Loading

Cristina Messina, 54 anni, mamma e quasi nonna. Uccisa a colpi di pistola dall’ex marito

Volvera (Torino), 10 Giugno 2020


Titoli & Articoli

Volvera, uccisa con un proiettile alla testa (Luna Nuova – 11 giugno 2020)
Grave la figlia della donna. L’ex marito fugge, poi si costituisce
«Potrebbe essere gelosia». Questa l’ipotesi messa sul piatto dagli inquirenti, anche se non spiega a fondo il perché del gesto di Nicola Cirillo, 58 anni, ex addetto della Cidiu (l’azienda di raccolta rifiuti nella cintura ovest di Torino). Erano circa le 12,30 di mercoledì quando l’uomo ha suonato al campanello dell’appartamento via Garibaldi 5, dove abitava Cristina Messina, la sua ex moglie di 54 anni. Per l’uomo è stato facile introdursi nell’appartamento al primo piano. Ha suonato e ad aprirgli è andata la figlia di lei, Giusy. Una volta chiusa la porta, si è consumato il femminicidio, quando Cirillo ha esploso due colpi di pistola contro il petto della 29enne. L’arma del delitto è una vecchia Walther P-38 che l’uomo probabilmente deteneva illegalmente, poiché dalle prime verifiche dei carabinieri la pistola non risultava regolarmente denunciata…

“Esce con l’amante”. Uccide l’ex moglie ma lei andava a curarsi (il Giornale – 11 giugno 2020)
Prima di costituirsi, l’uomo ha sparato anche alla figlia, ora è in gravi condizioni
Era geloso, follemente geloso, nonostante fossero ormai passati quattro anni dal divorzio. E ieri non ha esitato un istante a uccidere l’ex moglie e a tentare di far fuori anche la figlia, che ora lotta tra la vita e la morte.
Il delitto è avvenuto al primo piano di un palazzo di edilizia popolare in via Garibaldi 5, a Volvera, in provincia di Torino. La vittima, Cristina Messina, di 54 anni, usciva spesso perché era seriamente malata e doveva sottoporsi a delle cure ma Nicola Cirillo, 58 anni, non ci aveva mai creduto ed era convinto che lei avesse un altro. Per questo l’ha uccisa senza alcun rimorso.
È un copione che si ripete quello di ieri. Dietro all’ennesimo femminicidio c’è una donna che lottava con la malattia e da tempo aveva allentato la pressione con l’ex coniuge, con il quale inizialmente aveva avuto rapporti tesi, arrivando a costruire un buon rapporto in nome della figlia. Cirillo le andava spesso a trovare e in quel palazzo, dove avevano vissuto insieme fino a quattro anni prima e i residenti lo vedevano entrare e uscire in continuazione.
Così ieri madre e figlia non si sono insospettite quando alle 12.30 lui ha suonato al citofono. L’hanno fatto salire, mentre stavano già pranzando sedute a tavola. Lui ha iniziato a urlare, convinto che Cristina, dalla quale era divorziato da quattro anni, si vedesse con un altro. All’improvviso ha estratto una vecchia P38 e ha esploso un colpo contro la figlia, forse perché cercava di proteggere la mamma. Poi ha raggiunto la donna in balcone. Dalla strada e dai palazzi di fronte qualcuno ha notato Cristina che urlava e chiedeva aiuto, ma non ha potuto far nulla. «Abbiamo visto quella poveretta che si sbracciava dal primo piano gridando e scongiurando quell’uomo di lasciarla andare ma lui non ha avuto pietà», hanno raccontato più tardi i testimoni ai carabinieri. Ma non c’è stato tempo di strapparla a quel crudele destino. Lui ha mirato alla testa, mentre lei provava a proteggersi. Il proiettile ha trapassato la mano di Cristina e si è conficcato tra il collo e la testa, senza darle scampo.
Rientrato in casa Cirillo ha esploso un altro colpo contro Giusy, per azzittirla per sempre.
La ragazza, attinta da due colpi al torace, è stata soccorsa e trasportata poco dopo in gravissime condizioni prima al Cto di Torino, poi alle Molinette, dove è stata intubata e ricoverata in terapia intensiva. Presenta lesioni al polmone destro e un trauma alla colonna vertebrale.
Il padre, pensionato dopo aver lavorato per anni in una ditta di pulizie, dopo il fattaccio è fuggito su una Ford Fusion. «Ho parlato con mio fratello questa mattina (ieri per chi legge, ndr.) – ha raccontato Rosaria ai carabinieri di Pinerolo, che si sono occupati delle indagini – mi era sembrato tranquillo. Nulla faceva pensare che potesse compiere un gesto del genere».
Subito è scattata la caccia all’uomo, condotta anche con un elicottero, che ha perlustrato dall’alto Volvera e tutto il torinese, in cerca del fuggitivo. Nelle strade gli investigatori hanno moltiplicato i posti di blocco. Poco dopo le 14 Cirillo, ormai braccato, si è consegnato nella caserma dei carabinieri di Pinerolo, che lo tenevano ormai in trappola. Oltre a Giusy l’assassino ha altri tre figli, con altre due donne e anche la vittima aveva altri figli.

