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Maria Artale, 82 anni, mamma e nonna. Uccisa con un colpo di pistola dal marito (strage di Bottanuco)

Cerro di Bottanuco (Bergamo), 3 Aprile 2014


Titoli & Articoli

Strage di Bottanuco Marito esasperato per problemi economici (Bergamo News – 3 aprile 2014)
Sarebbe di tipo economico il movente che ha spinto l’imprenditore 82enne Domenico Magri’ a uccidere il suo socio Carmelo Orifici in un cantiere di Segrate. L’omicidio della moglie malata, Maria Artale, e il suo successivo suicidio nella loro casa in provincia di Bergamo, sarebbero il tragico epilogo scelto per chiudere la storia
Sarebbe di tipo economico il movente che ha spinto l’imprenditore 82enne Domenico Magri’ a uccidere il suo socio Carmelo Orifici in un cantiere di Segrate. L’anziano, infatti, dopo decenni di lavoro aveva deciso di vendere le proprie quote della società, ma la difficoltà di trovare un accordo economico con Orifici lo ha esasperato al punto da ammazzarlo con un colpo alla nuca.
L’omicidio della moglie malata, Maria Artale, e il suo successivo suicidio nella loro casa in provincia di Bergamo, sarebbero il tragico epilogo scelto per chiudere la storia. La donna, di 82 anni e da tempo costretta sulla sedia a rotelle a causa di una malattia, è stata uccisa con un colpo alla fronte. Con la stessa pistola detenuta regolarmente (una Ruger 7.65), Magri’ si è sparato alla testa. Magrì era originario di Catania, sua moglie di Enna, prima di arrivare nella Bergamasca avevano abitato a Sesto San Giovanni, nel Milanese. Avevano quattro i figli: Agata, Adalgisa, Alessandra e Aldo. Solo quest’ultimo vive a Bottanuco, centro di 5mila anime dell’Isola bergamasca, mente le tre sorelle abitano nell’area Milanese.

Omicidio suicidio di Bottanuco, venerdì i funerali (Corriere della Sera – 10 aprile 2014)
La famiglia chiede che non ci siano fotografi e telecamere in chiesa
Si terranno venerdì i funerali di Domenico Magrì e di sua moglie Maria, uccisa dall’ uomo che poi si è tolto la vita, a Bottanuco, nel Bergamasco, dopo aver ucciso anche il socio in affari, Carmelo Orifici. Il legale che assiste la famiglia, Benedetto Maria Bonomo, «a nome della famiglia» chiede «nel giusto e doveroso rispetto del diritto di cronaca, la più discreta presenza alla stampa,con la cortesia di evitare durante la celebrazione del funerale la presenza all’interno della chiesa di fotografi e telecamere». «Sicuri che comprendiate la necessità di vivere questo drammatico momento nel più riservato possibile dei modi – aggiunge il legale in una nota – ringraziamo fin d’ora, per la sicura comprensione che ci saprete dare».

La tragedia di Bottanuco e Segrate «Papà, noi ti abbiamo perdonato» (L’Eco di Bergamo – 10 aprile 2014)
Lettera aperta dei figli dei coniugi Magrì. «Papà, non condividiamo né giustifichiamo il tuo gesto. Mamma, papà, ci mancate: vi amiamo immensamente». Venerdì 11 aprile alle 15 i funerali nella chiesa di Cerro di Bottanuco
Venerdì 11 aprile alle 15 a Cerro di Bottanuco si celebrano i funerali di Domenico Magrì e di sua moglie Maria Artale, protagonisti della terribile tragedia di giovedì 3 aprile. Magrì, al culmine di una lite, ha prima ucciso a Segrate il socio Carmelo Orifici, per poi tornare a casa a Cerro di Bottanuco dove prima ha ucciso la moglie (invalida da anni) per poi togliersi la vita. Una storia che ha lasciato sconvolte molte persone, sollevando tanti interrogativi, tutti drammatici.
I figli dei coniugi Magrì, tramite il loro avvocato Benedetto Maria Bonomo, hanno scritto una lettera, struggente: parlano di amore nei confronti dei loro genitori, di perdono verso quel padre vittima di un momento di follia. «Ci mancate, e questo vuoto che si è creato sarà per sempre incolmabile, ma vi amiamo immensamente». E poi il passaggio più toccante:«Papà il gesto compiuto, non lo condividiamo e non lo giustifichiamo, ma i tuoi figli e i tuoi nipoti ti hanno perdonato»
«Iniziamo ringraziando la Vostra testata nel darci l’opportunità di poter scrivere questa lettera aperta, per tutti i lettori che come noi si chiedono perché queste tragedie accadono. Non ci sono parole o commenti per giustificare azioni che non dovrebbero essere mai compiute dall’essere umano, perché la vita ci è stata donata ed è preziosa, quale Dono Divino più grande di questo?
Caro Papà, cara Mamma, ognuno di noi sceglie i propri genitori quando si viene al mondo, ora comprendiamo pienamente perché proprio voi. L’amore, la famiglia, l’unione, il rispetto, l’umiltà, l’armonia, l’essere sempre uniti nel dolore nella gioia e nella malattia, sono ingredienti che avete radicato da sempre dentro di noi. Papà, tu ci volevi sempre proteggere, anche se qualcosa ti tormentava ci dicevi sempre:”Voi non dovete preoccuparvi, ci penso io”; era difficile scalfire la tua corazza, anche perché tu prontamente sviavi il discorso dicendoci di pensare alla mamma, ai nipoti e alla famiglia.
Chi ti conosceva non si da pace. Uomo Buono, generoso, amorevole, rispettoso, conservatore, incapace di fare del male; di poche parole, ma integro di valori e principi e se davi la tua parola per te era sacro rispettarla. Hai improntato la tua e la nostra vita nell’amore per la famiglia ed anche il tuo gesto estremo di portare con te la mamma, è stato un atto d’amore perché non avrebbe potuto sopportare un altro grande dolore dopo 14 anni di sofferenza dovuta alla malattia. Ci mancate, e questo vuoto che si è creato sarà per sempre incolmabile, ma vi amiamo immensamente.
Papà il gesto compiuto, non lo condividiamo e non lo giustifichiamo, ma i tuoi figli e i tuoi nipoti ti hanno perdonato. A voi lettori possiamo dire aprite il vostro cuore, amatevi e amate, non tenete dentro rancori e malumori, ma parlatene ai vostri cari. A tutto c’è una soluzione se solo ascoltassimo il nostro cuore, generate amore, basta sofferenze e tragedie, trovate la forza in voi come noi la stiamo cercando in noi». Figli di Domenico e Maria Magrì

 


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