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Gina Lorenza Rota, 52 anni, impiegata, mamma. Uccisa con un colpo di pistola dal compagno

Rho (Milano), 2 Aprile 2020


Titoli & Articoli

Omicidio-suicidio di Rho, i vicini: “Terens? Un bravo ragazzo. Siamo sconvolti” (il Giorno – 4 aprile 2020)
Il silenzio rotto dalle urla della madre che ha fatto la macabra scoperta dei corpi
«Avevo visto Terens la sera prima sulle scale, lo conoscevo molto bene perché è nato e cresciuto in questo quartiere con la sua famiglia, ma non conoscevo la donna. Lui era un bravo ragazzo. Non capisco cosa sia successo. Giovedì non abbiamo sentito niente, nessun rumore strano o discussione”.
È il racconto di una vicina di casa di Terens Cacici, l’uomo di 38 anni che giovedì ha sparato alla compagna, Gina Lorenza Rota di 52 anni, e poi si è tolto la vita. L’omicidio-suicidio, ipotesi al vaglio degli inquirenti, si è consumato nell’appartamento di via Ticino 30 a Rho, dove la coppia conviveva da alcuni mesi. Ieri nessuno aveva voglia di parlare. Il silenzio di queste settimane giovedì sera è stato interrotto dalle sirene dell’ambulanza e dei carabinieri. Qualcuno sussurra anche dalle urla della madre del 38enne che ha fatto la macabra scoperta. È stata proprio lei ad avvertire i militari della Compagnia di Rho intorno alle 20. Era preoccupata perché da ore non riusciva a mettersi in contatto con il figlio. Aveva provato a telefonare senza ottenere risposta e così ha deciso di andare di persona nella palazzina di tre piani dove il figlio viveva. Ha suonato il citofono, invano. Avendo le chiavi è riuscita a entrare nell’appartamento e ha fatto la terribile scoperta.
Sul posto sono è arrivati un’ambulanza e l’elisoccorso, ma per i due non c’è stato nulla da fare. L’appartamento era in ordine, nessuna lettera di spiegazione. I corpi erano sul divano in salotto, entrambi con un foro di proiettile alla tempia. L’uomo stringeva ancora in mano la pistola Revolver special calibro 38, detenuta illegalmente, con tre dei cinque proiettili inesplosi. Secondo i primi accertamenti fatti dal medico legale, la morte sarebbe avvenuta nel pomeriggio, ma nessuno dei condomini avrebbe sentito i colpi di pistola. Sui corpi non sono stati trovati segni evidenti che facciano pensare a una colluttazione tra i due, ma sarà l’autopsia a confermare il risultato dei primi accertamenti. Intanto i corpi sono stati trasferiti all’obitorio di Milano.
I carabinieri stanno passando al setaccio la vita della coppia alla ricerca di un movente. Secondo alcune testimonianze raccolte, i due avevano una relazione “tormentata”. Lui, molto più giovane, con piccoli precedenti per spaccio di droga, attualmente disoccupato. Lei, madre di due figli, avuti da relazioni precedenti, era molto conosciuta nella frazione di Passirana, dove aveva vissuto e lavorava in un negozio di tende. Due vite molto diverse che alcuni mesi fa si erano incontrate. Indagini anche sulla pistola, nessuno dei due aveva il porto d’armi, e quindi potrebbe essere stata rubata o acquistata illegalmente.

Rho, nessuna lite prima dell’omicidio-suicidio (il Giorno – 10 aprile 2020)
Il responso dell’autopsia: esclusa ogni colluttazione fra Terens e Gina, solo i due colpi alle tempie, a freddo
Nessun segno di colluttazione sui corpi di Terens Cacici e Gina Lorenzo Rota, la coppia vittima dell’omicidio-suicidio di giovedì scorso a Rho. L’autopsia, eseguita sui corpi del 38enne e della 52enne, ha confermato il rilie o del primo esame del medico legale: non ci sono ematomi o altri segni che lascino intendere che prima degli spari ci sia stato un diverbio violento tra i due. Un litigio sì, come confermato da un vicino di casa, ma nessuna colluttazione. L’uomo ha impugnato un revolver special calibro 38, prima ha sparato alla compagna, poi si è tolto la vita. Un solo colpo alla tempia per entrambi. I carabinieri della Compagnia di Rho, che svolgono le indagini, sono in attesa del risultato dello stub sull’omicida.
Il movente ? Avrebbe agito per gelosia. Dalle testimonianze raccolte in questi giorni è trapelato che lui voleva una relazione in esclusiva, ma la donna non riuscita ad allontanarsi del tutto dal marito, da cui era separata. Resta invece il mistero della pistola, il cittadino residente in provincia di Como, al quale l’arma era intestata ha riferito ai militari rhodensi di averla venduta mesi fa, ma di non ricordare il nome del compratore. Per questo viene denunciato per omessa dichiarazione di cessione. Sarà difficile dunque per gli inquirenti capire da chi e quando il 38enne ha acquistato la pistola.


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