzata per il ferimento ed è confermata la circostanza, già emersa, che sul cadavere della ragazzina non sono presenti segni di pietrate. L’autopsia è stata compiuta tre giorni fa dal medico legale nominato dalla Procura, Roberto Vaglio, e dal consulente della famiglia della vittima, il medico legale barese Francesco Introna. L’omicida reo confesso, il fidanzato 17enne della ragazzina, è attualmente detenuto in Sardegna con l’accusa di omicidio premeditato.
Disegno del coltello. La lama curva, più larga alla base per finire all’estremità ben appuntita, meno lunga del palmo di una mano, col manico di plastica invece di lunghezza maggiore: è la descrizione del coltello da cucina, di quelli usati per sbucciare frutta e ortaggi, che il 17enne i Noemi avrebbe usato per colpire e uccidere la sua fidanzata. È stato lo stesso giovane a disegnarlo agli inquirenti su un foglio di carta, durante l’interrogatorio del 13 settembre scorso, affermando di non ricordarsi dove lo avrebbe occultato. Il disegno compare tra gli atti acquisiti dagli investigatori.
Ricerche su Dna corpo estraneo. Insomma: la ragazzina potrebbe essere stata anche picchiata ma non è chiaro se prima o dopo l’accoltellamento. Per capire l’esatta sequenza dei fatti, i medici legali dovranno studiare l’infiltrato emorragico sottocutaneo e i tessuti interessati, al fine di stabilire se le contusioni da picchiamento risalgano a prima della morte o dopo. Tali risposte verranno soltanto nel corso degli accertamenti conseguenti all’autopsia vera e propria, per i quali il medico legale Roberto Vaglio ha indicato di avere bisogno di sessanta giorni. Un altro quesito fondamentale, posto dalla Procura dei minori di Lecce, riguarda l’eventuale presenza di tracce di dna estraneo su corpo di Noemi, considerato che proprio tale accertamento potrebbe fornire indicazioni importanti su eventuali complici del diciassettenne. Il ragazzo, detenuto nel carcere minorile di Cagliari, è indagato per omicidio premeditato, aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi, occultamento di cadavere e porto di oggetti atti ad offendere fuori dalla sua abitazione. Il padre B.M., invece, per occultamento di cadavere


