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Filomena Bruno, 53 anni, mamma. Uccisa a coltellate dall’ex della figlia

Orta Nova (Foggia), 28 Ottobre 2019


Titoli & Articoli

Accoltellata a morte mentre rientrava nell’abitazione della madre (Today – 28 ottobre 2019)
Orrore a Orta Nova in provincia di Foggia, dove una 53enne sarebbe stata raggiunta in strada da un uomo che la avrebbe accoltellata senza lasciarle scampo o modo di reagire
Una donna di 53 anni, Filomena Bruno, è stata uccisa a coltellate nella sua abitazione a Orta Nova, in provincia di Foggia. È successo nel pomeriggio di oggi lunedì 28 ottobre 2019. Stando ad una primissima ricostruzione di FoggiaToday Filomena sarebbe stata raggiunta in strada da un uomo che la avrebbe accoltellata senza lasciarle scampo o modo di reagire. Rientrava nell’abitazione della madre. Ha fatto qualche metro nel tentativo di guadagnare l’uscita, poi si è accasciata al suolo.
Secondo quanto si apprende nei giorni scorsi la donna sarebbe stata minacciata in un bar dal genero, Cristoforo Aghilar, un pregiudicato che era evaso dagli arresti domiciliari. Da quel giorno la 53enne era andata a dormire dall’anziana madre ed era stata sottoposta a misure di vigilanza dai carabinieri con l’obbligo di comunicare ai militari ogni spostamento. Cosa che purtroppo non avrebbe fatto oggi pomeriggio.

 

Omicidio Filomena Bruno, la figlia si getta dal terzo piano. Il sospettato: “Sono stato io” (Letto Quotidiano – 31 ottobre 2019)
Non bastava l’omicidio di Filomena Bruno che ora la figlia tenta un gesto estremo lanciandosi dal terzo piano della loro abitazione. Nel mentre Aghilar confessa tutto
L’omicidio della donna di Orta Nova. Cristoforo Aghilar fugge dagli arresti domiciliare e va via insieme alla figlia di Filomena in Germania. Ma solo dopo qualche tempo si accorge delle maniere di quest’uomo sempre più violento e geloso.
La ragazza torna in Italia e lui non contento della situazione, minaccia di morte la suocera con una pistola. Accecato dalla rabbia la aspetta fuori da casa della madre (dove Filomena andava a dormire perché non si sentiva più sicura) e la accoltella, per poi lasciarla morire e sparire nel nulla.
L’uomo viene braccato dai Carabinieri e portato in Questura. Dopo qualche tempo confessa: “sono stato io” e il suo legale De Sanctis evidenzia: “quello che ha fatto è gravissimo ma è più volte scoppiato a piancere, ribadendo che non avesse alcuna intenzione di ucciderla”
E’ stata la sorella di lui a denunciarlo ai Carabinieri, dopo che lui ha vagato nei campi per tutta l’intera notte chiedendo aiuto ad una zia. La pistola utilizzata per minacciare la povera vittima è stata trovata dai Carabinieri in aperta campagna.
Il gesto disperato della figlia di Filomena. A tutto questo dramma che ha scosso la comunità di Ora Nova, si aggiunge il gesto disperato della figlia di 21 anni – la stessa che era scappata proprio con Aghilar. La ragazza si è lanciata dal terzo piano per suicidarsi, dopo tutti i drammi di questi giorni e il senso di colpa. La ragazza secondo indiscrezioni non sarebbe in pericolo di vita e miracolosamente illesa.

A Orta Nova i funerali di Filomena Bruno (Cerignola Viva – 2 novembre 2019)
In una Chiesa Madre stracolma di fedeli, parenti e amici oggi la comunità di Orta Nova ha dato l’ultimo saluto a Filomena Bruno, la 53enne assassinata lunedì 28 Ottobre da Cristoforo Aghilar, reo confesso, fuggito e arrestato a Carapelle il 29 Ottobre dopo ore di ricerche.
Una cerimonia funebre straziante, scandita da momenti di forte commozione e dalle toccanti parole del Parroco don Donato Allegretti.
«Siamo colti da smarrimento dopo la tragedia che ancora una volta ha colpito la comunità di Orta Nova. Dopo l’indignazione, la forte inquietudine, il sentito orrore per quanto accaduto adesso abbiamo il dovere di fermarci, di tacere e nel silenzio meditare e riflette. È forte il bisogno di pregare e rimettere al centro della nostra vita colui che abbiamo allontanato, Dio!
La morte della nostra sorella Filomena segna una chiara sconfitta di tutti noi, della nostra società, delle Istitutzioni, della Chiesa. Il dramma che stiamo vivendo è lo stesso dramma di Caino, della passione folle e inutile che si impossessa di noi nell’esatto momento in cui allontaniamo e ignoriamo Dio. L’assenza dell’Altissimo nella nostra vita ci porta alla violenza che genera violenza e ci trasforma in essere che nulla hanno di umano. Chiediamo perdono, pietà, misericordia al Signore e ai nostri trasforma in essere che nulla hanno di umano. Chiediamo perdono, pietà, misericordia al Signore e ai nostri figli».


