Lucia Caiazza, 52 anni, mamma. Uccisa a calci e pugni dal convivente
Casavatore (Napoli), 14 Maggio 2020
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“Sono calcoli”, ma Lucia Caiazza muore poco dopo. “Lesioni compatibili con calci e pugni” (Fan Page- 21 maggio 2020)
Lucia Caiazza, mamma di due figlie di Arzano è stata ricoverata in ospedale lo scorso 12 maggio con forti dolori addominali. “Sono colo calcoli renali”, aveva rassicurato la figlia, ma è morta poche ore dopo. I medici hanno riscontrato gravissime lesioni interne compatibili con un ‘calcio, un pugno o una caduta’. Il compagno: “Mai toccata, da me solo baci e carezze”.
“Sono solo calcoli”, aveva detto alla figlia, ma è morta poche ore dopo con la milza spappolata e gravissime lesioni interne. È la storia di Lucia Caiazza, mamma di due figlie morta lo scorso 12 maggio all’ospedale di Frattamaggiore per le conseguenze di un gravissimo trauma. Oltre alle importanti lesioni che ne hanno causato la morte, l’autopsia effettuata sul corpo di Lucia, ha rilevato anche un setto nasale rotto e diverse ecchimosi compatibili con un’aggressione.
Non aveva voluto fare l’ecografia. I fatti risalgono a 9 giorni fa. Lucia ha chiamato lei stessa l’ambulanza che l’ha trasportata da casa sua ad Arzano, al vicino ospedale di Frattamaggiore. Da giorni si lamentava con la figlia di sentire lo stomaco che le stava ‘scoppiando’, ma non aveva voluto andare in ospedale prima di allora. Si era limitata ad andare con il compagno, con cui aveva trascorso il periodo di quarantena, dal medico di base, per una visita superficiale. Proprio il suo medico le aveva paventato l’ipotesi che potesse trattarsi di calcoli renali, prescrivendole, insieme all’antidolorifico, anche un’ecografia. Lucia, però non si è mai sottoposta all’esame che probabilmente avrebbe evidenziato quelle lesioni interne che i medici hanno ricondotto a un trauma violento come: “Una caduta, un calcio o un pugno”.
L’incidente automobilistico. C’è un importante precedente, tuttavia, che risale all’11 aprile 2020, quando, mentre guidava per le strade di Arzano, Lucia ha avuto un incidente automobilistico. A bordo dell’auto c’era anche una parente di Lucia, oggi unica testimone dell’evento. “L’impatto non è stato fortissimo, stavamo bene”. La stessa Lucia aveva detto di non essersi fatta niente, così le due donne hanno deciso di non chiamare l’ambulanza né le forze dell’ordine e di accordarsi con il conducente dell’altro veicolo incidentato.
La quarantena a casa del compagno. Il trauma che ha causato la morte della mamma di Arzano può essere avvenuto anche nel periodo più recente, forse durante il lockdown, che la donna ha trascorso a casa del compagno. “Non ho visto mia madre nell’ultimo mese” ha detto a ‘Chi l’ha visto’ una delle due figlie. Lucia, infatti era rimasta in casa con il compagno per l’intera durata della quarantena, poi aveva raccolto le sue cose e aveva annunciato alla figlia: “Devo tornare a casa”. Intervistato dai giornalisti di Rai3 nel cortile di casa sua, il compagno di Lucia ha risposto a tutte le domande poste, anche quelle riguardanti l’ipotesi di un’aggressione: “Mai toccato Lucia”.
Il compagno: “Colpa dell’incidente, io mai toccata”. “Da me ha avuto solo baci e carezze” ha detto. “E poi, perché avrei dovuto picchiarla? Era una persona buona, gentile. Perché avrei dovuto picchiare una persona che in casa lavava, stirava, puliva, che mi amava”. “Con la mia ex moglie?” ha risposto alla domanda dell’inviato Giuseppe Pizzo. “Beh, tutta un’altra storia. L’ho picchiata perché mi ha messo le corna, ma Lucia era la persona più buona che abbia mai conosciuto”.”Sono un bravo ragazzo – ha detto ancora – ho sempre lavorato, non ho mai fatto male a nessuno. Di quello che dicono gli altri non mi importa. Ho la coscienza a posto, ho conosciuto una bella persona”. E poi sulle lesioni che hanno ucciso Lucia: “Da quando ha avuto l’incidente non si è capito più niente, aveva le gambe coperte di lividi”.
Lucia Caiazza, la morte della 52enne durante il lockdown non fu per un incidente stradale ma per le botte del compagno: arrestato (il Fatto Quotidiano – 15 ottobre 2020)
Lucia Caiazza non è morta per le conseguenze di un incidente stradale, ma per i traumi dovuti ai calci e pugni del compagno. La 52enne è stata picchiata a morte ed è deceduta lo scorso 14 maggio all’ospedale di Frattamaggiore (Napoli), dov’era arrivata due giorni prima in preda a forti dolori all’addome. La causa è stata una lacerazione traumatica della milza, dovuta alle percosse dell’uomo.
Le indagini dei Carabinieri della stazione di Casavatore hanno scoperto che la vera causa della lacerazione traumatica della milza, che ha ucciso la donna, sono state le lesioni mortali provocate dal compagno. Inizialmente il decesso venne messo in relazione a un incidente stradale, avvenuto l’11 aprile, mentre Caiazza era in auto con la sorella. Il medico di base al quale la donna (che non denunciò mai le violenze) si era rivolta a causa dei dolori aveva ipotizzato in un primo momento che si trattasse di calcoli renali, invece, anche alla luce dell’esame autoptico, è emerso che il decesso è riconducibile alla lacerazione traumatica della milza.
Il gip del Tribunale di Napoli Nord, accogliendo l’ipotesi e la richiesta della Procura aversana, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dell’uomo, un 47enne residente ad Arzano (Napoli), per omicidio preterintenzionale. L’ordinanza è stata eseguita questa mattina dai Carabinieri della stazione di Casavatore. La dinamica dei fatti è stata ricostruita dagli investigatori attraverso intercettazioni ambientali e telefoniche e anche attraverso le dichiarazioni persone informate sui fatti.