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M.D.M., 65 anni, prostituta, mamma. Massacrata da un cliente con 189 coltellate

Lodi, 9 Settembre 2017

 


Titoli & Articoli

Lodi, donna uccisa a coltellate. Trovata seminuda, molte ferite (Corriere della Sera – 9 aprile 2017)
Un vicino di casa ha notato in ascensore le macchie di sangue lasciate dall’assassino in fuga, le ha seguite ed è arrivato all’appartamento al terzo piano, che la 65enne colombiana usava per prostituirsi. Si indaga tra i clienti
È stato un vicino di casa ad accorgersi, intorno alle 9 del mattino, di quelle macchie di sangue fresco sul pavimento dell’ascensore. Si è preoccupato, le ha seguite ed è arrivato alla porta, spalancata, di un appartamento al terzo piano del condominio di via Aldo Moro 62 a Lodi. L’uomo ha dato l’allarme alle forze dell’ordine. La polizia è entrata nell’appartamento e ha trovato la donna già esanime, riversa sul pavimento, seminuda e coperta di sangue. Il corpo presentava molte ferite d’arma da taglio, le più profonde alla gola, al torace e al braccio destro, che la vittima aveva alzato per tentare di difendersi. Sul viso, l’assassino le aveva premuto un cuscino. I soccorritori del 118 non sono neppure entrati in casa perché non c’era più nulla da fare per lei, e la polizia ha preferito che non fosse inquinata la scena del ritrovamento. Nella palazzina è arrivato il medico legale del Dipartimento di Medicina legale di Pavia, Francesca Brandolini. Il procuratore della Repubblica di Lodi, Domenico Chiaro, ha riferito che si è trattato di un «omicidio violentissimo».
Due appartamenti per ricevere i clienti. La vittima è stata identificata dalla polizia: si tratta di una 65enne colombiana che, a quanto risulta, da qualche mese si era trasferita a Piacenza insieme con il figlio. La donna, a quanto ricostruito dalla polizia, si prostituiva insieme con una «collega». A questo scopo aveva preso in affitto due appartamenti, quello di Lodi e un altro a Codogno, dove riceveva i clienti. Il figlio e i parenti in Colombia erano all’oscuro dell’attività della donna, che li manteneva tutti facendo loro credere di essere una badante. I vicini hanno raccontato di aver sentito urla e rumori di colluttazione nell’appartamento tra le 5 e le 6 del mattino, poi il silenzio. Sulla porta dell’appartamento sono state trovate le tracce dei piedi nudi della donna e delle scarpe da tennis dell’assassino. La polizia indaga nella cerchia dei clienti. (di Francesco Gastaldi)

Foto Ansa

Lodi, massacrata per 20 euro. Arrestato il cliente assassino (Corriere della Sera – 10 aprile 2017)
La 65enne colombiana si prostituiva per mantenere la famiglia in patria e il figlio studente. In manette un 42enne lodigiano con problemi di droga: pretendeva uno sconto dato che era un cliente abituale, e al suo diniego l’ha uccisa a coltellate
È arrivato nell’appartamento della donna intorno alle 5.15, con un coltello da cucina in tasca e sotto l’effetto della cocaina. Era un cliente abituale, e per questo ha chiesto uno sconto su una prestazione sessuale: 30 euro al posto di 50. Lei ha detto di no: le servivano i soldi per far studiare il figlio e mantenere la famiglia lontana. È scoppiata una lite violenta, e lui ha impugnato un coltello che teneva in tasca, con una lama da dieci centimetri.
Questa la dolorosa verità dietro la morte di una 65enne colombiana, massacrata a coltellate all’alba di domenica in un appartamento di Lodi. La donna, residente a Piacenza, non aveva mai rivelato la sua professione ai famigliari: li manteneva tutti, quelli in Colombia e il figlio studente che viveva con lei, dicendo che faceva la badante. Per il suo lavoro aveva preso in affitto due appartamenti, quello di Lodi e un altro a Codogno, dove riceveva con una «collega». La sua è stata una fine atroce: è stata colpita da una serie di coltellate al torace, al collo, al volto e al braccio destro, che aveva alzato in un disperato tentativo di difesa. Il procuratore della Repubblica di Lodi, Domenico Chiaro, ha parlato di un «omicidio violentissimo».
L’arresto. La polizia di Lodi ha interrogato e poi fermato un uomo, un lodigiano di 42 anni, M. D., con problemi di droga. Le indagini si sono concentrate da subito sulle ultime chiamate che la donna aveva ricevuto sui suoi telefonini e, dopo aver interrogato una quindicina di persone, i sospetti si sono concentrati sul 42enne, M. D., un disoccupato con problemi di droga, separato dalla compagna, con due figli piccoli. Negli ultimi tempi era tornato a vivere con i genitori. Sotto torchio per ore, alle 21 di domenica l’uomo ha chiesto di essere assistito da due avvocati di uno studio di Lodi. Quanto al coltello, ha detto di tenerlo in tasca per abitudine. Poi, nella notte, ha confessato davanti al procuratore di Lodi Domenico Chiaro e al capo della squadra mobile Alessandro Battista.
Il ritrovamento. Ad accorgersi della morte della donna era stato un vicino di casa in via Aldo Moro 62. Ha notato in ascensore le macchie di sangue lasciate dall’assassino in fuga, le ha seguite ed è arrivato all’appartamento al terzo piano, dove la porta era spalancata. A quel punto ha chiamato la polizia. La donna era già esanime, riversa sul pavimento, seminuda e coperta di sangue. Sul viso, l’assassino le aveva premuto un cuscino. Scappato fuori di casa aveva lanciato l’arma del delitto in un aiuola (ritrovata) e si era liberato degli abiti sporchi di sangue (una tuta da ginnastica) gettandoli nel fiume Adda. Ma la polizia era già sulle sue tracce. Ora M. D. si trova in carcere a Lodi con l’accusa di omicidio aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà. (di Francesco Gastaldi)


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