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Maria Zarba, 66 anni, ministrante laica, mamma e nonna. Massacrata e poi uccisa a colpi in testa dall’ex marito

Ragusa, 11 Ottobre 2018


Titoli & Articoli

Maria Zarba è stata uccisa da suo marito (Ragusa News – 13 ottobre 2018)
La Polizia di Stato – Squadra Mobile – questa notte ha eseguito il fermo di indiziato di delitto disposto dalla Procura della Repubblica di Ragusa a carico di Panascia Giuseppe nato a Ragusa il 28.08.1945.
L’uomo è indagato per omicidio doloso, aggravato dal fatto di averlo commesso ai danni della moglie dalla quale era legalmente separato.
Giovedì, alle ore 20.00, il nipote convivente della vittima faceva rientro presso l’abitazione di Via G.B. Odierna 51. Una volta aperta la porta di casa sul piano strada, saliva le scale ed accedeva in cucina dove abitualmente stava la nonna. Il giovane chiamava la nonna come ogni volta che tornava a casa ma questa volta non udiva la risposta. Sorpreso dalla mancata risposta cercava la nonna e la trovava riversa a terra in cucina priva di vita. Considerata la quantità di sangue presente capiva subito cosa fosse accaduto e contattava il numero di emergenza per richiedere l’invio di un’ambulanza. Il personale addetto alla gestione delle chiamate di emergenza, avendo intuito che poteva essere stato consumato un reato, invia l’ambulanza e la Squadra Volanti della Polizia di Stato.
In pochi secondi personale medico e poliziotti facevano accesso in casa. Il medico non poteva far altro che constatare il decesso poiché le lesioni della donna erano incompatibili con la vita.
Gli operatori di Polizia circoscrivevano la zona e chiedevano l’intervento della Squadra Mobile. Gli investigatori raggiungevano il luogo del delitto per l’avvio delle indagini. Il nipote indirizzava subito i poliziotti nella giusta direzione essendo a conoscenza che i nonni avevano un rapporto conflittuale da anni ed in particolar modo dopo la separazione legale intervenuta un anno fa.
Sul posto, dopo pochi minuti, interveniva il Pubblico Ministero dott.ssa Bisello Giulia, il medico legale e la Polizia Scientifica per i rilievi sulla scena del crimine.
Gli investigatori che hanno fatto accesso sul luogo del delitto hanno subito constatato l’efferatezza dell’assassino nel commettere il reato. L’accanimento sulla vittima era evidente ad occhio nudo ed è stato poi attestato in atti dal medico legale Dott. Iuvara Giuseppe in sede di ispezione cadaverica condotta unitamente alla Polizia Scientifica.
La Squadra Mobile di Ragusa si divideva in più team di lavoro. Un gruppo di investigatori si occupava di ricercare le tracce elettroniche ed acquisire le immagini di videosorveglianza pubbliche e private. Grazie all’acquisizione di tutti i sistemi di videosorveglianza ed alla disponibilità dei proprietari di abitazioni private e strutture ricettive, i poliziotti sono riusciti a ricostruire tutti gli ingressi e conseguenti uscite di soggetti da casa della vittima e quindi dalla scena del crimine. Nel contempo un team di poliziotti ascoltava presso gli uffici della Squadra Mobile i parenti, vicini di casa ed ogni altra persona che potesse fornire elementi utili alle indagini.
Dall’ascolto delle persone informate sui fatti era evidente che i due coniugi avevano da sempre un rapporto conflittuale e per questo la donna, circa un anno fa, chiedeva al marito di separarsi. Nonostante la separazione legale l’indagato continuava a frequentare l’abitazione coniugale come se nulla fosse cambiato, ad eccezione di andare a dormire dalla madre ogni notte. I rapporti erano sempre più conflittuali e qualche giorno fa l’anziana signora chiedeva al marito di non fare più accesso in casa e di pagare le quote mensili concordate in sede di separazione. L’uomo non aveva mai accettato la separazione e per questo motivo i litigi erano all’ordine del giorno. La donna si sfogava telefonicamente con i figli che vivono tutti lontano per motivi di lavoro tanto da essere abituati ai tristi racconti.
Oltre alle dichiarazioni rese dai familiari e dai loro sospetti sul padre, gli investigatori escludevano la rapina ai danni della donna poiché non vi era alcun segno di effrazione ed in casa i pochi soldi presenti nella borsa della vittima e nella disponibilità della stessa erano ancora li. Dall’ascolto delle dichiarazioni dei vicini e delle persone che conoscevano la vittima emergeva che nessuno avrebbe mai potuto fare del male alla signora che da sempre era impegnata nel sociale aiutando i più bisognosi nonostante i suoi problemi di salute e le modeste condizioni economiche. Tutti descrivevano la vittima come una persona di ottime qualità morali e per questo nessuno le avrebbe voluto far del male ad eccezione del marito.
L’indagato è stato individuato dopo meno di 30 minuti dal rinvenimento del cadavere; personale della Squadra Mobile e della Squadra Volanti dopo aver appreso, nelle immediatezze, dei sospetti del nipote, si erano subito messi alla sua ricerca.
Fermato nei pressi di casa della madre, Panascia veniva condotto presso la Questura di Ragusa dove forniva prime dichiarazioni fuorvianti e non concordanti con quanto subito acclarato. La Polizia Scientifica terminava il sopralluogo dopo ore di lavoro, ovvero alle prime luci dell’alba, fornendo importanti elementi ai colleghi della Squadra Mobile. Nonostante le perquisizioni effettuate in ogni luogo nella disponibilità dell’indagato, l’arma del delitto (un oggetto contundente) non è stata ancora rinvenuta.
L’analisi delle tracce del reato è tuttora in corso e gli accertamenti tecnici effettuati dai biologi del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica (giunti appositamente da Palermo per l’analisi della scena di un crimine violento), richiedono qualche giorno.
Dopo tutte le attività investigative condotte dalla Squadra Mobile, il Pubblico Ministero dott.ssa Bisello, decideva di interrogare l’indagato che, assistito dal difensore, ha inteso rispondere alle domande rivoltegli. All’esito delle dichiarazioni rese e dopo l’analisi di tutti i gravi indizi di colpevolezza raccolti, il Pubblico Ministero ha disposto questa notte il fermo del marito della vittima per omicidio doloso aggravato dal fatto che i due fossero legalmente separati. Le indagini della Squadra Mobile e gli accertamenti tecnici della Polizia Scientifica continuano, soprattutto quelli scientifici che richiedono diverso tempo per l’elaborazione del risultato.Il Pubblico Ministero disporrà l’esame autoptico sul cadavere della vittima al fine di ricostruire con certezza le cause della morte.
“La Polizia di Stato di Ragusa ha raccolto in tempi brevissimi gravi indizi di colpevolezza che hanno permesso al Pubblico Ministero di disporre il fermo dell’indagato. Il risultato investigativo è frutto anche dell’aiuto fornito dai familiari della vittima che hanno offerto una totale collaborazione per l’accertamento dei fatti nonostante l’immenso dolore“.

