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Jennifer, 10 anni. Uccisa a colpi di mazzetta dal padre, che uccide la moglie e ferisce gravemente gli altri due figli (strage di Grezzana)

Grezzana (Verona), 13 Febbraio 2006


Titoli & Articoli

Verona – Strage familiare per l’aviaria (la Gazzetta del Mezzogiorno – 13 febbraio 2006)
Aveva perso il lavoro da qualche giorno, si tormentava forse di non riuscire a garantire un futuro certo alla sua numerosa famiglia. Claudio Rubello, 49 anni, autotrasportatore di carni di Grezzana (Verona), questa notte, preso da un raptus, ha afferrato una mazzetta e ha colpito con ferocia la moglie Paola Costa, 44 anni, uccidendola; poi ha rivolto l’arma verso la figlioletta Jennifer, 10 anni, che dormiva come la mamma, e ha ucciso anche lei. Quindi ha raggiunto i figli Thomas, 15 anni e Anthony, 16 anni, e li ha colpiti a loro volta, ferendoli gravemente.
Compiuta una strage, quasi per intero, Rubello ha preso un coltello da cucina e si è sgozzato dopo aver scritto in un bigliettino: Per la mia stupida disattenzione ho rovinato la mia famiglia».
Secondo quanto accertato, Rubello ha usato una mazzetta per i suoi familiari e un coltello da cucina per togliersi la vita. Il raptus si è manifestato nella notte, mentre tutti i familiari dell’omicida suicida dormivano.
Della strage si è accorto per primo il cognato Piero, questa mattina. L’uomo, che abita al piano inferiore della stessa villetta dei Rubello, ha preso la chiavi dell’altra casa e ha fatto un salto a vedere non avendo sentito, insolitamente, alcun rumore provenire dalla casa. Si è trovato di fronte ad uno spettacolo spaventoso: sangue dappertutto, i cadaveri di Claudio, della moglie della figlioletta, i corpi agonizzanti degli altri due figli subito trasportati con un elicottero all’ospedale Borgo Trento di Verona, ricoverati in neurochirurgia.
Alla base della strage, secondo quanto accertato finora dai carabinieri di Verona (le indagini sono state affidate al pm Carlo Villani), una forte depressione dell’autotrasportatore che lavorava per un macello di Treviso collegato all’azienda Aia che produce polli per alimentazione. Per la crisi del settore, dovuta all’aviaria, probabilmente il macello aveva deciso di chiudere i rapporti con l’autotrasportatore di Grezzana.
Il dramma si è consumato in una villetta di Grezzana (Verona), piccolo borgo industriale della Valpantena, poco lontano da Verona. Nella villetta di via Enrico da Porto, secondo il vicinato, non c’erano mai stati problemi. Claudio Rubello, autotrasportatore, parcheggiava spesso il camion sotto casa, i rapporti con moglie e figli sembravano ottimi. Tutto, a quanto sembra, era crollato qualche settimana fa, con la perdita del lavoro da parte di Rubello che trasportava carne per conto di un macello trevigiano collegato con la grande azienda alimentare Aia.
«Una grande tragedia – commenta visibilmente provato il sindaco di Grezzana, Ilario Peraro – è motivo di profonda tristezza per tutti. Non conoscevo direttamente la famiglia, ma conosco benissimo il cognato di Rubello, Piero, la persona che questa mattina, purtroppo, ha scoperto tutto. Quel che mi ha raccontato è terribile: ha detto di essersi trovato di fronte a un mare di sangue».
Peraro conferma che Rubello, prima dei suoi problemi di lavoro, non aveva sofferto di depressioni, e che la famiglia Rubello era una famiglia qualsiasi, nel senso migliore del termine. Anthony e Thomas, i due figli maschi feriti di Rubello, sono ricoverati al Neurochirurgico di Borgo Trento a Verona, uno di loro sarebbe in condizioni gravissime. La dinamica della vicenda sembra quasi del tutto chiarita a parte piccoli particolari. Per Grezzana si tratta di un altro brutto colpo dopo un grave episodio del giugno dello scorso anno quando un gioielliere del posto, aggredito da due banditi, ne uccise uno che poi si scoprì aveva in mano solo una pistola giocattolo.