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In memoria di

“Lo Stato lasciò Filomena alla mercé del suo assassino Aghilar”. Pesanti accuse nel processo al killer di Orta Nova (l’immediato – 7 novembre 2021)
Udienza importante questa mattina in Corte d’Assise a Foggia (presidente Talani, giudice a latere Accardo) nel processo a carico di Cristoforo Aghilar, reo confesso dell’omicidio della 56enne Filomena Bruno, avvenuto ad Orta Nova nel pomeriggio del 28 ottobre del 2019. Sono stati infatti sentiti come testimoni del pubblico ministero Rossella Pensa un ufficiale e un sottufficiale dei carabinieri, che furono tra i principali investigatori ad occuparsi della tragica vicenda. Rispondendo alle domande di accusa, parte civile e difesa, i testimoni hanno riferito sui giorni precedenti all’omicidio e su come Aghilar si fosse accanito contro tutta la famiglia della Bruno, con minacce andate avanti per settimane e con il tentato omicidio della stessa vittima e del fratello nella serata del 26 ottobre (solo due giorni prima del delitto), presso un bar ad Orta Nova.
Il maresciallo della stazione del centro dauno ha ripercorso tutta la fase delle convulse ricerche di Aghilar, anche attraverso l’Interpol, dato che il pregiudicato era stato segnalato come presente in Germania, ricerche che poi erano continuate in Orta Nova e tutti i dintorni una volta che i carabinieri avevano accertato come l’assassino avesse fatto ritorno nel paese d’origine, con la chiara intenzione di uccidere tutta la famiglia della vittima Filomena Bruno.
Un dato importante emerso dalle testimonianze dei militari dell’Arma è stato quello relativo alle misure di protezione nei confronti della vittima, soprattutto dopo il tentato omicidio della stessa Filomena Bruno solo due giorni prima dell’omicidio. Entrambi i testi, sia l’ufficiale che il sottufficiale, hanno riferito che alla Bruno fu proposto di essere trasferita in una struttura protetta (come prevede anche la legge “codice Rosso”), ma la stessa vittima rifiutò perché non voleva lasciare il figlio affetto da sindrome di Down e l’anziana madre che assisteva da anni (poi testimone oculare del delitto). È emerso che la Bruno presentò ben tre denunce tra il 5 ed il 26 ottobre, portando anche messaggi vocali via WhatsApp di Aghilar, contenenti pesanti minacce di morte, e per tutte queste minacce si diceva terrorizzata per sé e per i figli (i due maggiori erano già scappati in altre località fuori Orta Nova proprio per sottrarsi alla furia dell’imputato).
A detta dei carabinieri, fu quindi proposto alla Bruno di essere trasferita in una località segreta, ma questa rifiutò e si limitò a trasferirsi temporaneamente a casa dell’anziana madre, tra l’altro situata di fronte all’abitazione della vittima, dove poi avvenne l’omicidio
. Tesi questa da sempre contestata dalle parti civili con l’avvocato Michele Sodrio, per le quali invece non fu affatto proposto alla Bruno di andare in una casa rifugio per donne maltrattate o minacciate. Sul punto abbiamo sentito proprio il legale: “Premetto ancora una volta di essere un accanito ammiratore dell’Arma dei Carabinieri, alla quale deve andare il nostro plauso per tutto quello che fa ogni giorno, ma sono certo che in questa vicenda siano stati commessi degli errori gravissimi. Io credo ai miei clienti quando affermano con assoluta certezza che Filomena non ebbe affatto una proposta di trasferimento in altra località, tanto meno appare logico e credibile che una tale proposta sia stata fatta senza anche proporre un trasferimento del figlio diversamente abile e dell’anziana madre. Anzi, Filomena nelle sue denunce si diceva terrorizzata da Aghilar e chiedeva più un volte un ‘aiuto concreto’, proprio perchè era convinta che l’assassino prima o poi avrebbe colpito, vista la sua crudeltà e brutalità. Se davvero vi fosse mai stata una proposta di collocamento in altra località, come mai di questa iniziativa non esiste un verbale scritto, come invece si fa sempre in questi casi? Vi sono numerosissimi messaggi WhatsApp inviati dalla Bruno al maresciallo dei carabinieri di Orta Nova, dove la vittima anche dopo le denunce chiedeva aiuto e protezione, scriveva di essere seguita dai sodali di Aghilar. Com’è possibile che una donna così terrorizzata abbia mai potuto rifiutare di essere messa in sicurezza per il tempo strettamente necessario a catturare l’allora latitante Cristoforo Aghilar? Spero che la Giustizia abbia la capacità di far emergere la verità”.
Secondo Sodrio “questa volta lo Stato ha sbagliato e non ha dato l’adeguata protezione ad una madre di famiglia, lasciandola alla mercé del suo assassino. Abbiamo in corso una causa civile risarcitoria al Tribunale di Bari su questa vicenda e siamo decisi ad andare fino in fondo. Questi drammi vanno prevenuti, perchè dopo è sempre troppo tardi”. Con i due investigatori sentiti oggi è stata completata la lista dei testimoni del pm e così il processo si avvia rapidamente alla conclusione. Prossima udienza il 10 dicembre, per l’ascolto di due testimoni della parte civile e poi toccherà ai testimoni dell’imputato