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Emma Elsie Michelle Pezemo, 31 anni, studentessa universitaria. Strangolata e poi fatta a pezzi dal fidanzato, che divide i resti in sei sacchetti e li getta nel cassonetto dell’immondizia

Bologna, 2 Maggio 2021


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Bologna, uccisa e trovata a pezzi in un cassonetto. Il fidanzato si è impiccato (Corriere della Sera – 2 maggio 2021)
Potrebbe trattarsi di un omicidio-suicidio. La donna, una 31enne del Camerum, studiava a Bologna per diventare oss. Il fidanzato, anche lui camerunense, era ospite di una comunità: era in cura per problemi psichici
Prima l’avrebbe uccisa, poi fatta a pezzi e gettata in un cassonetto dell’immondizia in via Togliatti, alla periferia di Bologna. Tornato a casa, poi, si sarebbe impiccato. È questa l’ipotesi sulla quale stanno lavorando gli uomini della squadra mobile della questura di Bologna per fare luce sul ritrovamento, avvenuto domenica pomeriggio, del corpo di donna. Una vicenda sulla quale rimangono ancora molti punti oscuri e che sarà il lavoro degli investigatori a dover far luce.
La vittima. Emma Pezemo, questo il nome della vittima, aveva 31 anni. Veniva dal Camerun e studiava a Bologna per diventare operatrice socio sanitaria. . Era fidanzata con Jacques Honore’ Ngouenet, 43 anni, anche lui del Camerun, attualmente ospitato in una comunità, in cura per alcuni problemi psichiatrici. I due hanno trascorso insieme la giornata del primo maggio. Domenica mattina, quando le sue coinquiline non l’hanno vista rientrare si sono preoccupate e hanno subito chiamato Jacques, il quale ha detto loro di non saperne nulla e di condividere la loro preoccupazione. Ma di Emma nessuna traccia. Le ragazze non hanno potuto far altro che chiamare la polizia per denunciarne la scomparsa.
Il racconto agli agenti. Le coinquiline non hanno riferito di particolari screzi o litigi fra i due, ma gli agenti della squadra mobile sono subito andati da Jacques, per ascoltarlo. Di fronte a loro una scena che non si aspettavano: il 47enne si era impiccato con un cappio di fortuna. Poco dopo alla centrale operativa del 113 alcune persone segnalavano tracce di sangue su un cassonetto di via Togliatti e gli agenti della volante intervenuta fanno la macabra scoperta: nel contenitore dell’immondizia c’era un corpo umano fatto a pezzi, smembrato probabilmente con un ascia o una mannaia. I primi accertamenti la seconda sorpresa: sono i resti della 31enne. A questo punto il suicidio e il ritrovamento vengono collegati.
Le ipotesi al vaglio degli inquirenti. A far propendere la polizia che si tratti di un omicidio-suicidio è il ritrovamento nell’alloggio del fidanzato di un biglietto, scritto in francese, contenente dalle frasi un po’ sconclusionate. Sul contenuto c’è il massimo riserbo, ma dalle prime indiscrezioni che trapelano, in quello scritto ci sarebbero elementi che indicherebbero le sue responsabilità nel fatto.
Le indagini proseguono. Le indagini, ovviamente, non si fermano e ulteriori indicazioni arriveranno nei prossimi giorni dall’esame dei cadaveri. Si cercheranno riscontri a quella che, allo stato delle cose, sembra la spiegazione del caso: un uomo che ha ucciso la fidanzata, ha infierito sul suo corpo, poi ha deciso di togliersi la vita. Nelle prossime ore il pm di turno dovrebbe affidare l’incarico per l’esecuzione dell’autopsia sui resti della donna e sul corpo dell’uomo. Gli agenti della mobile felsinea, intanto, in queste ore stanno ascoltando tutte le persone che hanno avuto contatti e relazioni con la coppia: a partire dalle coinquiline che hanno denunciato la scomparsa e gli operatori e gli ospiti della comunità presso la quale viveva l’uomo.

 

Omicidio-suicidio a Bologna, arma delitto non ancora trovata (Ansa – 3 maggio 2021)
Era a Bologna da più di 6 anni Emma Elsie Michelle Pezemo, la studentessa 31enne originaria del Camerun il cui cadavere fatto a pezzi è stato trovato ieri in un cassonetto alla periferia della città. Ad ucciderla, dalle prime indagini, sarebbe stato il fidanzato Jacques Honoré Ngouenet, suo connazionale di 43 anni, che dopo il delitto si è impiccato nell’alloggio dove viveva, in una struttura protetta per persone con problemi psichici.
Il movente e le circostanze precise dell’omicidio-suicidio sono da chiarire e gli investigatori della squadra mobile, che indagano sulla vicenda, stanno ancora cercando anche l’arma del delitto, probabilmente un’ascia o una mannaia che per il momento non è stata trovata. Altri aspetti da ricostruire sono l’ora e il luogo dove è avvenuto l’omicidio, mentre è probabile che l’uomo abbia usato la propria auto, sequestrata dalla polizia, per trasportare i resti del cadavere fino al cassonetto di viale Togliatti dove li ha buttati, come fosse spazzatura. La 31enne era iscritta dal 2014 all’università di Bologna e, dopo avere seguito diversi corsi, stava studiando per diventare operatrice socio-sanitaria. Abitava con altre ragazze in via De Nicola, nello studentato Galvani di Er.go (l’azienda regionale per il diritto allo studio).

 

Emma, lo studio e l’amore per la famiglia in patria: “Una ragazza fantastica” (il Resto del Carlino – 4 maggio 2021)
Amava la vita Emma Elsie Michelle Pezemo, 31 anni, da sei in Italia dove aveva conseguito la laurea triennale in Giurisprudenza e stava studiando per l’ultimo biennio. “Una ragazza d’oro – la definisce Jean Claude Didiba, presidente dell’associazione Amici dell’Africa al lavoro per rimpatriare la salma della ragazza – Quello che è successo ci ha sconvolti, la nostra comunità negli anni ha sempre dato l’esempio di amicizia e unione con l’Italia”. E con il Camerun e la sua famiglia Emma aveva contatti continui: soprattutto con il fratello e con la madre con la quale era legatissima e ogni mese le inviava un po’ di soldi. “Voleva laurearsi in fretta per lavorare ed essere stipendiata per aiutare la famiglia”, racconta una parente. Amava lo studio, sua grande passione. E amava Jacques Ngouenet, nonostante qualche momento difficile ma che non aveva mai voluto denunciare. “Quando domenica me l’hanno detto – racconta commosso Gloire, suo dirimpettaio nello studentato di via De Nicola – non ci volevo credere. Non ho più avuto la forza di fare nulla, solo lacrime”. Come all’interno 16 del civico 52, dove le coinquiline di Emma ieri non hanno avuto nemmeno la forza di uscire: “Scusate – le uniche parole al citofono –, il dolore è troppo grande. (di Nicola Bianchi)


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