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Franca Vilardi, 59 anni, casalinga, mamma. Uccisa insieme ai due figli dal marito e padre che prima li accoltella e poi gli spara in testa (Strage di Rende)

Cutura di Rende (Cosenza), 12 Febbraio 2018


Titoli & Articoli

Orrore a Rende, stermina la famiglia e si uccide (Gazzetta del Sud – 13 febbraio 2018)
È una spaventosa storia, è un dramma che trascina inevitabilmente le vicende della famiglia Giordano fuori dai confini che delimitano la sfera privata. Non è ancora chiaro quello che sia realmente accaduto tra le mura di quella villetta. Una casa che da ieri è un bivio di trame in mezzo alle ipotesi investigative che si montano e si smontano col passare delle ore.
Tre le armi utilizzate per la carneficina: due pistole, una 357 magnum e una 7.65, e un coltello, tutte rinvenute e inserite tra i “corpi di reato”. In questo giallo ci sono sicuramente quattro morti ammazzati, apparentemente senza un movente. Quattro morti ancora senza nemmeno un colpevole certo (l’autore della mattanza è per adesso solo ipotizzato in attesa del riscontro scientifico).
Salvatore Giordano aveva 57 anni, di Cosenza, e gestiva un negozio di articoli musicali e di telefonia a Cosenza insieme al fratello. Franca Vilardi, originaria di Paola, era sua moglie. Di anni ne aveva 59 e si occupava di mandare avanti la famiglia. Teneva molto ai due figli che ancora vivevano con loro in quell’abitazione: Cristiana, 31 anni, era nata a Rogliano, come suo fratello Giovanni, 26 anni. La ragazza lavorava in un call center dell’area industriale di Rende, il fratello studiava all’università. Una famiglia tranquilla, felice, almeno in apparenza. Una immagine patinata che si è sbricolata improvvisamente nella notte tra domenica e ieri come raccontano i vicini. Una notte che si è riempita di misteri a cominciare da quel «trambusto» di cui parlano i testimoni. Nessuno ci ha fatto caso, però. Nessuno ha percepito le urla, le richieste d’aiuto, e, poi, quei sei colpi di pistola che hanno cancellato la famiglia Giordano. (di Giovanni Pastore)

L’autore della strage di Rende era depresso (La Gazzetta del Sud – 27 febbraio 2018)
Aveva un nemico che gli cresceva dentro Salvatore Giordano, il commerciante di cinquantasette anni che, nella notte tra la domenica e il lunedì di carnevale, ha sterminato la sua famiglia prima di suicidarsi. Amici e conoscenti sfilano da giorni, ormai, davanti agli inquirenti e raccontano che era una persona perbene ma, specie negli ultimi mesi, era solito rabbuiarsi. Si estraniava Salvatore Giordano. Così, all’improvviso, partiva per mondi lontani, insondabili, inaccessibili. Era come se, a un certo punto, si aprisse un gorgo e ne venisse risucchiato. Poi tornava: ne veniva fuori da quel gorgo. Ne veniva fuori portandosi dietro un umore nero che lo rendeva irriconoscibile. È questo, a grandi linee, lo scenario, il ménage famigliare, che la moglie del commerciante aveva confidato ad alcune amiche. Un dato che, adesso, emerge dalle testimonianze, la maggior parte delle quali danno consistenza a ciò che gli addetti ai lavori sono soliti far rientrare all’interno d’un grave quadro depressivo. In ogni caso, le indagini – condotte dal capo della Procura Mario Spagnuolo, l’aggiunto Marisa Manzini e il sostituto Domenico Frascino – tengono in considerazione, non trascurano affatto, la pista economica. I carabinieri della compagnia di Rende – coordinati dal capitano Sebastiano Maieli – da giorni stanno analizzando i bilanci del negozio che il cinquantasettenne gestiva insieme al fratello. (di Eugenio Orrico)


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