Marina Angrilli, 51 anni, insegnante, mamma. Gettata dal balcone dal marito, che poi lancia anche la figlia da un viadotto dell’autostrada
Chieti Scalo, 20 Maggio 2018
Titoli & Articoli
“Una famiglia senza problemi, con una vita normale” (il Centro – 21 maggio 2018)
I Filippone vivevano in una villetta di via Punta Penna, a Pescara. Il racconto dei vicini di casa
«Una famiglia senza problemi, con una vita normale. Sentendo familiari e vicini non sono emersi elementi che possano far pensare a problemi familiari o liti». Così è stata descritta durante la conferenza del questore, Vincenzo Palumbo, a Chieti, la famiglia di Fausto Filippone. “Una famiglia perbene” ha detto Palumbo.
La settimana scorsa, i Filippone avevano partecipato alla cena di fine anno dello Sci club Aterno di Pescara che frequentavano da cinque anni. “Erano sereni” racconta il presidente, Mattia Giansante, “Ludovica era particolarmente soddisfatta per aver ritirato la coppa per le gare vinte a fine corso di sci”. Saranno ora le indagini a chiarire i vari aspetti delle vicenda ancora da ricostruire e si attendono risposte dagli esami in corso sulla bambina. «Una famiglia modello e tranquilla». Questo il ritratto dei vicini di casa dei coniugi Filippone che risiedevano a Pescara in una villetta di via Punta Penna, zona ovest, non lontano dall’ospedale civile. Marina Angrilli, 51 anni, morta dopo essere precipitata dal balcone della casa di Chieti, di proprietà del marito. “Marina era sempre la prima a salutare quando ti incontrava. Era sensibile. Una volta”, racconta una vicina, sentendo piangere un cane lungo la via si affacciò subito preoccupata”.
Marina Angrilli, gli studenti su Facebook: «Portata via da un’insensata sete di controllo» (Corriere della Sera – 21 maggio 2018)
Insegnava al liceo «Da Vinci» di Pescara la donna morta dopo essere caduta dal secondo piano di casa, forse gettata da Fausto Filippone che poi ha lanciato da bimba da un ponte e si è ucciso
Messaggi di cordoglio, un minuto di silenzio nelle classi e anche un video — un cortometraggio di alcuni alunni che racconta un un amore malato — ripubblicato online su Facebook per dare un senso a quello che è successo domenica in Abruzzo: una donna (la moglie, Marina Angrilli) caduta misteriosamente dal secondo piano di casa, forse gettata dal marito; una bimba (la figlia, Ludovica) di 10 anni lanciata da un cavalcavia dell’autostrada e poi il suicidio di Fausto Filippone, il protagonista di sette ore di follia.
Angrilli insegnava al liceo scientifico «Leonardo Da Vinci» di Pescara. Per questo sulla pagina Facebook della biblioteca scolastica è stato postato «Il velo», un cortometraggio realizzato dagli studenti del triennio del laboratorio che descrive la storia di un amore insano di un ragazzo per la sua amata. «È una storia di tragica e stringente attualità — viene scritto sul social network —. Che dire, la stessa insensata sete di potere e controllo ieri ha portato via la professoressa Marina Angrilli e la sua bambina che ha vissuto ciò che nessun bambino dovrebbe neanche poter pensare».
Il preside: era allegra e gioviale. Nelle classi del liceo alunni e professori hanno osservato un minuto di silenzio lunedì 21 maggio alle 12. «Gli studenti sono turbati e sconvolti», racconta il preside Giuliano Bocchia all’Ansa. «Abbiamo fatto una riflessione pedagogica anche con il supporto di uno psicologo nelle tre classi dove insegnava la professoressa Angrilli, dai più piccoli ai più grandi, per aiutare a elaborare il dolore e a capire la complessità della vita». Lo stesso dirigente scolastico anticipa che martedì 22 maggio alunni e professori hanno deciso di confermare la visita al borgo marinaro di Pescara, un progetto di riscoperta delle tradizioni promosso proprio dalla professoressa Angrilli. «Era un’insegnante che esigeva il massimo dagli alunni perché sapeva quanto valessero e voleva tirare fuori il meglio da loro», sostiene ancora il preside Bocchia. «Allegra e gioviale e nell’ultimo periodo di buon umore. Nulla da lei traspariva o faceva presupporre quello che sarebbe potuto accadere. Voleva molto bene alla figlia e ne parlava spesso».
Tragedia viadotto A14, il cognato di Angrilli: «No a falsità su Marina» (il Messaggero – 22 maggio 2018)
«Girano notizie ingiustificate sulla serietà di mia sorella: oltre ad essere vittima di questa tragedia, adesso che venga infangata la trasparenza di una persona come lei, aggiunge dolore su dolore. Mia sorella era una persona regolarmente sposata con Fausto Filippone, però sembra che debbano passare delle notizie che riguardano eventuali relazioni di mia sorella». È lo sfogo del fratello di Marina Angrilli, Francesco, interpellato dall’agenzia Ansa, in riferimento ad alcune notizie diffuse sulla tragedia avvenuta domenica scorsa in Abruzzo, in cui hanno perso la vita, oltre alla Angrilli – caduta da un palazzo a Chieti -, la figlia Ludovica, di 10 anni, e il marito Fausto Filippone. L’uomo si è gettato dal viadotto Alento della A/14 poche ore dopo aver lanciato nel vuoto la figlia Ludovica.
