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Nicoletta Giannarrusto, 47 anni, mamma e nonna. Uccisa dal marito con un colpo di pistola davanti alla figlia di otto anni

Riofreddo (Roma), 8 Giugno 2015

 


Titoli & Articoli

“Tu non mi lasci” Uccide la moglie davanti alla figlia di otto anni (la Repubblica – 9 giugno 2015)
La coppia, un allevatore e una casalinga, viveva insieme da oltre vent’anni Avevano quattro ragazzi
Il peggio è pensare a quella bambina di 8 anni che con la mamma aspettava che il papà tornasse per cenare: era andato al bar a comprare il latte e le sigarette. E qui aveva scherzato con la figlia del proprietario, con un ragazzo romeno che aveva lavorato per lui e con il proprietario. Erano le 21.30. Poi era rientrato. Il peggio è pensare a lui che litiga con la mamma, l’ennesimo litigio ormai e che improvvisamente diventa irriconoscibile. Non è più il suo papà: qualcosa lo trasforma in uno di quei mostri delle fiabe che le fanno tanta paura ma che però restano sempre lì, in mezzo alle pagine e non escono mai. Invece lo vede prendere la pistola, puntarla alla sua mamma: cerca di mettersi in mezzo, di fermarlo, ma lui la scaraventa in terra e spara tre colpi. Poi punta la sua Beretta, regolarmente detenuta, così come una decina di fucili da caccia, verso se stesso e si spara in testa.
Sono le 22.30 di domenica sera. Paola (il nome è di fantasia) si precipita fuori di casa, cerca i fratelli — ne ha quattro — bussa ai vicini, urla, chiama chiunque la possa ascoltare. Il fratello di una sua amichetta insieme al padre — due membri della famiglia che poi la ospiterà nella notte — si precipitano nell’appartamento: trovano la donna, Nicoletta Giannarrusto, ormai morta e lui, Samuele Sebastiani, in fin di vita. Morirà la mattina seguente nell’ospedale San Salvatore de L’Aquila, dove viene subito trasportato in ambulanza. Intervengono i carabinieri della stazione di Vallinfreda. «In un attimo è tutto un suonare di sirene e un via vai di macchine con le luci lampeggianti» racconta una signora».
Ma ieri poi tutto diventa chiaro: nel Rio Bar non parlano d’altro. Fabio è un amico di Sebastiano: «Andavamo a caccia insieme, proprio ieri mattina (domenica, ndr) ci eravamo trovati in una ventina con i cani, era tranquillo, niente lasciava pensare che avesse in mente una cosa del genere». Scuote la testa e anche se è mattina chiede un caffè corretto alla Sambuca. Lo fanno in molti, difficile reggere una botta del genere, «un dramma, un vero dramma» continua a ripetere il proprietario del bar, correggendo caffé a destra e a manca. «Stava bene anche economicamente» continua Fabio. «Aveva una piccola impresa edile, e poi aveva del bestiame: aveva figli, di 18, 16 e 14 anni più uno di lei di 28. In tutto 5 figli ».
«I figli erano tutto per lui» dice Marta. Se erano tutto per lui come ha fatto ad uccidere la madre di fronte a una bambina di otto anni? «Non lo so, un momento di follia? Lei aveva deciso di lasciarlo. Si vede che la cosa non gli andava giù. Non l’aveva accettata, anche se sembrava che invece non fosse così». «Sa che le dico?» interloquisce Nicola. «Che il mondo sta impazzendo. Giornali e telegiornali sembrano bollettini di guerra. E chissà: dai oggi, dai domani, uno si mette in testa idee strane, e alla fine pensa che sparare alla moglie e togliersi la vita possa essere una soluzione».
Un fatto è certo: Samuele Sebastiani nella sua pagina Facebook inneggia al Duce, e cita Junio Valerio Borghese: «In ogni guerra, la questione di fondo non è tanto di vincere o di perdere, di vivere o di morire; ma di come si vince, di come si perde, di come si vive, di come si muore ».
Vallo a dire a quel ragazzo di 28 anni, il primo figlio, che piange circondato dagli amici, che disperato entra ed esce dal bar e non sa dove posare lo sguardo e cosa fare delle sue mani. «Di certo così non si può morire» dice l’avvocato Cristina Cerrato di Differenza Donna. «Ancora un femminicidio. Ancora una donna che non ha potuto proteggersi ». (di Rory Cappelli)