Verona, uccide moglie e figlia di dieci anni (La Stampa – 13 febbraio 2006)
Feriti gravemente gli altri due figli
Un uomo ha ucciso la moglie di 44 anni e la figlia di 10, ferendo gravemente i figli di 14 e 16 anni a Grezzana (Verona), in via Enrico da Porto. Poi si e’ tolto la vita. Si tratta di Claudio Rubello, 48 anni, autotrasportatore di carni.
La tragedia di Grezzana si è consumata nel corso della notte. Per uccidere moglie e figlia ha usato il coltello e il martello, e non un’arma da fuoco come si era appreso in un primo tempo. Poi, secondo un primo esame medico, ha finito anche se stesso a coltellate. I cadaveri sono stati scoperti da una parente, sembra la sorella dell’omicida, che abita nello stesso villino al piano inferiore, soltanto stamane. I due ragazzi, colpiti alla testa con un martello, sono ricoverati in gravi condizioni all’ospedale Borgo Trento, a Verona.
«Aveva un pò di calo di lavoro, è andato via di testa»: in via Enrico da Porto, a Grezzana, la gente parla, ricostruisce a modo suo, tenuta distante dalle transenne che circondano il villino dove ancora si trovano i cadaveri dei coniugi Rubello e della figlia, una bambina di dieci anni. «Claudio Rubello lavorava nel settore avicolo, in proprio, ma collegato ad una grossa azienda. La crisi si sta facendo sentire», dice Renato, gestore del Bar San Carlo, all’inizio della strada. «Lui in bar non veniva mai, non era tipo da bar – aggiunge – teneva il suo camion con rimorchio un pò qui davanti, un pò da un’altra parte». Il quartiere in cui si trova via Enrico da Porto è un agglomerato residenziale costruito tra gli anni Settanta e gli Ottanta, dove la gente si conosce per lo più di vista. Quanto a Rubello, a suo carico agli investigatori non hanno rilevato alcuna denuncia per maltrattamenti in famiglia, nè c’erano liti che facessero presagire la tragedia.
«PER UNA STUPIDA DISATTENZIONE HO ROVINATO LA MIA FAMIGLIA»
«Per la mia stupida disattenzione ho rovinato la famiglia»: questo il testo del messaggio lasciato da Claudio Rubello, l’uomo che ha ucciso la moglie Paola, di 44 anni, e la figlia, ferendo gravemente altri due figli, e poi si è suicidato. Drammatico il quadro che si è presentato stamane ai familiari, e poi agli investigatori, che sono entrati in casa Rubello: l’uomo era riverso a terra in soggiorno, pare con la gola squarciata, mentre in camera da letto c’erano i corpi senza vita della moglie e della figlia di dieci anni. Sempre a letto, nella loro stanza, gli altri due figli gravemente feriti a martellate. Il coltello e il martello usati per compiere la strage sarebbero stati trovati in cucina, a due passi dal soggiorno. Uno dei due figli feriti è ricoverato in gravi condizioni nel reparto rianimazione a Borgo Trento, mentre l’altro, secondo quanto si è appreso, è attualmente sottoposto ad un intervento chirurgico.
IL SINDACO DI GREZZANA: E’ UNO CHOC PER LA COMUNITA’
«È uno choc per la comunità, già provata per la vicenda del gioielliere che per difendersi aveva ucciso un rapinatore, proprio vicino a dove è successa la strage di oggi». È il commento del sindaco di Grezzana, Ilario Peraro, sulla tragedia familiare consumata stanotte nel villino della famiglia Rubello. A poche centinaia di metri, ricorda Peraro, facendo riferimento ad una vicenda avvenuta nel giugno dello scorso anno, «un gioielliere aveva fatto fuoco contro un paio di giovani, uccidendone uno, che poi si era rivelato armato di pistola giocattolo». «Tutta la comunità era rimasta impressionata», rileva il sindaco. «Sono momenti di grande tristezza – prosegue – non conoscevo questa famiglia, non conosco le cause della tragedia».


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