«Sono cose che fanno male – ha aggiunto Angrilli – a persone profondamente segnate da questa tragedia, quindi devo tutelare l’immagine di mia sorella, che era una madre, moglie e insegnante irreprensibile, da prendere come esempio. È intollerabile. Purtroppo non è altro che il segnale della società profondamente disagiata che abbiamo: si deve andare a speculare in un momento di così tragico dolore gli aspetti della vita inesistenti. È un fatto inaccettabile».
Marina Angrilli, l’autopsia conferma: è stata uccisa (il Pescara – 23 maggio 2018)
L’autopsia condotta sul corpo della donna dal medico legale ha confermato l’ipotesi dell’omicidio. Le lesioni riscontrate non sono compatibili con una caduta accidentale
Nè suicidio nè caduta accidentale. Marina Angrilli è stata spinta volontariamente. E’ quanto emerge dai primi dettagli sull’autopsia condotta ieri sul cadavere dell’insegnante pescarese, trovata morta dopo un volo dal secondo piano della palazzina di Chieti Scalo dove si trovava assieme al marito in un appartamento di loro proprietà.
Quanto si temeva fin da domenica, durante quelle terribili ore in cui Filippone era aggrappato al cavalcavia, è stato confermato. Le lesioni riportate dalla donna sono incompatibili sia con una caduta accidentale sia con un suicidio, anche le traiettorie disegnate dalla Polizia Scientifica non lascerebbero margini di dubbio.
D’altronde, le testimonianze raccolte fra i primi soccorritori del 118 arrivati sul posto ed un inquilino del palazzo facevano intendere che Filippone aveva un comportamento anomalo per una tragedia simile. Rimaneva a distanza dal corpo, non cercava di prestare soccorso alla moglie e soprattutto ha inventato varie scuse per potersi allontanare indisturbato e raggiungere la figlia dagli zii.
Ora gli inquirenti dovranno mettere a posto anche un altro importante tassello di questa terribile tragedia: i due omicidi sono stati premeditati, oppure si è trattato di un raptus omicida iniziato all’improvviso? Secondo i familiari della coppia, i due quella mattina dovevano uscire per andare a comprare la lavatrice, e molto raramente si recavano in quell’appartamento di Chieti Scalo, soprattutto Marina. Filippone dunque aveva già pianificato l’eliminazione della moglie cambiando il programma della giornata?
Intanto i funerali della famiglia Filippone potrebbero essere separati: non è detto infatti che ci sarà un unico rito funebre per Marina, Ludovica e Fausto. Saranno le rispettive famiglie a decidere.
L’ultimo saluto a Marina e Ludovica, vittime della follia di Filippone: “Il male le ha rapite” (Today – 25 maggio 2018)
Una folla immensa ha accolto l’arrivo delle due bare nella Chiesa di San Cristo Re a Pescara
Chiesa e piazzale gremiti a Pescara per l’ultimo saluto a Marina Angrilli ed alla figlia Ludovica Filippone, vittime della tragedia avvenuta domenica scorsa tra Chieti e Francavilla al mare. Parenti, amici, studenti, compagni di scuola e tante persone comuni per salutare per l’ultima volta madre e figlia. Presenti fra gli altri anche il sindaco Alessandrini e il presidente del consiglio comunale Pagnanelli. Una folla immensa che la Chiesa di Cristo Re a Pescara non è riuscita a contenere. E’ stato il Vescovo di Pescara, monsignor Tommaso Valentinetti che ha celebrato la funzione religiosa, ad accogliere le due bare, bianca quella di Ludovica e quella della madre.
A dare l’ultimo saluto a madre e figlia anche i colleghi insegnanti di Marina gli studenti del Liceo Scientifico Da Vinci dove insegnava la donna guidati dal preside dell’Istituto pescarese Giuliano Bocchia. Altro momento toccante il lungo applauso che ha salutato madre e figlia a conclusione del rito mentre centinaia di palloncini bianchi a forma di cuore volavano verso il cielo.
L’omelia del vescovo e l’abbraccio tra le due famiglie “Marina e Ludovica sono state rapite dal male, dal nemico. Nemico che purtroppo continua a rapire nella morte le persone che amiamo e a cui vogliamo bene. Noi gli vogliamo puntare contro il dito con la preghiera”, ha detto il vescovo durante l’omelia. Commovente è stato l’abbraccio tra le due famiglie ed in particolare tra la sorella di Filippone ed i cugini di Marina all’arrivo delle due bare. Una preghiera unica anche per gli alunni del Liceo Da Vinci di Marina: “Signore ti preghiamo affinché donne e bambini non siano mai più vittime di violenza. Fa in modo che l’esempio di professionalità e amore della nostra professoressa rimanga vivo nella nostra comunità scolastica e che i suoi insegnamenti possano continuare a caratterizzare il nostro percorso di crescita”.