Maria Rus, 54 anni. Massacrata e data alle fiamme da un conoscente
Naro (Agrigento), 5 Gennaio 2024
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Chi erano Delia Zarniscu e Maria Rus, le due amiche trovate morte a Naro a 200 metri di distanza (Fan Page – 5 gennaio 2024)
Delia Zarniscu e Maria Rus erano amiche fin dal loro arrivo in Italia. Zarniscu era sposata con un uomo italiano, così come la figlia di Maria Rus, la seconda vittima trovata carbonizzata in casa. I due femminicidi sarebbero collegati.
Sono state trovate morte in due abitazioni diverse di Naro a 200 metri di distanza l’una dall’altra. Il cadavere di una delle due donne trovate morte era carbonizzato, mentre la seconda vittima è stata rinvenuta in una pozza di sangue. Secondo gli inquirenti si tratterebbe di un duplice omicidio, forse avvenuto a poca distanza di tempo l’uno dall’altro. Stando a quanto rivelato a Fanpage.it da fonti investigative, le due donne erano amiche da diverso tempo ed entrambe vivevano a Naro. Vi sarebbero due persone sospettate, anche se per ora non ci sono stati fermi.
Una delle due vittime, 58 anni, è Delia Zarniscu, trovata morta dai soccorritori in un lago di sangue in via Da Vinci. L’abitazione sarebbe stata messa a soqquadro. Zarniscu era sposata con un uomo di Naro che, sempre stando alle prime informazioni, conosceva anche la seconda vittima, Maria Rus.
Le forze dell’ordine avrebbero già concentrato le loro attenzioni su alcuni connazionali delle due donne di origini romene. Entrambe vivevano in Italia da anni e una di loro era sposata con un uomo di origini italiane, nato e cresciuto a Naro. Stando a quanto riferito da fonti investigative, le due vittime erano inseparabili e amiche fin dal loro arrivo in Sicilia. Le indagini sono partite poche ore dopo il ritrovamento dei due corpi senza vita e i rilievi del caso nelle due abitazioni sarebbero ancora in corso.
Delia Zarniscu, 58 anni, viveva a Naro da anni ed era sposata con un uomo italiano. Appena arrivata nel nostro Paese, aveva fin da subito stretto amicizia con Maria Rus, la seconda vittima trovata morta in casa dai soccorritori. Le due, entrambe di origini romene, avevano trovato nell’altra l’appoggio necessario per iniziare una vita in una nazione straniera. La figlia di Maria Rus, trovata carbonizzata in casa, si era sposata con un uomo di Naro così come Delia Zarniscu, aggredita invece in strada e rinvenuta in una pozza di sangue dalle forze dell’ordine. Stando a quanto reso noto, il marito della 58enne uccisa a coltellate conosceva anche Maria Rus. Per il momento i sospetti degli inquirenti sarebbero concentrati su due persone, ma non vi è stato alcun fermo. Chi è arrivato sulla scena del crimine, parla di una scena da brividi. Zarniscu è stata trovata in casa in una pozza di sangue mentre il resto dell’appartamento risultava a soqquadro, mentre Maria Rus è stata riconosciuta dopo gli accertamenti effettuati in seguito al rogo della sua abitazione. Si procede intanto da parte della Scientifica con una serie di verifiche sul luogo del delitto. Sono state sequestrate in entrambe le abitazioni capi di abbigliamento e scarpe da ginnastica.
Disposta l’autopsia sui due cadaveri. È stata disposta l’autopsia sui cadaveri di Delia Zarniscu e Maria Rus. A Naro sono in arrivo, oltre al Ris di Messina, anche gli specialisti del nucleo investigativo dei vigili del fuoco che dovranno occuparsi, in maniera particolare, dei rilievi nell’abitazione di vicolo Avenia dove è stato trovato il cadavere carbonizzato di Maria Rus. Alle spalle della donna, una poltrona incendiata. L’allarme era partito dai vicii ed è stato lanciato alla sala operativa dei vigili del fuoco del comando provinciale di Agrigento. Per l’omicidio di Delia Zarniscu la chiamata è arrivata invece al 118.
Due uomini interrogati da diverse ore. Stando a quanto reso noto, da ore due uomini sono nella caserma dei carabinieri a Naro sotto interrogatorio in merito al duplice femminicidio. Nella caserma oltre agli investigatori si trovano il pm Elettra Consoli e il procuratore aggiunto Salvatore Vella.
