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Gabriella Virginia Fabbiano, 43 anni, mamma. Uccisa con un colpo di pistola alla testa, avvolta nel cellophane, legata con una corda per serrande a tre massi di cemento e gettata sul fondo di un laghetto dall’ex compagno

Cernusco (Milano), 29 Novembre 2016

 


Titoli & Articoli

Gabriella è stata uccisa con un colpo di pistola e buttata nella cava: indagato l’ex compagno (Milano TOday – 7 dicembre 2016)
Emesso un avviso di garanzia nei confronti dell‘ultimo compagno della donna. Le indagini
Possibile svolta nelle indagini sulla morte di Gabriella Fabbiano, la donna di quarantatré anni il cui corpo è stato trovato lunedì in una cava a Cernusco sul Naviglio. L’ultimo compagno della donna, Mario Marcone, è stato infatti iscritto nel registro degli indagati dagli inquirenti.  L’uomo, un operatore ecologico di quarantadue anni, nato a San Severo, nel foggiano, vive a Pioltello ed è stato l’ultimo fidanzato della vittima, che aveva un matrimonio finito alle spalle e due figlie che non vivono più con lei.
Ad uccidere Gabriella, questo il risultato dell’autopsia, è stato un colpo di pistola sparato dietro l’orecchio destro. Il corpo non presentava segni evidenti di violenza perché il cranio ha trattenuto il proiettile.  Il cadavere della donna, che era in pigiama e che probabilmente era già morta quando è stato gettata nella cava, è stato ritrovato avvolto in un telo di plastica, legato in tre punti con delle cinghie da tapparella. I carabinieri hanno eseguito una perquisizione nell’appartamento di Marcone e sembra che abbiano raccolto elementi utili alle indagini.

