Natasha Bettiolo, 46 anni, cuoca, mamma. Massacrata a coltellate da uno stalker
Trebaseleghe (Padova), 18 Maggio 2017
Titoli & Articoli
Tragedia a Trebaseleghe, ammazza l’amica a coltellate e tenta di togliersi la vita (Padova Oggi – 18 maggio 2017)
L’episodio giovedì pomeriggio dietro il municipio del comune del Padovano: la coppia era di origine italiana. Sul caso stanno indagando i carabinieri
Tragedia giovedì pomeriggio a Trebaseleghe: un uomo ha ucciso a coltellate la compagna e subito dopo ha tentato di togliersi la vita.
L’episodio attorno alle 16: la coppia di origine italiana si trovava dietro il municipio, in una Lancia Y grigia parcheggiata nell’area di via Fermi. Ad un tratto l’uomo, Luigi Sibilio, pizzaiolo, ha preso in mano il coltello, rinvenuto poi nell’abitacolo, e ha colpito la donna ripetutamente uccidendola. Poi, in preda al raptus, lo ha rivolto verso sè e si è inferto numerose coltellate. A dare l’allarme un passante che ha notato i corpi all’interno della macchina entrambi in un bagno id sangue. Sul posto immediato l’intervento degli uomini del Suem e dei carabinieri che stanno cercando di fare luce sulla vicenda.
LA SCENA DEL CRIMINE. La zona è stata transennata dalle forze dell’ordine che stanno effettuando i rilievi e le foto di rito per fissare la scena del crimine. Coperta dai teli l’automobile che si trovava ferma proprio nel mezzo del parcheggio, a ridosso dell’aiuola dietro le scuole del paese. La vittima è Natasha Bettiolo, 46 anni, nata a Noale ma cresciuta a Trebaseleghe. Sposata con due figli, si era trasferita a Massanzago dopo la separazione dal marito. Grande sconcerto nel tranquillo paese della provincia padovana dove la notizia si è diffusa rapidamente.
IL MOVENTE. All’origine del tragico gesto, la volontà da parte dell’uomo di avere una relazione stabile con la donna, un’ipotesi che però lei aveva deciso di rifiutare scatenando in lui il raptus omicida.
Trebaseleghe, Natasha Bettiolo ha lottato col killer: lui aveva pianificato omicidio (Blitz Quotidiano – 22 maggio 2017)
Ha lottato fino all’ultimo per sopravvivere Natasha Bettiolo, la cuoca di 46 anni uccisa il 19 maggio a Trebaseleghe da Luigi Sibilio. L’uomo si era invaghito della cuoca fino a farne una ossessione e aveva cercato di conquistarla, ma davanti ai suoi rifiuti ha perso la testa. Sibilio si è presentato all’appuntamento con un coltello sotto la camicia e con l’auto di un amico, per non rendersi riconoscibile, ma quando l’ha aggredita Natasha si è difesa e l’uomo le ha staccato anche delle ciocche di capelli.
Il sito Padova Oggi scrive che gli inquirenti stanno valutando la premeditazione del delitto per Sibilio, che si trova ancora in ospedale in prognosi riservata dopo aver tentato di togliersi la vita. L’uomo è piantonato e in stato di arresto e si è presentato all’appuntamento con una lama di quasi 20 centimetri sotto la camicia: Dalle indagini dei carabinieri risulta che Sibilio fosse a Massanzago dal 2010. I due si sarebbero conosciuti, verso la fine del 2016 e da lì lui l’avrebbe pressata con una serie di messaggi. La sorella della vittima smentisce una relazione tra i due e parla invece di “perseguitazione” dell’uomo nei confronti di Natasha. L’uomo era tornato a Napoli ma da una decina di giorni era risalito e aveva trovato un’occupazione come pizzaiolo in un locale di Santa Maria di Sala (Venezia)”.
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In memoria di
Uccisa con 9 coltellate dall’ex, ma lui è nullatenente: i familiari della vittima chiedono i soldi allo Stato (il Gazzettino – 24 febbraio 2023)
Natascia Bettiolo fu assassinata nel 2017 da Luigi Sibilio, ora i suoi cari si rivolgono all’Ue per avere il pieno indennizzo
Sarà la Corte di giustizia dell’Unione europea a doversi pronunciare sull’indennizzo che l’Italia è tenuta a versare ai familiari di Natascia Bettiolo, la cuoca quarantaseienne di Massanzago che, nel maggio del 2017, fu uccisa con nove coltellate, dall’ex compagno, il macellaio Luigi Sibilio, 40 anni, all’epoca domiciliato a Santa Maria di Sala, che non voleva rassegnarsi alla fine della relazione sentimentale.
Lo ha stabilito il Tribunale civile di Venezia accogliendo il ricorso presentato dal legale dei genitori, della sorella e dei figli di Natascia, l’avvocato Gianluca Sicchiero, il quale contesta allo Stato italiano un’applicazione non conforme della direttiva europea 80 del 2004 che all’articolo 11 prevede “il diritto all’indennizzo in favore delle vittime di reati intenzionali violenti”.
Nel 2021 Sibilio è stato condannato in via definitiva per omicidio volontario a 30 anni nonché al risarcimento dei danni: 400 mila euro a ciascuno dei due figli della vittima, 120 mila euro a ciascun genitore e alla sorella, 30 mila euro in favore del marito separato (ma non divorziato). Poiché l’imputato ha dimostrato di essere privo di redditi, tanto da ottenere il patrocinio a spese dello Stato, i familiari della vittima, consapevoli di non avere alcuna speranza di ottenere il risarcimento, hanno deciso di avvalersi delle tutele previste dalla direttiva europea 80 del 2004, ma la loro istanza è stata soltanto parzialmente accolta, in applicazione della legge 122 del 2016 che ha recepito la direttiva europea. A ciascuno dei due figli è stato riconosciuto un indennizzo di 20 mila euro, mentre l’ex marito di Natascia è ancora in attesa di liquidazione di quanto gli spetta.
La legge italiana non prevede, invece, alcun indennizzo per i genitori, se non nel caso in cui non vi siano figli. Secondo l’avvocato Sicchiero la normativa italiana è in contrasto con quanto stabilito dalla direttiva europea in quanto esclude in maniera arbitraria dalla possibilità di indennizzo i genitori e i fratelli/sorelle. Nel ricorso presentato al Tribunale, il legale ha contestato anche la somma liquidata ai figli, ritenuta troppo bassa.
Il giudice Roberto Simone, presidente della seconda sezione civile del Tribunale di Venezia, ha ritenuto fondate le questioni poste dal legale dei familiari di Natascia e ha disposto la sospensione del procedimento e la trasmissione degli atti alla Corte di giustizia dell’Ue affinché si pronunci sulle questioni di interpretazione della direttiva europea che lo Stato italiano ha fatto in modo limitativo per i diritti delle vittime.