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Maria Teresa Faravelli, 64 anni, mamma. Uccisa con un colpo di pistola dal marito, che uccide anche il figlio

Roma, 9 Aprile 2014


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Uccide la moglie e il figlio (La Stampa – 10 aprile 2014)
La tragedia al Trionfale a Roma. Dopo il duplice omicidio l’uomo si è costituito
La solitudine e la disperazione hanno vinto. L’angoscia ha preso il posto della quotidianità trasformando un anziano padre e marito in omicida. Un uomo come tanti che ha pensato alla morte come unica soluzione al dolore. E così, questa mattina, in un appartamento della capitale ha ucciso prima il figlio disabile di 36 anni poi la moglie, che di anni ne aveva 64, gravemente ammalata. Ha soffocato il figlio con un cuscino, poi ha tentato di fare lo stesso con la donna senza riuscire però ad ucciderla. Per questo le ha sparato alla testa con una pistola. Poi, in lacrime, ha chiamato il 113 ed ha atteso l’arrivo della polizia per essere arrestato.
La tragedia della disperazione si è consumata in un appartamento di via Maria Pezze Pascolato, nel quartiere Trionfale. Sergio Ruggero, ha prima soffocato nel letto con un cuscino il figlio portatore di handicap, Alessandro, di 36 anni, poi ha ucciso la moglie, Maria Teresa Faravelli. Probabilmente i due sono stati uccisi nel sonno e questo farebbe pensare, ha ipotizzato un investigatore, che il pensionato non abbia retto all’idea di dover affrontare ancora un giorno di solitudine e malinconia. Soprattutto da quando la moglie si era ammalata. All’arrivo della polizia, Sergio Ruggero ha consegnato la pistola.
«Sono stati lasciati soli. Sono molto arrabbiata, soprattutto con le istituzioni». La deputata del Pd Ileana Argentin quella famiglia la conosceva da molti anni ed oggi commenta incredula la notizia. «Abitavano a 300 metri da casa mia – dice – e mai mi sarei aspettata una tragedia simile. Quel padre proprio non riesco a chiamarlo assassino. Capisco che ha ucciso due persone, ma sono convinta sia solo frutto della disperazione e della solitudine nella quale è stata lasciata quella famiglia. Sono anni ormai, dall’amministrazione Alemanno, che non vengono più aperte case famiglia qui a Roma».
La deputata, da sempre in prima linea per i diritto dei disabili, rivela anche di aver avuto un’udienza di mezz’ora con Papa Francesco durante la quale hanno parlato del tema della disabilità. «Mi sono permessa di consigliargli di non baciare solo i disabili – racconta – ma soprattutto le loro famiglie che troppo spesso sono lasciate da sole». Questa mattina Argentin ha lasciato due rose bianche davanti alla porta dell’abitazione dove si è consumata la tragedia. «Ho parlato con i vicini – conclude – e in molti si sono chiesti se un maggiore dialogo avrebbe potuto evitare la disperazione omicida».

Corriere della Sera – 10 aprile 2014


Corriere della Sera – 6 marzo 2015


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