Genovea Ciurea, 40 anni, badante, mamma. Dopo anni di violenze e due settimane di agonia, muore, dopo essere stata nuovamente picchiata e violentata dall’ex marito
Roma, 15 Gennaio 2021
Era già arrivata in ospedale poche settimane prima, picchiata dal compagno, ma non aveva voluto sporgere denuncia né recarsi al centro antiviolenza. Arriva in ospedale nuovamente massacrata e muore, dopo due settimane di agonia.
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Picchiata e violentata la notte di San Silvestro muore dopo due settimane di agonia
Picchiata e abusata la sera di San Silvestro, badante di quarant’anni muore in ospedale dopo due settimane di agonia. Le indagini puntano sul giro di conoscenti della donna. Negli scorsi mesi era stata picchiata dal compagno e per questo era stata in ospedale, ma non aveva voluto rivolgersi a un centro antiviolenza.
È morta ieri dopo due settimane di agonia una donna di nazionalità romena, arrivata in gravi condizioni in ospedale il primo giorno dell’anno. Quarant’anni, di professione badante, aveva raccontato prima di perdere i sensi di aver subito pesanti percosse e di essere stata violentata da due uomini che non conosceva all’interno della sua abitazione.
Negli scorsi mesi era stata picchiata dal compagno
La calvario della donna è stata ricostruita oggi sulle pagine romane del quotidiano il Messaggero. Residente in zona Tomba di Nerone, alla periferia Nord di Roma, nelle scorse settimane era arrivata già in ospedale con i segni delle percosse del compagno, che aveva però scelto di non denunciare e di non rivolgersi a un centro antiviolenza. Ora la Procura indaga per “morte in conseguenza di un altro reato”, ovvero i maltrattamenti subiti. Ora sarà l’autopsia a dare ulteriori spiegazioni sul decesso della donna. Le indagini puntano sul giro di conoscenze della donna Quando era arrivata in ospedale aveva raccontato di esser stata aggredita da due connazionali che non conosceva la sera di San Silvestro dentro la sua abitazione. I due uomini avrebbero tentato di violentarla e di fronte alla sua resistenza avrebbero reagito massacrandola di botte. Le indagini, affidate agli agenti della Squadra Mobile della Questura di Roma, ora puntano a scandagliare il giro di conoscenti della badante, a cominciare da verificare la posizione del compagno della donna: gli investigatori ritengono poco credibile che non conoscesse i suoi aggressori. Da quanto si apprende al momento non ci sono nomi iscritti nel registro degli indagati.
Donna muore in ospedale: «È stata picchiata e violentata»
Al momento del ricovero in ospedale aveva raccontato con un filo di voce di essere stata picchiata e stuprata pochi giorni prima, e precisamente la sera di San Silvestro, da due connazionali che non conosceva. E ieri è morta, in corsia, senza mai uscire dall’agonia. Ma la quarantenne romena di professione badante, da anni residente in zona Tomba di Nerone, rimasta uccisa probabilmente da calci e pugni, potrebbe non avere raccontato la verità, per coprire fino all’ultimo momento un compagno violento. I segni sul corpo e soprattutto sull’addome, all’altezza del fegato, hanno spinto la procura, informata dai medici e dagli investigatori della Squadra Mobile, a ipotizzare un omicidio, o meglio una morte conseguente di un altro reato, i maltrattamenti. A sciogliere i dubbi due medici legali che, oggi, saranno incaricati a piazzale Clodio di accertare con l’autopsia le cause del decesso.
Botte alla moglie fino ad ammazzarla, Genovea muore dieci giorni dopo il pestaggio: ex a processo
La donna aveva gravi patologie, causate anche dai continui pestaggi cui l’uomo la sottoponeva da anni. È morta dieci giorni dopo che lui l’aveva massacrata nuovamente di botte.
Veniva picchiata così forte che ogni poco doveva essere sottoposta a interventi chirurgici e ricoveri in ospedali che progressivamente ne hanno aggravato il già precario stato di salute, portandola alla morte. Lei si chiamava Genovea Ciurea, era una donna di quarant’anni morta il 15 gennaio 2021 dopo una vita di violenza perpetrate giornalmente dall’ex marito. Alla fine le botte, i traumi, le operazioni, e l’abuso di alcol l’hanno portato a morire prematuramente, lasciando una figlia che da sempre ha assistito ai tremendi abusi che le hanno segnato la vita.
Come riportato da Il Messaggero, il marito è finito a processo per maltrattamenti, lesioni aggravate e sottrazione di minore. Lei si era allontanata da lui nel 2020, denunciandolo. Per ripicca, l’uomo aveva portato la figlia in Romania contro la sua volontà, costringendola a crescere presso la sua famiglia. Un altro gesto che ha aggiunto sofferenza a una vita già provata dal dolore. “Subiva continue violenze ma non diceva mai che era stato lui, diceva sempre che si trattava di incidenti domestici”, ha raccontato un’amica della donna in aula, che ha spiegato come pure la figlia, nonostante fosse molto piccola, sapesse quello che accadeva in casa. Molte volte la donna era stata costretta ad andare al pronto soccorso. Nel 2018 aveva riportato un trauma cranico talmente grave che era stata operata alla testa per un ematoma. Nel 2021, l’ultimo, violento pestaggio: calci e pugni talmente forti che l’hanno fatta stramazzare a terra, priva di sensi e inerme. Questo, oltre alle sue gravi condizioni di salute, l’hanno portata a morire dieci giorni dopo.