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Il presunto killer, dopo una cena e vistosi rifiutare le proprie avances, ha prima ucciso Maria Rus dando fuoco al cadavere. Poi è tornato a casa di Delia Zarnisco e dopo averne sfondato la porta, l’ha ammazzata spaccandole la testa con tutto ciò che ha avuto a portata di mano
L’autopsia sui corpi delle due romene, uccise nella notte fra giovedì e ieri nel centro storico di Naro (Agrigento), ha confermato che Delia Zarniscu di 58 anni e Maria Rus di 54, sono state massacrate. Sui loro cadaveri il medico legale ha riscontrato lesioni plurime, l’inequivocabile prova che entrambe sono state colpite brutalmente prima di morire. La perizia necroscopica, disposta dal sostituto procuratore Elettra Consoli e dall’aggiunto Salvatore Vella della Procura di Agrigento, è stata effettuata nel pomeriggio all’obitorio dell’ospedale San Giovanni di Dio della città dei Templi. Ed è seguita alla Tac, fatta ieri al “Barone Lombardo” di Canicattì.
Le salme verranno restituite nelle prossime ore e il giorno dei funerali, probabilmente lunedì, a Naro sarà lutto cittadino, proclamato dal sindaco Maria Grazia Brandara, come “segno tangibile della vicinanza dei naresi alle famiglie delle vittime e anche alla comunità romena, parte attiva e produttiva del paese“. Lunedì, nelle abitazioni del quartiere di Sant’Erasmo, dove a distanza di circa 150 metri da una casa all’altra è avvenuto il massacro, arriveranno i Ris di Messina. A richiedere gli accertamenti degli specialisti è stata sempre la Procura.
Il romeno 24enne, fermato per duplice omicidio e vilipendio di cadavere, si trova al carcere di Agrigento. Il giovane si è avvalso della facoltà di non rispondere all’interrogatorio. Omar Edgar Nedelkov era già noto perché nel recente passato era stato accusato di furto ai danni della ditta agricola del paese dove lavorava e d’aver appiccato, utilizzando gasolio, un incendio ad una delle serre.
Procura e carabinieri sono, intanto, riusciti a ricostruire cosa è accaduto nella notte in cui sono state trucidate le due donne. E lo hanno fatto anche grazie alla “grande collaborazione della comunità romena, composta da lavoratori e lavoratrici che vivono da anni in Italia“, è stato detto dagli inquirenti subito dopo il fermo del 24enne. Giovedì sera, a casa della 58enne Delia Zarniscu, in via Vinci, c’è stata una cena accompagnata da super alcolici. I commensali erano il 24enne romeno e un connazionale 50enne. Stando a quanto è stato ricostruito, il giovane – fortemente ubriaco – avrebbe molestato sessualmente la donna. Delia Zarniscu, respingendo le avances, avrebbe buttato fuori dalla sua abitazione i due.
Durante la cena pare che i tre romeni avessero parlato della 54enne connazionale Maria Rus. Quando i due romeni sono stati allontanati dalla casa di via Vinci, il più giovane si sarebbe diretto verso vicolo Avenia dove avrebbe bussato alla porta di Maria Rus, mentre il 50enne sarebbe andato a casa sua. Rus, senza nulla temere, avrebbe aperto la porta al giovane e il 24enne l’avrebbe, secondo l’accusa, uccisa a botte e poi bruciata, utilizzando la poltrona che c’era nel salone di ingresso. Da vicolo Avenia, il romeno ubriaco sarebbe tornato – la ricostruzione è di investigatori e inquirenti – in via Vinci dove avrebbe sfondato la porta di ingresso e con “una ferocia inaudita” – per come è emerso fin dal primo sopralluogo nell’abitazione -, avrebbe trucidato anche la 58enne, spaccandole in testa tutto quello che è stato trovato: piccoli mobili, suppellettili e arredi.
Dei romeni, richiamati dall’infernale trambusto, sono accorsi. Vi sarebbero stati anche dei testimoni. L’audizione di queste persone avrebbe permesso di incastrare i pezzi del drammatico puzzle, ricostruendo cosa sarebbe accaduto. Ma l’inchiesta va ancora avanti e oggi sono state passate in rassegna le immagini dei sistemi di videosorveglianza.