Loading

Marjana Grishaj, 32 anni, addetta alle pulizie, mamma e incinta. Accoltellata dal marito mentre dormiva, muore dissanguata in pochi minuti davanti ai figli

Cedrate di Gallarate (Varese), 9 Dicembre 2015


Titoli & Articoli

Varese, accoltella sua moglie davanti al figlio di tre anni (DailyNews 24 – 9 dicembre 2015)
Dormivano in tre in quel lettone matrimoniale dove la mamma, Marianna, è stata brutalmente accoltellata. A spegnere la vita di questa donna è stato suo marito, Gijn Preducaj, che quella stessa notte riposava vicino a lei e al loro figlio di tre anni.  Gijn, muratore albanese di 42 anni, ha confessato l’omicidio alla polizia, ma non ha spiegato perché ha compiuto un tale gesto; la sua riposta è il silenzio.  A quanto sembra l’omicida non aveva mai avuto comportamenti violenti nei confronti della moglie. La tragedia è accaduta ieri notte in via Adelaide Ristori, a Cedrate di Gallarate (Varese). Erano all’incirca le due di notte, quando l’uxoricida si alza dal letto, si reca in cucina, prende un coltello con una lama lunga trenta centimetri e colpisce la moglie al collo. Marianna muore dissanguata e lì affianco a lei, ad assistere alla scena, c’è il piccolo di tre anni, la sorella più grande, invece, è nella sua camera da letto. Dopo aver ucciso sua moglie, Gijn ha chiamato alla sorella in stato confusionale: «E’ tutto finito». Sul posto sono arrivati i soccorritori del 118, chiamati dai parenti dell’omicida, e i carabinieri di Gallarate e del Reparto Operativo di Varese, a quel punto l’ omicida confessa tutto e consegna l’arma del delitto.

 

Uccisa dal marito mentre dorme accanto al figlioletto di quattro anni (Corriere della Sera – 10 dicembre 2015)
L’uomo, arrestato, ha avvisato la sorella: «Ora è tutto finito». Una coltellata alla gola
La gola squarciata, il sangue sul cuscino. Una donna uccisa dal marito, nel silenzio di una casa apparentemente normale. L’assassino è Gjin Preducaj, detto Gino, 42 anni, carpentiere albanese di Gallarate, da diversi anni in Italia. Come buona parte della sua famiglia, sorelle, fratelli e cugini. Guardava la tv, da solo, in soggiorno. Erano le due. Poi, il buio nella mente. Si è alzato e ha massacrato la moglie, con il coltello del pane. Le ha reciso la carotide con un colpo secco, nel sonno. Nello stesso letto dormiva il loro figlio di 4 anni. Non si è svegliato: la sua mamma moriva, e il piccolo è rimasto addormentato. Marianne Gjirkay, 31 anni, era una giovane madre albanese che lavorava come addetta alle pulizie. Facevano una vita dignitosa. Gjin Preducaj era stimato anche dal padrone di casa, che gli aveva commissionato lo scorso anno alcuni lavoretti in un periodo di difficoltà lavorativa. Ma adesso il lavoro l’aveva, e i soldi erano tornati in casa.
Coppia in crisi? Chissà. L’estate scorsa qualcuno li aveva sentiti litigare, ma ieri notte no, nessun urlo, nessun piatto rotto. La coppia aveva due figli, una ragazzina di 11 anni e il più piccolo, 4 anni, che negli ultimi giorni dormiva con la madre, in un letto separato dal padre. È anche per questo particolare che i carabinieri hanno subito pensato a una crisi coniugale, a un amore entrato in crisi, magari segnato dalla gelosia. Tuttavia il movente rimane oscuro, tanto che il pm Nadia Calcaterra ha contestato l’omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Interrogato ieri mattina, Gjin Preducaj ha detto di non sapersi spiegare perché è stato accecato dall’odio.
I punti fermi: il delitto è avvenuto in piena notte, in un appartamento di Gallarate in via Ristori, al secondo piano di una palazzina di tre piani; ambiente dignitoso, gente che lavora, quartiere di operai e piccolo borghesi, nulla di strano da segnalare. «Gino? L’ho salutato ieri, qui nel cortile, mi è sembrato quello di sempre», conferma un vicino di casa. L’uomo ha confessato tutto ai carabinieri, ma dietro quella apparente normalità qualcosa dev’esser accaduto. Durante l’interrogatorio ha riferito di essere stato geloso della moglie, in passato, ma che ultimamente le cose andavano meglio. In realtà, una novità c’era. Marianne aveva il timore di essere incinta, e l’aveva confessato al marito. Agli investigatori risulta che la donna non avesse la certezza di una terza gravidanza; la circostanza dovrà essere chiarita nell’autopsia.
La scena è stata ricostruita così: Gino stava guardando la televisione nel soggiorno quando, all’improvviso, ha preso il coltello, è entrato in camera e ha trafitto nel sonno la moglie. Preso dal panico, si è a sua volta accoltellato, ferendosi al petto. Ma per i carabinieri non si tratterebbe di un vero tentativo di suicidio. Il delitto è accaduto intorno alle due di notte, ma prima della telefonata ai carabinieri, alle 4, sono passate quasi due ore. Il marito ha chiamato la sorella, ha spiegato solo confusamente che cosa fosse accaduto. «È tutto finito», ha detto. La sorella ha quindi fatto un giro di telefonate tra i parenti. Dopo qualche minuto si è recata nell’appartamento di Gallarate dove ha visto la terribile scena.
I Preducaj hanno chiamato l’ambulanza, ma non c’era più nulla da fare. I sanitari hanno avvisato i carabinieri di Gallarate. Gjin ha mostrato il coltello e si è addossato tutte le responsabilità. In mattinata è stato interrogato dal pm Nadia Calcaterra. Gli inquirenti hanno dovuto anche occuparsi dei poveri figli della coppia. Purtroppo, la ragazzina di undici anni ha visto la madre stesa sul letto in un lago di sangue. Entrambi sono stati affidati alla sorella dell’assassino.

 

Le ultime disperate parole di Marjana (La Prealpina – 15 dicembre 2015)
Delitto di via Ristori, la gelosia sembra essere il movente sempre più accreditato, anche dagli inquirenti coordinati dal pubblico ministero Nadia Calcaterra. Gjin Preducaj quella notte potrebbe aver agito spinto dal sospetto del tradimento, la sensazione è che stia mentendo anche a se stesso, affermando di non avere una spiegazione per l’omicidio di Marjana.
Si legge anzi nell’ordinanza del gip Patrizia Nobile che l’uomo avrebbe inizialmente fatto «un primo tentativo di dissimulare la sua colpevolezza» con la figlia di undici anni, risvegliata dalle urla della mamma che invocava aiuto. Perché Marjana non è morta subito. «Sto perdendo sangue», avrebbe detto alla bambina che si era precipitata in camera per capire cosa stesse accadendo tra mamma e papà. Ma il tempo per fermare la copiosa emorragia non c’è stato. Anzi, a parere del gip, dopo il delitto Gjin «ha finto con la bambina di non sapere cosa fosse successo e non si è affrettato a chiedere soccorso». Le circostanze sono ancora tutte da confermare, come sempre in fase di indagini, e per ora c’è soltanto una certezza. Qualche minuto dopo aver tranciato la giugulare della moglie, Gjin ha chiamato la sorella annunciando che era «tutto finito».


Link


In memoria di