Noemi, trovata punta coltello nella nuca della vittima (Ansa – 22 settembre 2017)
La punta di un coltello è stata trovata incastrata nella nuca di Noemi Durini durante l’autopsia compiuta due giorni fa a Lecce. Per questo motivo il pm inquirente del Tribunale per i minorenni, Anna Carbonara, ha disposto una nuova perquisizione nella casa del fidanzato 17enne della ragazza, ora detenuto in Sardegna con l’accusa di omicidio premeditato.
Nell’appartamento di Alessano è in corso da parte dei carabinieri della scientifica la ricerca della parte mancante del coltello utilizzato per commettere il delitto. Il fidanzato di Noemi, Lucio, durante il primo interrogatorio in cui aveva confessato il delitto, aveva detto che la lama del coltello utilizzato per uccidere la ragazza si era spezzata dopo aver sferrato il fendente alla nuca della sedicenne. Aveva quindi spiegato di aver avvolto il manico dell’arma nella sua maglietta e di averlo nascosto in una zona di campagna che non ha saputo indicare. Il giovane aveva spiegato che il coltello era stato portato proprio da Noemi all’alba del 3 settembre, giorno della scomparsa e del delitto, per mettere in atto l’uccisione dei genitori del ragazzo che si opponevano alla loro relazione.
“Non voglio odio, non odiate, perchè l’odio porta solo violenza”
. E’ l’appello che la mamma di Noemi Durini ha rivolto ai giovani parlando dall’altare a conclusione della cerimonia funebre per la figlia uccisa dal suo fidanzato. “Vi chiedo – ha aggiunto – se avete problemi, venite a casa di Noemi e parlate, la porta sarà sempre aperta per ascoltarvi”. Ancora applausi della folla, palloncini bianchi fatti volare e le note della canzone ‘Vietato morire’ di Ermal Meta, hanno accompagnato l’uscita della bara bianca di Noemi Durini dalla chiesa parrocchiale di Specchia a conclusione della cerimonia per i suoi funerali. Il feretro era postato a spalla da personale della protezione civile che nei giorni corsi ha partecipato alle ricerche della ragazza, quando ancora si sperava che fosse viva. All’uscita della chiesa, il corteo si è diretto verso la casa di Noemi per una breve sosta di raccoglimento. Poi si è mosso nuovamente verso il cimitero dove domani avverrà la tumulazione.
L’ultimo saluto a Noemi – Trasportata a spalla tra due ali di folla e accompagnata da un lungo applauso commosso, è arrivata nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Vergine di Specchia, dove a breve verrà celebrata la cerimonia funebre, la bara bianca che custodisce il corpo di Noemi Durini, la sedicenne uccisa il 3 settembre scorso dal suo fidanzato diciassettenne. Il feretro, che oggi è stato vegliato nella camera ardente, era preceduto da una grande foto di Noemi e seguito dalla famiglia della giovane, mamma, padre e due sorelline. La chiesa è gremita e moltissima gente è rimasta fuori. Alla cerimonia, presieduta dal vescovo, Vito Angiuli, partecipa anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.
“Cara Noemi, cercavi l’amore, hai trovato la morte ma Dio ti ridona la vita”. Con queste parole monsignor Vito Angiuli, vescovo di Ugento, ha chiuso nella chiesa parrocchiale di Specchia gremita di persone, l’omelia alla cerimonia funebre della sedicenne uccisa dal suo fidanzato il 3 settembre scorso. Il vescovo si è rivolto, tra l’altro ai genitori e famigliari della giovane esprimendo comprensione per il loro dolore e per la difficoltà, di “tenere a freno rancore e amarezza, nutrendo sentimenti di astio e risentimento nei riguardi di chi ha portato via troppo presto vostra figlia”. Non rifugiatevi nella solitudine del vostro mondo, ma lasciateci intravvedere l’immenso desiderio di bene che alberga dentro di voi. Affrontate con coraggio la vita, non scoraggiatevi di fronte alle difficoltà”. E’ uno dei passaggi dell’omelia di monsignor Vito Angiuli, vescovo di Ugento, al funerale di Noemi Durini nella chiesa parrocchiale di Specchia.
Operatori tv e fotografi sono rimasti fuori, e nel piazzale antistante la chiesa un altoparlante ha diffuso il rito funebre alle tante persone che non sono riuscite ad entrare. “L’uccisione di una donna si ripresenta, nel nostro tempo, con sempre maggiore frequenza – ha detto ancora il vescovo – Cambiano scenari, motivazioni, età e condizioni sociali, ma efferatezza, crudeltà e ferocia sono simili. Cosa sta accadendo alla nostra società? perché, nonostante il tanto parlare, la donna non è ancora rispettata? Perché sempre più spesso i giovani si sentono soli e, non trovano chi ha tempo da dedicare a loro per ascoltarli e orientarli?”.
La camera ardente era stata allestita presso il centro Capsda. Ad accogliere il feretro il sindaco di Specchia Rocco Pagliara. Assieme a lui, nella camera ardente, ci sono state molte persone arrivate per dare l’ultimo saluto alla sedicenne. La bara bianca era arrivata a Specchia ieri sera attorno alle 21, accolta da numerosi presenti in un religioso silenzio, interrotto solo dal grido di dolore dei nonni della giovane davanti alla casa in via Madonna Del Passo, dove Noemi abitava con la madre e dove si é svolta la veglia funebre in forma privata per volere della famiglia. Straziante l’abbraccio tra le lacrime alla bara della madre Imma. Da ieri sera in tutto il paese sono comparsi i manifesti funebri e oggi è stato proclamato il lutto cittadino a Specchia.