Omicidio Cernusco, vittima denunciò violenza da marito (TgCom – 15 dicembre 2016)
Lʼepisodio non venne accertato. Tuttavia grazie alla denuncia gli investigatori concentrarono il loro interesse sui due uomini arrestati poi per lʼomicidio e lʼoccultamento del corpo. Emergono nuovi dettagli nella vicenda del delitto di Gabriella Fabbiano.
La donna due anni fa denunciò ai carabinieri di essere stata violentata dall’ex marito (circostanza poi non accertata) proprio all’interno della cava a Cernusco sul Naviglio dove il suo corpo è stato ritrovato. Quando i militari andarono sul posto trovaronoMario Marcone e Fabrizio Antonazzo, ovvero i due uomini arrestati rispettivamente per l’omicidio e l’occultamento del corpo. Secondo quanto riferito da Marcone durante l’interrogatorio, la donna si sarebbe presentata a casa sua armata di una pistola e nel tentativo di disarmarla sarebbe partito un colpo. Ricostruzione che non trova riscontri concreti, gli investigatori ritengono che l’abbia uccisa in un raptus di gelosia.
Il giorno dopo ha avvertito Antonazzo dell’omicidio e quattro giorni dopo, quando ha deciso di liberarsi del corpo, gli ha chiesto di aiutarlo. A quel punto hanno avvolto il cadavere e lo hanno trasportato alla cava, legandogli attorno oltre 70 chili di massi per tenerlo sul fondo.
Marcone ha precedenti per il tentato omicidio della ex moglie, Antonazzo per reati contro la persona. Sono entrambi pugliesi, rispettivamente di San Severo (Foggia) e Parabita (Lecce) ma da anni vivono in Lombardia. Marcone vive a Pioltello, in un appartamento dove avrebbe commesso, secondo l’accusa, l’omicidio della 43enne, Antonazzo ha un’abitazione a cento metri dalla cava di Cernusco sul Naviglio dove è stato rinvenuto il cadavere che hanno provato a nascondere gettandolo nel laghetto legato a dei massi.
Antonazzo, 60 anni, non ha lavoro e passa le giornate tra bar ed edicola del paese. E’ stato individuato dai carabinieri come uno dei migliori amici di Marcone (o almeno la persona con cui aveva la maggiore frequentazione) analizzando i contatti di quello che inizialmente era solo indagato per l’omicidio. I militari hanno ascoltato oltre 50 persone, due sono state fondamentali per le indagini. Hanno infatti raccontato di aver ricevuto da Marcone la richiesta di un cilindro metallico da usare per creare un silenziatore per pistola, arma che avrebbe inoltre mostrato ad almeno due persone. La pistola usata per l’omicidio non è stata ancora ritrovata.
Omicidio di Cernusco: il killer aveva precedenti per tentato omicidio (Affari Italiani – 15 dicembre 2016)
Polemiche sull’omicidio di Cernusco. Gabriella Fabbiano aveva denunciato il suo killer per violenza. E l’uomo aveva precedenti
Al comando dei carabinieri di Cernusco Gabriella Fabbiano era giá conosciuta
. Due anni fa aveva denunciato di essere stata violentata proprio nella cava dove nella notte del 5 dicembre è stata trovata cadavere avvolta in un telo di plastica, legata e zavorrata con massi da 70 kg. In quella occasione aveva organizzato una messa in scena dicendo che l’ex marito – che dopo la separazione aveva ottenuto l’affidamento dei figli- l’aveva violentata nella cava, per farsi proteggere aveva chiamato proprio Mario Marcone e Fabrizio Antonazzo. I carabinieri giunti sul posto avevano controllato i tre, e avevano capito che non c’era stata nessuna violenza. Le stesse persone due anni dopo avrebbero portato il corpo di Gabriella in quella cava per occultarlo. Marcone è ritenuto colpevole dell’omicidio. Antonazzo è accusato di concorso in detenzione di armi e occultamento di cadavere e favoreggiamento.
L’EX COMPAGNO DELLA VITTIMA CON PRECEDENTI PER TENTATO OMICIDIO. Mario Marcone, 52 anni, operatore ecologico, accusato dell’omicidio di Gabriella Fabbiano, 43 anni, trovata morta in una cava privata di Cernusco Sul Naviglio, ha un precedente per tentato omicidio. Nel 2010 infatti aveva tentato di uccidere, investendola con l’auto, la compagna di allora. La relazione con Gabriella Fabbiano era invece cominciata un anno e mezzo fa. Il complice di Marcone, Fabrizio Antonazzo di 60 anni, e’ un nullafacente di Cernusco che abitava a cento metri dalla cava dove il corpo della donna e’ stato occultato e passava le sue giornate in un bar, spesso alticcio. Dal racconto fatto dal presunto omicida durante l’interrogatorio, Marcone avrebbe coinvolto il complice fin dalla sera in cui e’ avvenuto l’omicidio, nella notte del 30 novembre. Lo spostamento del cadavere nel laghetto e’ invece avvenuto tra il 4 e il 5 dicembre. Il ritrovamento nel pomeriggio del 5. I due sono stati fermati, e’ attesa per domani l’udienza di convalida da parte del Gip.
PER MARCONE 4 GIORNI IN CASA CON IL CADAVERE DELLA COMPAGNA Mario Marcone, il presunto omicida del ‘delitto della cava’ di Cernusco sul Naviglio, per quattro giorni ha tenuto il cadavere di Gabriella Fabbiano in casa, prima di sbarazzarsene. E’ quanto emerso durante gli interrogatori dell’uomo. Marcone aveva piu’ volte cambiato versione e cercato di difendersi in varie trasmissioni tv, alludendo al fatto che Gabriella Fabbiano, la vittima dell’omicidio di cui e’ accusato, in qualche modo “se la fosse cercata”.
Anche durante l’interrogatorio inizialmente negava che fra i due ci fosse una vera e propria relazione, insinuando che la donna vedesse anche altri uomini e raccontando che da quando era sparita, il 30 novembre, lui l’aveva cercata. Quando poi ha confessato l’omicidio, ha raccontato una versione di quella notte (tra il 29 e il 30 del mese scorso) a cui gli inquirenti non hanno creduto: sarebbe stata la donna, nella sua versione, a puntargli un’arma in camera da letto, ne sarebbe quindi nata una colluttazione, lui avrebbe cercato di toglierle la pistola e un colpo sarebbe partito accidentalmente. Ma il foro alla nuca ritrovato sul cadavere della Fabbiano e accertato dai medici legali, secondo gli investigatori non corrisponde a questa versione.
Per quattro giorni, dopo quella notte, Marcone – operatore ecologico di origini pugliesi – ha tenuto il cadavere in casa, ma gia’ prima aveva tentato di coinvolgere il complice, Fabrizio Antonazzo, suo corregionale disoccupato, per sbarazzarsi del corpo. Le indagini condotte dai Carabinieri di Cassano d’Adda con il sussidio sul territorio di quelli della compagnia di Cernusco, sono cominciate dal giorno stesso del ritrovamento, nel pomeriggio del 5 dicembre, con una perquisizione nella casa dell’uomo (i militari erano a conoscenza della loro relazione), dove e’ stata trovata una corda simile a quelle usate per le serrande, compatibile con quella con cui il corpo di Gabriella e’ stato trovato legato nella cava privata. I sospetti si sono quindi da subito concentrati sul cinquantaduenne residente a Pioltello, e sono stati poi confermati dagli uomini del Ris di Parma, che hanno analizzato la sua casa e la sua auto e hanno trovato tracce ematiche e abiti della donna. Oltre che di omicidio Marcone dovra’ rispondere di porto abusivo d’armi e occultamento di cadavere.

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