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Maria Pia Labianca, 19 anni, studentessa universitaria, incinta. Soffocata e accoltellata dall’ex fidanzato che poi la trascina in un casolare e la abbandona nuda con i piedi legati e le braccia aperte a croce

Gravina di Puglia (Bari), 24 Febbraio 1999


Titoli & Articoli

la Repubblica – 2 marzo 1999

Ma l’autopsia ha escluso stupro o violenze
per la ragazza uccisa in Puglia
Maria Pia, ultima cena
con il suo assassino

di MARIA NOVELLA DE LUCA

GRAVINA – L’assassino l’ha presa per mano, ha cenato con lei, forse, chissà, hanno anche fatto l’ amore. E poi l’ha uccisa, con un colpo solo, una lama di 15 centimetri che le ha perforato la carne diritta al cuore. Aveva da poco gridato aiuto Maria Pia, aveva chiamato a casa, un’invocazione strozzata al padre e poi più niente. Poche ore dopo, all’alba di giovedì veniva massacrata, il suo corpo trascinato nella masseria tra gli ulivi, in mezzo a carogne di animali e scritte sataniche.
Sono questi i primi sconvolgenti risultati dell’autopsia sul corpo di Maria Pia Labianca, studentessa di psicologia scomparsa di casa la sera di mercoledì 24 febbraio, e ritrovata morta alle 6 del mattino di tre giorni dopo. Maria Pia non è stata violentata, non è stata picchiata, e la sera prima di essere uccisa aveva anche consumato un intero pasto (ma potrebbe avere avuto un rapporto d’amore consensuale). Dunque Maria Pia conosceva chi l’ha attirata nella trappola mortale, si è fidata di qualcuno che si è trasformato in carnefice, e le ha spezzato la vita, lei che era “un fiore bianco troppo presto reciso” come si legge nei manifesti a lutto appesi in ogni angolo del paese.

Crollano così tesi e polemiche, alla luce di un’autopsia che chiarisce almeno una parte del mistero. Maria Pia è stata ammazzata subito dopo la telefonata al padre, forse proprio a causa di quella chiamata, e non il venerdì, come era stato detto in seguito alle prime analisi sul corpo. Ieri è stata una giornata di svolta per il delitto di Gravina di Puglia. Oltre i risultati dell’autopsia eseguita dall’istituto di medicina legale di Bari, si sono susseguite indagini a ritmo serrato che iniziano a far diradare il buio sull’inchiesta. Gli elementi chiave sono tre: la testimonianza di un giovane che avrebbe visto Maria Pia ancora viva accanto alla casa dell’ex fidanzato, la sera di mercoledì intorno alle 20.
Quindi i tabulati della Telecom, dai quali risulta che l’ultima telefonata al padre arrivava proprio dal cellulare di Maria Pia. E infine la “pista degli insospettabili”, gente più adulta di Maria Pia, apparentemente perbene, tra i quali si sarebbe potuto celare l’assassino. Ma l’elemento più importante è la testimonianza di un carpentiere di 24 anni, bloccato dai carabinieri mentre si trovava a bordo di una Fiat Tipo con altri due coetanei di Gravina, e ascoltato in caserma per sei ore. Il giovane ha descritto Maria Pia “sorridente come al solito”, vicino all’abitazione del suo ex, Giovanni Pupillo, in via Palermo. L’auto di quest’ultimo verrà ritrovata carbonizzata proprio il giorno dopo. A quell’ora quindi Maria Pia si trovava ancora in paese. Poco dopo si sarebbe allontanata per non tornare mai più.

Il filo delle indagini continua. Alle 4 del mattino di giovedì Maria Pia riesce a formare il numero di casa. Risponde il padre, Nicola: “Aiutatemi”, grida. La chiamata è del suo cellulare, proviene da un’area non lontana da Gravina e Altamura. Resta l’ultimo sentiero d’inchiesta: la “pista degli insospettabili”. Maria Pia Labianca, questa è la tesi, avrebbe frequentato un giro di persone pià adulte, gente in vista, che le forze dell’ordine non fermerebbero mai per un controllo… Per questo forse, la sera della sua scomparsa, sorprendendola in compagnia di uno di questi insospettabili, nessuno avrebbe potuto notare qualcosa di stridente nel suo comportamento. Sia carabinieri che polizia sono concordi nello smentire però qualunque legame con i riti satanici che si svolgono in molte di queste cascine diroccate, facendo invece affiorare l’ipotesi che i rituali di lode al Maligno non siano altro che un depistaggio.
Gli aguzzini di Maria Pia cioè avrebbero proprio scelto una stalla poco lontana dal “casino Mennini”, vecchia dimora nobiliare in rovina e luogo storico di spiritisti, proprio per confondere le tracce. Sono stati oltre cento i ragazzi sentiti in questi giorni dagli inquirenti. Giovani coetanei di Maria Pia che ancora si chiedono il perché di quel delitto assurdo, e ieri, davanti alla casa della ragazza dicevano con rabbia: “Li troveremo noi i killer”. Oggi pomeriggio alle 15 tutto il paese si stringerà alla famiglia nella cattedrale per dire addio a Maria Pia.

 

Corriere della Sera – 3 marzo 1999

 

Corriere della Sera – 4 marzo 1999

 

Corriere della Sera – 7 marzo 1999

 

 


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