 

Omicidio Maria Zarba, le amiche: “Una donna speciale che ci mancherà” (Ragusa Oggi – 12 ottobre 2018)
Omicidio Maria Zarba, le amiche da Barbara D’Urso: “Una donna speciale che ci mancherà”. Intanto il marito nuovamente interrogato
Non si danno pace non solo i familiari ma anche le vicine di casa della povera Maria Zarba. Amiche con cui scambiava più di una parola essendo una donna molto socievole e che era pronta a dare una mano agli altri. Oggi pomeriggio, in diretta su Canale 5, nella trasmissione di Barbara d’Urso, in collegamento proprio da Ragusa, le amiche hanno parlato e spiegato che “Maria era una donna speciale che ci mancherà”. E in tanti sono infatti rimasti scioccato sia per la morte violenta che per la sua scomparsa.
E’ in Questura a Ragusa il marito 74enne di Maria Zarba, la donna di 66 anni, trovata morta ieri sera con il cranio fracassato nella sua casa nel centro di Ragusa. L’uomo è interrogato dai funzionari della squadra mobile e dal sostituto procuratore di Ragusa Giulia Bisello.
In attesa ci sono i familiari dell’uomo, compresi i quattro figli della coppia che vivono per lavoro lontano da Ragusa e che sono rientrati in città e attendono sviluppi sulle indagini. La coppia si era separata da un anno e questo, secondo quanto riferito dai familiari, aveva creato dei contrasti tra l’uomo e la donna. Intanto agenti della polizia scientifica sono tornati nella casa della vittima e si sono recati in altri siti di interesse investigato per ulteriori sopralluoghi alla ricerca di elementi utili alle indagini.

Omicidio Zarba, le figlie: “Mio padre era aggressivo e violento” (RTM news – 20 gennaio 2020)
Giuseppe Panascia era aggressivo, violento e avrebbe picchiato la moglie. Lo hanno ammesso le figlie, Danila e Stefania, testimoni del piemme Giulia Bisello, nel processo che vede l’uomo ragusano accusato dell’omicidio della moglie, Maria Zarba, 66 anni, uccisa l’11 ottobre del 2018 nella sua abitazione di Via Giambattista Odierna, a Ragusa. Il processo si celebra davanti alla Corte d’Assise.
Le due testi hanno detto che il padre aveva un carattere aggressivo, violento, e di averlo visto da piccole, picchiare la madre. I genitori avevano un rapporto conflittuale e litigavano spesso tra di loro.
La sera dell’omicidio, la vittima aveva inviato un sms alla figlia Stefania scrivendole  che aveva nuovamente litigato col padre. “Oggi ha gli occhi di un diavolo”, aveva scritto ancora. Giuseppe Panascia, 75 anni, difeso dagli avvocati Irene Russo ed Enrico Platania, è accusato di omicidio aggravato ma si è sempre dichiarato innocente. Il corpo privo di vita di maria Zarba fu trovato dal nipote Giuseppe Panascia (omonimo del presunto omicida). Le figlie sono parti civili con l’avvocato Fabrizio Cavallo. Il processo riprenderà il 10 marzo.

 


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