Ammazza la moglie sotto gli occhi della figlia poi si toglie la vita (il Tempo – 14 giugno 2015)
L’omicidio-suicidio a Riofreddo, paese al confine tra Lazio e Abruzzo
«Venite, presto, papà ha sparato a mamma. Sono tutti e due per terra, aiutatemi, ho paura». Davanti a quei due corpi esanimi, riversi sul pavimento in due pozze di sangue misto a materia cerebrale, l’attesa per l’arrivo dei 3 fratelli dev’essere stata infinita e straziante. Come l’ennesima lite dei genitori sulla separazione minacciata dalla donna, che negli ultimi mesi era l’incubo anche per la piccola di casa, di appena 8 anni. C’era solo lei domenica sera, intorno alle 22,30, nell’abitazione a due piani di Via Valle Castagna, una contrada rurale a metà strada fra Riofreddo e Vallinfreda, ai confini fra Lazio ed Abruzzo, mentre il padre, il 51enne Samuele Sebastiani, sparava 3 volte alla madre, la 47enne Nicoletta Giannarrusto, prima di piantarsi un colpo in testa. Lei è morta all’istante, lui è spirato ieri intorno a mezzogiorno all’ospedale dell’Aquila, dove era stato portato domenica già in fin di vita subito dopo l’allarme dato dalla piccola col cellulare ai suoi fratelli. I tre ragazzi, di cui due minorenni ed un 19enne, erano usciti dopo cena, raggiungendo il centro del paese, lontano oltre un chilometro. Una distanza colmata di corsa a grandi falcate per raggiungere la sorellina, e toglierla davanti a quel teatro macabro, che li ha fatti disperare sino all’arrivo dei carabinieri dalla vicina stazione di Vallinfreda in quella frazione isolata, dove si contano non più di 4 abitazioni sparse.
I vicini hanno sentito solo gli spari, ma Sebastiani era un appassionato di armi, tutte regolarmente denunciate, e faceva parte di una nutrita squadra di cacciatori specializzata nella cattura dei cinghiali. Però, per fermare l’ormai irreversibile scelta della sua compagna di vita degli ultimi venti anni, ha usato una pistola Beretta calibro 765. L’arma, presumibilmente, era conservata nel garage. E lui, al culmine della lite, toccata con l’ennesima minaccia d’abbandono da parte della compagna, ha percorso il breve corridoio, è sceso lungo i 3 gradini ed ha impugnato l’arma. Poi ha raggiunto il saloncino d’ingresso e lì ha colpito Nicoletta, proprio davanti agli occhi della figlia, richiamata dalle grida giunte fin sopra alla sua cameretta. La bambina, inebetita dai 3 colpi, non ha avuto neanche il tempo di gridare che è arrivato l’altro sparo della pistola, riversa contro la tempia del padre.
«Una scena agghiacciante» hanno raccontato poi carabinieri e operatori sanitari del 118 giunti nell’abitazione. Davanti alla quale, dall’altra parte della strada di cemento bianco, ci sono le baracche in lamiera e legno degli animali dell’azienda zootecnica di Sebastiani. «Sia lei che lui erano bravissime persone, altrimenti non avrei continuato a badare alle loro capre per circa un anno e mezzo» racconta il giovane pastore romeno, ancora sorpreso dalla tragedia, consumatasi proprio davanti all’azienda. Che, però, non era l’attività principale di Sebastiani, muratore e carpentiere da tempo in proprio con una piccola impresa edile, specializzata nelle ristrutturazioni. Preoccupazioni economiche, oltre a quella della crisi del settore, non lo agitavano, così dicono tra le 700 anime del borgo dove si ritirò Ricciotti Garibaldi, il condottiero figlio dell’eroe dei due mondi.
Il problema fisso degli ultimi mesi era la fine della storia con quella donna minuta, originaria di Canosa di Puglia, che si trascinava di lite in lite. Però eminentemente verbale, così assicurano gli amici, gli ultimi a vederli insieme domenica ad una festa. I carabinieri, d’altra parte, non hanno nessuna denuncia, o segnalazione, sulla coppia. Anzi, lui sembrava ormai rassegnato a perdere la madre dei suoi 4 figli. Ma, probabilmente, qualche problema dev’essere poi sorto proprio sull’assegnazione della prole.
Ora i ragazzi, per i quali l’assistente sociale dell’Asl Rm G ha immediatamente fatto fissare una visita col neuropsichiatra infantile per la gestione del trauma, sono stati assegnati alle 2 zie paterne e al fratellastro più grande, di 28 anni, che vive a Roma e aveva da poco reso nonna la Giannarrusto. L’uomo è nato dal precedente matrimonio di Nicoletta, che dopo la separazione nel 1995 ha iniziato la convivenza con Sebastiani. «Io li ho visti sempre sereni – racconta il sindaco, Giorgio Caffari – Ora la tragedia è di questi 4 poveri ragazzi, interverrà la magistratura, ma anche il Comune è pronto a fare la sua parte, però quella tragica scena sarà difficile da cancellare».

Grande commozione a Riofreddo per i funerali di Samuele e di Nicoletta; una comunità in lutto (Confine Live – 15 giugno 2015)
Riofreddo. Si sono svolti alle ore 16.00 presso la Chiesa di San Nicola i funerali di Samuele Sebastiani e Nicoletta Giannarrusto, i coniugi scomparsi la settimana scorsa vittime di una tragedia familiare. Un omicidio/suicidio, questa la ricostruzione dei fatti che lascia un caso giudiziario chiuso, ma che apre tutto un ragionamento sui sentimenti e su quanto invece si deve fare per prevenire determinate situazioni. Non possiamo giudicare, poichè non conosciamo gli stati di animo e le situazioni che affetti, problemi o altro possano essersi generati. La piazza antistante la Chiesa, così come tutta Riofreddo era gremita di gente, amici parenti, e soprattutto amici dei figli dei due coniugi che per questa occasione hanno voluto manifestare tutta la loro vicinanza e solidarietà. Per il Sindaco Giorgio Caffari, si tratta dunque di una giornata amara per l’intera comunità ed assicura che ai ragazzi verrà dato tutto il supporto necessario da parte della istituzione locale. Durante l’omelia le parole celebrate dal parroco sono state toccanti, ha rimandato tutto al mistero della fede e all’aiuto di Dio.


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