Lucio trasferito da Bari a Cagliari- Lucio, il fidanzato diciassettenne e omicida reo-confesso di Noemi, è stato trasferito dall’Istituto minorile penale di Bari a quello di Quartucciu (Cagliari). Nel ‘carcere’ per i minorenni sardo il giovane sarà anche sottoposto a cure mediche. Intanto, la tensione tra le famiglie di Lucio e Noemi resta altissima. I sindaci di Alessano e di Specchia, Francesca Torsello e Rocco Pagliara, chiedono alle loro comunità “di vivere i sentimenti di sgomento e di dolore per l’accaduto con doveroso rispetto”. “Ora è giusto – concludono – che la giustizia e le istituzioni operino in un clima sereno, che consenta di giungere alla verità dei fatti, nella convinzione che qualsiasi atto di ritorsione privata e di eccessiva spettacolarizzazione mediatica dell’accaduto danneggino il lavoro degli inquirenti”.
L’autopsia – Ieri l’esame autoptico sul corpo della ragazzina che non ha fornito – però – elementi certi per stabilire le case della morte anche se i medici legali hanno “forti sospetti” su alcune lesioni presenti tra il collo e la testa della sedicenne. Le “lesioni multiple” rilevate sono state “indotte da mezzi diversi”. Quali siano questi mezzi, al momento non è certo perché il corpo è fortemente interessato dai ditteri cadaverici che hanno alterato le lesioni creando dei crateri visivi. Saranno quindi necessari esami istologici sui tessuti. Sul corpo – viene sottolineato – non sono presenti segni di colpi di pietra. Secondo le stesse fonti, i medici legali ieri sono riusciti a ricostruire quanto è avvenuto il 3 settembre scorso, giorno della scomparsa e dell’uccisione della giovane. Sulla ricostruzione dei fatti, la Procura di Lecce ha imposto il riserbo per non influenzare ulteriori atti d’indagine. Il fidanzato di Noemi, detenuto per omicidio premeditato, ha confessato di aver ucciso la ragazza con una coltellata al collo: se gli ulteriori accertamenti medico legali dovessero confermare questi sospetti, è probabile che Lucio abbia detto la verità sulle modalità del delitto. Resta da accertare, invece, quale sia stata l’arma utilizzata e se ci sono stati eventuali complici che abbiano aiutato il minorenne a nascondere il corpo.  La ragazza – stando ai primi accertamenti – sarebbe stata uccisa il giorno della scomparsa, il 3 settembre, dieci giorni prima il ritrovamento del cadavere sotto una catasta di sassi nelle campagne di Castrignano del Capo. Fu Lucio a portare i carabinieri sul luogo della ‘sepoltura’ e a dire: ‘L’ho uccisa io’. 
Ris faranno confronti Dna – Durante l’autopsia di Noemi Durini compita ieri dal medico legale nominato dalla Procura per i minorenni, Roberto Vaglio, sono stati anche eseguiti tamponi che saranno inviati al Ris di Roma. L’accertamento – a quanto si apprende – è stato disposto al fine di procedere a confronti con il Dna di persone che potrebbero aver avuto un contatto con la vittima o anche solo con il suo cadavere. Materiale per procedere a questo confronto sarebbe già in possesso degli investigatori. Per questo motivo la famiglia di Noemi, oltre al medico legale che ha partecipato all’autopsia, Francesco Introna, ha nominato consulente la genetista forense romana Marina Baldi. Su eventuali complici che possano aver aiutato Lucio, il fidanzato 17enne e assassino reo-confesso della ragazza, la Procura ordinaria di Lecce ha indagato formalmente per sequestro di persona e occultamento di cadavere il padre di Lucio a casa del quale, nei giorni scorsi, i Ris hanno compiuto una minuziosa perquisizione.
Cittadini Specchia, fondi per un centro anti-violenza – Una raccolta fondi per creare un centro anti-violenza e di aiuto alle persone che vivono disagi e difficoltà è stata avviata dai cittadini di Specchia. Lo ha reso noto Agnese Maisto in rappresentanza del gruppo di cittadini del Comune salentino, sconvolto dalla morte di Noemi, la quindicenne per il cui omicidio è in carcere il fidanzato 17enne Lucio, reo-confesso. Agnese Maisto era un’insegnante di Noemi, che di lei dice “una ragazza solare e piena d’amore”. “Il paese – questo il messaggio che Agnese Maisto ha letto ai microfoni dei giornalisti – è muto, colpito, profondamente segnato, intende però reagire stringendosi intorno al dolore delle famiglie, ma non lo vuole fare nel segno dell’odio, nel segno della vendetta, ma lo vuole fare nel segno della solidarietà, dell’aiuto e della concretezza. Noi, questo deve essere il messaggio, non lasceremo Imma (la mamma di Noemi, ndr) da sola, forse non abbiamo sentito il grido prima ma ora lo sentiamo forte e chiaro”.
“Quello che noi vogliamo – ha continuato – è contribuire a rendere viva la memoria di Noemi per restituire dignità ad una morte che è stata barbara e violenta e solo una giustizia senza ombre può recuperare quella dimensione umana necessaria in questi casi. Quindi non ci abbandoniamo a grida, a vendetta, ma vogliamo concretezza e per questo chiediamo l’aiuto di tutti, sia per l’iter giudiziario che potrebbe essere lungo e faticoso, sia però per quella che è la volontà di Imma che è in accordo con il sogno di Noemi che era quello di aiutare gli altri, lei frequentava la scuola dei servizi sociali, e amava i disabili, le situazioni di disagio e quindi noi vogliamo realizzare un centro, una realtà territoriale che sia di aiuto e di prevenzione per tutte le situazioni di disagio. Ma prima di tutto giustizia. Perchè Noemi rivivrà nella giustizia e nella bellezza, giammai nell’odio e nella violenza”. Queste le coordinate di quanti vogliano contribuire alla realizzazione del centro: Bonifico: IBAN:IT84U0760116000001039083066; Bollettino postale: n. 1039083066.