“Lui era un uomo rozzo, lei era speciale: quando l’ha lasciato ha giurato di ucciderla” (La Stampa – 12 giugno 2020)
Parlano i figli di Cristina Messina, ammazzata giovedì a Volvera dal suo ex compagno
(di Antonio Giamo)

Volvera lutto cittadino per i funerali di Cristina Messina (Come e Dove – 19 giugno 2020)
I rintocchi delle campane che suonano a morto si diffondono in un paese che oggi pomeriggio (venerdì 19 giugno) si è fermato per porgere l’ultimo saluto a Cristina Messina, uccisa con un colpo di proiettile dal suo ex compagno, Nicola Cirillo. Volvera si inchina davanti al dolore dei 5 figli e le donne del paese in silenzio si tengono per mano, formano un semicerchio per abbracciare per l’ultima volta una donna uccisa da un uomo geloso.
Si ferma qui la cronaca di un funerale durante il quale don Alessandro Sacco ha ricordato: “Siamo qui per sospendere il giudizio, ci sarà quello di Dio”. E ha aggiunto “Non per dire parole di circostanza ma per ascoltare quel grido muto che si trasforma in preghiera”.
Intorno alla bara tutti i figli che Cristina aveva avuto dal primo matrimonio e dalla relazione con l’uomo che l’ha uccisa
. Un delitto premeditato: lui ha suonato alla porta di casa della donna e quando ha aperto Giusy, la figlia che Cristina aveva avuto dal primo matrimonio, le ha sparato al petto, poi ha raggiunto la sua ex compagna sul balcone, ha mirato al volto e ha premuto il grilletto, ha aperto le altre porte delle stanze in cerca di altri figli, uscendo di casa, quando ha visto che ragazza si era accasciata ha fatto ancora fuoco. Poi è scappato.
Un ‘ora dopo si è costituito ai carabinieri di Pinerolo. In modo freddo ha detto: “Sono andato per uccidere e non per parlare”. E mentre lui confessava, i medici delle Molinette stavano togliendo i proiettili dal petto di Giusy, uno ha lesionato il polmone, ma preoccupa di più quello che ha colpito la colonna vertebrale. (di A.G.)

Cristina Messina, uccisa “perché voleva essere libera” (Today – 11 dicembre 2020)
Il pm Paolo Toso ha chiesto una condanna a 30 anni di carcere, nell’udienza tenutasi ieri davanti alla Corte d’assise di Torino, per Nicola Cirillo
Uccisa “perché voleva essere libera”. Il pm Paolo Toso ha chiesto una condanna a 30 anni di carcere, nell’udienza tenutasi ieri giovedì 10 dicembre 2020, davanti alla Corte d’assise di Torino, per Nicola Cirillo, il 58enne di Volvera che lo scorso 10 giugno tolse la vita con un colpo di pistola all’ex compagna 54enne Cristina Messina e ferì gravemente la figliastra 29enne Giusy Messina, che da allora è su una sedia a rotelle e non potrà più camminare.
Il delitto avvenne nella casa della donna, in via Garibaldi a Volvera. Chiesta anche una provvisionale di 600mila euro per le parti civili, che l’uomo, un netturbino in pensione, non possiede. Il movente dell’omicidio era stato la gelosia: l’uomo non accettava che la sua ex compagna si fosse rifatta una nuova vita. I figli della donna si sono costituiti parte civile con gli avvocati Gianluca e Ruggero Marta, mentre l’imputato è difeso dall’avvocato Maria Frezza e si è collegato in videoconferenza limitandosi a dire “Mi dispiace”. A pronunciare la sentenza saranno gli otto giudici (due togati e sei popolari) presieduti da Alessandra Salvadori.
Nessun rimorso nelle sue parole. “Ma chi si credeva di essere? Una persona libera? Me ne ha combinate di ogni: aveva la macchina, usciva. Era un oltraggio”. Il pm Toso ha ripercorso l’interrogatorio a cui era stato sottoposto dopo l’arresto Nicola Cirillo.

“Cirillo ha pianificato un omicidio perché era convinto che la sua ex fosse cosa propria e visto che si insubordinava andava tolta di mezzo”

Il 10 giugno è uscito di casa armato, scrive oggi La Stampa. Cirillo si è fermato a giocare al SuperEnalotto. Poi, raggiunta casa di Cristina ha sparato a lei e alla figlia della donna, Giusy di 28 anni. Oggi rimasta paraplegica. “Mi è venuta incontro per impedirmi quello che volevo fare. Le ho sparato. Poi sono andato a cercare la madre. Era sul balcone. Le ho sparato tre colpi. Sono tornato indietro e c’era mia figlia con gli occhi sbarrati. Le ho sparato un altro colpo”. Senza rimorsi di coscienza. “Una confessione fredda, come una conversazione al bar tra estranei” ha detto il pm Toso.


Link