Janira D’Amato, 19 anni, pasticciera e volontaria della Croce Verde. Uccisa dall’ex fidanzato con 49 coltellate
Pietra Ligure (Savona), 7 Aprile 2017
Titoli & Articoli
“Era geloso, ma lei cercava di cambiarlo” (La Stampa – 9 aprile 2017)
Kevin, uno dei fratelli di Janira: il loro rapporto non era sano
«I miei genitori lo hanno sempre trattato come un figlio, veniva spesso a cenare a casa come una persona di famiglia fino a quando abbiamo capito che questo rapporto non era sano e che lui si comportava male con lei, la limitava in tutto, era geloso dei suoi successi e non voleva che prendesse il volo». Ha la voce rotta dall’emozione Kevin D’Amato, il fratello ventitreenne più grande di Janira mentre ancora frastornato ripercorre l’ultimo anno della relazione travagliata della sorella con Alessio Alamia, terminato due settimane fa: «Janira si confidava spesso con mia madre e a quanto sappiamo non c’erano stati episodi sfociati in violenza. Solo una volta durante una lite, lui le aveva rotto volontariamente lo schermo del cellulare. Janira lo giustificava sempre, lei aveva un animo gentile e provava in qualche modo di cambiarlo e vedere in lui la parte buona. Nell’ultimo periodo cercava anche di aiutarlo economicamente e di dargli una mano. Insieme avevano adottato anche un cane, ma era solo mia sorella che se ne prendeva cura, lui pensava solo a se stesso».
Una famiglia come tante quella di Janira, che viveva a Vezzi Portio con i due fratelli, Kevin di 23 anni studente di Beni Culturali all’università di Torino e Didier di 19 anni. La madre Tiziana Cellerino, lavora in un albergo a Finale Ligure, mentre il padre Rossano fa il vigile del fuoco e allena la squadra di calcio femminile dell’Fbc Finale. Proprio la società finalese per ricordare la ragazza ha annunciato che in occasione di tutte le gare interne si osserverà un minuto di raccoglimento.
Janira dopo essersi diplomata all’alberghiero Migliorini di Finale Ligure si era sempre data da fare, nel 2015 aveva lavorato come commessa nella panetteria Rotondo di Finale e quest’anno era riuscita a coronare il suo sogno, partecipando al corso di pasticceria di Costa Crociere. In questi giorni stava terminando la formazione ad Arenzano e a giugno si sarebbe dovuta imbarcare.
Tra le sue passioni c’era anche il volontariato. «Janira per me era come una figlia – racconta Piero Novella, direttore dei servizi della Croce Verde di Finalborgo – la conoscevo da tempo per l’amicizia che mi lega alla famiglia. Martedì scorso aveva superato brillantemente l’esame per diventare tecnico di emergenza medica. Era una ragazza molto volenterosa, che si dava sempre da fare e cercava in tutti i modi di aiutare gli altri. Da tre anni frequentava la Croce Verde e ha sempre dato il meglio di sé, con impegno e determinazione mettendo passione in tutto quello che faceva. Ha lasciato un enorme vuoto». Silvia Fossati, presidente del gruppo giovani della Croce Verde di Finalborgo la ricorda come «una ragazza molto entusiasta, piena di vita che partecipava con buona volontà a tutte le iniziative». (di Daniele Strizioli e Valeria Pretari)
Terribile responso dell’autopsia: Janira è stata massacrata con cinquanta coltellate (La Stampa – 10 aprile 2017)
L’esame è stato effettuato oggi dal medico legale Marco Canepa: colpi così violenti da spezzare la lama del coltello. Mercoledì pomeriggio i funerali della ragazza
Una furia omicida che l’ha portato a colpire Janira con almeno cinquanta fendenti. Colpi così violenti da far spezzare la punta della lama del coltello che infatti è stata ritrovata conficcata nella testa di Janira D’Amato dal medico legale Marco Canepa che oggi pomeriggio ha eseguito l’autopsia nel cimitero di Zinola. Un particolare terribile che conferma la violenza dell’aggressione da parte dell’omicida verso la ex fidanzata. L’accertamento medico legale è stato fondamentale per ricostruire la dinamica dell’aggressione avvenuta venerdì sera nell’appartamento di piazzetta Morelli a Pietra Ligure, dove il ragazzo viveva. Lì si era dato appuntamento con Janira che doveva recuperare delle cose in quella casa dove per un breve periodo aveva anche convissuto con il compagno. Quando l’ex fidanzato ha iniziato a sferrare i fendenti Janira ha reagito, ha cercato in ogni modo di difendersi dai quei colpi, provando probabilmente a togliere il coltello al suo assassino (come testimoniano le numerose ferite sulle mani e sull’avanbraccio destro della vittima). Un delitto estremamente efferato che, secondo il medico legale, è avvenuto in un orario compreso tra le 19 e le 19,30 di venerdì. Dopo l’autopsia il sostituto procuratore Daniela Pischetola ha firmato il nulla osta per il funerale della giovane che è stato fissato per mercoledì 12 aprile alle 15 nella chiesa di San Biagio a Finalborgo. (di Claudio Vimercati)
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In memoria di
I sogni infranti di Janira (Rai – Un giorno in Pretura)
Un giorno in Pretura racconta un processo di femminicidio. La vittima è una giovane ragazza di venti anni, Janira D’Amato, barbaramente uccisa nell’aprile 2017 a Pietra Ligure dal suo ex fidanzato Alessio Alamia, reo confesso. Tramite le voci e i racconti di familiari e amici si ripercorre la storia d’amore tra i due, che appena dopo un anno rivelerà i suoi aspetti più malati. Sarà il desiderio di emancipazione di Janira che vuole costruirsi un futuro lavorando sulle navi da crociera la causa scatenante di questo delitto. Ci troviamo di fronte a un raptus o a una calcolata premeditazione? Secondo la pubblica accusa sì, dal momento che viene anche contestato il reato di stalking. Su questo la corte di Savona è chiamata a giudicare. (VIDEO)