 

 Trovato un cellulare di Noemi: tutti i segreti della relazione con Lucio (il Giornale – 7 ottobre 2017)
Nuova svolta nel caso dell’omicidio di Noemi Durini. La Procura per i minori di Lecce ha infatti sequestrato un vecchi cellulare della 16enne
Nuova svolta nel caso dell’omicidio diNoemi Durini. La Procura per i minori di Lecce ha infatti sequestrato un vecchi cellulare della 16enne. Il cellulare è stato trovato dalla madre e la ragazzina lo avrebbe usato fino allo scorso giugno. Un iPhone che adesso potrebbe rivelare i segreti della relazione tra Noemi e il suo assassino, il fidanzato Lucio. In quel cellulare gli inquirenti proveranno a trovare le prove di un rapporto tormentato che ha poi portato all’omicidio.
La Procura fa sapere che il sequestro è stato predisposto per “riscontrare l’effettiva disponibilità del telefonino da parte della vittima in un’epoca prossima ai fatti oggetto di indagine” ed eventuali “riscontri tra vittima e indagato in un’epoca precedente all’omicidio” per “ricostruire l’esatta dinamica degli eventi e tutte le circostanze relative ai fatti di reato”. Dunque un indizio in più che potrebbe complicare la vicenda giudiziaria di Lucio. Il ragazzo in questo momento è in stato di arresto ed è indagato per l’omicidio in quanto reo confesso. Gli inquirenti si baseranno su quanto custodito nello smartphone per ricostruire i passaggi da cui sarebbe poi scaturito l’attacco omicida di Lucio. Sms e foto che potrebbero spiegare come è nata quella follia.

Uccisa e infangata: il dolore della madre di Noemi (Video)


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In memoria di

L’uliveto della memoria dedicato alle vittime di femminicidio. Sarà di fatto inaugurato venerdì alle 10 a Martano per non dimenticare. (Gazzetta del Mezzogiorno – 7 marzo 2023)
Iniziativa promossa dall’associazione Astrea in collaborazione con l’associazione Casa di Noemi e l’associazione Olivami. Numerosi i rappresentanti istituzionali che hanno garantito la loro presenza.
«L’Uliveto della Memoria è il simbolo della memoria viva e dell’impegno di cui tutti siamo portatori – afferma la presidente dell’Associazione Astrea, avvocato Valentina Presicce – : dedicare ad ogni vittima innocente di femminicidio un olivo, l’albero simbolo della rinascita, vuol dire non solo ricordare ognuno di loro, ma dare loro nuova vita».
Gli studenti degli istituti scolastici della Regione Puglia, presenti il giorno dell’inaugurazione dell’uliveto posizioneranno targhette commemorative su alberi di olivi in memoria di donne uccise da chi diceva di amarle. Ogni targhetta avrà un QR CODE collegato direttamente alla storia di ciascuna vittima di violenza. Contestualmente saranno letti i nomi di tutte le vittime innocenti alla presenza dei familiari della vittima di femminicidio. Un lungo elenco di nomi scandisce la memoria che si fa impegno quotidiano. Recitare i nomi e i cognomi per farli vivere ancora, per non farli morire mai.
Tra gli altri, un albero di olivo dedicato a Noemi Durini, 16 anni, di Specchia, uccisa il 3 settembre 2017, dal ragazzo che diceva di amarla. Un albero di olivo dedicato al piccolo Stefano di 3 anni, di Surbo, ucciso dal padre nel luglio del 2010. Presente la mamma Angelica Bolognese. Un albero dedicato a Melissa Bassi, ragazza di 15 anni, di Mesagne, uccisa da un ordigno esplosivo posizionato vicino la scuola Morvillo Falcone di Brindisi. Un albero di olivo dedicato a Teresa Russo, 57 anni, di Trepuzzi, uccisa dal marito il 16 luglio 2018. Per ricordare Teresa saranno presenti i fratelli, il figlio e l’amministrazione comunale di Trepuzzi. Un albero di olivo dedicato a Raffaella Presta,40 anni, di San Donaci, uccisa dal marito il 25 novembre 2015. Per ricordare Raffaella sarà presente la sorella Doriana Presta. Un albero di olivo dedicato a Donatella Miccoli, 39 anni, di Novoli, uccisa dal marito e padre dei suoi due figli.
«Genitori e altri famigliari che portano avanti una battaglia per chiedere la certezza della pena e pene piu’ severe per i mostri che hanno ucciso – aggiunge l’avv. Presicce – perché il vero ergastolo nella vita lo vivono loro: i familiari delle vittime».
All’iniziativa hanno aderito diverse scuole: «Morvillo- Falcone» di Brindisi, IISS Cezzi de Castro Moro di Maglie, IISS Egidio Lanoce di Maglie, IISS E. Giannelli di Parabita, IISS Salvatore Trinchese di Martano, IC di Martano, IC di Scorrano, IC di Nociglia, IC di Parabita, Centro Polivalente per minori “La Pellegrina”.
L’uliveto della memoria diventerà un giardino didattico a disposizione di scuole e cittadinanza.

La vicenda di Noemi Durini è la prima delle dieci+una Favole da Incubo contenute nel libro scritto da Roberta Bruzzone ed Emanuela Valente, con il titolo “Giulietta sotto le pietre”
Favole da Incubo